Descrizione
Località Faenza, Faenza, Ravenna, Emilia-Romagna
Data 11 febbraio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 2
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: L’11 settembre 1943 il Comitato Federale del Partito Comunista di Ravenna, riunitosi clandestinamente a Cervia, decide la costituzione dell’8ª Brigata «Romagna» da dislocarsi nelle colline a sud di Faenza e stabilisce l’organizzazione, in pianura, di alcuni gruppi volontari chiamati Squadre Armate Operaie e Squadre Armate Contadine, incaricate di recuperare armi e munizioni e di effettuare atti di sabotaggio. Questa prima configurazione della lotta partigiana permette di eseguire un numero limitato di azioni, poco più di una cinquantina dal settembre 1943 al febbraio 1944, a seguito delle quali sono uccisi 6 tedeschi, in un unico episodio, e feriti e uccisi, in attacchi diversi, una decina di fascisti, per lo più esponenti di spicco dei fasci locali o con cariche militari di comando. Si tratta di azioni dovute all’iniziativa di singoli partigiani, rispondenti a specifiche direttive, ma non programmate all’interno di un piano di lotta generale. In questo periodo, la Resistenza è ancora un’organizzazione in fase di assestamento, così come lo è la Rsi che stenta a stabilire il controllo del territorio.
All'interno di questo scenario, l’8 febbraio 1944 viene teso un agguato mortale al sottufficiale repubblicano Macola Aristo di Milano. La reazione dei fasci della provincia è immediata. Formalmente l’unica azione di rappresaglia è quella stabilita dal tribunale militare straordinario riunitosi a Faenza nella notte, ma molto probabilmente anche l’uccisione di Violani Pietro, compiuta dopo la seduta del tribunale, è imputabile alla reazione fascista. La seduta è tenuta alla casa del fascio.
Sono giudicati cinque uomini: Cani Romolo, Rossi Silvio, Marangoni Armando, Casadei Mario e Pezzi Edoardo. I primi tre sono condannati a morte mentre Casadei e Bezzi sono rispettivamente condannati a 24 e a 30 anni di reclusione.
I tre condannati a morte abitano tutti nella zona di Faenza, ma sono prigionieri nelle carceri di Ravenna.
Marangoni Armando è stato arrestato vari giorni prima dell’attentato a Macola accusato di collaborazionismo con la brigata partigiana Corbari. Tradotto nelle carceri di Faenza, dopo 8 giorni è stato trasportato alle carceri di Ravenna. Quando Macola viene ucciso la scelta degli ostaggi da fucilare ricade anche su di lui. Anche Rossi Livio è accusato di favoreggiamento verso Corbari, mentre Cani, Pezzi e Casadio sono indicati come comunisti.
Inutile si rivela l’intervento del vescovo Battaglia presso Raffaelli, futuro capo della BN faetina, e il comandante tedesco al fine di scongiurare l’esecuzione. Entrambi rispondono che una simile decisione non è di loro competenza. Raffaeli sembra addirittura intenzionato ad uccidere dieci persone anziché giudicarne solo cinque. Questo progetto formalmente non ha corso, ma numerosi sono gli arrestati che vengono rinchiusi nelle carceri dell’istituto Salesiano.
In una lettera che invia in quei giorni all’amico Emaldi Renato, Alvaro Cenni scrive:
«Caro Renato, mi ha fatto molto piacere sapere di te. Rino de lat è stato assassinato nella pineta di Ravenna. Cani Marangoni e un contadino sono stati fucilati. Per parecchi giorni abbiamo avuto una specie di terrore, ma siamo rimasti sempre quelli che siamo sempre stati, al latore ho consegnato £ 3.000. Quando vieni farò in modo di ritirare dalla banca il rimanente. Tutti gli amici sono al sicuro. Spero in un prossimo avvenire di ritornare a fraternizzare. Ti saluto tanto tuo. Alvaro Cenni ».
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Il 20 marzo 1947 la corte d'Assise straordinaria di Ravenna ritiene «Casadio Raimondo colpevole di collaborazionismo politico in concorso col reato di saccheggio della casa colonica Placci e lo condanna alla reclusione per anni 12 ed alle conseguenze di legge ivi compreso il pagamento delle spese processuali».
