Descrizione
Località Crespadoro, Crespadoro, Vicenza, Veneto
Data 13 settembre 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini ragazzi 1
Descrizione: Dalla zona di Piana-Selva-M. Faldo i nazi-fascisti si spostano sul versante veronese, puntando verso Contrà La Rama, sede del comando della “Pasubio”. Tra la Val Chiampo e la Val d’Alpone i tedeschi chiudono da sud: il 9 i tedeschi invadono Roncà, l’11 arrivano a Brenton e il 12 lo saccheggiano e lo bruciano. Strigono da ovest, dalla Alta Val d’Ilasi e dalla bassa Val d’Alpone, da Badia Calavena, S. Andrea, Selva di Progno, Giazza e S. Giovanni Ilarione. Nell'alta Valle del Chiampo poche sono le case rimaste dopo i precedenti rastrellamenti, soprattutto dopo quello del 5-11 luglio: qualche stanza rabberciata alla meno peggio con massi e tavole, qualche fienile adattato, ruderi di case coperte da tetti di paglia, poca gente che si ostina a restare. Eppure la crudeltà si accanisce ancora una volta su quelle che sono soltanto rovine. Gli scampati al nuovo eccidio trovano ancora la forza di resistere a quell'atmosfera di incubo e di terrore. I Lessini bruciano di nuovo; il cielo è letteralmente offuscato dai fumi; si vive tra i boschi, nei “busi” più riparati. La “Pasubio”, riunita nella zona di Contrà Cracchi, non resiste a lungo e ne esce distrutta. Lo stesso Marozin si salva a stento, sorpreso in un'imboscata. I pochi rimasti si spostano verso le alte valli della Lessinia veronese.
La notte del 19-20 settembre, a S. Daniele e Contrà Biasini di Chiampo e a S. Pietro Mussolino, nuovo rastrellamento tedesco.
Malgrado siano poche le case rimaste in piedi dopo i precedenti rastrellamenti, soprattutto dopo quello di luglio, sono oltre 434 le famiglie vicentine sinistrate nella 3^ parte dell'Operazione “Timpano”.
In particolare il 13 settembre, sulle gruppo montuoso delle Scaggine, Vajo della Scagina, un giovanissimo partigiano della “Pasubio” mente con una pattuglia sta per discendere il vajo viene colpito ad un fianco; un tenente fascista repubblicano lo finisce con un colpo alla nuca. Il 14, continua il grande rastrellamento e setacciano tutto il versante veronese, da Durlo a Campodalbero, fino a S. Pietro Mussolino uccidendo e dando fuoco ad ogni cosa: “una visione infernale e apocalittica...” (don G. Stecco). In Contrà Massanghella di S. Pietro bruciano tutto, portano con se due fratelli che a Contrà Ghiri fucilano; quel giorno catturano in Contrà Ceghi altri tre uomini, che dopo essere stati costretti a portare casse di munizioni, vicino a Contrà Montanari di Vestenanova vengono massacrati; altri due civili sono uccisi a Vestenanova.
“...per quattro giorni la popolazione di quei paesi è vissuta nel terrore. Cinque borgate della parrocchia di Molino di Altissimo completamente distrutte; distrutte pure alcune borgate di Crespadoro, qualche casa di Campodalbero e quasi tutto il paese di Durlo. A Campodalbero si asportò tutto il bestiame, in prevalenza composto da pecore, unica sorgente di vita di quella poverissima popolazione. In tutta l'opera di rastrellamento la popolazione fu derubata di viveri, di indumenti, di denaro e di oggetti di valore. Ad alcune donne fu tolto dalle dita persino l'anello matrimoniale. Nel viaggio di ritorno delle truppe una ragazza di sedici anni, una sposa e un'altra donna furono violentate.
In tutta l'azione nessun ribelle fu preso. Furono invece uccisi cinque capi famiglia, i quali, sicuri della loro condizione, se ne stavano tranquilli al loro lavoro nei campi. Altre cinque vedove con altri innocenti orfani si aggiungono così alla serie già abbastanza lunga creata con le rappresaglie dello scorso luglio nei medesimi paesi.
(Dalla lettera del 28.9.44, di mons. Zinato, vescovo di Vicenza, all'ammiraglio Sparzani, SSS alla Marina, e trasmessa al “duce”).
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rastrellamento
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Scheda compilata da Piero Casentini e Pierluigi Dossi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-04 16:01:32
Vittime
Elenco vittime
Francesco Fochesato “Checca”, cl. 1930; partigiano, trucidato nel Vaio della Scagina in territorio del Comune di Crespadoro il 13.9.44.
Elenco vittime partigiani 1
Francesco Fochesato “Checca”, cl. 1930; partigiano, trucidato nel Vaio della Scagina in territorio del Comune di Crespadoro il 13.9.44.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Alois Menschik
Nome Alois
Cognome Menschik
Stato imputato in procedimento
Note responsabile colonnello SS Menschik Alois; colonnello di gendarmeria e comandante del SS Polizei Regiment “Bolzen”(SS-Ordnungspolizeiregiment \"Bolzen\"), comandante il Settore Sud del rastrellamento del Grappa; pone il suo Comando a Paderno. Tra i fascicoli dell\'\"Armadio della vergogna\" troviamo che il 14.1.60 era stato archiviato provvisoriamente il fascicolo n. 1947, intestato a Menschik, accusato \"del reato di violenza con omicidio (art. 185 c.p.m.g.) per aver preso parte all\'eccidio di civili italiani a Bolzano e Monte Grappa\"; arrestato dagli alleati nell\'immediato dopoguerra è rilasciato dopo una breve carcerazione.
Nome del reparto nazista Polizei
Nome del reparto Ordnungspolizei reparto non specificato
Ciro Di Carlo
Nome Ciro
Cognome Di Carlo
Ruolo nella strage Autore
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile Di Carlo Ciro, nato a Sciacca (Agrigento), cl. 1904; insegnante; comandante del 40° Btg Mobile GNR “Verona”, di stanza a Montorio e che dipendente direttamente dalle SS tedesche di Verona. Dopo la guerra è condannato a 30 anni di carcere, ma le varie amnistie ne condonano 26. Riprende ad insegnare e muore a Negrar (Vr) nel 1983.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto 40. battaglione mobile della GNR
Fritz-Herbert Dierich
Nome Fritz-Herbert
Cognome Dierich
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile tenente colonnello Friz-Herbert “Karl” Dierich; comandante del Luftwaffe Sicherungsregiment 36 Italien, \"l\'aiutante più volenteroso [di Kesselring] e senza dubbio il più grande criminale dell\'Italia continentale\". Quando prese il comando di questa unità antipartigiana disse: \"I partigiani stanno al di sotto di ogni diritto umano, motivo per il quale la parola d\'ordine è la seguente: piuttosto impiccare dieci innocenti che lasciare impunito un colpevole.\"
Luigi Sioli
Nome Luigi
Cognome Sioli
Ruolo nella strage Autore
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile Sioli Luigi, federale comandante, dal 22 luglio ’44 al 28 febbraio ’45, della 21^ BN “Stefano Rizzardi” di Verona.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 21. Brigata Nera “Stefano Rizzardi” di Verona