Descrizione
Località Villa Martuzzi, Vignola, Modena, Emilia-Romagna
Data 23 dicembre 1944 - 31 dicembre 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 17
Numero vittime uomini 15
Numero vittime uomini adulti 14
Numero vittime uomini anziani 1
Numero vittime donne 2
Numero vittime donne adulte 2
Descrizione: Nell’autunno del 1944 una spia fascista di Carpi si infiltra tra i partigiani della Brigata Matteotti, che operano tra Guiglia, Savignano sul Panaro e Castello di Serravalle. Il traditore entra in contatto con Braggio, podestà di Guiglia, e recupera informazioni e fotografie relative ai “ribelli”. Intorno al 23 dicembre 1944 le SS-44848, stanziate nella Villa Martuzzi di Vignola, avviano un rastrellamento antipartigiano nei territori della “Brigata Matteotti”: Ilva Vaccari sostiene che volessero vendicare il ferimento di un soldato tedesco nella borgata vignolese di Tavernelle, ma appare più probabile che l’operazione fosse dovuta alla volontà di assestare un duro colpo alla Resistenza della fascia pedemontana. Testimoni di Guiglia raccontano che le SS, frustrate dal mancato ritrovamento del consistente nucleo partigiano di cui avevano avuto notizia dagli informatori della zona, entrano nel palazzo municipale e chiedono al podestà una lista di famiglie e cittadini da rastrellare. Braggio fornisce indicazioni molto precise e i militi nazisti procedono con la violenza: arrestano quindici persone e le chiudono nelle cantine di Villa Martuzzi – una splendida residenza padronale sul colle vignolese di Campiglio – insieme ad altri due ostaggi. I coloni dei dintorni raccontano che, nell’ultima settimana dell’anno, i rumori delle feste e delle baldorie si alternano a grida strazianti. La verità emerge il 1 marzo 1945, quando dalle devastazioni di un bombardamento aereo emerge la prima fossa comune, che contiene quattordici corpi martoriati e seviziati; la seconda viene scoperta il 9 marzo 1945 e riporta alla luce le ultime tre vittime. Benché nessuna fonte attesti la scansione cronologica degli eventi, si suppone che le SS abbiano torturato, seviziato e ucciso le vittime fra il 24 e il 31 dicembre 1944, occultando poi i corpi nelle fosse comuni. Tilde e Marsilia Amici subirono orribili violenze sessuali.
Modalità di uccisione: tortura a morte,uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: sevizie-torture,stupro
Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
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Annotazioni: *Quasi tutte le vittime di questa strage hanno ottenuto un riconoscimento partigiano, ma non sono state mai attive nella Resistenza armata; sono noti i sentimenti di rifiuto del fascismo di Avito Magni e le frequentazioni clandestine di Giovanni Piani, ma le testimonianze orali suggeriscono che i fratelli Uccellari siano stati rastrellati poiché accusati di aver fornito il materiale di sepoltura per un partigiano e che Nicola Nervuti abbia pagato le scelte “ribelli” del figlio Gino.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La memoria della strage di Villa Martuzzi è sempre stata piuttosto debole e reticente per diversi motivi: l’occultamento dei cadaveri portò i familiari delle vittime a vivere in maniera straziante il riconoscimento dei propri cari, poiché la speranza di una deportazione in Germania o di una sorte meno tragica svanì nella consapevolezza dell’orrore nazista. Le terribili violenze che rimasero nascoste nelle segrete della villa sconvolsero la comunità vignolese, che non dimenticò gli sguardi sconvolti dei militi dell’UNPA e dei primi testimoni, ma non affiancò mai le vittime delle fosse comuni ai “caduti di Pratomaggiore”: mentre questi ultimi incarnavano le speranze della Resistenza, i morti di Villa Martuzzi erano i simboli inerti di una delle pagine più nere della storia del territorio; i loro corpi straziati non comunicavano l’orgoglio del rifiuto, ma lo scempio della guerra. La natura privata della residenza non ha favorito il radicamento della memoria nel luogo della strage. La famiglia del partigiano di Savignano sul Panaro Dino Grandi, che risultò disperso nel corso della Lotta di Liberazione, è fermamente convinta che la diciassettesima vittima non sia Guido Palmieri, ma il proprio parente; nonostante questa determinazione a rivedere l’identità dell’ultimo riconosciuto, non è stato possibile smentire la veridicità degli elenchi ufficiali ed è opportuno mantenere il nome di Palmieri.
Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-13 18:43:11
Vittime
Elenco vittime
1. Clinio Amici: nato a Guiglia (MO) il 20 gennaio 1922, residente a Castello di Serravalle, civile. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944 insieme al padre Pietro e alle sorelle Marsilia e Tilde, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
2. Marsilia Amici: nata a Guiglia (MO) il 15 gennaio 1925, residente a Castello di Serravalle, civile. Rastrellata dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944 insieme al padre Pietro e ai fratelli Clinio e Tilde, viene seviziata e trucidata con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
3. Pietro Amici: nato a Guiglia (MO) il 29 aprile 1888, residente a Castello di Serravalle, civile. Nel 1938 riceve un riconoscimento dal regime fascista poiché la sua famiglia è una delle più numerose del territorio di Guiglia. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944 insieme ai figli Clinio, Marsilia e Tilde, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
4. Tilde Amici: nata a Guiglia (MO) il 1 aprile 1923, residente a Castello di Serravalle, civile. Rastrellata dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944 insieme al padre Pietro e ai fratelli Clinio e Marsilia, viene seviziata e trucidata con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
5. Felice Bassini: nato a Bologna il 14 agosto 1922, figlio di Antonio e Maria Medici, residente a Bologna, studente, partigiano. Geniere, dopo l’8 settembre 1943 rientra a casa e sfolla dalla città: si stabilisce nella fascia pre-appenninica e il 6 agosto 1944 si unisce alla Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Rosso”. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
6. Primo Bigi: nato a Guiglia (MO) l’11 luglio 1915, figlio di Augusto e Bianca Riav, residente nella frazione di Monteorsello insieme a Bianca Maria Riva (sua erede), partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Svelto”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
7. Guglielmo Borghi: nato a Guiglia (MO) il 26 ottobre 1914, figlio di Edmondo e Natalina Monzoni, residente a Guiglia (MO), colono, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Rauco”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
8. Ildebrando Cornacchi: nato a Bologna il 13 novembre 1903, figlio di Umberto e di Felicita Scaglioni, residente a Guiglia (MO), operaio ferroviere, partigiano. Il 2 marzo 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Berretta”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
9. Avito Magni: nato a Guiglia (MO) il 7 aprile 1890, figlio di Flaminio e Maria Lalli, residente a Guiglia (MO), colono, partigiano. Sorvegliato dai fascisti per le simpatie socialiste manifestate in gioventù, il 19 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Svelto”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
10. Nicola Nervuti: nato a Montese il 6 aprile 1892, figlio di Gino e di n.n., residente a Guiglia (MO), partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Staiser”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Suo figlio Gino è attivo nella Resistenza e si fa temere dai fascisti di Guiglia. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
11. Guido Palmieri: nato e residente a Vergato (BO), ha 31 anni. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti. Le sue spoglie sono state identificate con alcune settimane di ritardo poiché la famiglia non pensava che fosse finito nella fascia pedemontana modenese.
