Descrizione
Località Poligono di tiro di Modena, Modena, Modena, Emilia-Romagna
Data 21 febbraio 1944 - 22 febbraio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 2
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: Dopo l’8 settembre 1943 diversi antifascisti modenesi formano la Commissione Clandestina per l’assistenza ai militari delle Nazioni Unite, una rete che nasconde, soccorre e assiste i soldati alleati fuggiti dai campi di prigionia del modenese, dell’Emilia e del Veneto. Questa struttura si avvale del contributo di Arturo Anderlini, uno degli ottici più stimati della città, che s’impegna nel salvataggio dei fuggiaschi stranieri insieme ad alcuni esponenti comunisti e socialisti, alle organizzazioni cattoliche – rappresentate in maniera brillante da Don Elio Monari – e a personaggi della società civile. Negli ultimi giorni di gennaio la maggior parte dei militari alleati ha già raggiunto destinazioni sicure, ma alcuni ex-prigionieri sono ancora a Modena e corrono gravi rischi per la loro immediata riconoscibilità. Quando il Tenente inglese Leather Godwin ha bisogno di cure, Anderlini chiede l’aiuto di un medico, ma la paura delle ripercussioni penali induce il dottore a denunciare l’animatore della rete clandestina. All’inizio di gennaio, i fascisti arrestano Anderlini insieme a Chiarina Rognoni e Dalma Malagoli: i tre finiscono in carcere e vivono quaranta giorni di passione. Dietro le sbarre, Anderlini incontra Alfonso Paltrinieri – un agiato e devoto possidente di San Felice sul Panaro che ha ospitato alcuni prigionieri inglesi ed è stato arrestato insieme alla moglie Ines Gallini e a Vittorio Piva – e Fortunato Cavazzoni, un agricoltore di Nonantola che è stato arrestato insieme a due dei suoi figli il 18 gennaio per aver offerto ospitalità a un soldato del Commonwealth evaso dal campo di prigionia. Il 21 febbraio 1944 il Tribunale Straordinario di Guerra si riunisce a Palazzo Ducale e condanna alla fucilazione Anderlini e Paltrinieri; è la seconda pena capitale inflitta nella città di Modena, dopo quella comminata contro Carlo Tincani e Ultimo Martelli nei primi giorni del 1944. Mentre la sentenza viene pronunciata, Fortunato Cavazzoni muore in circostanze mai del tutto chiarite: i figli vengono scarcerati, ma non possono vedere il corpo del padre. All’alba del giorno successivo, i due detenuti sono condotti al Poligono di Tiro della Sacca e vengono soppressi con raffiche al petto.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-10 22:58:59
Vittime
Elenco vittime
1. Arturo Anderlini: nato a Modena il 3 febbraio 1896 da una famiglia originaria della Madonnina, antifascista. Cresciuto al Patronato per i Figli del Popolo, negli anni Venti è un attivo sostenitore del Partito Socialista insieme al fratello, assessore nella giunta Teglio; negli anni del regime rimane antifascista, si avvicina al movimento “Giustizia e Libertà” e aderisce al Partito d’Azione. Dopo l’8 settembre 1943 organizza una rete clandestina per salvare i prigionieri alleati dai campi di detenzione della città e della provincia e collabora con i principali protagonisti del CLN di Modena. Segnalato alle autorità occupanti, è catturato nel gennaio del 1944; il 22 febbraio 1944 viene fucilato al poligono di tiro della Sacca insieme ad Alfonso Paltrinieri.
2. Fortunato Cavazzoni: nato a Vignola (MO) il 2 agosto 1884, residente a Nonantola, agricoltore, civile. Il 18 gennaio 1944 viene arrestato dai fascisti poiché ha ospitato un soldato inglese evaso dal campo di prigionia di Fossoli; condotto nelle carceri di Sant’Eufemia, conosce Arturo Anderlini e Alfonso Paltrinieri. Nella tarda serata del 21 febbraio 1944 il Tribunale Straordinario di Guerra si riunisce a Palazzo Ducale e condanna alla fucilazione Anderlini e Paltrinieri; in quelle stesse ore, Fortunato Cavazzoni muore in circostanze misteriose nella sua cella.
3. Alfonso Paltrinieri: nato a Rosario di Santa Fé il 14 luglio 1894 da una coppia di modenesi emigrati in Argentina. Rientrato in Italia, acquista una tenuta a San Felice sul Panaro, apre una piccola azienda casearia, si sposa e ha cinque figli. Cattolico fervente, non ama la violenza fascista; dopo l’8 settembre 1943, si adopera per salvare i militari alleati che fuggono dai campi di prigionia. All’inizio dell’inverno i fascisti scoprono un paracadutista inglese nella sua casa; Paltrinieri è arrestato e rinchiuso nelle celle dell’Accademia Militare. Viene fucilato al poligono di tiro della Sacca insieme ad Arturo Anderlini il 22 febbraio 1944.
Elenco vittime civili 2
Fortunato Cavazzoni,
Alfonso Paltrinieri
Elenco vittime antifasciste 1
Arturo Anderlini
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Modena
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Modena
Descrizione: Anderlini e Paltrinieri non sono considerati partigiani poiché non hanno partecipato all’organizzazione della lotta armata: il cattolico Paltrinieri ha agito a titolo personale e per carità cristiana, mentre l’azionista Anderlini – ricordato sul monumento anche da una piccola croce personale – è stato uno dei perni della rete di soccorso ai prigionieri alleati. Nell’immediato dopoguerra la lapide è collocata sul muro della fucilazione, ma alla fine degli anni Ottanta l’Amministrazione comunale e l’ANPI decidono di spostarla all’ingresso del parco che divide le vie Benedetto Croce e Giovanni Boccaccio per darle maggiore visibilità.
commemorazione a Modena
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Modena
Descrizione: Nell’immediato dopoguerra le associazioni sportive che si riconoscevano nei valori della Resistenza e delle Sinistre (UISP e federazioni specifiche a essa affiliate) organizzarono la “Coppa Arturo Anderlini”, una corsa ciclistica in memoria del principale organizzatore dell’assistenza ai prigionieri di guerra in fuga dai campi.