Descrizione
Località Lasa, Lasa, Bolzano, Trentino-Alto Adige
Data 2 maggio 1945
Matrice strage Nazista
Numero vittime 10
Numero vittime uomini 10
Numero vittime uomini adulti 10
Descrizione: Nelle ultime settimane del conflitto, Bolzano aveva cominciato ad accogliere gli stati maggiori dei generali Heinrich von Viethingoff e Karl Wolff, protetti da un contingente di soldati via via accresciutosi con l’inizio del ripiegamento delle armate tedesche: verso la fine del conflitto, le forze di stanza in Tirolo assommavano a circa 70 mila uomini cui si aggiungevano altre migliaia dei presidi e delle forze di polizia dell’Alpenvorland. Una presenza militare ragguardevole e potenzialmente in grado di organizzare l’ultima, disperata difesa nazista. Intorno alla fine di aprile, le trattative dell’operazione Sunrise si accavallarono e sovrapposero a quelle condotte da Bruno De Angelis, nuovo responsabile del ricostituito CLN di Bolzano, che aveva preso contatto con le massime autorità militari germaniche. L’obbiettivo di De Angelis era ottenere il controllo della provincia in nome del governo italiano e nel contempo impedire che i tedeschi, sobillati dai circoli filo-nazisti sudtirolesi, potessero sfruttare la situazione per scatenare un massacro dei cittadini di lingua italiana, e avanzare poi pretese nazionalistiche sulla zona. Per questo motivo, De Angelis e i suoi collaboratori volevano ottenere al più presto il passaggio di consegne; approfittando del caos di competenze che si stava profilando negli organi di occupazione tedeschi, il CLN bolzanino decise d’intervenire allo scopo di dimostrare in maniera sostanziale l’italianità dei territori altoatesini. Il 30 aprile un corteo di italiani, scesi in strada a Merano con bandiere e bracciali tricolori, fu accolto a fucilate dalle SS tedesche: sul terreno rimasero nove morti e 11 feriti. Questi avvenimenti furono accompagnati da altre violenze: il 2 maggio, presso la polveriera di Cengles (Lasa) un gruppo di operai italiani della Todt cominciò a festeggiare la fine del conflitto facendo anche sparire un certo quantitativo di munizioni. Il piccolo distaccamento tedesco, incaricato della sorveglianza, si squagliò in fretta mentre veniva pre-allertato della «sommossa» un reparto della Feldgendarmerie di Silandro che inviò una squadra di soldati sul posto. Furono catturati e condotti nella piazza di Lasa 11 operai: qui un ufficiale della polizia militare cercò di linciare uno dei prigionieri ma gli abitanti di Lasa si opposero all'esecuzione degli italiani in paese e convinsero i militari germanici a spostarsi fuori dal centro abitato. In questo modo, i tedeschi condussero i prigionieri a mezzo chilometro di distanza: durante le operazioni di discesa dai mezzi, uno degli ostaggi riuscì a fuggire firmando però la condanna a morte degli altri 10 che furono fucilati uno dopo l'altro - solo uno riuscì a salvarsi perché svenne al momento della raffica e fu creduto morto. L'uccisione del medico condotto è più incomprensibile: intercettato nella notte mentre rientrava da una visita compiuta a Silandro, fu fucilato sullo stesso luogo e abbandonato accanto agli altri cadaveri.
Modalità di uccisione: fucilazione,uccisione con armi da fuoco
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: legato al controllo del territorio
--> Per saperne di più sulle tipologie
Annotazioni: Secondo il file excel Stragi Trentino-Alto Adige, l'eccidio di Lasa avvenne il 2 aprile: in realtà, fu compiuto il 2 maggio.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): L\'eccidio non ha dato luogo a una memoria divisa: le vittime sono tutte italiane, fucilate senza un motivo oggettivo. Il problema è diverso se si guarda al particolare contesto etnico dell\'Alto Adige, dove l\'esistenza di gruppi e gruppuscoli dell\'estrema destra nazista, fortunatamente non diffusi, continua a offendere il ricordo dell\'eccidio con atti vandalici e danneggiamenti, azioni intese in senso nazionalistico e ideologico.
Scheda compilata da Lorenzo Gardumi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-23 23:20:25
Vittime
Elenco vittime
1) ABOLIS, Mario
19 gennaio 1921 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
2) ALCHISI O ALGHISI, Battista
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. 53 anni, operaio della Todt.
3) BERIOLO, Emilio
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
4) CARLIN, Italo
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
5) DI LORENZI, Antonio
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
6) EPIS, Bonaventura
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
7) INDOVINA, Michele
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Medico condotto di Lasa.
8) LA ROCCA, Rocco
18 gennaio 1916 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
9) MAGRO, Gino
16 maggio 1920 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
10) SARTORI, Fabio
11 aprile 1920 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
Elenco vittime civili 1
INDOVINA, Michele, † Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Medico condotto di Lasa.
Elenco vittime indefinite 9
1) ABOLIS, Mario
19 gennaio 1921 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
2) ALCHISI O ALGHISI, Battista
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. 53 anni, operaio della Todt.
3) BERIOLO, Emilio
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
4) CARLIN, Italo
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
5) DI LORENZI, Antonio
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
6) EPIS, Bonaventura
† Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
7) LA ROCCA, Rocco
18 gennaio 1916 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
8) MAGRO, Gino
16 maggio 1920 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
9) SARTORI, Fabio
11 aprile 1920 - Lasa (BZ), 2 maggio 1945. Operaio della Todt.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
- Burk
Nome -
Cognome Burk
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile Maresciallo. Nominativo emerso dalla documentazione giudiziaria della PMT di Verona.
- Wendermuth
Nome -
Cognome Wendermuth
Stato nominativo generico o non identificato emerso dalla documentazione
Note responsabile Capitano. Nominativo emerso dalla documentazione giudiziaria della PMT di Verona.
Memorie
Memorie legate a questa strage
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Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Luogo dell\'eccidio
Anno di realizzazione: 1946
Descrizione: Un anno dopo l\'eccidio, nel 1946, fu posto un cippo sul luogo dell\'eccidio, tuttora esistente. Purtroppo, nel corso degli anni, il monumento è stato spesso oggetto degli atti vandalici dei gruppi neonazisti. Ugo Knoll, già implicato nell\'eccidio di Merano del 30 aprile 1945 (vedi scheda relativa), nel 1966 fu condannato dalla giustizia italiana a 2 anni e 3 mesi di reclusione per aver fatto saltare con la dinamite la lapide di Lasa nell\'ottobre 1963. Episodio che andava comunque inserito nelle tensioni etniche e nel terrorismo sudtirolese del periodo a cavallo degli anni cinquanta-sessanta.