Successivamente con declaratoria del tribunale di Ravenna « in data 23.1.54 è stata interamente condonata la pena inflitta a Casadio Oberdan per il reato di cui» alla sentenza n. 212.
Con declaratoria del tribunale di Ravenna «in data 27.2.54 è stata ridotta ad anni 2 di reclusione la misura della pena inflitta a Casadio Raimondo».
Tribunale competente:
Tribunale di Ravenna - Corte d'Assise straordinaria fino alla sentenza del 15 gennaio 1946 e Sezione speciale della Corte d'Assise dalla sentenza del 17 gennaio 1946.
Annotazioni: Tutti e tre gli uccisi sono riconosciuti ufficialmente come partigiani, ma all'epoca dei fatti sembrano essere stati più che altro fiancheggiatori della lotta clandestina.
Romolo Cani risulta partigiano volontario nel battaglione "Ravenna" dal 2/10/1943.
Armando Marangoni risulta partigiano volontario nel battaglione "Ravenna" dall'8/09/1943.
Livio Rossi risulta partigiano volontario nel battaglione "Ravenna" dall'11/11/1943.
Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-06-16 13:09:31
Vittime
Elenco vittime
Romolo Cani
Armando Marangoni
Livio Rossi
Elenco vittime legate a partigiani 3
Romolo Cani
Armando Marangoni
Livio Rossi
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Oberdan Casadio
Nome Oberdan
Cognome Casadio
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Lui e Casadio Raimondo sono indicati come autori dell\\\'arresto secondo quanto riportato dalla sentenza n. 212 del 20/03/1947 a loro carico. Entrambi latitanti, sono giudicati in contumacia.
Note procedimento Il 20 marzo 1947 la corte d\\\'Assise straordinaria di Ravenna ritiene «Casadio Raimondo colpevole di collaborazionismo politico in concorso col reato di saccheggio della casa colonica Placci e lo condanna alla reclusione per anni 12 ed alle conseguenze di legge ivi compreso il pagamento delle spese processuali».rnSuccessivamente con declaratoria del tribunale di Ravenna « in data 23.1.54 è stata interamente condonata la pena inflitta a Casadio Oberdan per il reato di cui» alla sentenza n. 212.rnCon declaratoria del tribunale di Ravenna «in data 27.2.54 è stata ridotta ad anni 2 di reclusione la misura della pena inflitta a Casadio Raimondo».rnTribunale competente:rnTribunale di Ravenna - Corte d\\\'Assise straordinaria fino alla sentenza del 15 gennaio 1946 e Sezione speciale della Corte d\\\'Assise dalla sentenza del 17 gennaio 1946.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR, distaccamento di Faenza
Raimondo Casadio
Nome Raimondo
Cognome Casadio
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Lui e Oberdan Casadio sono autori dell\'arresto secondo quanto riportato dalla sentenza n. 212 del 20/03/1947 a loro carico. Entrambi latitanti, sono giudicati in contumacia.
Note procedimento Il 20 marzo 1947 la corte d\'Assise straordinaria di Ravenna ritiene «Casadio Raimondo colpevole di collaborazionismo politico in concorso col reato di saccheggio della casa colonica Placci e lo condanna alla reclusione per anni 12 ed alle conseguenze di legge ivi compreso il pagamento delle spese processuali». Successivamente con declaratoria del tribunale di Ravenna « in data 23.1.54 è stata interamente condonata la pena inflitta a Casadio Oberdan per il reato di cui» alla sentenza n. 212. Con declaratoria del tribunale di Ravenna «in data 27.2.54 è stata ridotta ad anni 2 di reclusione la misura della pena inflitta a Casadio Raimondo». Tribunale competente: Tribunale di Ravenna - Corte d\'Assise straordinaria fino alla sentenza del 15 gennaio 1946 e Sezione speciale della Corte d\'Assise dalla sentenza del 17 gennaio 1946.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR, distaccamento di Faenza
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Faenza, cimitero
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Faenza, cimitero
Descrizione: presso le mura esterne del cimitero comunale.