Descrizione
Località Pieve di Trebbio, Guiglia, Modena, Emilia-Romagna
Data 12 marzo 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: All’inizio di marzo del 1944 la Guardia Nazionale Repubblicana organizza alcune azioni di rastrellamento nella montagna modenese per cercare di stanare i numerosi renitenti alla leva della RSI e impedire alle prime formazioni partigiane di organizzarsi in maniera efficace. Alla fine della prima decade del mese, una delazione comunica alla GNR della città la presenza di un nutrito gruppo di “ribelli” nella bassa valle del Panaro: l’ex-ufficiale degli Alpini Leonida Patrignani, punto di riferimento del Partito d’Azione, è sfollato da Bologna nella sua villa di Marano sul Panaro per organizzare una spedizione di sostegno ai nuclei resistenti di Mario Ricci, il comandante “Armando”. La “Spedizione Bandiera” – che riceve quest’etichetta dal nome di battaglia del condottiero Patrignani – deve affrontare parecchie difficoltà logistiche poiché comprende un numero di giovani sbandati e disertori molto superiore alle previsioni della vigilia. Il gruppo dei partigiani si ferma nella zona di Pieve di Trebbio, ma il 12 marzo 1944 viene attaccato dai fascisti della GNR di Modena e Bologna. I militi di Santorelli attaccano i “ribelli”, ma nessuno riesce a ottenere una vittoria significativa: la spedizione partigiana si scioglie e il comandante è costretto ad attraversare a nuoto le acque gelide del Panaro, ma anche la GNR rientra a Vignola constatando alcune perdite. L’impreparazione di entrambi gli schieramenti appesantisce il bilancio del combattimento: sette partigiani cadono nel corso dello scontro. Il giorno successivo viene ucciso il partigiano Enrico Brandoli: Roccamalatina e Pieve di Trebbio vivono ancora la tensione della battaglia, ma il giovane di Spezzano non porta più le armi e, quando vede due fascisti insieme al podestà Braggio, cerca riparo in un porcile. Secondo la testimonianza dell’allora comandante dei R. Carabinieri di Guiglia, i fascisti Giuliani e Zanetti lo falciano nel nascondiglio con una raffica di mitra.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
--> Per saperne di più sulle tipologie
Estremi e note penali: CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Il combattimento di Pieve di Trebbio è un punto di riferimento fondamentale della memoria della Resistenza nella valle del Panaro e nella Quinta Zona partigiana della provincia modenese poiché costituisce il primo atto della Lotta di Liberazione e rappresenta l’emblema delle difficoltà organizzative del primo inverno dell’occupazione nazista. La “Spedizione Bandiera” è rimasta a lungo nell’oblio poiché il risultato negativo e il prestigio “alpino” e “azionista” di Leonida Patrignani hanno convinto i vertici del CLN modenese ad allontanare il comandante dalla zona delle operazioni e a sorvolare a lungo sul suo apporto per la nascita del movimento partigiano nella valle del Panaro. Negli ultimi due decenni le associazioni antifasciste hanno mostrato un rinnovato interesse nei confronti della “Spedizione Bandiera”.
Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
Scarica la scheda in formato .pdf
Le schede monografiche in formato .pdf sono coperte da diritto d'autore.
Ogni uso improprio o non consentito è punibile ai sensi di legge
Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-26 10:38:58
Vittime
Elenco vittime
1. Enrico Brandoli: nato a Fiorano Modenese (MO) il 5 marzo 1923, figlio di Paolo e Adele Secchi, residente a Spezzano di Fiorano, operaio, partigiano. Il 1 febbraio 1944 entra nella Resistenza per sfuggire ai bandi della RSI: il foglio di riconoscimento partigiano lo inserisce nelle file della Brigata “Roveda”, ma costituisce l’adeguamento postumo a un’appartenenza armata difficile da registrare. Brandoli vive i primi passi della Resistenza nella valle del Panaro e si unisce al gruppo di ribelli della “Spedizione Bandiera”, guidata da Leonida Patrignani (Ufficiale degli Alpini e punto di riferimento del Partito d’Azione, nome di battaglia “Bandiera”), per raggiungere l’Appennino e portare un aiuto al nucleo di Armando. Il 12 marzo 1944 una delazione consente ai fascisti di scoprire la posizione dei partigiani di “Bandiera”, che si trovano in località Pieve di Trebbio. I militi di Santorelli attaccano i “ribelli”, ma nessuno riesce a ottenere una vittoria significativa: la spedizione partigiana si scioglie e il comandante è costretto ad attraversare a nuoto le acque gelide del Panaro, ma anche la GNR rientra a Vignola constatando alcune perdite. L’impreparazione di entrambi gli schieramenti appesantisce il bilancio del combattimento: sette partigiani cadono nel corso dello scontro. Il giorno successivo viene ucciso il partigiano Enrico Brandoli: Roccamalatina e Pieve di Trebbio vivono ancora la tensione della battaglia, ma il giovane di Spezzano non porta più le armi e, quando vede due fascisti insieme al podestà Braggio, cerca riparo in un porcile. Secondo la testimonianza dell’allora comandante dei R. Carabinieri di Guiglia, i fascisti Giuliani e Zanetti lo falciano nel nascondiglio con una raffica di mitra.
