Descrizione
Località Mezzomonte, Polcenigo, Pordenone, Friuli-Venezia Giulia
Data 4 febbraio 1945
Matrice strage Nazista
Numero vittime 8
Numero vittime uomini 8
Numero vittime uomini adulti 8
Descrizione: Alle ore 3 del 4 febbraio 1945 una settantina di soldati tedeschi provenienti da Roveredo in Piano e guidati dal tenente medico Dörnenburg circondarono la frazione di Mezzomonte di Polcenigo. Verso le ore 5.00 iniziò il vero e proprio rastrellamento, con il saccheggio delle abitazioni e il fermo di tutti gli uomini presenti. Dörnenburg nel frattempo raggiunse la canonica del parroco di Mezzomonte e, con fare arrogante, intimò al presule di raggiungere assieme al resto degli uomini rastrellati la piazza del borgo, dove tutti vennero rinchiusi in una sorta di cantina scavata nella roccia, nei pressi della chiesa. Poco dopo venne circondata la casa di Luigi Santin: fatti uscire il proprietario e i famigliari a suon di percosse, al suo interno vennero individuati sette partigiani che vi avevano trovato rifugio, tutti appartenenti alla Divisione “Nannetti”. L’abitazione venne poi data alle fiamme. I partigiani vennero arrestati e condotti nella piazza, dove vennero incatenati a delle inferriate. Uno di loro, Aniceto Belgiorgio “Negus”, venne colpito da una raffica verso le 8.30, forse a seguito di un tentativo di fuga. Qualche ora più tardi gli anziani vennero liberati dalla cantina e il parroco condotto ad interrogatorio. Mentre il prete veniva poi spedito per le case a cercare cibo per preparare il pranzo ai soldati, dalla cantina vennero prelevati Gio Maria Alfier e Giuseppe Mezzarobba. Il primo, dopo torture e ripetute coltellate, venne ucciso verso le ore 10 nel bel mezzo della piazza, mentre il secondo inviato al comando di Roveredo. Con i loro uomini prigionieri e i sei partigiani incatenati, le donne del paese e il parroco dovettero provvedere alla preparazione di un banchetto per i soldati, che ripresero le loro attività alle ore 15.00, uccidendo con una raffica di mitra Raimond Lefévre, riconosciuto colpevole di partigianeria dal giudizio di un tribunale improvvisato da Dörnenburg. Verso le ore 16.30 i prigionieri della cantina vennero liberati, mentre i partigiani rimasti vennero fucilati uno alla volta verso la gradinata della scuola, davanti agli occhi terrorizzati degli abitanti appena liberati. Passate le ore 17.00 Dörnenburg e suoi fecero rientro a Roveredo.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova.
Annotazioni: A Polcenigo, lo stesso giorno ma in un altro contesto, vennero uccisi anche altri tre partigiani, sempre ad opera di reparti tedeschi.
Scheda compilata da Irene Bolzon
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-15 16:25:35
Vittime
Elenco vittime
Alfier Gio Maria “Bia”, 39 anni, di Mezzomonte di Polcenigo, partigiano della 5. Brigata Osoppo “Friuli”.
Ascione Costanzo “Libertà”, 29 anni, nato a Capri, residente a Pordenone, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Belgiorgio Aniceto “Negus”, 22 anni, di Sedegliano, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Janes Bruno “Orso”, 25 anni, di Polcenigo, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Lefèvre Raimond “Paris”, 20 anni, di Thoiry (Francia), partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Manzon Ennio “Bortolo”, 19 anni, di Pordenone, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Scarpa Rolando “Venezia”, 19 anni, di Venezia, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Zanolin Giacomo “Topo”, 20 anni, di Polcenigo, partigiano del Battaglione “Manin”, Brigata “Ciro Menotti”, Divisione “Nannetti”.
Elenco vittime partigiani 8
Alfier Gio Maria.
Ascione Costanzo.
Belgiorgio Aniceto.
Janes Bruno.
Lefèvre Raimond.
Manzon Ennio.
Scarpa Rolando.
