Descrizione
Località Carpi, Carpi, Modena, Emilia-Romagna
Data 9 settembre 1943
Matrice strage Fascista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 3
Descrizione: L’8 settembre 1943 Pietro Badoglio, il capo del governo del Regno d’Italia, annuncia l’armistizio con le potenze alleate. La Germania nazista reagisce occupando tutte le terre della penisola che si rivelano raggiungibili dalle truppe di terra: i soldati di Hitler vogliono controllare fin da subito le regioni dell’ormai ex-nazione alleata e avviano una serie di violenze nei confronti dei militari sbandati o dei civili sospettati di aver aiutato i nuovi nemici per punire con durezza il “tradimento” del re e del “Maresciallo d’Italia”. Non tutti i paesi e le comunità reagiscono allo stesso modo all’intreccio delle vicende che si susseguono subito dopo il messaggio radiofonico di Badoglio: alla festa dei primi minuti seguono il terrore per la rapida calata dei tedeschi e l’angoscia per la sorte dei militari prigionieri. In alcune città, tuttavia, non mancano proteste antifasciste. Il 9 settembre 1943 i vecchi dissidenti di Carpi organizzano una manifestazione popolare sotto la casa di Arrigo Tirelli, un noto squadrista della cittadina modenese che nel 1922 si è reso responsabile dell’uccisione di due giovani cattolici a Quartirolo: sentendosi minacciato dall’assembramento, il fascista richiede l’intervento dei carabinieri, che sparano sulla folla e uccidono Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta e Ivo Prandi. L’occupazione nazista soffoca il lutto e la volontà di rivincita degli oppositori del littorio, ma non placa il rifiuto della guerra, il disprezzo dell’ideologia fascista e desiderio di cambiamento che innervano le campagne della “Bassa”.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: violenze legate all’armistizio e all’occupazione del territorio
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Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La città di Carpi ha sviluppato una forte identità partigiana e ha collegato la prospera libertà della seconda metà del Novecento all’impegno militante dei resistenti. Benché sia impossibile collegare la manifestazione del 9 settembre 1943 all’avvio della lotta partigiana e indicare le tre vittime del fuoco dei carabinieri come i primi morti della guerra di Liberazione, appare evidente che il tentativo di organizzare una dimostrazione collettiva sotto l’abitazione di un fascista all’indomani dell’annuncio dell’armistizio costituisca una prova evidente della forza – ancorché non organica, né sistematica o del tutto consapevole – dell’opposizione all’ideologia littoria e del rifiuto della guerra mussoliniana.
Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-06 22:48:59
Vittime
Elenco vittime
1. Venerio Guerzoni: nato a Bomporto (MO) il 6 gennaio 1897, figlio di Cirillo ed Elvira Pignatti, domiciliato a Carpi, muratore, antifascista di formazione comunista. Dopo un turbolento servizio militare nella Grande guerra, si oppone al fascismo e subisce le persecuzioni dei primi governi di Mussolini. Nel 1924 emigra in Francia e trova occupazione nel settore edile prima a Lesines e poi a Moterau. Nel 1936 combatte nella Guerra civile spagnola tra le file delle Brigate Internazionali, ma al rientro in Francia viene internato nel campo del Vernet; dopo l’occupazione tedesca del territorio d’Oltralpe, i nazisti lo consegnano alle autorità italiane che lo confinano a Ventotene. Liberato dopo il 25 Luglio 1943, partecipa alle prime proteste antifasciste del carpigiano. Il 9 settembre 1943 s’impegna in una manifestazione organizzata sotto la casa di Arrigo Tirelli, un noto squadrista della cittadina modenese che nel 1922 si è reso responsabile dell’uccisione di due giovani cattolici a Quartirolo: sentendosi minacciato dall’assembramento, il fascista richiede l’intervento dei carabinieri, che sparano sulla folla e uccidono Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta e Ivo Prandi.
2. Umberto Malatesta: nato a Carpi (MO) il 12 ottobre 1889, residente a Carpi, operaio, civile di tendenze antifasciste. Il 9 settembre 1943 partecipa a una manifestazione organizzata sotto la casa di Arrigo Tirelli, un noto squadrista della cittadina modenese che nel 1922 si è reso responsabile dell’uccisione di due giovani cattolici a Quartirolo: sentendosi minacciato dall’assembramento, il fascista richiede l’intervento dei carabinieri, che sparano sulla folla e uccidono Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta e Ivo Prandi.
3. Ivo Prandi: nato a Carpi il 30 aprile 1900, residente a Carpi, sarto, civile. Pur essendo sordomuto, il 9 settembre 1943 partecipa a una manifestazione organizzata sotto la casa di Arrigo Tirelli, un noto squadrista della cittadina modenese che nel 1922 si è reso responsabile dell’uccisione di due giovani cattolici a Quartirolo: sentendosi minacciato dall’assembramento, il fascista richiede l’intervento dei carabinieri, che sparano sulla folla e uccidono Venerio Guerzoni, Umberto Malatesta e Ivo Prandi.
Elenco vittime civili 2
Venerio Guerzoni,
Ivo Prandi
Elenco vittime antifasciste 1
Umberto Malatesta
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Arrigo Tirelli
Nome Arrigo
Cognome Tirelli
Note responsabile Fascista appartenente alle Squadre d’azione, responsabile dell’uccisione di due giovani cattolici a Quartirolo di Carpi nel 1924, chiama i carabinieri poiché si sente minacciato dai manifestanti che presidiano la sua casa. La richiesta di intervento scatena la violenza della sparatoria che provoca la morte di Guerzoni, Malatesta e Prandi.
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a cimitero di Carpi
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: cimitero di Carpi
Descrizione: I tre uccisi sono ricordati nella lapide che commemora i morti della Resistenza di Carpi nel cimitero comunale.
commemorazione a Limidi, Soliera
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Limidi, Soliera
Descrizione: Il rastrellamento del 25 marzo 1945 e le uccisioni dei partigiani – che si sono estese fino al 29 successivo – sono ricordati ogni anno con una cerimonia pubblica.