Descrizione
Località Ravenna, Ravenna, Ravenna, Emilia-Romagna
Data 18 luglio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: L'escalation della violenza prosegue per tutta l'estate del 1944. A metà giugno il questore Neri ha ordinato, con la massima segretezza, ad alcuni agenti di PS la compilazione di elenchi di antifascisti, desumendone i nomi dai fascicoli esistenti nell’ufficio politico, per consegnarli alla SS tedesca e alla federazione fascista. Ciò che sin dall'ottobre del 1943 avveniva in modo "informale" per l'individuazione delle vittime delle uccisioni isolate, diventa sistema. Le liste delle persone invise al fascismo sono impiegate sia per la prosecuzione degli omicidi che per l'esecuzione delle stragi.
Verso le 9 del 16 luglio il gap Ravenna, composto da 4 partigiani, si porta in località Tre Ponti per impedire la trebbiatura. A sorvegliare la mietitrebbia vi sono due brigatisti, Giovanni Boschi e Primo Tabanelli. Con un diversivo uno dei gapisti spara a Boschi ferendolo gravemente e si impossessa delle loro armi. Tabanelli corre verso Ravenna a dare l’allarme.
Compiuta l’azione, i 4 gapisti fuggono ma una delle biciclette si sgonfia. Due giovani sono costretti a salire sulla stessa bicicletta. L’accordo è di seguire l’argine dei canali per raggiungere la strada di Sant’Alberto. Allo svincolo Walter Suzzi non svolta e si dirige verso Ravenna. Walter porta sul manubrio un sacco voluminoso e quando si incrocia con un’automobile, i brigatisti che vi sono all’interno lo guardano con sospetto. Questi ultimi sono accorsi sul luogo del ferimento di Boschi avvisati da Tabanelli. Con loro c’è Antonio Capanna che ordina di catturare il ciclista. Nel sacco trovano due moschetti e due bombe a mano.
Condottolo in federazione, Walter è interrogato da Guido Guidi che riesce a estorcergli la propria identità. Ai brigatisti è così possibile catturare anche i suoi famigliari. Il padre insieme ai fratelli Guido e Mario e alla madre Emma Sintoni sono anch’essi portati in federazione dove ascoltano le urla di Walter sottoposto a tortura. Quella stessa notte, mentre si trovano in un locale al pianterreno, il padre e i fratelli, approfittando di una visita di Andreani, Spero e Capanna, chiedono loro delle coperte. Andreani e Spero rispondono: «morire oggi o morire domani è lo stesso».
Dato che Guidi non riesce a ottenere le informazioni che vuole da Walter, lo mette a disposizione dell’ufficio politico, comandato dal maggiore Cotronei, che è competente in materia di indagini politiche e si serve di mezzi «più persuasivi». Cotronei consegna a sua volta Walter al maresciallo Alvaro Savorini che insieme ai suoi uomini lo sottopone a sevizie. Walter non parla. Confessa solo la sua partecipazione al ferimento di Boschi e l’intento di distruggere la trebbiatrice. In assenza di altre accuse, Walter verrà passato per le armi per il danneggiamento della trebbiatrice. L’esecuzione sarà compiuta da alcuni brigatisti ravennati nella stessa località dell’attentato in cui è rimasto ferito Boschi.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: Guidi Guido, accusato del reato di collaborazionismo con l'invasore per aver partecipato alla cattura di Suzzi Walter e a sevizie in suo danno. Con sentenza del 10/07/46 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli esclusa la partecipazione agli omicidi e lo condanna ad anni 12 di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge ivi compresa la confisca di metà dei suoi beni. Dichiara condonati 5 anni di detta pena a sensi del decreto presidenziale 22.6.46 n.4. Con sentenza in data 2.12.47 la Corte di Cassazione dichiara estinto il reato per amnistia ed annulla senza rinvio la sentenza.
Cotronei Alfredo, accusato del reato di collaborazionismo con l'invasore per aver compiuto sevizie e violenze contro Suzzi. Con sentenza del 4/09/45 la corte lo giudica colpevole del delitto ascrittogli e lo condanna quindi alla pena della reclusione per anni quattordici, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed all’interdizione legale durante l’espiazione della pena, nonché al pagamento delle spese processuali.
