Descrizione
Località Ziano di Fiemme, Ziano di Fiemme, Trento, Trentino-Alto Adige
Data 2 maggio 1945 - 3 maggio 1945
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 13
Numero vittime uomini 11
Numero vittime uomini adulti 7
Numero vittime uomini anziani 4
Numero vittime donne 2
Numero vittime donne anziane 2
Descrizione: Alla fine della guerra, la valle dell’Adige e le valli adiacenti videro il passaggio di colonne tedesche in fuga dagli alleati e dalle incursioni partigiane: durante il ripiegamento, i reparti nazifascisti compirono saccheggi e rapine lungo la Vallagarina, la valle dei Laghi, la Valsugana e le valli Giudicarie. L’aumento delle razzie, delle spoliazioni e delle uccisioni, rifletteva comportamenti già sperimentati in altri contesti bellici e, per questo motivo, abitudinari; quei soldati non solo erano abituati alla violenza, ma si trovavano in uno stato di estrema tensione provocato da giorni di combattimenti, di marce forzate sotto la continua minaccia partigiana, vera o presunta che fosse: colonne più o meno organizzate, appiedate o motorizzate, cercavano di sfuggire alla tenaglia alleata e alle «imboscate» dei patrioti nella speranza di poter raggiungere la Germania. Nel loro movimento, i soldati tedeschi uccisero chiunque si frappose sul loro cammino: partigiani (o supposti tali), disertori tedeschi e trentini del Corpo di sicurezza trentino (CST), civili innocenti. Tra il 25 aprile e il 5 maggio 1945, si contarono oltre 120 caduti: in certi casi, il ripiegamento tedesco e l’ormai imminente conclusione del conflitto spinsero partigiani, ex militi del CST e civili ad azioni avventate contro le colonne tedesche in ritirata, come nel caso di Ziano di Fiemme. Qui, l’annuncio della conclusione delle ostilità nel tardo pomeriggio del 2 maggio fu accolto con manifestazioni di gioia tanto che il parroco dispose di suonare le campane a festa: quasi immediatamente, però, intervennero i partigiani del GAP di Ziano, inquadrato nella Brigata autonoma Benacense, che organizzarono un posto di blocco per fermare i mezzi e i soldati tedeschi che attraversavano il paese in direzione di Predazzo. Coadiuvati da diversi civili (o «partigiani dell’ultima ora»), i patrioti cominciarono a disarmare i militari germanici che, rapidamente, raggiunsero il numero di 200. L’azione dei «ribelli» fu ben presto interrotta, però, dall’arrivo di un’autoblinda che, proveniente da Cavalese, cominciò a sparare verso l’interno dell’abitato: durante questa prima sparatoria, rimasero feriti due soldati tedeschi e tre italiani, mentre il partigiano Raffaele Vanzetta e un civile, Battista Zorzi, rimasero uccisi. Intorno alle 21, giunse sempre da Cavalese un reparto misto paracadutisti/SS che si dispose per un vero e proprio assalto al centro abitato secondo modalità collaudate: fuoco di sbarramento su porte e finestre degli edifici, rastrellamento degli uomini e loro eventuale soppressione. In occasione di questo secondo conflitto a fuoco, i partigiani non erano più presenti, pertanto i soldati tedeschi scatenarono la loro rabbia contro i civili, un’operazione che si svolse su due livelli: catturare un certo numero di ostaggi (donne e bambini) e individuare e distruggere gli edifici da cui si presumeva avessero sparato i patrioti. Nel corso di questo secondo assalto, persero la vita sette civili mentre altri 11 rimasero feriti: l’azione militare germanica si concluse intorno alle 22.30-23.00 della sera. Il giorno dopo, 3 maggio, tra le 9.00-9.30 del mattino, una nuova colonna di soldati, accompagnata da autoblindo armate con cannoni antiaerei da 20 mm, giunse sempre da Cavalese: i militari rastrellarono le autorità civili e religiose e gli uomini del paese. Accusati di aver partecipato agli scontri del giorno prima, furono messi tutti al muro del cimitero sotto minaccia di fucilazione, mentre un ufficiale medico, accompagnato dal parroco e dal segretario comunale, ispezionava il borgo alla ricerca di partigiani e di depositi d’armi. Allo stesso tempo, i soldati approfittarono della situazione terrorizzando la popolazione e saccheggiandone le abitazioni. Il 3 maggio si contarono altre tre vittime. Alla fine, i tedeschi imposero il coprifuoco e lasciarono una guarnigione di un centinaio di militari che rimase fino alle 22 della sera, ripristinando la sicurezza e la viabilità di un importante via di transito in direzione di Predazzo.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Annotazioni: Nelle sue diverse fasi, il paese di Ziano fu investito da reparti misti composti da SS e paracadutisti provenienti da Cavalese. Si deve presumere che i militari di queste unità dipendessero dalle due scuole d’addestramento che le autorità germaniche avevano organizzato nelle caserme abbandonate dalla Guardia di finanza di Predazzo all’indomani dell’8 settembre 1943: dal luglio 1944, i locali precedentemente occupati dai militari italiani furono presi in consegna dai tedeschi e assegnati alla Scuola di guerra alpina delle Waffen-SS (Gebirgskampfschule der Waffen-SS) frequentata dal Gruppo di combattimento (Kampfgruppe) Schintlholzer. Secondo quanto riportato da Carlo Gentile nel suo Elenco delle truppe tedesche presenti in Italia tra il 1943 e il 1945, nell’aprile 1945, gli alloggi militari di Predazzo ospitavano anche il 2. Gruppo addestrativo paracadutisti (Lehrgruppe 2.) presso la Scuola d’alta montagna Predazzo (SS-Hochgebirgsschule Predazzo).
