Descrizione
Località Cazzano di Tramigna, Cazzano di Tramigna, Verona, Veneto
Data 28 luglio 1944 - 29 luglio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Nel luglio 1944 la Gnr locale setacciò la provincia veronese alla ricerca di renitenti e disertori. Il 28 luglio un reparto arrivò anche a Cazzano di Tramigna al fine di rintracciare, tra gli altri, l’artigliere Luigi Piubelli. Quest’ultimo dopo l’8 settembre era tornato al suo paese natio, Cazzano, e s’era unito ai partigiani della Brigata Vicenza. La madre, Onilda Spiazzi, in concomitanza con l’arrivo della Gnr a Cazzano di Tramigna, denunciò la scomparsa del figlio, a suo dire catturato dai partigiani. Si trattava del tentativo disperato da parte di Onilda di salvaguardare le sorti del figlio, tuttavia i militi fascisti non diedero credito alla versione della donna e per ritorsione arrestarono il parroco, il commissario prefettizio e altri uomini del luogo. Al contempo, fu affisso un bando in cui si annunciava la fucilazione di cinque ostaggi nel caso in cui Luigi Piubelli non si fosse presentato al Comando della Gnr entro la mezzanotte di quel giorno. La madre di Luigi fu portata in municipio, subì un interrogatorio protrattosi tutta la notte e caratterizzato da minacce e violenze.
Non sappiamo se la donna rivelò informazioni utili ai fascisti. Secondo il notiziario della Gnr, Onilda ammise di aver persuaso il figlio a sposare la causa della Resistenza, perciò i militi si sentirono legittimati ad ucciderla presso la piazza del paese alle ore 9.30 del 29 luglio.
Non è da trascurare l’ipotesi che – dopo lunghe ore di torture – Onilda si fosse limitata a dichiarare che il figlio non era stato arrestato dai partigiani, bensì si fosse unito a loro. Per tale confessione, i fascisti avrebbero deciso di ucciderla, con esecuzione pubblica al fine di rendere la condanna della donna un monito ulteriore all’intera comunità locale. Gli altri ostaggi furono invece liberati.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture,stupro
Tipo di massacro: punitivo
--> Per saperne di più sulle tipologie
Estremi e note penali: Il tenente Silvio Stoia fu processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Verona il 21 agosto 1946 che lo condannò a 24 anni ed 8 mesi di reclusione (un terzo della pena fu condonata per effetto del decreto presidenziale n. 4 del 22 giugno 1946, la cosiddetta amnistia Togliatti). Il 12 marzo 1948 Stoia beneficiò della libertà vigilata.
Assieme al tenente Stoia, fu processato anche Otello Bertoli che fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui un terzo condonato. Il suo ricorso fu rigettato, ma ottenne – grazie ad una serie di condoni – la scarcerazione il 19 dicembre del 1952.
Annotazioni: Nella denuncia che la comunità di Cazzano di Tramigna indirizza ai Carabinieri viene riportato il nome – presumibilmente errato – di Teodolinda Spiazzi; nelle altre fonti a nostra diposizione così come nella letteratura che si occupa dell’episodio ci si riferisce alla donna con il nome di Olinda Spiazzi.
Nel volume dell’Anpi, sezione di Verona, dedicato ai partigiani caduti nella lotta di Liberazione, Onilda figura tra essi; dato che non è stato appurato un diretto legame tra la donna e le brigate partigiane si è preferito definirla, nell’apposito spazio, legata ai partigiani, in quanto il figlio faceva parte della Brigata Vicenza.
Scheda compilata da ANDREA MARTINI
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-18 15:10:02
Vittime
Elenco vittime
Spiazzi Onilda (o Teodolinda) nata il 19 febbraio 1898 a Cazzano di Tramigna (Verona), casalinga;
Elenco vittime legate a partigiani 1
Spiazzi Onilda (o Teodolinda)
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Bruno Reggiani
Nome Bruno
Cognome Reggiani
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile A guidare il reparto fu il capitano Bruno Reggiani. Presero parte agli interrogatori Otello Bertoli ed il tenente Silvio Stoia. Quest’ultimo fu a capo del plotone di esecuzione che uccise la donna. Bruno Reggiani fu commissario prefettizio e segretario del fascio di San Bonifacio (Verona). Arruolatosi nella Gnr, nel luglio 1944 comandò il presidio di Vestenanova (Verona) dove condusse numerosi rastrellamenti e rappresaglie, provocando diverse vittime tra le fila partigiane. Proprio a Vestenanova, ricorse all’espediente di arrestare una madre perché rivelasse il nascondiglio del figlio, sospetto partigiano. In quella circostanza, tuttavia, alla donna fu risparmiata la vita. La notte tra il 19 e il 20 agosto 1944 fu ferito mortalmente da alcuni partigiani della Brigata Avesani.