Declaratoria amnistia 17.7.1946. Riabilitato con sentenza 13.1.61 della Corte d’Appello di Bologna.
Boschi Giovanni, accusato del reato di collaborazionismo con l'invasore per aver partecipato all'uccisione di Walter Suzzi. Con sentenza del 31/01/46 la corte lo assolve dall’imputazione ascrittagli perché il fatto dell’appartenenza alla Guardia nazionale repubblicana ed alla Brigata nera non costituisce reato e per non aver partecipato ai fatti specifici attribuitigli. Ordina che sia posto in libertà se non detenuto per altra causa.
Capanna Antonio, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto] partecipato, in correità con altri e con premeditazione, cagionato per fine fascista volontariamente la morte previe sevizie di Suzzi Walter al fine di concretizzare il delitto di collaborazione coi tedeschi. Con sentenza del 4/08/45 la corte lo giudica colpevole di collaborazione e lo condanna quindi alla pena di morte mediante la fucilazione alla schiena. Ordina che la presente sia, per estratto, affissa nel comune di Ravenna e pubblicata sui giornali locali ‘Democrazia’ e ‘Voce di Romagna’. Con sentenza 29.8.45 la Sezione speciale della Corte di Cassazione di Milano rigetta il ricorso interposto dall’imputato. Eseguita la sentenza alle ore 7 del giorno 23.12.45 mediante la fucilazione alla schiena del condannato, giunta comunicazione in data 26.12.45 in questa Procura.
Savorini Alvaro, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto] effettuato considerevole attività di investigazione politica e di persecuzione contro gli aderenti al movimento di liberazione, svolgendo segretamente inchieste politiche a carico di Suzzi Valter. Con sentenza del 4/08/45 la corte lo giudica colpevole del delitto di collaborazione, in concorso di attenuanti generiche,restando nello stesso assorbite le altre imputazioni e lo condanna quindi alla pena della reclusione per anni trenta. La Corte suprema di Cassazione con sent. 27.9.946, ha annullato la suestesa sentenza nei confronti di Savorini Alvaro e Bruni Aldo ed ha rinviato il nuovo giudizio alla Corte d’assise sez speciale di Firenze, limitatamente per il Bruni all’applicabilità dell’amnistia.
Scheda compilata da Enrica Cavina
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-03 18:08:58
Vittime
Elenco vittime
Suzzi Walter (Sputafuoco), di 19 anni, nato il 14/10/1924 a Castiglione di Ravenna, di famiglia dai sentimenti antifascisti, fu comandante del Distaccamento della Brigata Garibaldi Romagna, dall\'aprile 1944, comandante del GAP volante di Ravenna.
Elenco vittime partigiani 1
Suzzi Walter
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Alfredo Cotronei
Nome Alfredo
Cognome Cotronei
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Cotronei Alfredo, imputato di procedimento.
Note procedimento Cotronei Alfredo, accusato del reato di collaborazionismo con l\'invasore per aver compiuto sevizie e violenze contro Suzzi. Con sentenza del 4/09/45 la corte lo giudica colpevole del delitto ascrittogli e lo condanna quindi alla pena della reclusione per anni quattordici, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed all’interdizione legale durante l’espiazione della pena, nonché al pagamento delle spese processuali. Declaratoria amnistia 17.7.1946. Riabilitato con sentenza 13.1.61 della Corte d’Appello di Bologna.
Alvaro Savorini
Nome Alvaro
Cognome Savorini
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Savorini Alvaro, imputato di procedimento.
Note procedimento Savorini Alvaro, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto] effettuato considerevole attività di investigazione politica e di persecuzione contro gli aderenti al movimento di liberazione, svolgendo segretamente inchieste politiche a carico di Suzzi Valter. Con sentenza del 4/08/45 la corte lo giudica colpevole del delitto di collaborazione, in concorso di attenuanti generiche,restando nello stesso assorbite le altre imputazioni e lo condanna quindi alla pena della reclusione per anni trenta. La Corte suprema di Cassazione con sent. 27.9.946, ha annullato la suestesa sentenza nei confronti di Savorini Alvaro e Bruni Aldo ed ha rinviato il nuovo giudizio alla Corte d’assise sez speciale di Firenze, limitatamente per il Bruni all’applicabilità dell’amnistia.
