Descrizione
Località Tagliacozzo, Tagliacozzo, L'Aquila, Abruzzo
Data 27 maggio 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 2
Numero vittime uomini 2
Numero vittime uomini adulti 2
Descrizione: L’esercito tedesco invase l’Abruzzo l’11/09/1943. Fino al giugno 1944 gli scontri si susseguirono lungo la linea Gustav che iniziava alla foce del Sangro, raggiungeva i monti della Meta e arrivava in Campania seguendo il corso del fiume Garigliano. La frazione Meta di Civitella Roveto posta a 1.050 m s.l.m., priva di strada carrozzabile e telegrafo, per molte settimane fuori dal controllo tedesco, risultò un rifugio ideale per i numerosi prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento e per soldati italiani sbandati.
La famiglia Durante di forti ideali antifascisti, come ogni estate trascorse la stagione estiva del 1943 a Meta. Nella loro abitazione venivano accolti partigiani e smistati i fuggitivi. Tramite una ricetrasmittente scambiavano messaggi con la V Armata Americana. A metà aprile ’44 Faustino si incontrò a Filettino con altri partigiani e quattro paracadutisti alleati. Tra questi Bruno Castellani una volta catturato dai nazisti non esiterà a rivelare ciò che sapeva. Infatti il 1/05/1944 la spia condusse i tedeschi travestiti da inglesi a Meta. Nel paese in cui si stava festeggiando un matrimonio si diffuse l’allarme. Di fronte alla richiesta di condurli da Faustino, Mario e Bruno risposero che non avevano un fratello con quel nome. La cugina Concettina riconobbe gli scarponi tedeschi e i due fratelli furono arrestati e condotti prima nelle camere di sicurezza della Gendarmeria e poi nelle carceri di Tagliacozzo. La mattina dopo Faustino fuggì dato che era lui il ricercato. Il 18 maggio il fronte di Cassino venne sfondato e i tedeschi resistettero per altri 15 giorni su un altro piccolo fronte a sud di Balsorano. La sera del 27 Bruno e Mario, dopo aver subito quasi un mese di atroci torture, furono caricati con altre due persone (due cognati di Roccasecca) su un camion. La destinazione era ignota. L’autista disse in seguito che i prigionieri erano stati fucilati nella campagna di Tagliacozzo e qui sepolti. Tuttavia i corpi non furono mai trovati.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: A seguito dell’ennesima denuncia alla procura di Avezzano da parte della famiglia Durante, nel 1956 un giovane magistrato decise di prendere visione dei documenti relativi alla “Pratica Durante”. Furono ritrovate tutte le denunce esposte dal padre Antonio e anche, clamorosamente, i verbali degli interrogatori per rogatoria, eseguiti nel 1948, in cui venivano interrogati un certo Piok di Bolzano e un altro individuo di Merano. Dopo un breve arresto Piok venne scarcerato. La sua linea difensiva avvalorava la tesi che all’epoca era solo un interprete e non un torturatore e che non conosceva il luogo della sepoltura. (Se avesse indicato il luogo, avrebbe ammesso la sua partecipazione alla strage).
La Procura della Repubblica di Avezzano nel 2005 ha aperto senza esito un’indagine per ricercare i corpi dei fratelli Durante.
Annotazioni: Nell’articolo di Primo Di Nicola pubblicato ne “L’Espresso” è specificato che Antonio Durante, padre delle due vittime, era originario di Pietracupa, in provincia di Campobasso e giunse a Bassorano nel 1910 a seguito del padre che aveva vinto un concorso come segretario comunale.
Nel testo di Gaetano Blasetti “I 270 giorni dell’occupazione tedesca di Tagliacozzo”, invece, si dice che Antonio Durante nacque a Meta di Civitella Roveto nel 1891.
Dopo la guerra Antonio e Faustino Durante fecero ricerche in tutta la zona tra Tagliacozzo e Avezzano, nella speranza di trovare traccia di Mario e Bruno scomparsi nel nulla. Estesero le ricerche in Italia e all’estero, mettendo cartelli con le loro foto nelle stazioni ferroviarie e sui giornali, contattando i partigiani con cui avevano combattuto e i deportati tornati dalla Germania, nella speranza che fossero stati deportati. Tuttavia i due corpi non furono mai ritrovati. La famiglia Durante sporse denuncia alla Procura di Avezzano per i crimini dei nazisti.
