Descrizione
Località Filetto, L'Aquila, L'Aquila, Abruzzo
Data 7 giugno 1944 - 8 giugno 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 17
Numero vittime uomini 17
Numero vittime uomini adulti 14
Numero vittime uomini anziani 3
Descrizione: Filetto è un piccolo centro montano (1068 mslm) ai piedi del Gran Sasso, a 18 Km dall’Aquila.
Nella zona operava la banda partigiana “Di Vincenzo”.
Nel paese durante l’occupazione tedesca c’erano una piccola stazione radio e telefonica, un’infermeria e un magazzino viveri. Queste strutture logistiche erano controllate dal maresciallo maggiore Schafer e vi operavano i sottufficiali Schreiner e Schwetz, il caporale Swatschina, i soldati Wehn e Saurbier e il radiotelegrafista Ruppert della 114^ Jagerdivision inquadrata nel 51 Corpo d’armata alpino operante in Abruzzo.
Il 7 giugno 1944 intorno alle 16.30 una decina di partigiani provenienti da monte Archetto assaliva i soldati che stavano caricando il materiale radio in vista del trasferimento a Paganica data l’imminente ritirata delle truppe dalla zona. Il commando partigiano era guidato dal comandante Aldo Rasero, e comprendeva alcuni nomi noti come Gilberto Fioredonati, Armando Capannolo, Francesco Sgro, Luigi e Tito Marcocci, Mariano Morelli e Pasquale De Simone. Il gruppo era stato chiamato a Filetto dal giovane romano Angelo Cupillari che aveva recato anche un appello sottoscritto da altri abitanti al fine di scongiurare una razzia tedesca.
I Tedeschi, allertati dalle grida di alcune donne, davano l’allarme ai commilitoni di stanza a Paganica e si asserragliavano nel palazzo Facchinei in via Romana, nel centro del paese, dove ingaggiavano un conflitto a fuoco con i partigiani, che si concludeva con la morte di un tedesco (Ludwig When) e il ferimento di un altro soldato (Adolf Schreiner, in seguito morto nell’ospedale militare di Barisciano) e di tre partigiani (Francesco Sgro, Luigi Marcocci ed Emilio Giamberardini).
Dopo lo scontro, mentre i partigiani si ritiravano, sopraggiungeva una colonna corazzata di soldati tedeschi e diversi abitanti di Filetto si davano alla macchia. La prima vittima civile fu Ferdinando Meco, ucciso mentre attingeva acqua ad una fonte; stessa sorte per Antonio Palumbo, agiato proprietario terriero che era sfollato in paese ed era in buoni rapporti con il maresciallo maggiore Schafer. Alla vista del cadavere lo Schafer si sarebbe scagliato contro un commilitone accusandolo di omicidio gratuito: per tutta risposta il tedesco gli avrebbe sparato a bruciapelo uccidendolo.
Il giovane Mario Marcocci venne incaricato di portare su un camion il cadavere di Schafer e fu successivamente ucciso. Da L’Aquila il maggiore generale Hans Boelsen, comandante dal 1° giugno della 114^ Jagerdivision, ordinò al capitano Matthias Defregger (29 anni), comandante del battaglione trasmissioni di stanza a Paganica, di eseguire la rappresaglia ed inviò sul posto anche altri due ufficiali di sua fiducia, i tenenti Werner Birckenbach e Axel von Heyden. Il Defregger si recò quindi a Filetto dove era stato catturato un gruppo di una trentina di maschi, tra cui alcuni minori, in seguito rilasciati. A notte alta, presso la casa Zinobile in località Cesa a poche centinaia di metri dal paese, i rastrellati vennero posti su tre file ed avvenne l’esecuzione con mitragliatrici di cui fu incaricato il sottotenente della Ia compagnia TLC Paul Erich Ehlert che, forse per scrupoli morali, essendo un teologo luterano, lasciò l’incarico ad un anonimo caporale di squadra. Una decina di prigionieri delle ultime file riuscì a salvarsi o gettandosi nelle radure retrostanti o buttandosi ai piedi di soldati implorando la grazia e di fatto impedendo loro di sparare, oppure fingendosi morti. Con la prima scarica vi furono dieci caduti; durante la notte si iniziò una caccia all’uomo che portò alla cattura e all’uccisione di altre cinque persone. Le salme delle prime dieci vittime vennero raccolte in casa Zinobile, delle altre cinque nella casa Massari: entrambe le abitazioni furono quindi date alle fiamme. Alla rappresaglia avrebbero partecipato anche italiani (fascisti o militi in uniforme tedesca).
Il paese fu quindi dato alle fiamme e depredato. Angelo Cupillari, accusato di essere in qualche modo il responsabile della strage, rischiò il linciaggio da parte di alcuni abitanti di Filetto.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rappresaglia
--> Per saperne di più sulle tipologie
Estremi e note penali: 1969, Procura della Repubblica dell’Aquila: procedimento contro Matthias Defregger successivamente archiviato.
1970, Procura Generale di Francoforte: assoluzione in istruttoria per Matthias Defregger poiché: “l’uccisione degli ostaggi non è stata malvagia né crudele, né è stata comandata per motivi abietti”.
