Descrizione
Località San Valentino, Poggio Mirteto, Rieti, Lazio
Data 14 dicembre 1943
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Il 14 dicembre 1943 un nucleo partigiano stanziato sui monti Sabini compie un attacco ad una pattuglia tedesca nei pressi della Trattoria “Dei Pini”, non lontano dalla frazione San Valentino di Poggio Mirteto. Un militare tedesco viene catturato dai partigiani, mentre un altro, ferito, viene soccorso all'interno della trattoria; altri commilitoni si recano al comando a relazionare sull'accaduto. La rappresaglia scatta immediatamente con un'irruzione all'interno dell'osteria, nel tentativo di arrestare tutti i presenti. Dato che alcuni cercano di fuggire, scoppia una sparatoria nella quale rimane ucciso Barbuti (trovatosi lì occasionalmente – evidentemente in licenza – perché fidanzato della figlia del gestore) e ferito Mandola. Nei giorni successivi il militare catturato riesce a fuggire, relazionando che alla macchia – dove lui era stato condotto – si trovano una trentina circa di “ribelli”. Nei giorni successivi anche il locale presidio della GNR procede ad indagini, compiendo quasi venti arresti ed accusando cinque uomini di favoreggiamento ai partigiani e partecipazione all'aggressione. Uno di questi, lo studente ventunenne Giuseppe Felici, sarebbe stato fucilato a Rieti il 9 aprile successivo (cfr. apposita scheda). Prende una serie di provvedimenti anche il capo della provincia di Rieti Ermanno Di Marsciano, impartendo ordini vessatori verso la popolazione al podestà di Poggio Mirteto, Giuseppe De Vito, anch'egli fucilato a Rieti insieme a Felici e ad altri tredici detenuti.
Fra gli arrestati condotti a Rieti, dopo qualche giorno le indagini si concentrano sul giovane Ottorino Caproni, contadino figlio di un dipendente comunale, di cui si ritiene inequivocabile il coinvolgimento nella Resistenza. Visti i suoi continui rifiuti di collaborare, il Tribunale militare tedesco di stanza a Rieti ne decreta (in una farsa di processo dove non venne ammessa difesa né appello) la fucilazione, eseguita in data imprecisata al campo di tiro militare del capoluogo.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Nel dopoguerra vengono istruiti diversi procedimenti per i numerosi episodi accaduti nel Reatino, tutti poi accorpati nel processo contro l'ex capo della provincia Ermanno Di Marsciano (già federale di Perugia negli anni della guerra). La conclusione, il 3 dicembre 1949, è «non doversi procedere in ordine ai delitti di concorso in omicidio e saccheggio e devastazione, per insufficienza di prove […] E in ordine ai delitti di collaborazionismo militare, furto, lesioni e rapina, per essere tali reati estinti per amnistia».
Scheda compilata da Tommaso Rossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-01 17:13:52
Vittime
Elenco vittime
Barbuti Gino, di anni 31, nato a Pisa, graduato in servizio presso un deposito militare della sua città natale.
Elenco vittime militari 1
Barbuti Gino.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Ermanno Di Marsciano
Nome Ermanno
Cognome Di Marsciano
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Capo della Provincia di Rieti.
Note procedimento Nel dopoguerra vengono istruiti diversi procedimenti per i numerosi episodi accaduti nel Reatino, tutti poi accorpati nel processo contro l\'ex capo della provincia Ermanno Di Marsciano (già federale di Perugia negli anni della guerra). La conclusione, il 3 dicembre 1949, è «non doversi procedere in ordine ai delitti di concorso in omicidio e saccheggio e devastazione, per insufficienza di prove […] E in ordine ai delitti di collaborazionismo militare, furto, lesioni e rapina, per essere tali reati estinti per amnistia».
Memorie
Memorie legate a questa strage
onorificenza alla città a
Tipo di memoria: onorificenza alla città
Anno di realizzazione: 2005
Descrizione: Con decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in data 31 marzo 2005, la provincia di Rieti è stata decorata di medaglia d\'argento al Merito civile: «La Comunità provinciale del Reatino resisteva, con fierissimo contegno, all\'accanita