Descrizione
Località Forgaria nel Friuli, Forgaria nel Friuli, Udine, Friuli-Venezia Giulia
Data 13 aprile 1945
Matrice strage Nazista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini adulti 2
Numero vittime uomini senza informazioni 1
Descrizione: Nelle giornate intorno al 10 aprile 1945 i cosacchi del presidio di Forgaria nel Friuli, su indicazione di un delatore, arrestano cinque partigiani e li trattennero come ostaggi.
Nella notte tra il 12 e il 13 aprile un reparto partigiano tentò una sortita contro il Comando per liberare i compagni detenuti. I partigiani presero posizione nelle abitazioni intorno al presidio; all’insaputa del medico del paese, un gruppo di partigiani si arrampicò dal cortile interno, appostandosi sulla terrazza della sua abitazione, mentre un secondo gruppo si posizionò dietro la canonica. Lo scontro fu portato con notevole audacia, ma l’azione non ebbe buon esito.
Il giorno seguente, come rappresaglia per l’attacco subito, i cosacchi fucilarono tre ostaggi; Giobatta Zuliani e Gino Coiutti morirono sul colpo, Collino Livio riuscì miracolosamente a sfuggire alla morte benché gravemente ferito. Ma la rappresaglia cosacca non era ancora terminata; il medico del paese e il sacerdote furono accusati di complicità con i partigiani poiché questi si erano appostati nelle loro abitazioni. La stessa mattina il medico Enzo Tannini venne prelevato dalla sua abitazione e barbaramente ucciso sulla piazza del paese dal comandante cosacco. Poi venne il turno del sacerdote e del cappellano di Forgaria; la canonica fu fatta bersaglio del fuoco concentrato dei cosacchi; i religiosi, nonostante le pallottole fossero penetrate ovunque, rimasero illesi e furono arrestati e gettati in una cantina come ostaggi. Dopo trentacinque ore di detenzione furono liberati per intervento del capitano delle SS Neumann del presidio di Spilimbergo.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: minamenti e esplosioni
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: Giovanni Vidoni venne accusato della delazione che portò all’arresto dei cinque partigiani da parte della polizia cosacca e di aver informato il Comando cosacco di Forgaria sul luogo dei lanci alleati. Tutti i capi di imputazione vennero collegati nel reato di collaborazione politica. I fatti vennero provati in istruttoria e durante il dibattimento; non si concessero attenuanti né specifiche né generiche. Con sentenza del 21 marzo 1946 Vidoni venne condannato a 12 anni di reclusione.
Il 1/7/46 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine dichiarò inammissibile il ricorso del condannato. Il 22/7/46 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine dichiarò estinto il reato per amnistia.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Memoria consolidata.
Scheda compilata da Fabio Verardo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-06-27 15:53:34
Vittime
Elenco vittime
Coiutti Gino, di Valentino e Vidoni Maria. Nato il 09/06/1920 a Forgaria e ivi residente, celibe. Professione operaio. Partigiano della Brigata “Sozzi”, nome di battaglia “Tempesta”. Tumulato a Forgaria.
Tannini Enzo, residente a Forgaria. Professione medico. Non meglio identificato.
Zuliani Giobatta, di Silvio e Agnola Maria. Nato il 18/01/1922 a Forgaria e ivi residente, celibe. Professione contadino. Partigiano della 3. Brigata Osoppo-Friuli, nome di battaglia “Sceriffo”. Tumulato a Forgaria.
Elenco vittime civili 1
Tannini Enzo.
Elenco vittime partigiani 2
Coiutti Gino.
Zuliani Giobatta.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Giovanni Vidoni
Nome Giovanni
Cognome Vidoni
Ruolo nella strage Delatore
Stato individuato sulla base di indagine o di procedimento italiano
Note responsabile nato il 23/09/1883, residente a Forgaria del Friuli.
Note procedimento Giovanni Vidoni venne accusato della delazione che portò all’arresto dei cinque partigiani da parte della polizia cosacca e di aver informato il Comando cosacco di Forgaria sul luogo dei lanci alleati. Tutti i capi di imputazione vennero collegati nel reato di collaborazione politica. I fatti vennero provati in istruttoria e durante il dibattimento; non si concessero attenuanti né specifiche né generiche. Con sentenza del 21 marzo 1946 Vidoni venne condannato a 12 anni di reclusione. Il 1/7/46 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine dichiarò inammissibile il ricorso del condannato. Il 22/7/46 la Sezione speciale della Corte d’Assise di Udine dichiarò estinto il reato per amnistia.