Elenco vittime partigiani 1
Enrico Brandoli
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Giovanni Zanetti
Nome Giovanni
Cognome Zanetti
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Giovanni Zanetti: milite della GNR, accusato e sospettato dell’omicidio di Brandoli.
Note procedimento CAS Modena, Verbale d’istruzione sommaria, 4 maggio 1946, Mascolo Giovanni, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno dopo Giuliani e Zanetti che erano andati a Rocca Malatina accompagnarono il podestà Braggio in municipio a Guiglia. Nel viaggio di ritorno avvenne l\'incidente che costò la vita al Brandoli. Verso le ore 15 mentre con il dott. Brandoli e l\'appuntato Giorgio Giuseppe mi recavo a Pieve di Trebbio per le constatazioni di legge circa i sette partigiani uccisi, passando dalla località Logo vidi della gente ferma. Allora io scesi dalla macchina e vidi il cadavere del Brandoli. Mi fu detto che era stato ucciso dai militi Zanetti e Giuliani. La popolazione era indignata, specie il Santorelli, perché i militi avevano dato ordine di non seppellire il cadavere? Allora facemmo la constatazione di legge e poi dato ordine di sepoltura e andai a Pieve di Trebbio ove pure diedi ordine di sepoltura. Dopo tre giorni si presentarono in caserma il giorno 16 marzo 1944 il Giuliani e lo Zanetti. Io contestai loro quanto era successo in località Logo. Entrambi e concordemente mi dissero, vantandosi, di avere ucciso un partigiano e precisamente che il Braggio si era fermato a parlare con l\'oste del luogo e che mentre il Braggio parlava loro due avevano visto due giovani scappare e nascondersi tra le case, che li avevano inseguiti e che ne avevano scoperto uno in un porcile vuoto e che avevano sparato verso il porcile, che allora il partigiano aveva tentato (non era stato colpito) a fuggire [sic] ma che entrambi gli avevano sparato ed era seduto a terra ferito; che avvicinatosi al ferito questo aveva detto di non essere partigiano ma di essere a Guiglia in visita a parenti e poiché il partigiano li aveva ingiuriati a che allora il Giuliani lo aveva con un colpo ucciso”. ------------ GNR di Modena. Distaccamento di Guiglia. Conflitto a fuoco tra legionari e partigiani, 15 marzo 1944, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno successivo, 13 andante, in località Logo frazione di Monteorsello, sempre ad opera del gruppo dei legionari fu ucciso altro partigiano che a dire della popolazione si chiama Brandoli Enrico da Spilamberto. Non è stata fatta alcuna segnalazione del fatto in quanto lo scrivente ritiene trattarsi di un fatto d\'arme rientrante nell\'orbita puramente militare, tanto che il 13 corrente, a firma dell\'aiutante maggiore S.C.M. Giovanni Franco, ebbe ordine di dire al Comune di far seppellire i cadaveri.”
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR di Modena
Lodovico Giuliani
Nome Lodovico
Cognome Giuliani
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Lodovico Giuliani: milite della GNR, accusato e sospettato dell’omicidio di Brandoli.