Antonio Capanna
Nome Antonio
Cognome Capanna
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capanna Antonio, imputato di procedimento.
Note procedimento Capanna Antonio, imputato di reato di collaborazionismo per aver [oltretutto] partecipato, in correità con altri e con premeditazione, cagionato per fine fascista volontariamente la morte previe sevizie di Suzzi Walter al fine di concretizzare il delitto di collaborazione coi tedeschi. Con sentenza del 4/08/45 la corte lo giudica colpevole di collaborazione e lo condanna quindi alla pena di morte mediante la fucilazione alla schiena. Ordina che la presente sia, per estratto, affissa nel comune di Ravenna e pubblicata sui giornali locali ‘Democrazia’ e ‘Voce di Romagna’. Con sentenza 29.8.45 la Sezione speciale della Corte di Cassazione di Milano rigetta il ricorso interposto dall’imputato. Eseguita la sentenza alle ore 7 del giorno 23.12.45 mediante la fucilazione alla schiena del condannato, giunta comunicazione in data 26.12.45 in questa Procura.
Giovanni Boschi
Nome Giovanni
Cognome Boschi
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Boschi Giovanni, imputato di procedimento.
Note procedimento Boschi Giovanni, accusato del reato di collaborazionismo con l\'invasore per aver partecipato all\'uccisione di Walter Suzzi. Con sentenza del 31/01/46 la corte lo assolve dall’imputazione ascrittagli perché il fatto dell’appartenenza alla Guardia nazionale repubblicana ed alla Brigata nera non costituisce reato e per non aver partecipato ai fatti specifici attribuitigli. Ordina che sia posto in libertà se non detenuto per altra causa.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 29. Brigata nera “Ettore Muti” di Ravenna
Guido Guidi
Nome Guido
Cognome Guidi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Guidi Guido, imputato di procedimento.
Note procedimento Guidi Guido, accusato del reato di collaborazionismo con l\'invasore per aver partecipato alla cattura di Suzzi Walter e a sevizie in suo danno. Con sentenza del 10/07/46 la corte lo giudica colpevole del reato ascrittogli esclusa la partecipazione agli omicidi e lo condanna ad anni 12 di reclusione, alle spese processuali e alle altre conseguenze di legge ivi compresa la confisca di metà dei suoi beni. Dichiara condonati 5 anni di detta pena a sensi del decreto presidenziale 22.6.46 n.4. Con sentenza in data 2.12.47 la Corte di Cassazione dichiara estinto il reato per amnistia ed annulla senza rinvio la sentenza.
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a via Romea Nord 233, Ravenna
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: via Romea Nord 233, Ravenna
Descrizione: Cippo posto a Ravenna in via Romea Nord 233.
onorificenza alla persona a Suzzi Walter
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Ubicazione: Suzzi Walter
Descrizione: Medaglia d\'oro al valor militare «Partigiano diciannovenne, animato da sicura fede e da alto spirito combattivo, si prodigò sin dai primi giorni nella lotta di liberazione molto distinguendosi per ponderata capacità di organizzatore unita a giovanile, irrefrenabile ardimento. Qualità queste ripetutamente dimostrate nel corso di numerose azioni di guerra. Particolarmente segnalata la sua attività di comandante del distaccamento di retroguardia dell\'ottava Brigata \"Romagna\" durante il rastrellamento effettuato sull\' Appennino Tosco-Romagnolo da due divisioni germaniche, attività accorta e risoluta che consentì lo sganciamento della formazione dopo avere subito gravi perdite ed averne inflitte di ben più gravi. Al ritorno da un\'azione, come le innumerevoli altre brillantemente riuscita, cadde di sorpresa in mani nemiche. Barbaramente seviziato, tenne fiero ed esemplare contegno. Alla salvezza offertagli a prezzo della denuncia dei compagni, preferì lo strazio e la morte che incontrò da valoroso per la libertà della Patria»