Note procedimento Il tenente Silvio Stoia fu processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Verona il 21 agosto 1946 che lo condannò a 24 anni ed 8 mesi di reclusione (un terzo della pena fu condonata per effetto del decreto presidenziale n. 4 del 22 giugno 1946, la cosiddetta amnistia Togliatti). Il 12 marzo 1948 Stoia beneficiò della libertà vigilata. Assieme al tenente Stoia, fu processato anche Otello Bertoli che fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui un terzo condonato. Il suo ricorso fu rigettato, ma ottenne – grazie ad una serie di condoni – la scarcerazione il 19 dicembre del 1952.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 2. compagnia/40. battaglione mobile della GNR
Otello Bertoli
Nome Otello
Cognome Bertoli
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile A guidare il reparto fu il capitano Bruno Reggiani. Presero parte agli interrogatori Otello Bertoli ed il tenente Silvio Stoia. Quest’ultimo fu a capo del plotone di esecuzione che uccise la donna. Bruno Reggiani fu commissario prefettizio e segretario del fascio di San Bonifacio (Verona). Arruolatosi nella Gnr, nel luglio 1944 comandò il presidio di Vestenanova (Verona) dove condusse numerosi rastrellamenti e rappresaglie, provocando diverse vittime tra le fila partigiane. Proprio a Vestenanova, ricorse all’espediente di arrestare una madre perché rivelasse il nascondiglio del figlio, sospetto partigiano. In quella circostanza, tuttavia, alla donna fu risparmiata la vita. La notte tra il 19 e il 20 agosto 1944 fu ferito mortalmente da alcuni partigiani della Brigata Avesani.
Note procedimento Il tenente Silvio Stoia fu processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Verona il 21 agosto 1946 che lo condannò a 24 anni ed 8 mesi di reclusione (un terzo della pena fu condonata per effetto del decreto presidenziale n. 4 del 22 giugno 1946, la cosiddetta amnistia Togliatti). Il 12 marzo 1948 Stoia beneficiò della libertà vigilata. Assieme al tenente Stoia, fu processato anche Otello Bertoli che fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui un terzo condonato. Il suo ricorso fu rigettato, ma ottenne – grazie ad una serie di condoni – la scarcerazione il 19 dicembre del 1952.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 2. compagnia/40. battaglione mobile della GNR
Silvio Stoia
Nome Silvio
Cognome Stoia
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile A guidare il reparto fu il capitano Bruno Reggiani. Presero parte agli interrogatori Otello Bertoli ed il tenente Silvio Stoia. Quest’ultimo fu a capo del plotone di esecuzione che uccise la donna. Bruno Reggiani fu commissario prefettizio e segretario del fascio di San Bonifacio (Verona). Arruolatosi nella Gnr, nel luglio 1944 comandò il presidio di Vestenanova (Verona) dove condusse numerosi rastrellamenti e rappresaglie, provocando diverse vittime tra le fila partigiane. Proprio a Vestenanova, ricorse all’espediente di arrestare una madre perché rivelasse il nascondiglio del figlio, sospetto partigiano. In quella circostanza, tuttavia, alla donna fu risparmiata la vita. La notte tra il 19 e il 20 agosto 1944 fu ferito mortalmente da alcuni partigiani della Brigata Avesani.
Note procedimento Il tenente Silvio Stoia fu processato dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Verona il 21 agosto 1946 che lo condannò a 24 anni ed 8 mesi di reclusione (un terzo della pena fu condonata per effetto del decreto presidenziale n. 4 del 22 giugno 1946, la cosiddetta amnistia Togliatti). Il 12 marzo 1948 Stoia beneficiò della libertà vigilata. Assieme al tenente Stoia, fu processato anche Otello Bertoli che fu condannato a 30 anni di reclusione, di cui un terzo condonato. Il suo ricorso fu rigettato, ma ottenne – grazie ad una serie di condoni – la scarcerazione il 19 dicembre del 1952.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 2. compagnia/40. battaglione mobile della GNR
Sentenze delle Corti d'Assise straordinarie sull'episodio
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Cazzano di Tramigna
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Cazzano di Tramigna
Descrizione: A Cazzano di Tramigna vi è una lapide in memoria di Onilda Spiazzi che recita: «il 29 luglio 1944 nel pieno di una guerra odiata dal popolo la sbirraglia fascista asservita al tedesco qui fucilava un’innocente madre».
luogo della memoria a Cazzano di Tramigna
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Cazzano di Tramigna
Descrizione: Intitolazione di una via alla vittima