Descrizione
Località Civitella Paganico, Civitella Paganico, Grosseto, Toscana
Data 14 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: Di Civitella Marittima era il primo capo del fascismo maremmano, l’avvocato Ferdinando Pierazzi, segretario federale di Grosseto, deputato e sottosegretario di Stato. Nonostante tale figura, il Ventennio a Civitella si contraddistinse per le lotte di fazione, le vertenze agrarie sugli usi civici e le difficoltà nel processo di fascistizzazione delle masse. Dopo l’8 settembre 1943, i bombardamenti alleati su Grosseto convinsero le autorità della RSI a trasferire gli uffici civili e militari verso l’interno: Paganico divenne sede della Prefettura e della Federazione provinciale del PFR. Nell’area di Civitella Paganico agirono i partigiani della 3. Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci” (Distaccamento di Paganico) e quelli della 21. Brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini” (banda autonoma Bracco, collegata al 5. Distaccamento “Giuggioli e Parri”), senza dimenticare le incursioni della formazione “Alta Maremma”. Nella primavera 1944 furono sempre più incessanti i bombardamenti degli Alleati contro gli obiettivi strategici di quest’area, mentre la “Lavagnini” acquisì maggior consistenza numerica e organizzativa, compiendo azioni quali la cattura del segretario (e del vice) del PFR di Casal di Pari e il disarmo della locale caserma della GNR. Il 6 giugno gli uomini della “Gramsci” entrarono a Civitella e occuparono la caserma della GNR: il giorno dopo fu circondata Paganico, ma i membri del PFR riuscirono a fuggire con un’autocolonna. I tedeschi, continuamente attaccati durante la ritirata, sfogarono la loro rabbia anche sulla popolazione. Il 14 giugno, in circostanze non chiare, fu ucciso il cinquantasettenne Angelo Federighi: fu il primo dei tre civili che persero la vita per mano dei militari germanici a Civitella Paganico. Il 22 giugno gli americani della 1. Divisione corrazzata (5. Armata) e i reparti del Corpo di spedizione francese occuparono Civitella e, dopo aver vinto la forte resistenza tedesca verso Roccastrada (24 giugno), presero Casal di Pari e raggiunsero il torrente Farma.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: Per questo episodio non fu mai avviato alcun procedimento giudiziario.
Scheda compilata da MARCO GRILLI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-06-03 08:12:57
Vittime
Elenco vittime
Federighi Angelo, nato l’8/10/1886.
Elenco vittime civili 1
Federighi Angelo.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Mario Balugani
Nome Mario
Cognome Balugani
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Mario Balugani, nacque a Viconovo (FE) il 10 settembre 1916, agente ausiliario di pubblica sicurezza, collaboratore
Note procedimento Detenuto dal 25 maggio 1945 al 3 dicembre 1951. Coniugato, padre di due figli. Tra i vari capi di imputazione per i quali furono processati lui e gli altri uomini di De Sanctis, vi fu quello di concorso nel delitto di quintuplice omicidio aggravato «per avere adoperato maltrattamenti e sevizie allo scopo di estorcere le confessioni da farsi valere innanzi a un sedicente Tribunale (…) con la volontà e la coscienza di cagionare la morte delle vittime». La CAS di Ferrara il 14 ottobre 1945 condannò Apollonio, D\'Ercole, Valli e Balugani alla pena capitale, Manocchio, Lanzarotta e Roversi a 30 anni di carcere. «La Corte di Cassazione, con sentenza del 12 febbraio 1946, accogliendo il ricorso (…) avanzato circa l\'illegalità della pena capitale loro inflitta, siccome già abolita col DLL 10 agosto 1944 n. 244, sostiuiva a detta pena quella dell\'ergastolo con l\'aggravamento dell\'isolamento». Fu la Corte d\'Assise di Bologna, il 6 dicembre 1947, a fissare in un anno la durata dell\'isolamento e ad applicare il condono previsto dal Decreto Presidenziale 22 giugno 1946, commutando l\'ergastolo in trenta anni di reclusione. A seguito della assoluzione ottenuta da Carlo De Sanctis il 27 giugno 1951 dinnanzi alla Corte d\'Assise di Macerata, da tutti ventitrè gli omicidi di cui era stato accusato, gli otto componenti della banda, coinvolti indirettamente nell\'omicidio dei cinque partigiani, presentarono istanza di revisione, opponendo l\'inconciliabilità tra la sentenza della CAS ferrarese e quella della corte maceratese. Il 30 novembre 1951 la Cassazione accolse l\'istanza «perchè manca la prova che [abbia] commesso il fatto» e, annulando sia la sentenza di Ferrara sia quella di Bologna, rinviò tutti gli imputati dinnanzi alla Corte d\'Assise d\'Appello di Ancona per un nuovo giudizio. Il 28 luglio 1953 venne promulgata la sentenza: pronunciando in sede di revisione come alla sentenza della Corte di Cassazione del 30 novembre 1951, relativamente alla fucilazione del 30 dicembre 1945, la Corte li assolse per non aver commesso il fatto, poiché, riferendosi alla sentenza che aveva mandato assolto De Sanctis, «mancava ogni nesso di causalità, sia morale che materiale tra l\'attività spiegata dal De Sanctis ed il luttuoso evento» ed osservando, inoltre che il Tribunale Militare che emanò la condanna a morte, assolse alcuni imputati e ne condannò al carcere altri, dimostrando così che l\'attività investigativa e preparatria di De Sanctis, non condusse necessariamente tutti gli imputati alla fucilazione. Se De Sanctis fu assolto, lo dovevano essere anche i suoi uomini che eseguirono i suoi ordini.
Memorie
Memorie legate a questa strage
museo a Grosseto, Via de’Barberi 61
Tipo di memoria: museo
Ubicazione: Grosseto, Via de’Barberi 61
Descrizione: Mostra permanente dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Isgrec): “Stragi nazifasciste nella provincia di Grosseto”, visitabile nella Biblioteca Francesco Chioccon dell’Isgrec, in Via de’Barberi 61, Grosseto.