Descrizione
Località Gubbio, Gubbio, Perugia, Umbria
Data 7 maggio 1944 - 9 maggio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 2
Numero vittime uomini anziani 1
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Nella relazione dell’Ispettore regionale dell’Umbria della GNR al Capo della Provincia, Armando Rocchi, ai primi di maggio 1944, era indicato che la zona di Gubbio era una delle zone umbre al centro dell’attività partigiana. Così dopo un primo rastrellamento alla fine di marzo 1944, un altro ne fu preparato ai primi di maggio. Tale rastrellamento fu preparato con cura, anche perché i partigiani della Brigata “San Faustino” avevano ormai il controllo della zona, tanto che nella “zona libera” di Pietralunga avevano festeggiato il 1 maggio. Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio c’era stato il primo aviolancio alleato tra Morena e Pietralunga. Per colpire i partigiani ed anche per mettere fine all’esperienza della “zona libera” i comandi tedeschi pensarono di far infiltrare nella brigata “San Faustino” due alti ufficiali tedeschi, travestiti l’uno da ufficiale inglese e l’altro da ufficiale russo: ma questi due, intercettati e scoperti dai partigiani, furono arrestati e fucilati proprio il 7 maggio, quando iniziò il rastrellamento ad opera di un reparto tedesco con la collaborazione della GNR. L’obiettivo principale del rastrellamento erano i partigiani tra Morena e Pietralunga, ma fu una vasta operazione che si svolse nel territorio tra Gubbio, Pietralunga, Cantiano, Scheggia, Montone, Apecchio. Partendo da queste città irruppe nella zona di Burano una divisione di Polizia tedesca con autoblindo e cannoncini. Questi militari perquisirono accuratamente le case e perlustrarono i boschi sparando raffiche di mitragliatrice; «sparavano – come ha scritto don Marino Ceccarelli – a chiunque avessero veduto», anche perché, dall’aprile 1944, con le direttive emanate dai vertici dei Comandi tedeschi, i militari tedeschi avevano «carta bianca» nello lotta alla guerriglia partigiana. Con tale rastrellamento, durato circa una settimana, furono presi – secondo i dati della GNR – 126 giovani, catturati otto ribelli, di cui cinque fucilati. Le cifre degli uccisi non corrispondevano alla realtà delle cose e anche in questo frangente parecchie vittime furono civili, mentre i partigiani di Morena e altri della “San Faustino” riuscirono in tempo a sganciarsi verso Serra Maggio per poi ricomporsi, una volta terminato il rastrellamento. Poiché uno degli obiettivi del rastrellamento era di prendere il parroco di Morena, don Marino Ceccarelli, il prete-bandito ritenuto l’organizzatore della banda partigiana di Morena, i tedeschi, non essendo riusciti a prendere il sacerdote, si accanirono sulla Chiesa, incendiandola unitamente a cinque case adiacenti.
Sulle persone uccise nel rastrellamento in questione nella zona di Burano notizie utili sono state fornite dai parroci, nella relazione inviata al Vescovo. Parroco di Morena era don Marino Ceccarelli, il quale nella relazione ha rievocato la propria esperienza di partigiano e l’attività partigiana della banda di Morena, ma non ha parlato degli uccisi a Morena. Sembra che il Bartolini abbia fatto parte della “San Faustino” dal 7 febbraio al 15 marzo 1944.
In un podere e relativa casa della zona di S. Margherita di Burano, durante il rastrellamento iniziato il 7 maggio, fu catturato e ucciso il giovane Giovanni Battista Mazzacrelli (detto Tito), di professione muratore. Fu sorpreso in un campo, gli spararono alle spalle raffiche di mitra alle ore 14 circa, lasciando per diversi giorni il corpo lì senza sepoltura. Monsignor Spaziani nel 1947 scrisse che fu ucciso «barbaramente»: l’eco dell’episodio era ancora vivissima. Di tendenza politica di sinistra, che aveva respirato nell’ambiente familiare, Mazzacrelli aveva fatto il militare, ma dopo l’8 settembre 1943 era riuscito a tornare a Gubbio. L’attività di muratore nella zona di Burano era a mo’ di copertura, in quanto Mazzacrelli era un collaboratore annesso alla 5. Brigata Garibaldi “Pesaro” ed era in tale zona come agente di raccordo tra la Brigata e i potenziali arruolandi che, numerosi, si rifugiavano nella zona di Burano. Non si esclude che qualche spia abbia condotto i militari tedeschi nel casolare dove Mazzacrelli di fatto era nascosto. La salma fu recuperata nottetempo, alcuni giorni dopo, da familiari e da alcuni amici sammartinari. Il riconoscimento della salma fu fatto dalla madre, Annunziata Fecchi, il 12 maggio, presso la camera mortuaria dell’Ospedale di Gubbio.
