Descrizione
Località Foligno, Foligno, Perugia, Umbria
Data 3 febbraio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime bambini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: L'area investita dal rastrellamento il 3 febbraio 1944 (una decina circa di frazioni montane del comune di Foligno poste a cavallo della prima metà della valle del Menotre, fino alla sua confluenza sul tracciato della SS 77 che collega Umbria e Marche) è centrale per la nascita e lo sviluppo della 4. brigata Garibaldi “Foligno”, che qui pone la base sin dai mesi autunnali. Si tratta di un'area relativamente ristretta a livello di estensione territoriale, ma decisamente strategica come posizione. Qui avvengono le prime azioni e si consolida l'attività della formazione, che matura nel pieno di un inverno particolarmente rigido (che quindi preclude ai nazifascisti un'agevole accesso alla zona) con numerosi – anche se non sempre andati a buon fine – attacchi a presidi e distaccamenti della GNR. La 4. Garibaldi gode inoltre di un massiccio radicamento su tali territori, da cui provengono una parte significativa dei suoi effettivi, e del generalizzato (e affidabile) appoggio della popolazione. Anche per tale motivo, è capitato che prigionieri tedeschi o fascisti siano stati condotti presso case fidate di queste frazioni (è accaduto soprattutto ad Acqua Santo Stefano).
Al comando, posto sin dall'inizio in una cascina in località Radicosa (o Raticosa), verso fine gennaio 1944 giungono voci di un'imminente operazione di rastrellamento, che probabilmente non era attesa in tali proporzioni. Per tale motivo già da giorni è stato predisposto, e in gran parte effettuato, lo spostamento più all'interno in direzione delle Marche (zona di monte Cavallo), tanto che a Radicosa, e nella vicina frazione di Cupoli, sono rimasti pochi uomini, in attesa di completare il trasferimento. Le avvisaglie di pericolo sono confermate dalle memorie dei deportati sopravvissuti (principalmente quelle di don Pietro Arcangeli e del partigiano Franco Nardone), che testimoniano di frequenti voli di ricognizione di una “cicogna” tedesca nei giorni a ridosso del 3 febbraio e, inoltre, parlano dell'arrivo a Scopoli (la più grande di queste frazioni, l'unica posta lungo la SS 77) di due sconosciuti nel pomeriggio del 2. Vogliono raggiungere i partigiani, cercano un posto dove dormire e indicazioni stradali. Vengono accontentati, oltre che ospitati in casa di Primo Micheli, uno di coloro che verranno rastrellati il giorno successivo. Alla repentina e misteriosa scomparsa dei due sconosciuti segue l'arrivo in forze di truppe tedesche, con il supporto di militi fascisti (indispensabili per guidarli fra queste zone impervie e, anche oggi, non tutte agevolmente raggiungibili), che cingono completamente l'area provenendo da almeno tre direzioni diverse: da Trevi, seguendo la mulattiera che sale passando per Radicosa, da Foligno lungo la SS 77 e da est dalla frazione di Casenove (sede di una delle caserme da poco “visitate” dai partigiani), snodo fra la statale e la provinciale che conduce – attraverso Sellano – in Valnerina.
Due sono i morti durante le operazioni: a Vallupo viene barbaramente ucciso il bambino Filippo Catarinelli, che la madre ha cercato di proteggere all'interno di un bosco. Ad ucciderlo è un militare tedesco che si mette a sparare all'impazzata proprio in quella direzione, attirato dalle urla di terrore del bambino (secondo alcune testimonianze si sarebbe divincolato dalla madre e si sarebbe messo a correre); l'altro è Gregorio Salvati ad Acqua Santo Stefano, ucciso prima che tutti i maschi della famiglia siano portati via. Paga il fatto di vestire la divisa militare, probabilmente l'unico abito pesante di cui disponeva, e di tentare la fuga alla vista dei soldati; era un militare in regolare licenza di convalescenza. I suoi fratelli e suo padre, insieme agli altri catturati nel paese, vengono fatti oggetto anche di un perfido inganno: completata la razzia nelle povere (e pochissime) case di Acqua Santo Stefano, i tedeschi obbligano i cinque ad allestire un carretto e trasportare tutto a valle a Casenove, dove è stato posizionato un loro comando operativo. A minacce e percosse si accompagna la rasserenante promessa di essere poi rimandati tranquillamente a casa a lavoro ultimato.
