Operazione Belvedere

Nella storia della Divisione garibaldina “Ateo Garemi”, vi è un breve periodo, circa un mese e mezzo, durante il quale nell’estate del 1944 una “zona” all’interno della vasta area “Garemi”, può considerarsi “Libera” da presidi tedeschi e fascisti, e disponibile alla circolazione dei partigiani. L’epicentro è l’alta Val Posina. Valerio Caroti “Giulio”, a metà giugno del 1944 ha ritenuto opportuno consolidare la sicurezza dell’area concentrandovi molti uomini oltre a quelli già presenti, e questo trasferimento dei reparti viene deciso in una riunione tenuta il 15 giugno a S. Antonio di Valli del Pasubio (VI). La riorganizzazione logistica di armamenti e vettovagliamento sembra garantita dall’arrivo di nuovi consistenti lanci Alleati, lanci che se da una parte consentono la crescita del movimento resistenziale, dall’altra avvalorano la tesi che la guerra sarebbe presto giunta al suo epilogo e che si tratta di compiere lo sforzo finale. Viceversa è l’inizio di una stagione che vede i nazi-fascisti organizzare in tutte le Prealpi Venete e Friulane massicce e devastanti operazioni di rastrellamento, la prima delle quali, denominata Operazione “Belvedere”, colpirà proprio la “zona libera di Posina”. A partire dall’agosto 1944, iniziano alcune operazioni di rastrellamento organizzate dai Comandi tedeschi nel settore tra il Pasubio e la Val Posina. Tra il 31 luglio e il 1 agosto 1944, sul Massiccio del Pasubio, l’Ost-Bataillon 263 si scontra con i partigiani garibaldini guidati da Ferruccio Manea “Tar”: morti e molti feriti da parte russo-tedesca, 2 caduti tra i garibaldini (Cocco e Marchioro). Il 3 agosto, in località Costa della Borcola, tra il Pasubio e la Val Posina, cade il partigiano Dal Maso. Il 7 agosto, Poleo di Schio (VI) viene per rappresaglia dato alle fiamme: sono saccheggiate e distrutte da tedeschi e fascisti le abitazioni di 92 famiglie, 63 case sono completamente distrutte e 540 risultano le persone senza un tetto. Il 9-10 agosto, durante un rastrellamento “russo”-tedesco all’imbocco della Val Posina cadono 3 partigiani della “Garemi” (Danielov, De Pretis e Santacaterina) e la popolazione di Castana subisce forti rappresaglie. Dal 10 al 12 agosto, in Val Leogra, epicentro Valli del Pasubio e le sue contrade, rastrellamento del 40° Btg. “Verona”, che “si sono messi a violentare donne e ragazze, ciò che finora nemmeno i tedeschi e i loro servi russi hanno pensato di fare.”; il 12 interviene anche la Legione “Tagliamento”, dove Amedeo Timpani detto “boia” si distingue in “sevizie particolarmente efferate” contro Aderino Vallortigara. Dal 12 al 14 agosto un imponente rastrellamento investe la “zona libera” da varie direttrici d’attacco: dalla Val Leogra e Tretto, Arsiero, Tonezza e Fiorentini, in territorio vicentino, da Folgaria, Serrada, Val di Terragnolo e Vallarsa in zona trentina. Lo scontro più cruento avviene senz’altro nel Trentino, il 12 agosto, a Malga Zonta, ai Campiluzzi, dove successivamente vengono fucilati 14 partigiani e tre malgari (vedi scheda di approfondimento); una vera e propria azione da “terra bruciata” è subita dalla popolazione vicentina dai paesi e contrade della Val Posina e Laghi; solo Posina e le sue 11 contrade hanno un totale di 112 fabbricati distrutti. Sempre il 12 agosto, 3 partigiani (Cichellero, Costa e Ramina) cadono sul vicentino Monte Novegno, a Bocchetta della Solasulla, tra il Monte Rione e il Monte Vaccaresse; a Posina e Laghi muoiono in combattimento i partigiani Faini e Vitella. Il 13 agosto, nei pressi di Malga Zonta (TN), cade il partigiano Gelato e vengono catturati altri 3 partigiani (i fratelli Buzzacarro e Zanon) che saranno fucilati ad Arsiero (VI) il 16 agosto (vedi scheda di approfondimento). Rappresaglie e i rastrellamenti continuano anche nei giorni successivi in Val d’Astico, come la notte del 16-17 agosto a Pedemonte e il 19 ad Arsiero.

Autore: Piero Casentini, Pierluigi Dossi, Lorenzo Gardumi


3 episodi:

Valli del Pasubio 10-12.08.1944

Malga Zonta Folgaria 12-8-1944

Arsiero 16-8-1944