Descrizione
Località Piangipane, Ravenna, Ravenna, Emilia-Romagna
Data 6 gennaio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: A partire dall'autunno 1943 le amministrazioni fascista e nazista cercano di sopperire alle difficoltà organizzative con l'esecuzione di misure ferree che garantiscano l'ordine interno.
Ciò, tuttavia, non ferma la progressiva realizzazione della rete clandestina necessaria a sostenere la lotta partigiana in pianura. Sin dai primi mesi la Resistenza ravennate si mostra capace di colpire i nazifascisti. Infatti sebbene il numero di azioni - poco più di una cinquantina dal settembre 1943 al febbraio 1944 - sarà piuttosto limitato, è altresì vero che porteranno all'uccisione di 6 tedeschi, in un unico episodio, e al ferimento e uccisione di una decina di fascisti, per lo più esponenti di rilievo dei fasci locali o con cariche militari specifiche (il 28 ottobre Mario Gordini ferisce Troiano, console della milizia e questore di Ravenna, il 2 novembre a San Pietro in Campiano viene assassinato Angelo Pezzi, segretario del fascio locale, il 4 novembre a Ravenna è ferito il tenente della milizia De Sezio in piazza del Popolo, l’8 febbraio viene ucciso nella notte il sottotenente dell’esercito repubblicano Aristo Macola). Si trattava di azioni dovute all’iniziativa e all’intraprendenza di singoli partigiani, azioni preparate in esecuzione di specifiche direttive, ma non programmate all’interno di un piano di lotta generale. L’organizzazione partigiana ravennate di cui si ha tutt’ora memoria è ancora di là da venire. A queste azioni "estemporanee" i nazisti e soprattutto i fascisti reagiscono con logiche più simili alla vendetta che alla rappresaglia. Vengono compiuti omicidi e non stragi. Autori di queste uccisioni isolate sono soprattutto uomini della milizia volontaria, delle camicie nere, della polizia federale, dei fasci locali e, in dicembre, della GNR. In vari casi il movente della vedetta personale si manifesta indirettamente all’interno di azioni in cui l’interessato procede al fianco di commilitoni e camerati, ma non manca anche la reazione estrema di chi ha in spregio la vita di coloro che non mostrano soggezione al fascismo di Salò. Un altro dato significativo è che i nomi dei partecipanti alle prime uccisioni nelle zone di Faenza, Ravenna, Alfonsine e Lugo sono a noi già noti in parte come esponenti di quei medesimi fasci e lo diventeranno ancora di più come responsabili di successive uccisioni. Tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944 si verificano quelle spartizioni di poteri che saranno mantenute fino all’ottobre 1944 quando gli uomini dell’amministrazione e della federazione fascista e delle brigate nere (BN) ripiegheranno a nord lontano dal fronte. Molti di coloro che partecipano alle prime uccisioni come membri della polizia federale, dei fasci locali e della GNR entreranno successivamente a far parte delle squadre delle brigate nere. Anche il presente omicidio rientra in queste dinamiche, come rilevato per l'omicidio di Fagnocchi, Cimatti, Strocchi, Pezzi, Sintoni e Ravaioli.
Nella relazione settimanale del 12 gennaio 1944, il questore di Ravenna si vanta della ritrovata stabilità della provincia sotto ogni aspetto pur dovendo rilevare che:
«per quanto riguarda le condizioni della sicurezza e dell’ordine pubblico non si sono avuti a lamentarsi fatti di speciale importanza ad eccezione dell’uccisione di certo Maiani Ludovico di anni 47 da Piangipane ad opera della Guardia Nazionale Repubblicana Rossi Leopoldo»
La sera del 6 gennaio il legionario Rossi, in servizio al distaccamento della GNR di Piangipane di Ravenna, va al cinema con un commilitone. Durante lo spettacolo Rossi vede uno spettatore contravvenire «ad alcune norme interne di polizia municipale» ed interviene accompagnando lo sconosciuto in caserma. Giunti al portone dell’edificio, mentre Rossi bussa, l’uomo, che sta portando a mano la propria bicicletta, velocemente ne inforca i pedali dileguandosi nell’oscurità. Rossi spara in aria a scopo intimidatorio ma non ottiene alcun effetto. Deciso a ritrovare l’uomo, si arma di un moschetto e si dirige all’osteria del paese gestita da Agusani. Non trovandovi il fuggiasco chiede ad Agusani se vi siano delle novità. Mentre l’oste risponde di non saper nulla di nuovo, il commerciante Ludovico Maiani esclama: «Guarda chi è venuto a comandare qua!». A tali parole Rossi si sente provocato e ordina a Maiani di seguirlo in caserma. Il commerciante acconsente ma nell’uscire lo insulta facendogli una pernacchia. Sul seguito della vicenda vi è solo la dichiarazione che Rossi rilascia al proprio comando, stando alla quale, dopo l’«offesa», Maiani avrebbe tentato di afferrargli il moschetto per poi darsi alla fuga. Rossi gli avrebbe dunque sparato alle spalle colpendolo mortalmente.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-02 23:28:51
Vittime
Elenco vittime
Maiani Ludovico di 47 anni.
Elenco vittime civili 1
Maiani Ludovico
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Leopoldo Rossi
Nome Leopoldo
Cognome Rossi
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a piazza XXII Giugno, Piangipane
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: piazza XXII Giugno, Piangipane
Descrizione: Il suo nome figura nel monumento ai caduti partigiani, in piazza XXII Giugno a Piangipane.