Descrizione
Località San Benedetto Vecchio, Gubbio, Perugia, Umbria
Data 11 maggio 1944 - 12 maggio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini adulti 1
Numero vittime uomini senza informazioni 1
Descrizione: Nella relazione dell’Ispettore regionale dell’Umbria della GNR al Capo della Provincia, Armando Rocchi, ai primi di maggio 1944, era indicato che la zona di Gubbio era una delle zone umbre al centro dell’attività partigiana. Così dopo un primo rastrellamento alla fine di marzo 1944, un altro ne fu preparato ai primi di maggio. Tale rastrellamento fu preparato con cura, anche perché i partigiani della Brigata “San Faustino” avevano ormai il controllo della zona, tanto che nella “zona libera” di Pietralunga avevano festeggiato il 1° maggio. Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio c’era stato il primo aviolancio alleato tra Morena e Pietralunga. Per colpire i partigiani ed anche per mettere fine all’esperienza della “zona libera” i comandi tedeschi pensarono di far infiltrare nella brigata “San Faustino” due alti ufficiali tedeschi, travestiti l’uno da ufficiale inglese e l’altro da ufficiale russo: ma questi due, intercettati e scoperti dai partigiani, furono arrestati e fucilati proprio il 7 maggio, quando iniziò il rastrellamento ad opera di un reparto tedesco con la collaborazione della GNR. L’obiettivo principale del rastrellamento erano i partigiani tra Morena e Pietralunga, ma fu una vasta operazione che si svolse nel territorio tra Gubbio, Pietralunga, Cantiano, Scheggia, Montone, Apecchio. Partendo da queste città irruppe nella zona di Burano una divisione di Polizia tedesca con autoblindo e cannoncini. Questi militari perquisirono accuratamente le case e perlustrarono i boschi sparando raffiche di mitragliatrice; «sparavano – come ha scritto don Marino Ceccarelli – a chiunque avessero veduto», anche perché, dall’aprile 1944, con le direttive emanate dai vertici dei Comandi tedeschi, i militari tedeschi avevano «carta bianca» nello lotta alla guerriglia partigiana. Con tale rastrellamento, durato circa una settimana, furono presi – secondo i dati della GNR – 126 giovani, catturati otto ribelli, di cui cinque fucilati. Le cifre degli uccisi non corrispondevano alla realtà delle cose e anche in questo frangente parecchie vittime furono civili, mentre i partigiani di Morena e altri della “San Faustino” riuscirono in tempo a sganciarsi verso Serra Maggio per poi ricomporsi, una volta terminato il rastrellamento. Poiché uno degli obiettivi del rastrellamento era di prendere il parroco di Morena, don Marino Ceccarelli, il prete-bandito ritenuto l’organizzatore della banda partigiana di Morena, i tedeschi, non essendo riusciti a prendere il sacerdote, si accanirono sulla Chiesa, incendiandola unitamente a cinque case adiacenti.
Della vicenda che ha portato all’uccisione dei due giovani (Floriano Girelli e l’altro, sconosciuto) si sa poco. L’unica testimonianza è quella fornita dall’allora parroco di San Benedetto Vecchio, don Paolo Nardi, nella relazione al Vescovo. Don Nardi ha scritto che il Girelli si trovava in casa (al vocabolo Regno), quando passò la pattuglia di militari tedeschi. Egli aveva in tasca circa £. 5.000, dategli dal padre per una eventuale fuga. Ciò costituiva una bella somma e insospettì i militari, che lo portarono via, insieme ad un altro giovane di Valcigiana. Poi in un fosso, dopo «tante sevizie», fu fucilato il Girelli, mentre l’altro giovane di Valcigiana (di cui non è indicato il nome) fu portato via come prigioniero.
Dell’altro ucciso (sembra non insieme al Girelli, ma in un altro luogo) nella zona di San Benedetto Vecchio, don Nardi precisava che «forse era un siciliano» e che «non gli fu trovato addosso nessun documento». Aggiungeva anche che, «non potendo trovare nessuno che facesse la cassa, io stesso con l’aiuto del fattore Fabbri Giuseppe mi misi all’opera e con il permesso dei tedeschi riuscii a tumularlo nel cimitero parrocchiale».
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Tipo di massacro: rastrellamento
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Annotazioni: In questo come in numerosi altri casi, l'incongruenza fra le date di morte – considerando il luogo isolato ed impervio dove è avvenuta l'uccisione – può derivare da un tardivo ritrovamento del cadavere o una denuncia della scomparsa avvenuta il giorno successivo.
Scheda compilata da Giancarlo Pellegrini
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-05-12 08:36:39
Vittime
Elenco vittime
Girelli Floriano (a volte Florindo) di Luigi, nato a Pietralunga (Perugia) il 15/10/1925 e ivi residente, studente. Riconosciuto partigiano della brigata San Faustino Proletaria d’Urto dal 15 gennaio all’11 maggio 1944, «civile – fucilato a Pietralunga».
Sconosciuto, forse uno sfollato siciliano.
Elenco vittime indefinite 2
Girelli Floriano.
Sconosciuto.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
altro a Gubbio, San Benedetto Vecchio
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Gubbio, San Benedetto Vecchio
Descrizione: Stele sul luogo della fucilazione (difficile da ritrovare e in pessimo stato di conservazione).
lapide a Gubbio, cimitero civico
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Gubbio, cimitero civico
Descrizione: Girelli è riportato inoltre sulla lapide ai Caduti nella lotta di Liberazione presente all\'ingresso del cimitero civico di Gubbio (ben visibile e in ottime condizioni).
commemorazione a Gubbio
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Gubbio
Descrizione: Il 22 giugno di ogni anno, nel programma della commemorazione dei Quaranta Martiri di Gubbio, viene reso omaggio anche alle altre vittime del nazifascismo nel territorio eugubino e alla mattina viene portata una corona presso il cimitero di Gubbio, all’ingresso del quale c’è la lapide, che riporta anche il nome di Floriano (Florindo) Girelli.