Note procedimento CAS Modena, Verbale d’istruzione sommaria, 4 maggio 1946, Mascolo Giovanni, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno dopo Giuliani e Zanetti che erano andati a Rocca Malatina accompagnarono il podestà Braggio in municipio a Guiglia. Nel viaggio di ritorno avvenne l\'incidente che costò la vita al Brandoli. Verso le ore 15 mentre con il dott. Brandoli e l\'appuntato Giorgio Giuseppe mi recavo a Pieve di Trebbio per le constatazioni di legge circa i sette partigiani uccisi, passando dalla località Logo vidi della gente ferma. Allora io scesi dalla macchina e vidi il cadavere del Brandoli. Mi fu detto che era stato ucciso dai militi Zanetti e Giuliani. La popolazione era indignata, specie il Santorelli, perché i militi avevano dato ordine di non seppellire il cadavere? Allora facemmo la constatazione di legge e poi dato ordine di sepoltura e andai a Pieve di Trebbio ove pure diedi ordine di sepoltura. Dopo tre giorni si presentarono in caserma il giorno 16 marzo 1944 il Giuliani e lo Zanetti. Io contestai loro quanto era successo in località Logo. Entrambi e concordemente mi dissero, vantandosi, di avere ucciso un partigiano e precisamente che il Braggio si era fermato a parlare con l\'oste del luogo e che mentre il Braggio parlava loro due avevano visto due giovani scappare e nascondersi tra le case, che li avevano inseguiti e che ne avevano scoperto uno in un porcile vuoto e che avevano sparato verso il porcile, che allora il partigiano aveva tentato (non era stato colpito) a fuggire [sic] ma che entrambi gli avevano sparato ed era seduto a terra ferito; che avvicinatosi al ferito questo aveva detto di non essere partigiano ma di essere a Guiglia in visita a parenti e poiché il partigiano li aveva ingiuriati a che allora il Giuliani lo aveva con un colpo ucciso”. -------- GNR di Modena. Distaccamento di Guiglia. Conflitto a fuoco tra legionari e partigiani, 15 marzo 1944, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno successivo, 13 andante, in località Logo frazione di Monteorsello, sempre ad opera del gruppo dei legionari fu ucciso altro partigiano che a dire della popolazione si chiama Brandoli Enrico da Spilamberto. Non è stata fatta alcuna segnalazione del fatto in quanto lo scrivente ritiene trattarsi di un fatto d\'arme rientrante nell\'orbita puramente militare, tanto che il 13 corrente, a firma dell\'aiutante maggiore S.C.M. Giovanni Franco, ebbe ordine di dire al Comune di far seppellire i cadaveri.”
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR di Modena
sconosciuto Braggio
Nome sconosciuto
Cognome Braggio
Note responsabile Braggio: podestà di Guiglia, molto determinato nella lotta contro i partigiani, sostenitore delle delazioni.
Note procedimento CAS Modena, Verbale d’istruzione sommaria, 4 maggio 1946, Mascolo Giovanni, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno dopo Giuliani e Zanetti che erano andati a Rocca Malatina accompagnarono il podestà Braggio in municipio a Guiglia. Nel viaggio di ritorno avvenne l\'incidente che costò la vita al Brandoli. Verso le ore 15 mentre con il dott. Brandoli e l\'appuntato Giorgio Giuseppe mi recavo a Pieve di Trebbio per le constatazioni di legge circa i sette partigiani uccisi, passando dalla località Logo vidi della gente ferma. Allora io scesi dalla macchina e vidi il cadavere del Brandoli. Mi fu detto che era stato ucciso dai militi Zanetti e Giuliani. La popolazione era indignata, specie il Santorelli, perché i militi avevano dato ordine di non seppellire il cadavere? Allora facemmo la constatazione di legge e poi dato ordine di sepoltura e andai a Pieve di Trebbio ove pure diedi ordine di sepoltura. Dopo tre giorni si presentarono in caserma il giorno 16 marzo 1944 il Giuliani e lo Zanetti. Io contestai loro quanto era successo in località Logo. Entrambi e concordemente mi dissero, vantandosi, di avere ucciso un partigiano e precisamente che il Braggio si era fermato a parlare con l\'oste del luogo e che mentre il Braggio parlava loro due avevano visto due giovani scappare e nascondersi tra le case, che li avevano inseguiti e che ne avevano scoperto uno in un porcile vuoto e che avevano sparato verso il porcile, che allora il partigiano aveva tentato (non era stato colpito) a fuggire [sic] ma che entrambi gli avevano sparato ed era seduto a terra ferito; che avvicinatosi al ferito questo aveva detto di non essere partigiano ma di essere a Guiglia in visita a parenti e poiché il partigiano li aveva ingiuriati a che allora il Giuliani lo aveva con un colpo ucciso”. ------------- GNR di Modena. Distaccamento di Guiglia. Conflitto a fuoco tra legionari e partigiani, 15 marzo 1944, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno successivo, 13 andante, in località Logo frazione di Monteorsello, sempre ad opera del gruppo dei legionari fu ucciso altro partigiano che a dire della popolazione si chiama Brandoli Enrico da Spilamberto. Non è stata fatta alcuna segnalazione del fatto in quanto lo scrivente ritiene trattarsi di un fatto d\'arme rientrante nell\'orbita puramente militare, tanto che il 13 corrente, a firma dell\'aiutante maggiore S.C.M. Giovanni Franco, ebbe ordine di dire al Comune di far seppellire i cadaveri.”