1972, Tribunale Militare di Roma: decreto di non doversi promuovere azione penale contro Matthias Defregger.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La memoria della strage è divisa. Cittadini di Filetto ritennero l’azione partigiana non necessaria e priva di reali riscontri militari (l’opinione al riguardo non è mutata nel tempo). Aldo Rasero, responsabile dell’intera operazione, pubblicamente difese le ragioni della scelta di colpire i tedeschi a Filetto. Un articolo apparso il 7 luglio 1969 sul giornale Der Spiegel , in cui si rivelava che il capitano Defregger altri non era che il vescovo ausiliare di Monaco di Baviera, fu all’origine dell’iniziativa del deputato del PCI Eude Cicerone (autore anche di un intervento in Parlamento) attraverso la quale, nel 1969, si apriva presso la Procura della Repubblica dell’Aquila un fascicolo sul caso – Defregger. Anche questa azione dette luogo ad un articolato dibattito con opinioni contrastanti. I filettesi, in realtà, anche attraverso un viaggio a Monaco per incontrare Defregger, chiedevano semplicemente un atto di concreto pentimento da parte dell’ex ufficiale tedesco che non vi fu mai.
Scheda compilata da David Adacher, Riccardo Lolli, Gilberto Marimpietri
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-24 09:02:50
Vittime
Elenco vittime
1. Gambacurta Giovanni fu Luigi, n. nel 1912, carabiniere sbandato.
2. Spezza Agostino fu Enrico e fu Chiarizia Rosa, n. nel 1900, contadino.
3. Alloggia Gradito di Luigi e di Celestini Donalice, n. nel 1904, contadino.
4. Riccitelli Sabatino di Francesco e fu Arcangeli Laura, n. nel 1896, contadino.
5. Altobelli Cesidio di Gaspare e fu Morelli Concetta, n. nel 1903, contadino.
6. Marcocci Guido di Luigi e di Capricorno Berenice, n. nel 1924, contadino.
7. Cialone Loreto fu Antonio e fu Ciampa Agata, n. nel 1887, contadino.
8. Marcocci Mario di Fedele e di Spezza Nunzia, n. nel 1927, contadino.
9. Marcocci Luigi fu Amedeo e di Altobelli Natalina, n. nel 1914, contadino.
10. Cialone Pasquale fu Francesco e fu Ianni Luisa, n. nel 1900, contadino.
11. Marcocci Domenico fu Antonio e di Donati Antonia, n. nel 1908, contadino.
12. Ciampa Raimondo di Giosuè e di Cupillari Maria, n. nel 1902, contadino.
13. Ciampa Clemente di Giosuè e di Cupillari Maria, n. nel 1905, contadino.
14. Celestini Antonio di Santo e di Scipioni Giovanna, n. nel 1920, contadino.
15. Marcocci Carlo fu Luigi e fu Spezza Sofia, n. nel 1894, contadino.
16. Meco Ferdinando fu Antonio e fu Donati Maria, n. nel 1883, contadino.
17. Palumbo Antonio fu Orazio e fu Equizi Rachele, n. nel 1879, impiegato/ proprietario terriero.
Elenco vittime civili 16
Spezza Agostino,
Alloggia Gradito,
Riccitelli Sabatino,
Altobelli Cesidio,
Marcocci Guido,
Cialone Loreto,
Marcocci Mario,
Marcocci Luigi fu,
Cialone Pasquale,
Marcocci Domenico,
Ciampa Raimondo,
Ciampa Clemente,
Celestini Antonio,
Marcocci Carlo,
Meco Ferdinando,
Palumbo Antonio
Elenco vittime sbandati 1
Gambacurta Giovanni
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Hans Boelsen
Nome Hans
Cognome Boelsen
Ruolo nella strage Autore
Note responsabile Maggiore generale comandante la 114^ Jagerdivision
Nome del reparto nazista Wehrmacht
Nome del reparto 114. Jäger-Division
Matthias Defregger
Nome Matthias
Cognome Defregger
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capitano e comandante del battaglione trasmissioni di stanza a Paganica
Note procedimento 1969, Procura della Repubblica dell’Aquila: procedimento contro Matthias Defregger successivamente archiviato. 1970, Procura Generale di Francoforte: assoluzione in istruttoria per Matthias Defregger poiché: “l’uccisione degli ostaggi non è stata malvagia né crudele, né è stata comandata per motivi abietti”. 1972, Tribunale Militare di Roma: decreto di non doversi promuovere azione penale contro Matthias Defregger.
Nome del reparto nazista Wehrmacht
Nome del reparto 114. Jäger-Division
Paul Erich Ehlert
Nome Paul Erich
Cognome Ehlert
Note responsabile Sottotenente I^ comp. Telecomunicazioni
Nome del reparto nazista Wehrmacht
Nome del reparto 114. Jäger-Division
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Filetto, L'Aquila
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Filetto, L'Aquila
Descrizione: Monumento alla memoria
lapide a Cimitero di Filetto, L'Aquila
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Cimitero di Filetto, L'Aquila
Descrizione: Filetto, cimitero: lapide
lapide a via caduti 7 giugno 1944, Filetto, L'Aquila
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: via caduti 7 giugno 1944, Filetto, L'Aquila
Descrizione: Filetto: via caduti 7 giugno 1944, con lapide presso i resti di casa Massari
luogo della memoria a L'Aquila
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: L'Aquila
Descrizione: Percorso Memoria Natura (sentieri della Resistenza nell’Aquilano)
luogo della memoria a Filetto, L'Aquila
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Filetto, L'Aquila
Descrizione: Filetto, Centro sociale per gli anziani: mostra documentaria sul caso Defregger
luogo della memoria a L'Aquila
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: L'Aquila
Descrizione: L’Aquila: via Martiri di Filetto
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: 25 aprile e 7 giugno: ricordo dell\'eccidio