Ciò non accade per loro come per gli altri diciassette uomini catturati in quelle ore: parte sono condotti a Trevi parte a Foligno, poi la sera stessa sono tutti in carcere a Perugia, ad esclusiva giurisdizione delle autorità tedesche. È per loro l'ultimo contatto con i familiari, qui ancora autorizzati a visitarli, oltre che l'occasione – per quelli più evidentemente compromessi con la Resistenza – di frequenti interrogatori e torture, cui tutti comunque riescono a resistere. Due settimane dopo sono raggiunti da Antonio e Vincenzo Salcito, così da portare a venticinque il totale dei deportati dalla montagna folignate in quella occasione. Tutti si muovono alla volta del Polizei und Durchgangslager di Fossoli (Carpi, Modena) il 3 maggio successivo e insieme vengono reclusi nella baracca 17 della metà di campo destinata ai “politici”. Tranne che per don Pietro Arcangeli, l'unico sottoposto a processo da parte del Tribunale militare tedesco di stanza a Perugia (il che testimonia che fossero stati debitamente informati della sua attività fra i partigiani), e Luigi Costantini, la destinazione finale è per tutti Mauthausen: alcuni vi giungono direttamente da Fossoli con il trasporto del 21 giugno 1944, altri vi arrivano ad inizio settembre dopo il trasferimento a Gries (Bolzano), struttura che ha sostituito Fossoli dopo la sua chiusura nel mese di agosto.
Dei venticinque deportati fanno ritorno in sei.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,minamenti e esplosioni
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Annotazioni: L'operazione compiuta il 3 febbraio 1944, con l'appendice due settimane dopo della cattura di Antonio e Vincenzo Salcito, ha chiaramente una funzione antipartigiana, considerando che ad essere presi sono uomini, capi famiglia, salvo rare eccezioni in età adatta per essere partigiani (o comunque loro fiancheggiatori). Essa tuttavia si connota per un modus operandi che, in anticipo rispetto alla sua definitiva esplosione che in questa parte d'Italia si manifesta a primavera, ha una chiara ricaduta anche nei confronti dei civili, indistintamente considerati favoreggiatori dei “ribelli”.
Sebbene la cifra dei rastrellati non sia particolarmente elevata (decisamente minore rispetto ad operazioni analoghe compiute due mesi dopo), va considerato che la popolazione di queste frazioni, ora pressoché disabitate, era relativamente esigua, raccolta in famiglie particolarmente numerose e, vista l'età media dei rastrellati, ancora composte da numerosi bambini oltre che dagli anziani ancora viventi, categorie quindi generalmente escluse da sospetto di essere partigiani.
Non risulta esservi alcuna specifica risultanza archivistica nei fondi della prefettura di Perugia e del CLN provinciale di Perugia presso l'Archivio di Stato. Non è da escludere invece che vi siano nella sezione di Foligno del medesimo.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Ancora molto presente (senza che mai vi sia stata la minima polemica o recriminazione) nelle varie comunità investite dal rastrellamento, oltre che nella sensibilità e impegno dell\'Amministrazione comunale, dell\'ANPI e dell\'ANED locali. Sia a Foligno che nelle frazioni, non soltanto quelle investite dal rastrellamento, c\'è ampia toponomastica dedicata all\'episodio e alle vittime. A loro sono dedicati anche edifici pubblici e scolastici. Fratture nella memoria si sono invece manifestate fra due famiglie colpite il 3 febbraio 1944, gli Olivieri e gli Spuntarelli. Legati da stretto vincolo di parentela, questi ultimi sfollano presso i primi in frazione Rasiglia (di cui erano originari) il giorno precedente al rastrellamento, portando con sé dalla frazione Maceratola dove risiedono anche il vecchio e non più funzionante archibugio del defunto nonno, guardiacaccia proprio a Rasiglia. Quando entrano in casa i tedeschi lo trovano e prelevano immediatamente gli uomini presenti (si salvano il padre di Lino Spuntarelli, a quell\'ora al lavoro a Foligno – come avrebbe dovuto fare il figlio, che invece aveva scelto di rimanere, e uno dei figli di Luigi Olivieri, alla macchia). È presumibile che per questa imprudenza si sia creata la lacerazione, mai sanata, fra le due famiglie.
Scheda compilata da Tommaso Rossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-10-18 21:04:55
Vittime
Elenco vittime
Catarinelli Filippo, di anni 8, residente a Vallupo (Foligno).
Salvati Gregorio di Giuseppe, nato a Foligno l\'11 gennaio 1923, residente in frazione Acqua Santo Stefano, contadino, militare in licenza di convalescenza; riconosciuto partigiano della 4. brigata Garibaldi “Foligno” dal 1 dicembre 1943 al 3 febbraio 1944, «militare – fucilato ad Acqua Santo Stefano».
Elenco vittime civili 1
Catarinelli Filippo.
