Descrizione
Località San Damaso, Modena, Modena, Emilia-Romagna
Data 13 ottobre 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Negli ultimi giorni di settembre del 1944 le organizzazioni della Resistenza preparano l’insurrezione generale per la Liberazione delle città emiliane. I tedeschi e i fascisti non si limitano a difendere le posizioni, ma effettuano diverse operazioni anti-partigiane. Il 13 ottobre 1944 il partigiano Antonio Rosselli viene fermato da un gruppo di fascisti del reparto “controguerriglia” del 42° Comando Provinciale della GNR modenese: dopo il controllo dei documenti, i militi gli impongono di ammettere che la data di nascita non è corretta e che appartiene a una delle classi di leva sottoposte al bando di reclutamento della RSI. Il suo rifiuto porta alle torture e alla fucilazione, che avviene in un bosco della villa Bentivoglio.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO.
Il 5 luglio 1945 Antonio Petti viene condannato alla pena di morte con degradazione dalla Corte d’Assise di Modena: fra i capi d’accusa si trova anche il processo sommario del 27 marzo 1945.
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Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci.
1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.”
2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari.
3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo.
DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.
Scheda compilata da Daniel Degli Esposti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-12-26 10:48:40
Vittime
Elenco vittime
1. Antonio Rosselli: nato a Novara di Sicilia (ME) nel 1915, figlio di Carmelo e – secondo l’ANPI di Modena – Teresina Righi, residente a Modena, calzolaio, partigiano. Il 5 giugno 1944 entra nella Brigata “Walter Tabacchi”. Il 13 ottobre 1944 viene fermato da un gruppo di fascisti del reparto “controguerriglia” del 42° Comando Provinciale della GNR modenese: dopo il controllo dei documenti, i militi gli impongono di ammettere che la data di nascita non è corretta e che appartiene a una delle classi di leva sottoposte al bando di reclutamento della RSI. Il suo rifiuto porta alle torture e alla fucilazione, che avviene in un bosco della villa Bentivoglio.
Elenco vittime partigiani 1
Antonio Rosselli
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Ufficio Politico Investigativo/42. Comando militare provinciale/GNR di Modena
Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Antonio Petti
Nome Antonio
Cognome Petti
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Colonnello Antonio Petti: comandante del 42° Comando Militare Provinciale. ------ Questura di Modena, Relazione su Antonio Petti, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Altro gravissimo episodio che conferma il sistema adoperato dagli uomini di Petti è l\'omicidio consumato in località S. Damaso il 13 ottobre 1944 in persona del calzolaio Rosselli Antonio, di anni 29 da Novara di Sicilia (Messina) di cui al rapporto di questo Ufficio diretto alla allora Procura di Stato di Modena in data 16 ottobre 1944 n. 11656. Il Rosselli veniva fucilato nel bosco della Villa del Conte Bentivoglio da un reparto della GNR comandato da un ufficiale. La Questura, nel tentativo di fare condurre un\'inchiesta a carico dei responsabili, inviava per conoscenza copia del rapporto diretto alla Procura anche al Comandante Provinciale della guardia, il quale, con lettera 18 ottobre 1944 n. 567 - u.c. 3/A1 [...] non solo giustificava il crimine, ma dava una versione diversa da quella accertata con la prova testimoniale della Signora Magnani Merope in Della Casa, residente a S. Damaso in Via Vignolese n. 1332, confermata dal minore Mario Benincasa di Silvio, abitante in via Vignolese n. 691”. ------ Testimonianza di Magnani Merope in Della Casa fu Artemio, di anni 41 di San Damaso, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Rosselli Antonio veniva da Sandonnino [sic] per prendere dei chiodi, non avendo trovato dei chiodi andò dal barbiere a farsi radere la barba. Intanto vide arrivare dei soldati appartenenti alla Repubblica; lo hanno fermato e gli hanno chiesti i documenti: documenti che egli mostrò. Senonché cominciarono subito col dargli dei pugni sulla faccia, nonostante che lui fosse perfettamente a posto. Io ero presente ed ho notato che i militari erano sette. Credo che stessero eseguendo un rastrellamento, ma non ho visto fermare nessun altro. Quando sono giunti vicino alla casa del Sig. Grosoli hanno collocato il Rosselli al muro per fucilarlo. Io allora mi misi a gridare. Un tenente dell\'Accademia di Modena, certo William mi minacciò spianando il fucile contro di me, invitandomi ad allontanarmi per smetterla di urlare. L\'avevano afferrato alla gola e stringevano tanto dal fargli [sic] uscire la lingua dalla bocca. Volevano per forza che dicesse di essere di una classe soggetta alla leva militare e non del 1915, come effettivamente era. Grondava sangue dalla bocca, aveva le labbra spaccate e i denti rotti. Entrarono da Grosoli e gli diedero da bere dicendo: \"Bevi, è l\'ultimo goccio che bevi, adesso ti andiamo a fucilare\". Lo trasportarono nella villa del Conte Bentivoglio e lì, dal tenente William e da altri due repubblicani, è stato ucciso. Gli hanno sparato alla schiena e sul viso; sul viso dopo, con la rivoltella. È stato arrestato alle 9 e mezza e ucciso alle 11. L\'esecuzione ha avuto luogo in un bosco della villa Bentivoglio”. ------ Benincasa Mario di Silvio, di anni 12, falegname di San Damaso, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Ho visto io quando dei Repubblicani portavano nel bosco della villa del Conte Bentivoglio il Rosselli. Ho visto quando sono ritornati dal posto, senza il Rosselli. Andai a vedere e trovai una persona uccisa: era quello che avevano portato poco prima”. ------ GNR, uccisione Rosselli Antonio, in ASMO CAS (1945) – Busta 1: Antonio Petti – Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. “Si comunica che il giorno 13 [ottobre] su ordine di questo Comando veniva effettuata un\'operazione di rastrellamento lungo il torrente \"Tiepido\" fra Fossalta e San Damaso. Nei pressi di S. Damaso venne fermato tale Rosselli Antonio di Carmelo da Novara Sicilia perché in possesso di carta d\'identità alterata nella data di nascita. Il Rosselli dichiarò ai militi che lo fermarono di aver abbandonato l\'Esercito nel settembre scorso e di non essersi più ripresentato alle chiamate della sua classe. Mentre veniva portato per gli accertamenti verso Modena tentava di fuggire, saltando una siepe, e veniva raggiunto da una raffica di mitra sparatagli dai militi per fermarlo. è stato rimesso alla Signora Vianelli Zaira in Vandini per la consegna ai conoscenti che ospitavano il Rosselli il di lui portafoglio con £.1729 e varie carte ed una bicicletta”.
