Descrizione
Località Strassoldo, Cervignano del Friuli, Udine, Friuli-Venezia Giulia
Data 5 novembre 1944 - 11 novembre 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 10
Numero vittime uomini 10
Numero vittime uomini adulti 1
Numero vittime uomini senza informazioni 9
Descrizione: La notte del 5 novembre del 1944 il gruppo GAP “Diavoli Rossi” aveva ricevuto l’ordine di liquidare il giovane conte Giorgio Strassoldo, classe 1925, arruolato nella X MAS e ritenuto colpevole di numerosi crimini contro i partigiani commessi nella zona di Valdobbiadene (TV). A seguito dell’irruzione nella sua villa, i gappisti avrebbero ucciso lui, un suo commilitone e un capitano medico tedesco. L’episodio, che destò molto scalpore nella popolazione, avrebbe provocato il giorno seguente la reazione dei tedeschi, che circondarono il paese, intimando alla popolazione di uscire dalle proprie case e disponendo per l’8 novembre la fucilazione di 10 ostaggi prelevati dalle carceri di Udine. Durante il tragitto verso Strassoldo uno degli ostaggi riuscì a fuggire, mentre gli altri nove vennero fucilati di fronte al cimitero e i loro corpi esposti per 48 ore.
Nel frattempo uomini della X Mas di stanza presso la Caserma “Piave” di Palmanova per un periodo di addestramento, avviarono indagini per scoprire gli autori dell’omicidio. Ad essere accusato ingiustamente fu il maestro elementare Alessandro Moraitti, residente in una depandance della villa in cui era avvenuto il fatto di sangue, il quale la notte del 5 novembre, minacciato armi alla mano da parte dei partigiani che avevano messo a segno il colpo, era stato costretto a indicare loro dove erano nascoste le chiavi della struttura. A seguito di un processo sommario tenuto da un tribunale improvvisato composto da otto ufficiali della X Mas, e nonostante le inutili intermediazioni del parroco don Ermacora, Moraitti sarebbe stato impiccato sempre a Strassoldo, di fonte alla villa della contessa Mancini, la sera dell’11 novembre.
Delle vittime si sa solamente che vennero prelevate per la fucilazione dalle carceri di Udine e che vennero selezionate in quanto provenienti da altre regioni d’Italia. Il criterio venne adottato molto probabilmente per evitare l’innesco di vendette locali a seguito dell’esecuzione
Modalità di uccisione: fucilazione,impiccagione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Arrestato a Roma nel 1947, Buttazzoni venne trasferito nel carcere di Treviso e sottoposto a processo in data 11 Luglio 1949 per i fatti di Silvella. Fu condannato dalla Corte d'Assise di Treviso in prima istanza a 7 anni di reclusione in data 14 luglio 1949.
Ricorse in appello e il processo fu trasferito ad Ascoli Piceno, dove il clima politico e processuale era diverso rispetto a quello di Treviso. In data 20 Settembre 1950 La Corte d'Assise e di Appello di Ascoli Piceno assolse in via definitiva l’ex ufficiale, ritenendo responsabile delle fucilazioni il capitano Ugo Franchi, caduto il 29 Aprile a Schio, che ormai non poteva confermare né dissentire.
Il nome di Buttazzoni appare nel 1994 nei fascicoli del cosiddetto '“Armadio della Vergogna” rinvenuti nella sede della Procura Generale Militare di Roma di via Acquasparta.
Il 14 Febbraio 1996 la Procura Militare di Padova aprì un procedimento a suo carico, che due anni dopo fu però archiviato, in considerazione della scomparsa degli ultimi testimoni presenti ai fatti.
