Descrizione
Località Montemonaco, Montemonaco, Ascoli Piceno, Marche
Data 18 marzo 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 13
Numero vittime uomini 13
Numero vittime uomini ragazzi 1
Numero vittime uomini adulti 12
Descrizione: Dopo Rovetino, i rastrellamenti tedeschi del marzo del 1944 continuarono nella zona di Montemonaco, nel cuore dei monti Sibillini. L’obbiettivo era annientare la formazione del colonnello Petroni ed eliminare le basi di appoggio partigiane. Nella notte tra il 17 e il 18 marzo oltre mille nazifascisti partirono da Ascoli alla volta di Montemonaco con l’obiettivo di aggirare tutta la zona compresa tra Montegallo e le sorgenti del Tenna. Lungo la strada la colonna si divise in due in modo da accerchiare il paese: alcuni risalirono il corso dell’Aso con direzione Foce, altri proseguirono per Amandola e Montefortino dividendosi a loro volta in due gruppi: uno seguiva la strada provinciale per Montemonaco, l’altro risaliva a Mezzacosta passando per Madonna dell’Ambro. Proprio quest’ultima colonna, a causa della neve, fece ritorno a Montefortino, lasciando così ai partigiani un provvidenziale varco verso il fiume Tenna e l’Infernaccio.
Intorno alle 9 di mattina, un gruppo di partigiani partiti nella notte da Montemonaco, affrontarono nella frazione di Tofe la colonna tedesca che avanzava. Lo scontro a fuoco durò circa un’ora e mezza: caddero sul campo Angelo Rinelli e Adolfo Zocchi. Altri dieci partigiani vennero catturati, perquisiti, percossi con calci, pugni e cassate di fucili, per poi essere fucilati “per ordine del Comando Germanico” sotto un albero al bordo della strada, senza aspettare l’arrivo del prete. Erano circa le 9 del mattino. Quando poco dopo don Amici arrivò e vide l’agghiacciante spettacolo, si sciolse in un pianto dirotto, tra i corpi devastati c’era quello del giovane fratello carabiniere, Mario. Nel frattempo la popolazione era stata fatta uscire dalle case e sottoposta a un minaccioso comizio da parte dell’ufficiale tedesco, che li intimò a dare nuovamente ospitalità o solidarietà ai ribelli, pena la distruzione e la morte.
Nel frattempo gli abitanti di Montemonaco furono avvisati dell’avanzata tedesca da una staffetta, Giovanni Sirocchi, inviata da una pattuglia di patrioti dislocata a San Giorgio all’Isola. Terrorizzati e privi di armi sufficienti per affrontare lo scontro, in molti abbandonarono il paese. Quelli rimasti furono rastrellati dall’autocolonna di tedeschi e fascisti che verso le 7 del mattino accerchiarono l’abitato, per poi perquisire e saccheggiare le abitazioni. Uomini e donne furono adunate sotto il loggiato del municipio. Uno di essi, la guardia municipale Antonio Cesaretti, rivelando di possedere in casa due moschetti, fu colpito a morte insieme con il figlio quindicenne, Anselmo. Perse la vita anche il giovane Enrico Bellesi: rimasto di guardia nell’ex dopo lavoro, venne catturato e ucciso. Dopo essere stati anch’essi minacciati nel caso avessero continuato a sostenere i ribelli, furono lasciati liberi intorno alle 11.
Sull’episodio esiste una ricostruzione redatta all’indomani della liberazione dal Cln di Montemonaco e sottoscritta da alcuni dei partigiani superstiti in cui si vuole stroncare qualsiasi polemica sulle responsabilità dell’eccidio, senza far alcun riferimento al comandante Petroni o al grosso dei partigiani, che grazie all’appostamento e allo scontro di Tofe poterono mettersi in salvo. Dovettero però abbandonare la zona, disperdendosi in altre formazioni, soprattutto verso Castelluccio e Visso. Melia disse che l’azione produsse nei patrioti 17 morti e un numero imprecisato di feriti, mentre i tedeschi e i fascisti subirono 8 morti e vari feriti. Invece il Lagebericht 15.3 – 15.4.44 registra tra i tedeschi 8 morti, 2 feriti e 2 dispersi e valuta le perdite italiane in 15 morti, 14 feriti e 7 dispersi.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rastrellamento
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Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-09-27 11:17:26
Vittime
Elenco vittime
Amici Mario, n. il 29/05/1924 a Montemonaco, figlio di Aurelio, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Sergente Maggiore di btg. – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Bellesi Enrico, n. il 30/06/1926 ad Ascoli Piceno, studente fermano, figlio di Ernesto, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Comandante btg. – Tenente.
Cacciatori Silvio, n. il 02/10/1922 a Montemonaco, figlio di Domenico, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Vice commissario btg. – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Censori Antonio, n. il 26/04/1924 a Montemonaco, figlio di Giuseppe, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Comandante btg. – Tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Censori Ilario, n. 16/06/1926 a Montemonaco, figlio di Giuseppe, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Commissario btg. – Tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Cesaretti Antonio, n. 1895 ad Ascoli Piceno, figlio di Bernardino, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944).
Cesaretti Anselmo , n. 1928 ad Ascoli Piceno, figlio di Antonio, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944).
Giannini Romeo, n. il 24/09/1922 a Montemonaco, figlio di Domenico, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Giuliani Giovanni, n. 03/03/1927 a Montemonaco, figlio di Domenico, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Ispettore organizzativo btg. – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Moretti Ernesto, n. il 15/10/1900 ad Accumoli (L’Aquila), figlio di Giuseppe, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Commissario btg. – Tenente, riconosciutagli il 07/02/1946 ad Ancona.
Qualeatti Sebastiano, n. il 07/01/1918 a Montemonaco, figlio di Giovanni, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Commissario btg. – Tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Ridolfi Giovanni, n. il 11/08/1912 a Montemonaco, figlio di Antonio, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Vice comandante btg. – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Vulpiani Ermenegildo, n. il 12/04/1925 a Montemonaco, figlio di Benedetto, qualifica Partigiano combattente caduto, btg. Batà (03/01/1944 – 18/03/1944), grado Vice comandante btg. – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Elenco vittime partigiani 13
Amici Mario,
Bellesi Enrico,
Cacciatori Silvio,
Censori Antonio,
Censori Ilario,
Cesaretti Antonio,
Cesaretti Anselmo,
Giannini Romeo,
Giuliani Giovanni,
Moretti Ernesto,
Qualeatti Sebastiano,
Ridolfi Giovanni,
Vulpiani Ermenegildo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Fermo
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Fermo
Descrizione: Lapide in ricordo di Enrico Bellesi nell’omonima via a Fermo.
luogo della memoria a Fermo
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Fermo
Descrizione: Intitolazione di via a Enrico Bellesi
lapide a Montemonaco, piazza Risorgimento 5
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Montemonaco, piazza Risorgimento 5
Descrizione: Due lapidi in ricordo dei morti di Montemonaco, in piazza Risorgimento 5: “Per il riscatto della patria la gloria dei partigiani fulminati dal piombo nazifascista immolarono la loro vita gridando libertà – 18 marzo 1944” (segue elenco di 15 nomi con pat
monumento a Montemonaco, Frazione Tofe
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Montemonaco, Frazione Tofe
Descrizione: Monumento ai caduti partigiani di Tofe.
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: L’eccidio viene annualmente commemorato sia a Fermo che a Montemonaco.