Descrizione
Località Stradella, Sulmona, L'Aquila, Abruzzo
Data 21 dicembre 1943
Matrice strage Nazista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini adulti 2
Descrizione: La mattina del 21 dicembre 1943, il giovane Vincenzo Tirimacco e Giovanni Ranalli si trovavano al lavoro nei campi posti in località Stradella, zona compresa tra l’attuale Via Lamaccio e le contrade Pera e Nociaro, a nord del centro abitato di Sulmona. Anche il figlio di Giovanni, Carlo, di 33 anni, era in loro compagnia, ma poco distante.
Verso le 11, una pattuglia di militari germanici al comando di un maresciallo, accompagnata da un civile, sopraggiunse sul luogo circondando alcune capanne esistenti dove era stata segnalata la presenza di prigionieri di guerra inglesi. All’arrivo dei militari tedeschi, quattordici prigionieri di guerra, nascosti in dette capanne, si davano alla fuga nella direzione in cui lavoravano il Tirimacco e il Ranalli.
Lo scopo dei militari era quello di catturare i prigionieri evasi dal campo di prigionia poco lontano e, per riuscire nello scopo, fecero uso delle armi, motivo questo che indusse il Ranalli e il Tirimacco a darsi alla fuga in preda al panico. Questo loro atteggiamento indusse però i militari a considerare il loro coinvolgimento come favoreggiatori e, anziché sparare a scopo d’intimidazione come avevano fatto per i prigionieri, mirarono proprio alle persone uccidendo sul colpo Vincenzo e Giovanni.
La dinamica dell’episodio fu registrata dai Carabinieri nel loro rapporto e confermata anche dal figlio di quest’ultimo, Carlo Ranalli, presente alla scena. Secondo il resoconto dell’Arma, i quattordici prigionieri di guerra furono tutti catturati senza riportare alcuna lesione; in altro documento, invece, si riferisce che in tale occasione rimase ferito anche un prigioniero alleato, in seguito ricoverato nell’ospedale cittadino da cui riuscì ad evadere con l’aiuto di qualcuno. Nella stessa circostanza, anche un somaro di proprietà del Ranalli che si trovava sul posto, fu ferito con un colpo d’arma da fuoco, ma non gravemente.
Nel prosieguo delle indagini, i carabinieri si recarono nelle abitazioni delle due sfortunate vittime, dove i cadaveri furono subito trasportati; in via Potenza 3, dove abitava Vincenzo, verificarono sommariamente che la vittima era stata colpita in punti vitali da due pallottole, mentre in via Carso 75, dove abitava il Ranalli, accertarono che Giovanni era stato invece trafitto da quattro pallottole.
Appena terminato il conflitto, fu aperto un procedimento penale dal R. Ufficio Istruzione del Tribunale di Sulmona contro tale Vincenzo Di Nardo, di anni 39, di S. Eufemia a Maiella, ma residente a Sulmona, identificato da vari testimoni come il civile che guidava i tedeschi quella mattina, in quella ed in altre occasioni, e quindi accusato di collaborazionismo con il nemico e arrestato.
Dall’istruttoria risultò che il Di Nardo fu incarcerato dalla polizia tedesca il 20 dicembre perché nascondeva nella sua abitazione un prigioniero inglese. Allo scopo di riacquistare la libertà egli propose ai tedeschi la propria collaborazione nella cattura di prigionieri alleati che si trovavano nascosti in molte case di questa città e nelle capanne in campagna. La mattina del 21 fu lui, infatti, che accompagnò i militari tedeschi in contrada Stradella determinando così la morte di Tirimacco e Ranalli. Denunciò ai tedeschi anche Concezio Angelone che nascondeva nella propria abitazione, in via Carso 35, tre prigionieri alleati poi catturati nella giornata del 1° gennaio; l’Angelone fu arrestato e condannato dal tribunale tedesco di Civitaquana a due anni e otto mesi di carcere. Nonostante il Di Nardo avesse confermato la sua presenza nelle operazioni di rastrellamento (costretto, a suo dire), il processo di Corte d’Assise che si svolse in Aquila il 18 ottobre 1945 lo vide assolto per insufficienza di prove e di conseguenza scarcerato.
Altri documenti relativi alla vicenda:
Dalla minuta di una lettera inviata dal sindaco al colonnello [A. Paolucci, comandante dell’88° Distretto Militare in Sulmona] in data 11/11/1944, si evince la richiesta di sollecitare la richiesta del collocamento in congedo del Militare Enrico Tirimacco, di Filippo, “fratello superstite di un nostro amministrato barbaramente ucciso dalla soldataglia tedesca”.
Altra documentazione relativa alle due vittime risale agli anni 1953 e 1954, in occasione della richiesta da parte dei famigliari di loculi cimiteriali gratuiti; per quanto riguarda il Tirimacco c’è una comunicazione dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra di Sulmona che, rifacendosi ad un’attestazione del locale Commissariato di P. S. del 10/06/1946, certifica che “egli è deceduto in Sulmona il 21/12/943 in seguito ad arma da fuoco da parte di soldati Tedeschi mentre tentava di fuggire al rastrellamento”. Per il Ranalli, invece, una dichiarazione del Comando di Polizia Urbana di Sulmona del 21/01/1954 attesta che egli fu “ucciso dai soldati tedeschi durante un rastrellamento di prigionieri inglesi, mentre lavorava i campi in contrada Potenza”, zona agricola poco distante dall’abitazione di famiglia posta in via Carso n° 65.
In entrambi i documenti non si fa nessun accenno alla presenza di prigionieri inglesi sulla scena delle due tragedie; un particolare toccante, infine, nella richiesta della moglie del Ranalli quando, nel domandare un loculo gratuito per il proprio marito, accenna “al posto dove sono stati tolti i resti del Capitano Santoro”, anch’egli ucciso dai militari tedeschi.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
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Annotazioni: La denuncia di morte al Comune è stata presentata, per quanto riguarda il Ranalli, da Giuseppe Ranalli fu Giovanni, di anni 36, Guido Mangiarelli di Carmine, di anni 31; per il Tirimacco, Severino Restaino fu Salvatore, di anni 32, e Giuseppina Paolilli di Venanzio, di anni 37.
Scheda compilata da Roberto Carrozzo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2019-01-23 09:31:29
Vittime
Elenco vittime
1. Ranalli Giovanni, fu Antonio e Filomena Marinucci, nato a Sulmona il 22/6/1880 di anni 63, sposato con Annina Leone
2. Tirimacco Vincenzo, di Filippo e Angela Celeste, nato a Sulmona il 18/3/1925 di anni 18, celibe
Elenco vittime civili 2
1. Ranalli Giovanni, fu Antonio e Filomena Marinucci, nato a Sulmona il 22/6/1880 di anni 63, sposato con Annina Leone
2. Tirimacco Vincenzo, di Filippo e Angela Celeste, nato a Sulmona il 18/3/1925 di anni 18, celibe
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Legione Autonoma mobile “Ettore Muti”/Distaccamento di Villasanta (Monza)
Tipo di reparto: Reparto speciale
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Sulmona
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Sulmona
Descrizione: Le due vittime sono ricordate nel Monumento ai Caduti con la qualifica di “Partigiano”