Bertozzi invece, arrestato a Milano a fine aprile 1945 sarebbe stato processato dalla Corte d’Assise Straordinaria di Vicenza nel maggio del 1947. Condannato all’ergastolo e alla fucilazione mediante fucilazione alla schiena, l’ex tenente della X MAS ricorse in Cassazione ottenendo in un primo tempo la commutazione della pena di morte in ergastolo e successivamente in 30 anni di reclusione, immediatamente ridotti a 19. Il 18 luglio 1951, esibendo nuove prove, egli dimostrò che il giudizio avanti la Corte di Vicenza non gli aveva consentito una difesa efficace e il 25 gennaio 1952 fu stabilito che il processo venisse rifatto dalla Corte di Assise di Appello di Venezia e nell’attesa l’ex ufficiale ottenne la libertà provvisoria e fu scarcerato.
Remigio Rebez, processato nel settembre del 1946 dalla Corte d’Assise Straordinaria di Udine assieme ad altri per i fatti avvenuti presso la Caserma “Piave” di Palmanova, sarebbe stato in primo grado condannato
alla pena capitale e, a seguito di diversi decreti di amnistia e di indulto, scarcerato nella primavera del 1954.
Tribunale competente:
Corte d’Assise di Treviso
Corte d’Assise di Vicenza
Annotazioni: Da segnalare il fatto che l’ANPI provinciale di Udine ha tentato più volte di ricostruire i nomi e l’identità dei nove fucilati. I risultati delle ricerche sono reperibili alla pagina http://www.anpiudine.org/node/188
Scheda compilata da Irene Bolzon, Federico Maistrello, Pier Paolo Brescacin
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-10-28 00:16:18
Vittime
Elenco vittime
Alessandro Moraitti, di Giorgio e Marchi Vanda, nato a Gravosa (JU) il 2.9.1912 e residente a Cervignano, civile.
Nonostante numerose indagini svolte nel corso del tempo non è mai stato possibile risalire ai nominativi effettivi e alle tipologie delle altre vittime.
Elenco vittime civili 1
Moraitti Alessandro
Elenco vittime indefinite 9
Sconosciuti
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Niino Buttazzoni
Nome Niino
Cognome Buttazzoni
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Nino Buttazzoni per aver disposto la creazione del tribunale che avrebbe condannato Moraitti e Umberto Bertozzi per averne fatto parte. Entrambi vennero nel dopoguerra fatti oggetti di procedimenti penali che, in riferimento al caso specifico, stabilirono l’assoluzione per mancanza di prove. In realtà le informazioni desumibili dai processi, unite ad altra documentazione, permettono di stabilire il loro coinvolgimento diretto nel processo sommario che portò all’esecuzione del maestro. Nino Buttazzoni, classe 1912, comandante del Battaglione “Nuotatori Paracadutisti”. Il Battaglione era sorto a La Spezia il 23 ottobre del 1943 e nel maggio del 1944 si trovava dislocato presso la Caserma “Piave” di Palmanova per essere addestrato dai tedeschi alle tecniche di antiguerriglia nei dintorni di Gorizia e sul monte Sabotino, in previsione delle operazioni naziste nel Litorale Adriatico alle quali la Divisione ‘Decima’ avrebbe partecipato nell’ultima parte dell’anno.
Note procedimento Arrestato a Roma nel 1947, Buttazzoni venne trasferito nel carcere di Treviso e sottoposto a processo in data 11 Luglio 1949 per i fatti di Silvella. Fu condannato dalla Corte d\'Assise di Treviso in prima istanza a 7 anni di reclusione in data 14 luglio 1949. Ricorse in appello e il processo fu trasferito ad Ascoli Piceno, dove il clima politico e processuale era diverso rispetto a quello di Treviso. In data 20 Settembre 1950 La Corte d\'Assise e di Appello di Ascoli Piceno assolse in via definitiva l’ex ufficiale, ritenendo responsabile delle fucilazioni il capitano Ugo Franchi, caduto il 29 Aprile a Schio, che ormai non poteva confermare né dissentire. Il nome di Buttazzoni appare nel 1994 nei fascicoli del cosiddetto \'“Armadio della Vergogna” rinvenuti nella sede della Procura Generale Militare di Roma di via Acquasparta. Il 14 Febbraio 1996 la Procura Militare di Padova aprì un procedimento a suo carico, che due anni dopo fu però archiviato, in considerazione della scomparsa degli ultimi testimoni presenti ai fatti. Tribunale competente: Corte d’Assise di Treviso Corte d’Assise di Vicenza
Nome del reparto Battaglione “Nuotatori Paracadutisti”, X MAS.
