Descrizione
Località Cerreta, Sant’Anna Pelago, Pievepelago, Modena, Emilia-Romagna
Data 30 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 4
Numero vittime uomini adulti 4
Descrizione: Nella seconda metà di giugno, dopo la liberazione della Rocca di Montefiorino e la costituzione della Repubblica partigiana, Mario Ricci (“Armando”) e la Divisione Modena Montagna preparano alcune operazioni per mantenere dalla propria parte l’inerzia della guerra e assestare nuovi colpi ai nazi-fascisti. La zona libera diventa la base di partenza per diverse piccole offensive contro i vicini presidi tedeschi e fascisti, ma le forze di occupazione non restano a guardare. Il 28 giugno 1944 i nazisti circondano la frazione di Piandelagotti e sorprendono i partigiani che presidiano l’abitato: i “ribelli” della guarnigione difensiva riescono a mettersi in salvo, ma si sganciano senza combattere e lasciano il borgo alla mercé dei soldati germanici. Dopo aver ucciso dieci persone, i tedeschi catturano trenta ostaggi e li conducono a Pievepelago. Il 30 giugno 1944 i partigiani Pietro Fontanini, Corrado Genasi, Giuseppe Lamberti ed Elio Venturi vengono condotti a Cerreta di Sant’Anna Pelago e impiccati lungo la via Giardini e, affinché i loro corpi siano di monito per i passanti che si spostano fra la montagna e la pianura, li lasciano appesi al patibolo per tre giorni.
Modalità di uccisione: impiccagione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rappresaglia
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Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La strage di Piandelagotti e l’eccidio di Cerreta hanno generato una memoria controversa e piuttosto divisa. Anche se la condanna nei confronti delle efferatezze della Feldgendarmerie di Pievepelago e delle forze di occupazione naziste non è mai venuta meno, gli ambienti moderati e cattolici della montagna modenese hanno rimproverato ai partigiani che difendevano Piandelagotti una certa superficialità e una notevole inclinazione alle baldorie: secondo gli accusatori, queste tendenze si sarebbero riflesse nello sganciamento senza lotta del 28 giugno 1944. Nelle settimane successive la tremenda rappresaglia tedesca ha complicato i rapporti fra i partigiani e alcune famiglie del luogo e ha provocato l’elaborazione di una memoria non sempre benevola nei confronti dell’organizzazione della Resistenza modenese. Benché l’episodio di Piandelagotti non possa venire liquidato con rapidi giudizi accusatori e debba essere inserito nel complesso contesto dei rapporti fra la zona libera di Montefiorino e le forze di occupazione insediate nei territori dell’Appennino emiliano, appare innegabile che le difficoltà riscontrate dai partigiani nella difesa di questo e di altri presidi – imputabili in parte ai noti problemi di gestione della lotta armata e in parte alle caratteristiche peculiari dell’afflusso massiccio a Montefiorino di giovani non sempre esperti delle dinamiche militari – hanno permesso ai tedeschi di non incontrare particolari resistenze nel corso dei blitz armati.
Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-17 21:05:51
Vittime
Elenco vittime
1. Pietro Fontanini: nato a Frassinoro (MO) il 17 maggio 1915, figlio di Gaetano e Palmira Tazzioli, residente nella frazione di Fontanaluccia, partigiano. Secondo i documenti del riconoscimento conservati dall’ANPI, il 15 giugno 1944 entra nella Brigata “Roveda”. Il 28 giugno 1944 viene sorpreso dalle truppe tedesche che circondano e assaltano Piandelagotti: i nazisti lo catturano e lo conducono a Pievepelago. Il 30 giugno 1944 viene portato a Cerreta di Sant’Anna Pelago e impiccato lungo la via Giardini.
2. Corrado Genasi: nato a Bologna il 23 luglio 1925, figlio di Umberto ed Enrica Maccaferri, residente a Bologna, fornaio, partigiano. Sfollato a Riolunato, il 1 maggio 1944 entra nella Brigata “Roveda” con il nome di battaglia “Bruno”. Il 28 giugno 1944 viene sorpreso dalle truppe tedesche che circondano e assaltano Piandelagotti: i nazisti lo catturano e lo conducono a Pievepelago. Il 30 giugno 1944 viene portato a Cerreta di Sant’Anna Pelago e impiccato lungo la via Giardini.
3. Giuseppe Lamberti: nato a Frassinoro il 19 giugno 1906, figlio di Marco, residente a Frassinoro, guardia forestale, riconosciuto partigiano. Dopo aver rifiutato di prestare servizio per i fascisti, il 15 marzo 1944 viene aggregato alla formazione “Balducchi” della Brigata Comando. Il 28 giugno 1944 viene sorpreso dalle truppe tedesche che circondano e assaltano Piandelagotti: i nazisti lo catturano e lo conducono a Pievepelago. Il 30 giugno 1944 viene portato a Cerreta di Sant’Anna Pelago e impiccato lungo la via Giardini.
4. Elio Venturi: nato a Marzabotto (BO) il 15 marzo 1924, figlio di Alessandro e Caterina Degli Esposti, residente a Sasso Marconi (BO), partigiano. Il 2 aprile 1944 entra nella Brigata “Comando” con il nome di battaglia “Cannone”. Il 28 giugno 1944 viene sorpreso dalle truppe tedesche che circondano e assaltano Piandelagotti: i nazisti lo catturano e lo conducono a Pievepelago. Il 30 giugno 1944 viene portato a Cerreta di Sant’Anna Pelago e impiccato lungo la via Giardini.
Elenco vittime partigiani 4
Pietro Fontanini,
Corrado Genasi,
Giuseppe Lamberti,
Elio Venturi
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Cerreta, Sant’Anna Pelago, Pievepelago
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Cerreta, Sant’Anna Pelago, Pievepelago
Anno di realizzazione: 1984
Descrizione: Nel 1984 è stata collocata una nuova lapide sul luogo dell’impiccagione dei quattro partigiani: in precedenza, il monumento dedicato alle vittime del 30 giugno 1944 aveva subito per due volte atti vandalici.