Descrizione
Località San Paterniano, Città di Castello, Perugia, Umbria
Data 12 luglio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 5
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 5
Descrizione: Il 12 luglio 1944, quando ancora gran parte del comune di Città di Castello non è libera (l'ingresso delle prime truppe nel capoluogo avviene la mattina del 22 luglio), la popolazione continua a vivere ore di attesa passate quasi sempre dentro nascondigli, o comunque lontano dalle proprie abitazioni se situate in zone pericolose. È così anche per la gente di Meltini, località presso San Paterniano (periferia sud-ovest di Città di Castello, lungo la via Cortonese) da dove gran parte delle famiglie ha da giorni preferito sfollare sulle colline di Centoia. Quando però gli scontri raggiungono anche queste alcuni decidono di riscendere a Meltini, per sfuggire ai pericoli e accertarsi delle condizioni di chi è rimasto. A fare questa scelta, con i rischi che comporta, sono quasi sempre gli uomini adulti di casa, sentendosi responsabili dell'abitazione, dei campi e del bestiame; le vittime di questo eccidio, appartenenti a due famiglie contadine confinanti, hanno infatti tra 43 e 52 anni.
Giunti in paese qualcuno trova la casa circondata da mezzi tedeschi e all'interno militari che stanno consumando un'abbondante colazione. L'ufficiale ordina a tre di loro di andare in cantina e rimanervi chiusi, insieme ad un ragazzo precedentemente catturato. Gli altri vengono tenuti in casa, tutti hanno l'ordine di non tentare di scappare pena una fucilazione collettiva. Tale tormento si protrae per tre giorni, finché la mattina del 16 i tedeschi se ne vanno. Il primo che esce dalla cantina viene immediatamente investito da una fortissima puzza di cadavere e, volgendosi verso la concimaia, vede uscirvi membra umane; si avvicina e riconosce i corpi degli zii Romolo Carbini e Giovanni Giulietti, che non avevano seguito il resto della famiglia a Centoia.
Non ebbe il coraggio di continuare a scavare. Solo più tardi i vicini recuperarono anche Emilio Giulietti, Domenico e Luigi Bioli. I corpi apparivano tumefatti e pressoché irriconoscibili; la morte era stata inferta fracassando il cranio con il calcio dei fucili.
È questo il finale di una tragedia i cui contorni rimangono ancora in buona parte ignoti. L'unica fonte è costituita dai ricordi di una familiare delle vittime, secondo cui proprio il 12 luglio, vedendo saltare in aria il ponte su un torrente vicino casa, gli adulti mandano alcuni ragazzi a Meltini per sincerarsi delle condizioni di chi è rimasto. Giunti in prossimità delle loro abitazioni vengono cacciati in malo modo da un tedesco in finestra, il quale gli dice che tutte le persone presenti sono state portate a Città di Castello. Emma, Elvio e Romolo Carbini, insieme ai fratelli Giulietti, erano riusciti ad allontanarsi da casa dopo che un militare della pattuglia aveva costretto gli uomini a scavare buche per piazzare le mitragliatrici. Essendosi però dimenticati di portare via qualche provvista, i fratelli Giulietti insieme a Carbini decidono malauguratamente di tornare indietro e recarsi a casa Bioli per prendere un po' di pane.
Modalità di uccisione: arma da taglio
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri
Tipo di massacro: ripulitura e desertificazione
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Annotazioni: Vista la scarsità di testimonianze a disposizione e la difficoltà di una compiuta ricostruzione storiografica, rimangono ancora numerosi passaggi non chiari nella vicenda, tranne gli autori, la sua conclusione e il numero delle vittime.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Le vicende della Resistenza e della violenza nazifascista sono ancora molto radicate, e commemorate, in tutta la comunità altotiberina.
Scheda compilata da Tommaso Rossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-09-07 10:13:05
Vittime
Elenco vittime
Bioli Domenico, di anni 45, contadino, civile; riconosciuto partigiano della brigata “San Faustino Proletaria d\'Urto” dal 1 aprile al 12 luglio 1944, «civile – fucilato a Città di Castello il 12 luglio 1944».
Bioli Luigi, di anni 43, contadino, civile; riconosciuto partigiano della brigata “San Faustino Proletaria d\'Urto” dal 1 aprile al 12 luglio 1944, «civile – fucilato a Città di Castello il 12 luglio 1944».
Carbini Romolo, di anni 52, contadino, civile; riconosciuto partigiano della brigata “San Faustino Proletaria d\'Urto” [senza indicazioni temporali], «civile – fucilato a Città di Castello il 12 luglio 1944».
Giulietti Emilio, di anni 48, contadino, civile; riconosciuto partigiano della brigata “San Faustino Proletaria d\'Urto” [senza indicazioni temporali], «civile – fucilato a Città di Castello il 12 luglio 1944».
Giulietti Giovanni, fratello di Emilio, di anni 48 [sic!], contadino, civile; riconosciuto partigiano della brigata “San Faustino Proletaria d\'Urto” [senza indicazioni temporali], «civile – fucilato a Città di Castello il 12 luglio 1944».
Elenco vittime civili 5
Bioli Domenico.
Bioli Luigi.
Carbini Romolo.
Giulietti Emilio.
Giulietto Giovanni.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Città di Castello, San Paterniano
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Città di Castello, San Paterniano
Descrizione: Edicola con lapide sul luogo dell\'uccisione (s.d.). L\'edificio oggi ospita un ristorante, la lapide è comunque ben visibile e ben conservata.
altro a Città di Castello
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Città di Castello
Descrizione: Toponomastica dedicata a ciascuna delle vittime nella zona circostante a dove è avvenuto l\'eccidio.
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Annuali e molto partecipate.