Remigio Rebez
Nome Remigio
Cognome Rebez
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Remigio Rebez nel mese di novembre, a seguito della partenza del battaglione, decise di rimanere a Palmanova, dove nel frattempo si era costituito uno dei più grandi Centri di Repressione Antipartigiana della regione. Rebez si sarebbe macchiato nel corso dei mesi successivi di numerosi crimini, quali torture e omicidi, a danno di partigiani e civili detenuti nel nella struttura venendo per tali ragioni processato nel 1946 dalla Corte d’Assiste Straordinaria di Udine.
Note procedimento Remigio Rebez per aver partecipato materialmente all’impiccagione di Moraitti, come dimostrato dalle testimonianze rese nel processo che lo vide coinvolto come imputato. Remigio Rebez, processato nel settembre del 1946 dalla Corte d’Assise Straordinaria di Udine assieme ad altri per i fatti avvenuti presso la Caserma “Piave” di Palmanova, sarebbe stato in primo grado condannato alla pena capitale e, a seguito di diversi decreti di amnistia e di indulto, scarcerato nella primavera del 1954. Tribunale competente: Corte d’Assise di Treviso Corte d’Assise di Vicenza
Nome del reparto Battaglione “Nuotatori Paracadutisti”, X MAS.
Umberto Bertozzi
Nome Umberto
Cognome Bertozzi
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Umberto Bertozzi, classe 1905, comandante dell’Ufficio “I” (informazioni o investigazioni) della Divisione Decima incaricato di raccogliere quante più notizie possibili sulle formazioni partigiane. L’Ufficio sarebbe stato operativo nella provincia di La Spezia e successivamente in quelle di Massa Carrara, di Parma, di Ivrea, di Treviso, di Udine, di Gorizia e di Vicenza rendendosi protagonista di numerose operazioni antipartigiane, fucilazioni di ostaggi e torture a danno dei prigionieri.
Note procedimento Nino Buttazzoni per aver disposto la creazione del tribunale che avrebbe condannato Moraitti e Umberto Bertozzi per averne fatto parte. Entrambi vennero nel dopoguerra fatti oggetti di procedimenti penali che, in riferimento al caso specifico, stabilirono l’assoluzione per mancanza di prove. In realtà le informazioni desumibili dai processi, unite ad altra documentazione, permettono di stabilire il loro coinvolgimento diretto nel processo sommario che portò all’esecuzione del maestro. rnBertozzi invece, arrestato a Milano a fine aprile 1945 sarebbe stato processato dalla Corte d’Assise Straordinaria di Vicenza nel maggio del 1947. Condannato all’ergastolo e alla fucilazione mediante fucilazione alla schiena, l’ex tenente della X MAS ricorse in Cassazione ottenendo in un primo tempo la commutazione della pena di morte in ergastolo e successivamente in 30 anni di reclusione, immediatamente ridotti a 19. Il 18 luglio 1951, esibendo nuove prove, egli dimostrò che il giudizio avanti la Corte di Vicenza non gli aveva consentito una difesa efficace e il 25 gennaio 1952 fu stabilito che il processo venisse rifatto dalla Corte di Assise di Appello di Venezia e nell’attesa l’ex ufficiale ottenne la libertà provvisoria e fu scarcerato.rnTribunale competente:rnCorte d’Assise di TrevisornCorte d’Assise di Vicenza
Nome del reparto Fanti di marina della Divisione Decima, Ufficio “I” divisionale
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a cimitero di Strassoldo
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: cimitero di Strassoldo
Descrizione: Lapide commemorativa