Descrizione
Località Chiaicis-Chiaulis, Verzegnis, Udine, Friuli-Venezia Giulia
Data 21 luglio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini 3
Numero vittime bambini 1
Numero vittime uomini adulti 2
Descrizione: Il 21 luglio 1944 reparti tedeschi e repubblicani compirono un rastrellamanto nel comune di Verzegnis. Salendo verso “Maeri”, sopra il borgo di Chiaicis, raggiunsero Assais dove prelevarono Pio Fior e Antonio Fior. I due furono costretti a precederli i reparti in movimento ed a trasportare le loro munizioni fino a Fuignis, luogo nel quale i militari si fermarono e fecero bivacco. In quel momento sopraggiunse dal borgo di Pusca Fedora Boria, moglie di Fioravante Fior, con il suo piccolo figlio nella gerla. Uno dei militi repubblicani, che nelle fonti fu definito «violento e fanatico», chiese alla donna informazioni sul movimento partigiano, ma non avendo una risposta soddisfaciente, colpì il bambino di soli 14 mesi di nome Adelchi che si trovava nella gerla; il piccolo, trasportato a Pusca morì poco dopo.
Poi il reparto si rimise in marcia; Antonio e Pio Fior, trasportando ancora le munizioni, precedettero la formazione in rastrellamento che si spostò sulla direttrice Ravaredul – Cidûl – Ambienta – Chiaicis – Chiaulis. Il reparto si fermò a Chiaulis presso l’osteria Lunazzi; qui fu prelevato anche Paolo Paschini. Riprendendo la strada in direzione di Tolmezzo, in località “Fontamuta”, il comandante del reparto fece fermare Antonio e Pio Fior lungo il lato della strada che dava verso la scarpata; con una raffica di mitra li uccise. I corpi dei due furono gettati nella scarpata.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: deportazione della popolazione
Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Estremi e note penali: Tutte le fonti e le testimonianze imputano ai soli italiani il ruolo di autori delle violenze.
Reparto di appartenenza (probabilmente) distaccamento di Tolmezzo del 5° Reggimento Milizia Difesa Territoriale operante nello stesso periodo in diverse operazioni di rastrellamento al fianco dei tedeschi.
nessun procedimento noto
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Memoria consolidata Le tre vittime furono sepolte l’una accanto all’altra nel cimitero di Veregnis. Sulla loro tomba, dopo la liberazione fu scritto: «Odio nemico e fraterno/ in una divelse/ chi in tempo ed eternità/ Amor congiunse»
Scheda compilata da Fabio Verardo
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-10-27 20:28:30
Vittime
Elenco vittime
Fior Adelchi, di Fioravante e Boria Fedora. Nato il 14/9/1943. Nato e residente a Verzegnis, celibe. Ivi tumulato.
Fior Antonio, di Giovanni e Deotto Maria. Nato il 9/6/1900, nato e residente a Verzegnis, coniugato. Professione muratore. Ivi tumulato.
Fior Pio, di Domenico e Deotto Santa. Nato il 10/6/895, nato e residente a Verzegnis, coniugato. Professione muratore. Civile. Ivi tumulato.
Elenco vittime civili 3
Fior Adelchi
Fior Antonio
Fior Pio
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
museo a Caserma Piave di Palmanova
Tipo di memoria: museo
Ubicazione: Caserma Piave di Palmanova
Descrizione: Presso la Caserma “Piave” di Palmanova, dove oggi sono ancora visibili quattro delle celle dove venivano eseguiti torture e interrogatori, per iniziativa del Comune, della Provincia di Udine e della Regione Friuli-Venezia Giulia è prevista la realizzazione del Museo Regionale della Resistenza. Nella parte esterna della Caserma è stata inoltre apposta una lapide in ricordo dei caduti riportante l’iscrizione “Qui, entro la cerchia della caserma “Piave” divenuta nel 1944 fino alla liberazione / del 1945, triste strumento di repressione e di morte al servizio dei nazifascisti, / centinaia di patrioti e di ostaggi furono costretti a immani sofferenze e supplizi / conclusisi per molti col martirio e con la morte. // Fra queste mura, uomini liberi e generosi in cospetto a torturatori e carnefici / seppero patire e morire affinché la prepotenza straniera e la oppressione interna / non dovessero più contaminare queste terre. // A monito e ammaestramento delle nuove generazioni // Il comune di Palmanova e l’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia.\"