Aurelio Bartolini, diciannovenne, fu catturato nella zona di Morena: non si conosce la circostanza, ma, constatato che era renitente al bando Graziani, fu subito passato per le armi. Almeno questo si deduce dal processo verbale datato 12 maggio, redatto dal Ufficio della GNR di Gubbio, ricevuto e trascritto in Comune il 24 maggio 1944. Ecco il testo di tale processo verbale: «L’anno millenovecentoquarantaquattro addì 12 maggio in Gubbio nell’Ufficio del comando di distaccamento, noi sottoscritti Caciagli Bruno, primo aiutante comandante del suddetto distaccamento, e Luciani Giuseppe, aiutante dello stesso distaccamento, riferiamo a chi di dovere che verso le ore 11 di ieri, 11 corrente, ci veniva recapitata l’unita scheda di morte con cui il dott. Ferrone, medico condotto di Pietralunga, attesta di aver constatato il decesso di Bartolini Aurelio, di Giulio e Fiorucci Erminia, nato a Pietralunga il 16 giugno 1925, celibe, mancante alla chiamata, il quale rimase ucciso a Morena il 9 maggio 1944 in seguito alle operazioni di rastrellamento effettuate dalle truppe tedesche nella zona di Burano. La salma è stata identificata dallo stesso dr. Ferrone […]». Sembra di poter dedurre che la fucilazione fosse stata opera di militari tedeschi.
alcune pattuglie di militari tedeschi, muovendo dalla frazione di Camporeggiano (quasi al confine tra i comuni di Gubbio e Umbertide) sopra verso i monti a nord e quelli ad est, uccidevano Antonio Bei in località Madonna dei monti (i monti ad est di camporeggiano, nei pressi di Goregge), un commerciante del carbone residente a Gubbio città, che si trovava nella zona senz’altro per lavoro: sembra che fosse in possesso di una discreta somma di denaro.
Invece nei monti a nord di Camporeggiano, in località Sioli in vocabolo Ceppari veniva uccisa da un ufficiale medico tedesco Maria Palma Smacchi. La poverina, «fatta condurre in camera con un colpo di rivoltella fu uccisa in quanto cieca per la sola ragione che faceva ribrezzo a vederla». Così ha scritto il parroco di Sioli nella sua relazione al Vescovo. Nel piccolo ciò evidenziava come sarebbe stata rigenerata la società con la selezione della razza!
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: rastrellamento
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Annotazioni: Giovanni Battista Mazzacrelli è risultato un collaboratore della 5. Brigata Garibaldi “Pesaro”, con funzione di raccordo tra la Brigata e i giovani che si rifugiavano nella zona di Burano, come risulta da attestati e da pubblicazioni.
Scheda compilata da Giancarlo Pellegrini, Tommaso Rossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-11-15 14:31:42
Vittime
Elenco vittime
Bartolini Aurelio, nato a Pietralunga (Perugia) il 16/06/1925 da Giulio e Erminia Fiorucci e ivi residente, celibe.
Bei Antonio, nato a Gubbio l’11/03/1882 e ivi residente in via Capitano del popolo 7, coniugato, carbonaro.
Mazzacrelli Giovanni Battista, nato a Gubbio il 05/08/1923 da Bernardino e Annunziata Fecchi, ivi residente, celibe, muratore.
Smacchi Maria Palma, nata a Gubbio il 28/11/1883 e ivi residente in frazione Sioli.
Elenco vittime civili 3
Bartolini Aurelio.
Bei Antonio.
Smacchi Maria Palma.
Elenco vittime partigiani 1
Mazzacrelli Giovanni Battista.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Il 22 giugno di ogni anno, nel programma della commemorazione dei Quaranta Martiri di Gubbio, viene reso omaggio anche alle altre vittime del nazifascismo nel territorio eugubino e alla mattina viene portata una corona presso il cimitero di Gubbio, all’ingresso del quale c’è la lapide, che riporta anche il nome di Aurelio Bartolini, Giovanni Battista Mazzacrelli, Antonio Bei e di Maria Palma Smacchi
lapide a Gubbio, cimitero civico
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Gubbio, cimitero civico
Descrizione: All’ingresso del cimitero di Gubbio c’è una lapide dedicata ai caduti della lotta di liberazione, che reca anche il nome di Aurelio Bartolini. Vi è scritto: «In questo cimitero sono sepolti / i caduti nella lotta di liberazione nazionale / in Gubbio 1943 – 1944 / Tommaso Fiorucci / Aurelio Bartolini / G. Battista Mazzacrelli / Palma Smacchi / Florindo Girelli / Sergio Angeloni / Nello Camelia / Antonio Bei / Adelmo Radicchi / Fernando Menichetti / Domenico Turziani / Ciro Tarini / Tolmino Anemone / Giovanni Carfora / Umberto Paruccini / Luigi Bellucci / Dalte Balducci // onore a chi sacrificò la vita /all’eterno ideale della libertà».