Descrizione
Località Case Ribacchi, Gualdo Tadino, Perugia, Umbria
Data 18 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: A Gualdo Tadino, subito dopo l’8 settembre 1943, si costituì un forte nucleo partigiano (Gruppo di Azione Antifascista Gualdese), sorto presso l’Istituto Salesiano (si riunivano in una stanza vicino alla sacrestia della Chiesa dell’oratorio), per iniziativa di Vincenzo Morichini, gruppo che comprendeva Giovanni Pascucci, Arivio Gherardi, Spartaco Casciola, don Felice Pennelli. Poco dopo si ebbero le adesioni di Domenico Tittarelli, Carlo Luzi, Alessandro De Pretis, Luigi Girelli; poi di Francesco Guerra, Manlio Casciola, Mario Fernando Rosi, Vito Tomassini, Brunello Troni e altri. All’inizio si consideravano un “Gruppo di consultazione, d’informazione e d’assistenza”. Dietro la copertura di fare attività filodrammatica, le riunioni presso i Salesiani servivano per coordinare l’attività di diversi gruppi antifascisti sparsi nelle frazioni e sui monti soprastanti. Gli aiuti in denaro (consistenti somme date dalle persone benestanti) e in cibi vari, che arrivavano presso i Salesiani, – con la copertura che tutto serviva per gli studenti interni dell’Istituto – venivano distribuiti di nascosto alle famiglie più povere, e costituivano pure la base di rifornimento per i gruppi partigiani sui monti. Questi gruppi di Gualdo Tadino e delle zone vicine si collegarono con la Brigata Garibaldi di Foligno, aggregandosi a questa. Già dall’ottobre 1943 il movimento partigiano della zona di Gualdo Tadino entrò in possesso di armi, dopo assalti ai depositi dei tedeschi e alla caserma dei carabinieri. Furono queste operazioni militari che indussero i tedeschi a dare una caccia spietata ai partigiani, anche grazie alla fattiva collaborazione dei fascisti repubblicani locali. Complessivamente i partigiani della zona non erano molti, ma con le loro azioni riuscirono a far credere al Comando tedesco di essere tanti. Nel marzo 1944 anche in questa zona i reparti tedeschi attuarono un giro di vite con le proprie forze militari disponibili in loco, accentuando i rastrellamenti. Proprio a marzo in montagna fu catturato il partigiano Giulio Sorgo. Il comando tedesco decise di impiccarlo con un capestro dal balcone del Municipio. Quando tutto era pronto e si stava per dare via all’esecuzione, intervenne il dottor Gaudenzi, che convinse il comando tedesco a non dare seguito alla crudele esecuzione e Sorgo fu liberato. Molta impressione fece presso la popolazione la fucilazione del partigiano Otello Sordi, il 26 marzo 1944, senza alcun processo.
Tra aprile e maggio il movimento partigiano a Gualdo andò rafforzandosi anche per le simpatie e il favore che raccolse negli stessi ambienti militari della GNR. Poi a fine maggio un duro colpo venne assestato al movimento, poiché due partigiani, a capo del gruppo «La volante», furono uccisi in una imboscata messa in atto dai fascisti locali in collegamento con quelli provinciali.
A metà giugno, quando ormai si era nell’imminenza del passaggio del fronte – Foligno fu liberata il 16 giugno – e le stesse strutture locali della GNR erano fuggite verso il nord, il presidio di militari tedeschi si dette a catturare inermi cittadini prendendoli per partigiani o per persone che stavano dando un forte sostegno al movimento partigiano.
La sera del 17 giugno a Gualdo si sparse la notizia della fucilazione di Baglioni e Bori. Persone antifasciste, come Nicola Tomassini ed altri cercarono di avere, nella sera stessa, qualche spiegazione da chi poteva darla per «quella recrudescenza», per «quelle esecuzioni senza senso». Sembra che i militari tedeschi, quasi sicuramente sulla base delle spiate dei fascisti, anche il 18 giugno continuassero con i loro controlli. Tomassini era un comunista che non nascondeva il proprio antifascismo. Essendo poliomielitico, con notevoli difficoltà nella deambulazione, non potendo essere “operativo” nelle azioni, più di altri usava la parola per esprimere la propria opposizione. Nel pomeriggio del 18 giugno, mentre era appoggiato al muro all’angolo della chiesa di Santa Maria, «arrivò il camion dei tedeschi, si fermò, ne scesero dei soldati che lo presero e lo caricarono sopra il cassone». Accorse anche gente (tra cui la moglie Clelia, che svenne), che provò a bloccare il camion, ma i soldati allontanarono le persone che si erano accalcate. Sembra che avessero preso anche altri che furono poi rilasciati. Tomassini invece fu condotto verso Case Ribacchi, dove c’era un altro Comando dei tedeschi. Qui, forse, ci fu una farsa di processo (alle sue idee) e subito dopo venne fucilato. La vittima al momento dell’esecuzione pare che abbia avuto la forza di gridare: «Viva l’Italia!».
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: punitivo
--> Per saperne di più sulle tipologie
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Questo e gli altri episodi in cui furono uccisi patrioti e civili sono ben vivi nella memoria dei cittadini di Gualdo.
Scheda compilata da Giancarlo Pellegrini
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-31 17:04:06
Vittime
Elenco vittime
Tomassini Nicola, nato a Gualdo Tadino il 04/02/1905 e ivi residente, coniugato con Clelia Paoletti.
Elenco vittime legate a partigiani 1
Tomassini Nicola.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
altro a Gualdo Tadino, Case Ribacchi
Tipo di memoria: altro
Ubicazione: Gualdo Tadino, Case Ribacchi
Descrizione: A Case Ribacchi, nel luogo dove venne fucilato Nicola Tomassini, in sua memoria è stata posta una stele: «18.6.1944 / vittima della barbarie / teutonica / il patriota / Nicola Tomassini / martire / della / patria / e della libertà».