Descrizione
Località San Giorgio, Cesena, Forlì-Cesena, Emilia-Romagna
Data 20 luglio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini adulti 1
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: Nei pressi dell’abitazione della famiglia di Aldo Zamagna in via Rovescio a Bagnile (Forlì Cesena) nel luglio del 1944 stazionavano due militari tedeschi di un battaglione Autieri incaricati di portare rifornimenti al fronte che avevano familiarizzato con gli abitanti del podere. Il 19 luglio 1944 mentre i due militari si trovavano nell’aia della famiglia Zamagna arrivarono due partigiani per ucciderli. Solo uno dei due tedeschi fu ucciso; l’altro si salvò per l’intervento della moglie di Aldo Zamagna, Pia Brighi, e quando altri tedeschi acquartierati nella vicina casa dei fratelli di Aldo Zamagna, Gino e Armando, accorsi sull’aia radunarono i componenti della famiglia Zamagna forse a scopo di rappresaglia, sventò la fucilazione dicendo che la famiglia non era collegata al movimento partigiano. In realtà Aldo Zamagna era partigiano (riconosciuto nella 29. Gap) e la sua casa era un punto di riferimento e un luogo di riunioni del movimento partigiano della zona; anche il fratello di Aldo, Gino Zamagna, fu riconosciuto partigiano nella 29. Gap.
Per rappresaglia quattro uomini incarcerati a Forlì a disposizione del comando della polizia di sicurezza e del servizio di sicurezza delle SS (Sipo-SD) furono prelevati dal luogo di detenzione, portati nella zona di Bagnile e impiccati a due alberi. Si trattava di quattro uomini arrestati nelle Marche e trasferiti a Forlì: i due fratelli Agapito e Torello Latini, Pietro Maganza e Virgilio Lucci. Torello Latini e Maganza furono impiccati a Bagnile in via Rovescio, mentre Agapito Latini e Lucci furono impiccati a San Giorgio lungo strada per Bagnile al Botteghino. I corpi furono lasciati esposti in modo da terrorizzare la popolazione.
Modalità di uccisione: impiccagione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rappresaglia
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Annotazioni: Secondo la scheda di riconoscimento dell’Anpi fu Aldo Zamagna ad organizzare l’azione che portò alla morte del tedesco; secondo la testimonianza del figlio di Zamagna, Ilario, invece Zamagna venne a sapere che ad organizzare il piano era stato un partigiano che frequentava la casa e quando lo incontrò dopo il fatto lo apostrofò in malo modo perché aveva messo a repentaglio i familiari di Zamagna.
Secondo il Diario di Mambelli il tedesco che fu ucciso aveva in precedenza ucciso un anziano per rubargli la bicicletta e si sarebbe trattato dunque di una vendetta da parte dei partigiani. Inoltre Mambelli sostiene che i tedeschi motivarono l’impiccagione a Bagnile con l’uccisione del tedesco e quella a San Giorgio con il ritrovamento di armi in un pagliaio.
Lucci fu riconosciuto partigiano, ma non è chiaro neppure ai familiari se svolgesse la sua attività in favore di prigionieri alleati e partigiani singolarmente o in collegamento con la Resistenza. Anche considerando la sua età, possiamo ipotizzare che fosse un antifascista e legato ai partigiani più che un combattente partigiano benché sia stato riconosciuto come partigiano.
Episodi collegati:
Episodio di Bagnile (Forlì Cesena), 20 luglio 1944.
Scheda compilata da Roberta Mira
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-29 15:15:21
Vittime
Elenco vittime
Latini Agapito, di Fabriano (Ancona), nato nel 1900, commerciante di stoffe. Fratello di Torello impiccato il 20 luglio 1944 a Bagnile (Forlì Cesena) nella stessa operazione. Arrestato da tedeschi il 10/06/1944 insieme al fratello con l’accusa di aver rifornito i partigiani della zona di Marena e Fabriano (con loro furono arrestati il cugino Remo Latini, Nazzareno Boldrini e l’americano Joseph Pigott che però riuscirono a scappare). Portato in un primo momento nelle carceri di Jesi (Ancona) venne trasferito a Forlì e detenuto.
Lucci Virgilio, nato a Sassoferrato (Ancona) il 25/07/1876, residente a Coldellanoce (Ancona), possidente terriero. Visse a lungo negli Stati Uniti. In Italia dagli anni Trenta, non sostenne mai il fascismo e dopo l’armistizio del 1943, secondo suo nipote, aiutò i militari alleati fuggiti dai campi di prigionia fascisti e i partigiani della zona di Sassoferrato. Arrestato nel giugno del 1944 a Coldellanoce, dopo una perquisizione della sua casa risultata infruttuosa, fu trasferito a Forlì e detenuto. Riconosciuto partigiano nella 1. divisione “Ancona” dal 15/10/1943 al 19/07/1944. Lucci fu riconosciuto partigiano, ma non è chiaro neppure ai familiari se svolgesse la sua attività in favore di prigionieri alleati e partigiani singolarmente o in collegamento con la Resistenza. Anche considerando la sua età, possiamo ipotizzare che fosse un antifascista e legato ai partigiani più che un combattente partigiano benché sia stato riconosciuto come partigiano.
Elenco vittime civili 1
Lucci Virgilio.
Elenco vittime partigiani 1
Latini Agapito.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Annuali
cippo a Cesena, San Giorgio, strada per Bagnile, angolo via Cerchia San Martino
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Cesena, San Giorgio, strada per Bagnile, angolo via Cerchia San Martino
Descrizione: San Giorgio di Cesena , strada per Bagnile, angolo via Cerchia San Martino: cippo con croce e iscrizione che ricorda l’uccisione di Agapito Latini.
luogo della memoria a Cesena
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Cesena
Descrizione: una via è intitolata a Colombo Barducci e una piazza a Ernesto Barbieri.