Zanolin Giacomo.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Alfred Dörnenburg
Nome Alfred
Cognome Dörnenburg
Ruolo nella strage Autore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile Alfred Dörnenburg, più conosciuto con il soprannome di “Foghin” attribuitogli dalla popolazione locale per il suo frequente ricorso all’incendio delle abitazioni civili, rappresenta una delle figure chiave per comprendere la repressione operata da tedeschi e collaborazionisti nell’area del pordenonese. Nato il 22 gennaio del 1916 a Wuppertal, come sottotenente medico della Luftwaffe venne dislocato probabilmente prima ad Aviano e poi nell’agosto del 1944 presso il posto di comando di Roveredo in Piano. Responsabile della maggior parte delle operazioni contro le bande partigiane nella zona pedemontana avvenute tra l’agosto 1944 e la primavera del 1945 e mandante di numerose fucilazioni, rappresaglie, omicidi e atti di violenza contro la popolazione civile, egli venne catturato dagli Alleati il 1 maggio del 1945 a Maniago, riuscendo però nelle settimane seguenti a far perdere le proprie tracce. Il suo nominativo comparve successivamente con il numero 58/165 nella lista dei criminali di guerra ricercati dalla United Nations War Crimes Commission (UNWCC) per i fatti avvenuti nel pordenonese, ma di lui si sarebbero perse le tracce fino ai primi anni 2000, quando il Pm della Procura Militare di Padova Sergio Dini riuscì a ricostruire le sue generalità e ad avviare contro di lui un procedimento penale.
Note procedimento Nel 1997 Sergio Dini, Pm della Procura Militare di Padova, raccogliendo numerosi fascicoli aperti nell’immediato dopoguerra dalla Procura a seguito di denunce inerenti fatti di sangue avvenuti nel pordenonese ad opera di un non meglio specificato “Donnemburg”, “Dorrnemberg” o “Dornerberg”, meglio conosciuto come il “Foghin”, decise di riaprire le indagini per accertare le responsabilità circa i fatti accaduti tra l’agosto 1944 e l’aprile del 1945 in quella zona. L’istruttoria si sarebbe per lungo tempo arenata di fronte alle difficoltà incontrate nel ricostruire l’identità effettiva del tenente medico, ma grazie ai contatti presi tra il Consolato Generale d’Italia con la Deutsche Dienststelle (WASt), egli venne rintracciato a Speyer, dove risiedeva stabilmente dal 1965. Accolta nel 2004 la richiesta di rinvio a giudizio avanzata da Dini nei confronti di Dörnenburg per il reato di «violenza continuata contro privati nemici mediante omicidio», l’udienza venne fissata per il 19 aprile del 2005. L’ex tenente medico era chiamato a rispondere ad un capo di imputazione che lo accusava di 31 omicidi e di violenze varie avvenute nei territori del pordenonese. Il dibattimento non ebbe mai luogo perché il 31 marzo del 2005 Dörnenburg si sarebbe spento all’età di 89 anni presso l’ospedale di Speyer. Vedere procedimento penale n. 1465/97 della Procura Militare di Padova.
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Polcenigo, Mezzomonte
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Polcenigo, Mezzomonte
Descrizione: A Mezzomonte è stato eretto un monumento a ricordo di tutte le vittime delle rappresaglie nazifasciste.
lapide a Polcenigo, Mezzomonte
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Polcenigo, Mezzomonte
Descrizione: Nella piazza del borgo è presente una lapide commemorativa dedicata a Gio Maria Alfier \"Bia\".
lapide a Polcenigo, Mezzomonte
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Polcenigo, Mezzomonte
Descrizione: Nella piazza del borgo una lapide nella quale sono riportati i nomi di Bruno Janes \"Orso\", Aniceto Belgiorgio \"Negus\", Giacomo Zanolin \"Topo\", Ennio Manzon \"Bortolo\", Rolando Scarpa \"Venezia\", Raimond Lefévre \"Paris\", Costanzo Ascione \"Libertà\". Nella stessa lapide è ricordato anche il partigiano Santino Della Fiorentina \"Boris\".
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Ogni anno il 4 febbraio o in data vicina si tiene una commemorazione curata dalle Anpi di Polcenigo, Sacile e Pordenone.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: Alla memoria di Aniceto Belgiorgio è stata concessa la Medaglia di Bronzo al Valore Militare.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Rolando Scarpa è stata concessa la Medaglia di Argento al Valore Militare.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Ennio Manzon è stata concessa la Medaglia di Argento al Valore Militare.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Raimond Lefévre è stata concessa la Medaglia di Argento al Valore Militare.