Elenco vittime militari 1
Salvati Gregorio.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: I luoghi della deportazione dalla montagna folignate (e la stessa città di Foligno) sono contraddistinti da commemorazioni che si svolgono ogni anno sia il 3 febbraio che il 25 aprile.
onorificenza alla città a Foligno
Tipo di memoria: onorificenza alla città
Ubicazione: Foligno
Anno di realizzazione: 1961
Descrizione: La città di Foligno è stata decorata di Medaglia d\'argento al Valore civile, per il periodo 1940-1945, con decreto del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi del 16 gennaio 1961: «Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arreca
luogo della memoria a Foligno, Cancelli
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Foligno, Cancelli
Anno di realizzazione: 1966
Descrizione: Nella località montana di Cancelli, al centro delle frazioni colpite dal rastrellamento il 3 febbraio 1944, un\'antica Maestà campestre è stata riadattata a memoriale della Resistenza e deportazione dalla montagna folignate. La realizzazione, sollecitata
luogo della memoria a Foligno, Radicosa
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Foligno, Radicosa
Descrizione: In anni recentissimi è stata completamente recuperata dal degrado la cascina in località Radicosa che ha ospitato, fino a pochi giorni prima del rastrellamento, il comando della 4. Garibaldi “Foligno”. Nel marzo 2015 una sua facciata è stata imbrattata di
lapide a Foligno
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno
Anno di realizzazione: 1964
Descrizione: Lapide alle vittime folignati del nazifascismo, posta lungo un corridoio interno del Municipio nel ventesimo anniversario della liberazione della città (16 giugno 1964).
lapide a Foligno, Piazza della Repubblica
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Piazza della Repubblica
Anno di realizzazione: 1947
Descrizione: Lapide ai Caduti della 4. brigata Garibaldi, posta su una facciata del Municipio di Foligno, in piazza della Repubblica (risalente al 7 settembre 1947 – questa la data incisa nella lapide, cfr. “Fonti archivistiche” – restaurata il 25 aprile 2006).
altro a Foligno, cimitero civico
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Foligno, cimitero civico
Anno di realizzazione: 2004
Descrizione: Stele in memoria del rastrellamento del 3 febbraio 1944, posta all\'interno di una rotatoria stradale nei pressi del cimitero civico di Foligno, cui si accede, fra l\'altro, da via “3 febbraio 1944” (realizzata dall\'Amministrazione comunale, scoperta il
lapide a Foligno, Colle Scandolaro
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Colle Scandolaro
Anno di realizzazione: 1947
Descrizione: Lapide in memoria di Augusto Bizzarri, in frazione Colle Scandolaro (voluta dal Circolo ricreativo popolare di Colle Scandolaro, 27 aprile 1947).
altro a Foligno, Cupoli
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Foligno, Cupoli
Anno di realizzazione: 2006
Descrizione: Targa in memoria di Augusto Bizzarri, Franco Pizzoni e Franco Santocchia, in frazione Cupoli (è la più vicina alla cascina di Radicosa); posta per volontà di ANED Umbria, ANPI Foligno e Comune di Foligno il 16 giugno 2006.
lapide a Foligno, Civitella
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Civitella
Anno di realizzazione: 2006
Descrizione: Lapide in memoria di Vincenzo Camilli, Luigi e Sante Costantini, in frazione Civitella (posta da ANED Umbria e Comune di Foligno il 16 giugno 2006).
lapide a Foligno, Acqua Santo Stefano
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Acqua Santo Stefano
Anno di realizzazione: 2006
Descrizione: Lapide in memoria di Francesco e Serafino Federici, Guerrino Maggi, Felice, Giuseppe, Gregorio e Rinaldo Salvati, in frazione Acqua Santo Stefano (posta da ANED Umbria e Comune di Foligno il 3 febbraio 2008).
lapide a Foligno, Acqua Santo Stefano
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Acqua Santo Stefano
Anno di realizzazione: 2004
Descrizione: Lapide in memoria di Rinaldo Salvati, l\'unico dei deportati della famiglia a rientrare, posta sulla facciata della casa dove abitava, in frazione Acqua Santo Stefano (voluta dalla locale Pro Loco il 3 febbraio 2004).
altro a Foglino, Rasiglia
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Foglino, Rasiglia
Anno di realizzazione: 2006
Descrizione: Targa in memoria di Luigi e Colombo Olivieri e Lino Spuntarelli, in frazione Rasiglia (posta da ANED Umbria e Comune di Foligno il 16 giugno 2006).
lapide a Foligno, Leggiana
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Leggiana
Anno di realizzazione: 2008
Descrizione: Lapide a don Pietro Arcangeli, in frazione Leggiana (posta da ANED Umbria e Comune di Foligno il 3 febbraio 2008).
lapide a Foligno, Scopoli
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Foligno, Scopoli
Anno di realizzazione: 2004
Descrizione: Lapide in memoria del rastrellamento, in frazione Scopoli (posta dal Comune di Foligno il 3 febbraio 2004).