12. Giovanni Piani: nato a Guiglia (MO) il 22 giugno 1913, figlio di Adeoado e Beatrice Mazzoni, residente a Guiglia (MO), sellaio, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Tito”, ma non abbandona mai i territori natali e si lega sentimentalmente a una delle figlie di Pietro Amici. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944 nella cascina dove abita la fidanzata, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
13. Dario Piccioli: nato a Guiglia (MO) il 10 aprile 1915, figlio di Gaetano e Virginia Cassanelli, residente a Guiglia, colono, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Tasso”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
14. Alberto Pisanelli: nato a Guiglia il 10 settembre 1924, figlio di Francesco e Vittoria Iubini, residente a Guiglia nella frazione di Monteorsello, colono, partigiano. Il 12 febbraio 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Moro”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
15. Artemisio Uccellari: nato a Guiglia il 13 febbraio 1905, figlio di Giuseppe e Anna Minghelli, residente a Guiglia, colono, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Tondo”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
16. Elio Uccellari: nato a Guiglia l’8 settembre 1900, figlio di Giuseppe e Anna Minghelli, residente a Guiglia, colono, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Trieste”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
17. Raimondo Uccellari: nato a Guiglia il 9 aprile 1895, figlio di Giuseppe e Anna Minghelli, residente a Guiglia, colono, partigiano. Il 6 giugno 1944 entra nella Brigata “Matteotti” con il nome di battaglia “Vecchio”, ma non abbandona mai i territori di Guiglia e continua a lavorare la terra. Rastrellato dalle SS-44848 il 23 dicembre 1944, viene trucidato con altri sedici ostaggi a Villa Martuzzi negli ultimi giorni dell’anno: i corpi vengono rinvenuti il 1 e il 9 marzo 1945 dopo che un bombardamento aereo ha portato alla luce le due fosse comuni in cui erano stati sepolti.
Elenco vittime partigiani 13
Felice Bassini,
Primo Bigi,
Guglielmo Borghi,
Ildebrando Cornacchi,
Avito Magni,
Nicola Nervuti,
Guido Palmieri,
Giovanni Piani,
Dario Piccioli,
Alberto Pisanelli,
Artemisio Uccellari,
Elio Uccellari,
Raimondo Uccellari
Elenco vittime legate a partigiani 4
Clinio Amici,
Marsilia Amici,
Pietro Amici,
Tilde Amici
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
sconosciuto Braggio
Nome sconosciuto
Cognome Braggio
Ruolo nella strage Collaboratore
Note responsabile Un delatore carpigiano infiltrato nella Brigata “Matteotti” fornisce al podestà di Guiglia, tale Braggio, parecchie informazioni sui partigiani e sull’organizzazione della Resistenza. Il reggente del municipio favorisce il rastrellamento con una puntuale collaborazione.
"Leo" sconosciuto
Nome \"Leo\"
Cognome sconosciuto
Ruolo nella strage Delatore
Note responsabile Un delatore carpigiano infiltrato nella Brigata “Matteotti” fornisce al podestà di Guiglia parecchie informazioni sui partigiani e sull’organizzazione della Resistenza. Il reggente del municipio favorisce il rastrellamento con una puntuale collaborazione.
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a parco di Villa Martuzzi, Vignola
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: parco di Villa Martuzzi, Vignola
Anno di realizzazione: 1972
Descrizione: Nel 1972 l’Amministrazione comunale di Vignola inaugura un monumento in memoria della “Lotta di Liberazione – Eccidio di Villa Martuzzi”: il blocco di marmo che regge l’epigrafe viene collocato fuori dal parco della villa, lungo la strada che collega Campiglio alla località “Gessiere”.
monumento a Parco dei Nuovi Nati, Vignola
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Parco dei Nuovi Nati, Vignola
Anno di realizzazione: 2010
Descrizione: Nel 65° anniversario del ritrovamento dei corpi viene realizzato un secondo memoriale, che proietta la memoria della strage nel vicino “Parco dei Nuovi Nati”.
commemorazione a Vignola
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Vignola
Descrizione: Dal 2010 il Comune di Vignola, in collaborazione con l’Unione Terre di Castelli e i Comuni di Guiglia e Valsamoggia, organizza una commemorazione pubblica della strage di Villa Martuzzi.