Descrizione
Località Mirano, Mirano, Venezia, Veneto
Data 10 dicembre 1944 - 11 dicembre 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Oreste Licori “Negrin” era il comandante della compagnia Volga, che faceva riferimento alla Divisione Garibaldi Padova, la prima a formarsi nell’area del miranese, aveva aggregato alcuni giovani fin dall’ottobre del 1943. Una delle prime iniziative della Volga fu raccogliere armi dai soldati sbandati e diffondere materiale propagandistico stampato nella tipografia di Giancarlo Tonolo, studente universitario a Padova in contatto con il Cln veneto. Commissario politico era Armando Cosmai, figlio di Michele, fucilato il 17 gennaio 1945 con altri sei partigiani della Luneo-Salzano. La Volga aveva il suo accampamento nella zona del Castello di Stigliano, nel comune di Santa Maria di Sala (Venezia), in prossimità dell’argine del fiume Muson. Tra le azioni della Volga si ricordano sequestri di armi, intimidazioni ai militi e ai brigatisti, sabotaggi a linee telefoniche e a cartelli stradali, la cattura di un tenente delle SS italiane, Vasco Mingori, poi giustiziato nell’ottobre del ’44 nell’accampamento della Luneo-Salzano, e del comandante della polizia di Chirignago Menicocci, in seguito rilasciato. Nell’accampamento della Volga fu uccisa Elda Gallo, sorella del segretario del fascio di Santa Maria di Sala.
Verso la fine ottobre Licori rimase ferito in uno scontro a fuoco, per rassicurare i famigliari sulle sue condizioni fece visita alla madre. I fascisti avvertiti da una vicina circondarono la casa, la sorella uscì per prendere tempo, ma i brigatisti minacciarono di lanciare una bomba a mano. A quel punto, per evitare conseguenze alla famiglia, Licori uscì e si fece arrestare senza opporre resistenza. Fu condotto alla Casa del fascio di Mirano e qui interrogato.
Il comandante Mario Zagari, per spaventare e dare l’esempio alla popolazione, decise di fucilarlo il giorno successivo, il 1° di novembre, giorno di festa. Il plotone di esecuzione con il prigioniero uscirono in tarda mattinata, dirigendosi verso il cimitero, seguiti da un piccolo corteo di miranesi. La fucilazione avvenne nell’aia di una casa colonica, poco prima di essere colpito Licori gridò “Viva Stalin!” Non morì sul colpo, agonizzante ricevette il colpo di grazia dallo stesso Zagari.
Il corpo senza vita fu lasciato esposto per diverse ore nel luogo dell’uccisione, solo verso sera i famigliari con un carretto portarono la salma in cimitero a Zianigo.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Giovanni Noè venne accusato anche di “collaborazionismo partecipando al corteo che si recava il 1 novembre del 1944 a fucilare il patriota Licori Oreste in Mirano”.
Mario Zagari nel dopoguerra fu catturato a Roma e condannato alla pena capitale dalla Corte d’Assise di Firenze.
Tullio Santi, chiamato il “Professore”, abitava a Spinea e con la famiglia gestiva la trattoria “La bella Venezia”. Di professione era insegnante di disegno in una scuola di Conegliano e durante il regime era considerato dai suoi compaesani un oppositore. Dopo l’8 settembre 1943 il suo atteggiamento verso il fascismo cambiò radicalmente: coinvolgendo la figlia minore Gisella, rifondò il fascio a Spinea e svolse un ruolo di primo piano tra le brigate nere di Mirano e di Mestre, diventando un feroce persecutore e torturatore di partigiani. Nei giorni della Liberazione fu arrestato e condotto a Mestre, dove fu condannato a morte dal Tribunale del Popolo; esposto sul cassone di un camion Dodge fu fatto sfilare nei paesi che con la sua azione aveva terrorizzato. La sentenza fu eseguita il 30 di aprile del 1945.
Gino Bortolozzo nel dopoguerra ha continuato a risiedere a Mirano, dove è morto nel 1967.
Annotazione e specificazioni sui procedimenti penali (svolgimento, esito, riferimenti vari gradi di giudzio)
Sentenza 16 ottobre 1945 della Corte d’Assise Straordinaria di Venezia; condanna: Giovanni Noè anni 14.
Con sentenza 13 marzo 1946 la Cassazione annulla e rinvia alla Sezione Speciale della Corte d’Assise di Padova.
Con sentenza 17 luglio 1946 la Sezione Speciale della Corte d’Assise di Padova condanna Noè Giovanni ad anni 6, mesi 2 e giorni 13, in applicazione dell’amnistia dichiara condonati anni 5.
Procura Militare Territoriale:
Indicare Procura Militare competente (rif: pre-riforma 2007)
Corte d’Assise Straordinaria di Venezia
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La memoria della lotta di Liberazione si è strutturata precocemente a Mirano, se raffrontata con gli altri paesi del circondario; il principale artefice è stato il primo sindaco democraticamente eletto nel secondo dopoguerra, il comunista Tullio Morgante. Sul solco di questa tradizione si sono posti altre lapidi e cippi nelle celebrazioni degli anniversari, le amministrazioni comunali hanno promosso la pubblicazione di libri su questo argomento. Recentemente (10 ottobre 2014), in alcuni luoghi significativi del paese, sono state inaugurate quattro targhe in memoria di amministratori e consiglieri comunali che avevano partecipato alla Resistenza (Bruno Ballan, Giancarlo Tonolo, Argeo Masaro, Gioacchino Gasparini) che nel secondo dopoguerra hanno avuto un ruolo significativo nello sviluppo culturale, sociale e urbanistico di Mirano
Scheda compilata da MARIA LUCIANA GRANZOTTO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-01 20:56:47
Vittime
Elenco vittime
Licori Oreste, nato a Mirano il 21-01-1921, morto a Mirano 1 novembre 1944, falegname, di famiglia socialista.
Elenco vittime partigiani 1
Licori Oreste