Descrizione
Località Bosco Baronio, Ravenna, Ravenna, Emilia-Romagna
Data 21 giugno 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: Nonostante le difficoltà iniziali, nella primavera del 1944 le azioni partigiane aumentano considerevolmente. Grande successo viene riscosso dalle giornate Gap, ideate dai partigiani anche «per collaudare la volontà popolare [poiché] in quel giorno tutti coloro che erano legati all’organizzazione […] dovevano passare all’azione». Nell’aprile del 1944 si registra un inasprimento dello scontro da parte di tutti i contendenti. Le disposizioni partigiane parlano di «sterminio» dei fascisti, ma già a fine mese si comprende la necessità di regolamentare gli attacchi a questi ultimi perché «ognuno che uccida si senta un giustiziere e non un assassino». Secondo tale prospettiva, i fascisti di grado minore, prima di essere assaliti, devono essere “giudicati” dal comitato provinciale di Liberazione o dai tribunali partigiani per atti quali lo spionaggio, l’accaparramento e per le violenze e i crimini commessi contro antifascisti e civili. Nel frattempo, il 7 aprile Kesselring dirama una serie di ordini che prevedono azioni pianificate contro le bande, garantiscono l’impunità per interventi «troppo decisi» e indicano alcune procedure da seguire come l’arresto, senza distinzioni sociali o personali, di civili presenti sul luogo dell’azione partigiana. Il 18 aprile, anche il Comando Provinciale di Novara della Gnr invia una circolare a tutti gli uffici dipendenti relativa alla conduzione della lotta contro i banditi in cui si riafferma il concetto di “responsabilità collettiva” definita però sulla base delle appartenenze politiche piuttosto che sulla base dell’effettiva partecipazione alle azioni partigiane. In seguito all’introduzione di questo concetto, unitamente al mancato riconoscimento dei partigiani come combattenti regolari, la lotta antipartigiana diviene anche lotta contro i civili. Lo scontro viene riportato tra “fascisti” e “non-fascisti”, ovvero tra “italiani” e “traditori”. Questa strategia ha i suoi effetti, visibili anche attraverso l’aumento, nei mesi successivi, del fenomeno della delazione.
Questo è lo scenario in cui si registra un inasprimento degli omicidi di matrice partigiana e fascista. Questo è lo scenario in cui si registra un inasprimento degli omicidi di matrice partigiana e fascista. In aprile gli omicidi nazifascisti salgono a 7, in maggio si mantengono costanti mentre in giugno salgono a 11. La grande maggioranza sono compiuti in circostante diverse dallo scontro armato tipico della battaglia. Gli omicidi sono compiuti un po' ovunque nel territorio provinciale ed in particolar modo nelle frazioni dove la morte di una singola persona incide notevolmente sulle comunità di ridotte dimensioni. L'assassinio di Zirardini si inserisce in questo contesto ed esprime l'inasprimento dello scontro.
Il 21 giugno, in seguito all’uccisione del fascista Felice Leonoli(?),Giacomo Andreani ordina un rastrellamento a Ravenna di persone notoriamente contrarie al PFR. Serafino Saviotti, insieme ad altri fascisti che entreranno a far parte della brigata nera, tra i quali Clemente Giacometti e Sergio Morigi, procedono agli arresti. Nel presentarsi si qualificano come agenti di pubblica sicurezza. La maggior parte delle persone ricercate non sono rintracciate nelle loro case. Nelle loro mani cadono anche Leonardo Zirardini di 58 anni, Pietro Gaudenzi di 29 anni e Giulio Lolli (secondo altre fonti si tratterebbe di Lolli Domenico. La fonte attestante l’identità di Giulio è il diario redatto da Bulow. Se si tratta di Giulio, costui sarà poi ucciso a Camerlona il 26 agosto 1944).
Anziché essere condotti in questura, i tre uomini sono trasportati con un’auto in un luogo noto come Bosco Baronio vicino alla frazione di San Marco. Una volta scesi dall’auto viene loro sparato. Zirardini muore immediatamente, Gaudenzi resta gravemente ferito e si finge morto, mentre Lolli riesce a fuggire.
Nella relazione del 25 giugno la questura indicherà i responsabili come «elementi sconosciuti viaggianti a bordo di due automobili [qualificatisi] per agenti di PS».
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: rastrellamento
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Annotazioni: Si ipotizza che possano essere coinvolti nell'espisodio i fascisti Andreani Giacomo, Saviotti Serafino, Giacometti Clemente e Morigi Sergio
Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-03 15:31:37
Vittime
Elenco vittime
Zirardini Leonardo, di 58 anni
Elenco vittime civili 1
Zirardini Leonardo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Clemente Giacometti
Nome Clemente
Cognome Giacometti
Giacomo Andreani
Nome Giacomo
Cognome Andreani
Serafino Saviotti
Nome Serafino
Cognome Saviotti
Sergio Morigi
Nome Sergio
Cognome Morigi
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a via Fiume Abbandonato 441, Ravenna
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: via Fiume Abbandonato 441, Ravenna
Descrizione: Croce posta a Ravenna in via Fiume Abbandonato 441, nel cortile della casa.