Descrizione
Località Montieri, Montieri, Grosseto, Toscana
Data 26 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: A Montieri, importante comune tra Siena e Massa Marittima, era presente un fascio repubblicano forte e molto attivo. Durante il Ventennio in quest’area aveva esercitato una notevole influenza uno dei capi del fascismo maremmano, Biagio Vecchioni di Gerfalco, segretario federale di Grosseto, deputato e poi presidente dell’INFAIL. Nella frazione di Boccheggiano il primo CLN si costituì già il 15 ottobre 1943 e dette vita a una banda partigiana, che dal 1. maggio 1944 entrò a far parte del Raggruppamento patrioti “Monte Amiata” settore C (11. Banda Autonoma). Nella zona agivano anche le prime formazioni di Massa Marittima, poi aggregate nella 3. Brigata Garibaldi, da cui si distaccarono i partigiani che formeranno la 23. Brigata Garibaldi “G. Boscaglia” sui monti delle Carline. Il primo grave episodio contro i civili si registrò il 20 gennaio 1944, quando il segretario del fascio di Montieri sparò verso i manifestanti che protestavano contro l’arresto dei genitori dei renitenti alla leva, provocando due vittime. Anche per vendicare tale fatto i partigiani della futura 23. Brigata Garibaldi “G. Boscaglia”, in unione a quelli della “Spartaco Lavagnini” attiva nel senese, attaccarono in massa Montieri, assediando la caserma della GNR infliggendo perdite al nemico (21 marzo 1944). Nei mesi successivi i partigiani delle due Brigate Garibaldi “Boscaglia” e “Lavagnini” e dell’11. Banda Autonoma intensificarono la guerriglia in quest’area, subendo vari rastrellamenti nazifascisti, tra cui quello del 7-8 maggio 1944. Con l’avanzamento del fronte i partigiani occuparono Montieri il 12 giugno, organizzando la guardia armata per impedire i saccheggi e assistere la popolazione. La 5. Armata americana entrò in paese il 25 giugno: durante la ritirata i tedeschi si abbandonarono alle violenze contro i civili, uccidendone sei oltre a quattro uomini della guardia nazionale di Gerfalco, che furono condotti a Castelnuovo Val di Cecina e lì fucilati (26 giugno 1944). Uno dei civili era Olinto Mastri, che fu derubato e percosso dalle truppe tedesche mentre si recava a governare gli animali da cortile di sua proprietà, prima di esser ucciso con raffiche di mitraglia durante il suo tentativo di tornare ai ricoveri.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,sevizie-torture
Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: Per questo episodio non fu mai avviato alcun procedimento giudiziario.
Scheda compilata da Marco Grilli
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-13 23:17:52
Vittime
Elenco vittime
Mastri Olinto, di anni 61, nato e residente a Grosseto nella frazione di Travale, mutilato di guerra, pensionato.
Elenco vittime civili 1
Mastri Olinto.
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
museo a Grosseto, Via de’Barberi 61
Tipo di memoria: museo
Ubicazione: Grosseto, Via de’Barberi 61
Descrizione: Mostra permanente dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Isgrec): “Stragi nazifasciste nella provincia di Grosseto”, visitabile nella Biblioteca Francesco Chioccon dell’Isgrec, in Via de’Barberi 61, Grosseto.