Descrizione
Località Salsa, Vittorio Veneto, Treviso, Veneto
Data 6 febbraio 1945
Matrice strage Fascista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: Il 31 gennaio 1945, avendo appreso che il Distaccamento del CRA (Centro Raccolta Alpini) di Colmaggiore di Tarzo era momentaneamente sguarnito, Giuseppe Castelli “Deciso” e la sua banda partigiana affiliata alla Brigata "Piave" decise di impadronirsi con un colpo di mano della guarnigione di Comaggiore (Tarzo).
Travestiti da fascisti, catturarono quattro alpini in libera uscita in località Fratta; poi, facendosi scudo dei
prigionieri, disarmarono la sentinella e tutto il corpo di guardia, conquistando praticamente la caserma
stessa. Infine si misero vicino alla porta di entrata e man mano che gli alpini rientravano in caserma, li
disarmarono e li imprigionarono senza colpo ferire.
Scattò subito l'azione di rappresaglia condotta dal CRA di Conegliano, da cui dipendeva il distaccamento di Colmaggiore, da squadre della XX Brigata Nera di Conegliano e da due reparti della Decima, e cioè il
Battaglione “Nuotatori Paracadutisti” del Capitano Nino Buttazzoni dislocato a Valdobbiadene e il
Battaglione “Valanga” del capitano Manlio Morelli di Vittorio Veneto.
Venne creato una specie di cordone sanitario intorno all’ampia zona collinare di Refrontolo, Tarzo,
Corbanese e Formeniga, mediante l’istituzione di posti di blocco lungo tutte le strade e i sentieri di
transito.
Poi il 6 Febbraio 1945 le truppe fasciste passarono al rastrellamento vero e proprio.
Di fronte a un nemico così numeroso e bene armato Castelli e compagni inizialmente cercarono di
resistere, ma vennero sopraffatti. Alcuni però riuscirono a sganciarsi.
Tra questi Castelli e i partigiani “Barba” e “Monti”, che si diressero verso Vittorio Veneto.
Ma in località Piai di Vittorio Veneto furono intercettati da una squadra del Battaglione “Valanga”, che stava appunto cercando di contenere i possibili sconfinamenti della banda verso est.
“Barba” e “Monti” si tolsero la vita facendosi saltare in aria con una bomba a mano. Castelli invece venne
catturato e tradotto in caserma a Vittorio Veneto; quindi nel tardo pomeriggio dello stesso giorno venne
poi condotto in piazza Ettore Muti (oggi San Michele di Salsa) per essere passato per le armi.
Sorte analoga a Castelli e compagni patirono anche altri componenti della banda.
Leonardo Messore “Leo” e Antonio della Pietà “Leo”, nativo di Tarzo, furono sorpresi e uccisi durante una sparatoria dalla Decima Mas; Domenico Salvador, classe 1910 di Tarzo, che fu catturato nella sua abitazione di Tarzo e tradotto alle carceri di Conegliano e successivamente fucilato. Anche le due staffette della banda, due donne di Tarzo, Maria e Diomira Mattiuz, furono catturate e seviziate. Con quest’ultima cattura gli alpini del CRA di Conegliano praticamente smantellarono in modo definitivo la formazione partigiana, e della banda Castelli non si sentì più parlare.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: sevizie-torture
Tipo di massacro: rappresaglia
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Scheda compilata da Pier Paolo Brescacin
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-28 21:45:26
Vittime
Elenco vittime
Castelli Giuseppe “Deciso”, classe 1920 di Vittorio Veneto, partigiano della Brigata “Piave”.
Elenco vittime partigiani 1
Castelli Giuseppe “Deciso”, classe 1920 di Vittorio Veneto, partigiano della Brigata “Piave”.