L’attuale presidente dell’ANPI di Roma e Provincia, Ernesto Nassi, nei primi anni del 2000 condusse un’accurata ricerca. Il 19/05/2005 il portavoce del gruppo dell’Unione di Tagliacozzo, Gabriele Mastroddi, presentava un’interrogazione scritta al Sindaco sullo stesso argomento, sottolineando come il Comune non avesse mai risposto alle richieste di Ernesto Nassi. Anche questa interrogazione non ha ricevuto risposta.
Durante le commemorazioni del 2014 e 2015, in occasione della festa della Liberazione, ci sono state accese polemiche perché il corteo della cerimonia ufficiale, come aveva sempre fatto in precedenza, non si è fermato davanti la lapide che ricorda i due fratelli Durante.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Comune di Tagliacozzo luogo dell’eccidio, Comune di Balsorano luogo di nascita e frazione Meta di Civitella Roveto luogo di vita, vi è memoria consolidata sul sacrificio dei fratelli Durante. Il 25 aprile 2013, 2014, 2015 a Tagliacozzo ci sono state polemiche per il mancato ricordo dei fratelli Durante.
Scheda compilata da Enrico Cavalli Iasrac e Alessia D’Innocenzo
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-07 20:51:11
Vittime
Elenco vittime
1. Durante Bruno nato a Balsorano (L’Aquila) il 14/09/1920. Aveva studiato presso l’Istituto Orientale di Napoli, poi frequentò il Corso di Guardia Marina presso l’Accademia Militare di Livorno. L’8 settembre 1943 si trovava a Portorose in Slovenia. All’annuncio dell’armistizio, dopo aver sabotato con alcuni compagni dei mezzi navali militari ancorati al porto, si imbarcò col suo comandante per raggiungere l’Italia meridionale e riunirsi all’esercito di Badoglio. Giunto all’altezza di Ancona, invece, decise di sbarcare e in abiti civili raggiunse la famiglia a Meta di Civitella Roveto. Dall’estate del 1943 si impegnò nelle file della resistenza marsicana. Esperto dell’uso della dinamite, istruì i partigiani nel disinnescare gli ordigni che i tedeschi ponevano in gallerie e ponti.
2. Durante Mario nato a Balsorano (L’Aquila) il 14/06/1918. Primogenito della famiglia Durante. Nonostante una grave malattia che lo aveva bloccato a letto per tre anni, era un laureando in Giurisprudenza. Negli ambienti universitari si era contraddistinto per la sua aperta professione antifascista.
Elenco vittime partigiani 2
1. Durante Bruno
2. Durante Mario
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Bruno Castellani
Nome Bruno
Cognome Castellani
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile Castellani Bruno nativo di Stradella nei pressi di Milano. Ex partigiano e paracadutista. Delatore. Una volta catturato dai tedeschi rivelò tutte le notizie delle quali era in possesso, senza che i nazisti mettessero in atto contro di lui una minima azione di tortura. A differenza di lui gli altri militari inglesi catturati non esitarono a togliersi la vita per non cadere nelle mani delle SS.
Settimio Gatti
Nome Settimio
Cognome Gatti
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Settimio Gatti Maresciallo. Comandante della stazione dei carabinieri di Tagliacozzo durante l’occupazione tedesca. In questo episodio non fu implicato direttamente, ma di certo risultò un fedele collaboratore degli occupanti, facilitandone le azioni e spingendoli a compiere violenze contro i civili. Fu lui ad esortare i tedeschi a sparare al mucchio di donne indifese in via Valeria, in cui fu uccisa Diana Nucilli e ferita Maria De Sanctis. Ancora lui chiese e ottenne il comando del plotone di esecuzione che fucilò Luigi Consoli e Luigi Del Monaco, pronunciando superbo la frase “Giustizia è fatta”. Conclusa la guerra fu trasferito da Tagliacozzo, dove però tornò in pensione. Riconosciuto dalla popolazione, il 24 maggio 1945, fu circondato dalla folla inferocita che voleva metterlo a morte nello stesso luogo in cui fece assassinare i due giovani di Palestrina. Qualcuno avvisò i carabinieri che intervennero e lo salvarono. Gatti fu condotto a Forte Braschi a Roma, sede del Tribunale Militare e subì un processo. Pur condannato ad una lunga pena detentiva, ottenne i benefici della legge di amnistia di Togliatti e tornò da cittadino libero a Tagliacozzo.