sconosciuto Santorelli
Nome sconosciuto
Cognome Santorelli
Note responsabile Tenente colonnello Santorelli: comandante della GNR di Modena. Non si trova alla testa delle truppe durante il combattimento, ma verifica in seguito lo scenario di Pieve di Trebbio.
Note procedimento CAS Modena, Verbale d’istruzione sommaria, 4 maggio 1946, Mascolo Giovanni, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno dopo Giuliani e Zanetti che erano andati a Rocca Malatina accompagnarono il podestà Braggio in municipio a Guiglia. Nel viaggio di ritorno avvenne l\'incidente che costò la vita al Brandoli. Verso le ore 15 mentre con il dott. Brandoli e l\'appuntato Giorgio Giuseppe mi recavo a Pieve di Trebbio per le constatazioni di legge circa i sette partigiani uccisi, passando dalla località Logo vidi della gente ferma. Allora io scesi dalla macchina e vidi il cadavere del Brandoli. Mi fu detto che era stato ucciso dai militi Zanetti e Giuliani. La popolazione era indignata, specie il Santorelli, perché i militi avevano dato ordine di non seppellire il cadavere? Allora facemmo la constatazione di legge e poi dato ordine di sepoltura e andai a Pieve di Trebbio ove pure diedi ordine di sepoltura. Dopo tre giorni si presentarono in caserma il giorno 16 marzo 1944 il Giuliani e lo Zanetti. Io contestai loro quanto era successo in località Logo. Entrambi e concordemente mi dissero, vantandosi, di avere ucciso un partigiano e precisamente che il Braggio si era fermato a parlare con l\'oste del luogo e che mentre il Braggio parlava loro due avevano visto due giovani scappare e nascondersi tra le case, che li avevano inseguiti e che ne avevano scoperto uno in un porcile vuoto e che avevano sparato verso il porcile, che allora il partigiano aveva tentato (non era stato colpito) a fuggire [sic] ma che entrambi gli avevano sparato ed era seduto a terra ferito; che avvicinatosi al ferito questo aveva detto di non essere partigiano ma di essere a Guiglia in visita a parenti e poiché il partigiano li aveva ingiuriati a che allora il Giuliani lo aveva con un colpo ucciso”. ------------- GNR di Modena. Distaccamento di Guiglia. Conflitto a fuoco tra legionari e partigiani, 15 marzo 1944, in ASMO, CAS, 1945 – Zanetti-Giuliani – CAS MO. “Il giorno successivo, 13 andante, in località Logo frazione di Monteorsello, sempre ad opera del gruppo dei legionari fu ucciso altro partigiano che a dire della popolazione si chiama Brandoli Enrico da Spilamberto. Non è stata fatta alcuna segnalazione del fatto in quanto lo scrivente ritiene trattarsi di un fatto d\'arme rientrante nell\'orbita puramente militare, tanto che il 13 corrente, a firma dell\'aiutante maggiore S.C.M. Giovanni Franco, ebbe ordine di dire al Comune di far seppellire i cadaveri.”
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR di Modena
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Pieve di Trebbio
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Pieve di Trebbio
Descrizione: Enrico Brandoli è ricordato nel monumento collettivo di Pieve di Trebbio, insieme ad altri cinque partigiani che hanno perso la vita nel corso del combattimento del 12 marzo 1944.
commemorazione a Cerreta, Sant’Anna Pelago, Pievepelago
Tipo di memoria: commemorazione
Ubicazione: Cerreta, Sant’Anna Pelago, Pievepelago
Descrizione: Il combattimento di Pieve di Trebbio è commemorato ogni anno con una sentita cerimonia pubblica.