Nel caos delle giornate conclusive del conflitto, con le strade intasate da militari appartenenti alle più diverse Armi e Corpi, nonché di diversa nazionalità, resta ancora un margine d’incertezza sui responsabili dei fatti avvenuti a Ziano di Fiemme il 2-3 maggio 1945.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La memoria divisa (o meglio segmentata) di Ziano, sin dall’inizio, contrappose i partigiani ai civili sopravvissuti. In qualche modo, però, anche il parroco e il segretario comunale furono ritenuti responsabili di non aver impedito l’azione di disarmo a danno dei tedeschi e di aver fornito agli ufficiali nazisti l’elenco di coloro che poi furono messi al muro come ostaggi (3 maggio): anzi, nei mesi successivi, le accuse maggiori furono rivolte proprio contro di loro. Nei ricordi dei testimoni, ancora oggi le responsabilità non solo dei tedeschi ma degli stessi civili, che parteciparono all’azione del 2 maggio, sono più sfumate e meno rilevanti rispetto a quelle dei patrioti e delle autorità del paese. Una parte della popolazione e lo stesso segretario comunale furono poi concordi nell’accusare i partigiani, non solo per l’azione del 2 maggio, ma per averla compiuta sulla spinta di interessi personali, cioè quello di recuperare gli automezzi tedeschi per poi riutilizzarli nelle loro attività imprenditoriali del dopoguerra.
Scheda compilata da Lorenzo Gardumi
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-08-03 20:58:28
Vittime
Elenco vittime
1) VANZETTA, Francesco
Ziano di Fiemme, 31 dicembre 1861-2 maggio 1945. Contadino. Morì per infarto durante l’azione compiuta dai tedeschi a Ziano.
2) VANZETTA, Francesco
Ziano di Fiemme, 7 settembre 1884-3 maggio 1945. Messo comunale, sposato con quattro figli. Inviato a comunicare alla cittadinanza la tregua che si era stabilita in paese, fu ucciso da una sventagliata di colpi esplosi da una mitragliatrice tedesca. Nel dopoguerra, ottenne la qualifica di patriota.
3) ZORZI, Antonio
Ziano di Fiemme, 5 agosto 1875-2 maggio 1945. Fabbro, sposato con una figlia. Ucciso dai soldati tedeschi durante l’attacco a Ziano, mentre cercava di liberare il bestiame dalla stalla dov’erano custoditi per paura di un incendio.
4) ZORZI, Battista
Ziano di Fiemme, 27 gennaio 1900-2 maggio 1945. Ferroviere. Rimase ucciso durante la sparatoria svoltasi tra patrioti e tedeschi nel centro di Ziano.
5) ZORZI, Benedetto
Ziano di Fiemme, 3 giugno 1892-2 maggio 1945. Pescatore, sposato con quattro figli. Il 2 maggio fu trascinato fuori dalla propria abitazione assieme al figlio Tarcisio e giustiziato.
6) ZORZI, Giulia
Ziano di Fiemme, 13 gennaio 1877-2 maggio 1945. Casalinga. Rimase uccisa durante l’azione di rastrellamento germanica mentre si affacciava alla finestra della sua abitazione per rendersi conto di ciò che accadeva in strada.