Note procedimento Verbale di dibattimento n. 94 R.G. – CAS MO. Il 5 luglio 1945 Antonio Petti viene condannato alla pena di morte con degradazione dalla Corte d’Assise di Modena: fra i capi d’accusa si trova anche il processo sommario del 27 marzo 1945. --------- Processo della Corte d’Assise sezione Speciale di Modena contro Gino Galli, Antonio Nespoli, Bruno Piva, Renato Sacchetti, Giulio Sacchetti, Amanzio Ragni e Calogero Geraci. 1. Primo Grado: “[La corte] dichiara Galli Gino, Nespoli Antonio, Piva Bruno, Sacchetti Renato colpevoli del reato di collaborazionismo a loro ascritto nonché del delitto di omicidio aggravato continuato, il Galli inoltre, di quello di rapina aggravata continuata, e concessa l’attenuante dell’art. 62 bis C.P., condanna ciascuno di essi alla pena dell’ergastolo, con accessori di legge, il Galli in più della multa di £5000, tutti alla confisca dei beni, al pagamento in solido delle spese processuali; il Piva anche al risarcimento dei danni a favore di Luppi Silvio costituito parte civile, liquidati, secondo la richiesta in lire una, nonché alle spese di assistenza e costituzione in £10.096. Dichiara Ragni Amanzio colpevole di collaborazionismo punibile ai sensi dell’art. 58 CP MG nonché di furto aggravato continuato, e concesse le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. per ambedue dell’art. 114 C.P. per il primo reato, lo condanna alla pena di anni sei di reclusione £2000 di multa, inoltre alla confisca nella misura di un terzo dei beni, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento delle spese in solido con gli altri. Dichiara condonate in anni trenta di reclusione la pena dell’ergastolo, nella misura di anni cinque quella detentiva inflitta al Ragni ed interamente le pene pecuniarie. Dichiara non doversi procedere nei confronti di Sacchetti Guido, Geraci Calogero per essere estinto il reato causa amnistia, e ne ordina la scarcerazione se non detenuti per altro motivo. Modena, 27 marzo 1947.” 2. Sentenza 1/3/1949 CASSAZIONE: sostituisce alla pena dell’ergastolo inflitta a Sacchetti, quella di 30 anni di reclusione. Annulla la sentenza a) nei riguardi di Nespoli per difetto di motivazione in ordine alla ritenuta aggravante di cui all’art. 112 CP per l’omicidio e per errore nella determinazione della pena. b) nei confronti di Galli Gino e Piva Bruno per difetto di motivazione sulla ritenuta aggravante della crudeltà e per errore nella determinazione della pena. Rigetta nel resto e rinvia la causa alla Corte di Assise di Perugia per il nuovo giudizio sui punti oggetto di annullamento nei riguardi del Nespoli, Galli e Piva. Modena, 9/5/1949 f. Ferrari. 3. Sentenza 26/4/1950 CORTE DI ASSISE IN PERUGIA: determina la pena per l’omicidio aggravato pel numero delle persone ed in concorso delle attenuanti generiche, e continuato, in anni 24 di reclusione ed aperto il cumulo con la pena di anni 30 di reclusione inflitta al Nespoli, al Galli ed al Piva per collaborazionismo militare determina in anni 30 di reclusione la pena complessiva da espiarsi da ciascuno dei 3 imputati assorbita in detta pena anche quella della reclusione inflitta al Galli per la rapina. Condanna gli imputati stessi in solido, al pagamento delle spese processuali, escluse quelle del giudizio di Cassazione. Dichiara condonati anni 21 di reclusione e le multe irrogate [sic] per la rapina a favore del detenuto Galli Gino. Modena, 27/8/1951, f. Pirolo. DECLARATORIA 14/11/1952: dichiara condizionalmente condonata la residua pena di anni 1 di reclusione inflitta al Ragni Amanzio. Modena, 25/11/1952, f. Pirolo.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 42. Comando Militare Provinciale/GNR di Modena
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a via Vignolese, San Damaso, Modena
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: via Vignolese, San Damaso, Modena
Descrizione: Secondo Ilva Vaccari, Antonio Rosselli è ricordato da un cippo personale eretto in via Vignolese, all’inizio della strada che conduce a Collegara.