Descrizione
Località Carbonare, Folgaria, Trento, Trentino-Alto Adige
Data 28 aprile 1945
Matrice strage Nazista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 3
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Tra la fine di aprile e i primi di maggio del 1945, la valle dell’Adige e le valli adiacenti videro il passaggio di colonne tedesche in ritirata verso Nord, in fuga dalle colonne alleate e dalle incursioni partigiane. I reparti nazifascisti in ritirata compirono saccheggi e rapine lungo la Vallagarina, la valle dei Laghi, la Valsugana e le valli Giudicarie. L’aumento delle razzie, delle spoliazioni e delle uccisioni, rifletteva comportamenti già sperimentati in altri contesti bellici e, per questo motivo, abitudinari; quei soldati non solo erano abituati alla violenza, ma si trovavano in uno stato di estrema tensione provocato da giorni di combattimenti, di marce forzate sotto la continua minaccia partigiana, vera o presunta che fosse: colonne più o meno organizzate, appiedate o motorizzate, cercavano di sfuggire alla tenaglia alleata e alle «imboscate» dei patrioti nella speranza di poter raggiungere la Germania. Nel loro movimento, i soldati tedeschi uccisero chiunque si frappose sul cammino: partigiani (o supposti tali), disertori tedeschi e trentini del Corpo di sicurezza trentino (CST), civili innocenti. Tra il 25 aprile e il 5 maggio 1945, si contarono oltre 120 caduti, vittime delle ultime giornate del conflitto. È anche vero che, in certi casi, il ripiegamento tedesco e l’ormai imminente conclusione del conflitto spinsero partigiani, ex militi del CST e civili ad azioni avventate contro le colonne tedesche in ritirata, come nel caso di Carbonare. Il 28 aprile, truppe tedesche provenienti da Asiago, Lavarone e la Valdastico si stavano ritirando in direzione di Trento quando, nei pressi di Carbonare, una colonna corazzata di paracadutisti al comando di un maggiore fu fatta oggetto di alcuni colpi d’arma da fuoco. I tedeschi risposero con i colpi di una mitragliera da 20 mm e di un cannoncino da 48 mm, dopodiché rastrellarono immediatamente il paese: Frida Carbonari fu raggiunta da una raffica di mitra mentre cercava di riunire i suoi figlioletti; Carlo Carbonari fu ucciso mentre si trovava nei pressi di un edificio. L’intera popolazione fu ammassata accanto alla chiesa nel centro del villaggio: assieme ai civili, si trovava il soldato Hubert Abels che aveva deciso di rimanere in Italia e di farsi una famiglia a Carbonare. Identificato, fu giudicato disertore e passato per le armi; Mentore Dalprà, che gli stava accanto, tentò di scappare ma fu subito raggiunto da un’altra scarica di fucileria. Il comandante del reparto sembrava deciso a compiere una rappresaglia contro l’intero paese ma una telefonata dei superiori gli intimò di condurre i suoi uomini a Trento: rimase un ufficiale d’origine viennese della Wehrmacht che alla fine , mentre la colonna ripartiva, lasciò liberi gli uomini e le donne di Carbonare, convinto della loro innocenza dal doppio intervento dell'anziano maestro Primo Carbonari e del parroco Don Randolfo Pinamonti. Inizialmente, i tedeschi avevano tenuto in ostaggio tutta la popolazione e poi solo gli uomini, fino alle 19 e 45 di sera. Con loro nella parrocchia c'era anche proprio Don Pinamonti.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Nei giorni successivi, il movimento dei militari tedeschi non cessò e Carbonare fu costantemente attraversata da reparti in ritirata. Temendo altre disgrazie, la popolazione abbandonò le abitazioni alla mercé dei soldati rifugiandosi nei masi vicini e lasciando le case al saccheggio e alla devastazione.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Ancora oggi, a distanza di quasi settant’anni, rimane oscura la dinamica degli avvenimenti: o meglio, rimangono avvolti nel mistero, protetti dalla tradizionale riservatezza di paese, i nomi di chi sparò contro la colonna tedesca scatenandone la brutale reazione. Si trattò di un’azione avventata, compiuta con tutta probabilità non da formazioni partigiane ma dai cosiddetti «partigiani dell’ultima ora».
Scheda compilata da Lorenzo Gardumi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2021-01-22 12:18:01
Vittime
Elenco vittime
1) CARBONARI, Carlo
Folgaria, 3 marzo 1897-Carbonare, 28 aprile 1945. Minatore, sposato e padre di un figlio.
2) CARBONARI PERGHER, Frida
Carbonare, 19 aprile 1918-28 aprile 1945. Casalinga, sposata con tre figli.
3) DALPRÀ, Mentore
Folgaria, 22 gennaio 1911-Carbonare, 28 aprile 1945. Cognato di Frida, sfollato a Carbonare da Beseno. Nel dopoguerra, il comando della Brigata Pasubiana (Divisione d’assalto Garibaldi Ateo Garemi) attestò la sua collaborazione come fornitore di generi alimentari.
4) ABELS, Hubert
Soldato tedesco di 35 anni originario di Düsseldorf, considerato disertore dal reparto di appartenenza di stanza a Lavarone (forse, il 4. Reparto operativo mobile della Marina, Marine-Kraftwagen-Einsatz-Abteilung 4.).
Elenco vittime civili 2
1) CARBONARI, Carlo
Folgaria, 3 marzo 1897-Carbonare, 28 aprile 1945. Minatore, sposato e padre di un figlio.
2) CARBONARI PERGHER, Frida
Carbonare, 19 aprile 1918-28 aprile 1945. Casalinga, sposata con tre figli.
Elenco vittime renitenti 1
DALPRÀ, Mentore
Folgaria, 22 gennaio 1911-Carbonare, 28 aprile 1945. Cognato di Frida, sfollato a Carbonare da Beseno. Nel dopoguerra, il comando della Brigata Pasubiana (Divisione d’assalto Garibaldi Ateo Garemi) attestò la sua collaborazione come fornitore di generi alimentari.
Elenco vittime legate a partigiani 1
ABELS, Hubert
Soldato tedesco di 35 anni originario di Düsseldorf, considerato disertore dal reparto di appartenenza di stanza a Lavarone (forse, il 4. Reparto operativo mobile della Marina, Marine-Kraftwagen-Einsatz-Abteilung 4.).
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
luogo della memoria a
Tipo di memoria: luogo della memoria
Anno di realizzazione: 1983
Descrizione: A ricordo di questi eventi laA ricordo di questi eventi la piazza di fianco alla chiesa di Carbonare è stata denominata Piazza 28 aprile e, nel 1983, vi è stato posto un monumento commemorativo per iniziativa del Gruppo alpini locale.