7) ZORZI, Margherita
Ziano di Fiemme, 3 febbraio 1867-2 maggio 1945. Casalinga, vedova con una figlia. Durante l’attacco tedesco del 2 maggio, rimase uccisa mentre chiudeva una delle finestre della sua abitazione.
8) FONTANA, Egidio
Rovereto, 28 ottobre 1922-Ziano di Fiemme, 3 maggio 1945. Operaio. Renitente alla leva, era stato arrestato dalla polizia germanica nel luglio 1944 e deportato in un campo di concentramento in Germania, facendo ritorno a Ziano nei momenti finali del conflitto. Durante l’occupazione tedesca del paese, fu ucciso senza motivo apparente in seguito a una raffica di mitra sparata a casaccio dai militari tedeschi. Nel dopoguerra, il padre ottenne che gli fosse riconosciuta la qualifica di patriota.
9) GIACOMUZZI, Antonio
Ziano di Fiemme, 20 dicembre 1923-3 maggio 1945. Operaio. Incappato nel rastrellamento tedesco del 3 maggio, fu inserito in un gruppo di ostaggi e tenuto prigioniero sotto minaccia di fucilazione per diverse ore: nella tarda serata, furono tutti liberati tranne Antonio che fu condotto fuori dal paese, fucilato e abbandonato in una fossa antimitragliamento. Nel dopoguerra, ottenne la qualifica di patriota.
10) SIEFF, Vito
Ziano di Fiemme, 13 ottobre 1916-4 maggio 1945. Segantino. Soldato nella 5. Sezione sussistenza della Divisione di fanteria Acqui, partecipò alle operazioni belliche sul fronte occidentale, sul fronte greco-albanese e sull’isola di Cefalonia. Sbandato dopo l’armistizio dell’8 settembre, rientrò fortunosamente a Ziano. Dal giugno 1944 al maggio 1945, partecipò all’attività resistenziale inquadrato nella Brigata autonoma Benacense. Morì in seguito alle ferite riportate nello scontro con le truppe tedesche.
11) VANZETTA, Raffaele
Ziano di Fiemme, 10 settembre 1920-2 maggio 1945. Insegnante elementare. Membro del GAP di Ziano, nell’organico della Brigata autonoma Benacense, fu ferito a morte durante la sparatoria tra patrioti e tedeschi.
12) ZORZI, Tarcisio
Ziano di Fiemme, 29 novembre 1925-2 maggio 1945. Operaio. Il giovane era rientrato a casa dopo aver prestato servizio nel Corpo di sicurezza trentino (CST). Il 2 maggio fu trascinato fuori dalla sua abitazione assieme al padre e ucciso. Il comandante del GAP di Ziano attestò la sua appartenenza alla formazione di patrioti.
13) ZORZI, Valentino
Ziano di Fiemme, 20 febbraio 1920-2 maggio 1945. Operaio, sposato. Membro del GAP di Ziano, fu ferito mortalmente durante lo scontro con i militari tedeschi.
Elenco vittime civili 7
1) VANZETTA, Francesco
Ziano di Fiemme, 31 dicembre 1861-2 maggio 1945. Contadino. Morì per infarto durante l’azione compiuta dai tedeschi a Ziano.
2) VANZETTA, Francesco
Ziano di Fiemme, 7 settembre 1884-3 maggio 1945. Messo comunale, sposato con quattro figli. Inviato a comunicare alla cittadinanza la tregua che si era stabilita in paese, fu ucciso da una sventagliata di colpi esplosi da una mitragliatrice tedesca. Nel dopoguerra, ottenne la qualifica di patriota.
3) ZORZI, Antonio
Ziano di Fiemme, 5 agosto 1875-2 maggio 1945. Fabbro, sposato con una figlia. Ucciso dai soldati tedeschi durante l’attacco a Ziano, mentre cercava di liberare il bestiame dalla stalla dov’erano custoditi per paura di un incendio.
4) ZORZI, Battista
Ziano di Fiemme, 27 gennaio 1900-2 maggio 1945. Ferroviere. Rimase ucciso durante la sparatoria svoltasi tra patrioti e tedeschi nel centro di Ziano.
5) ZORZI, Benedetto
Ziano di Fiemme, 3 giugno 1892-2 maggio 1945. Pescatore, sposato con quattro figli. Il 2 maggio fu trascinato fuori dalla propria abitazione assieme al figlio Tarcisio e giustiziato.
6) ZORZI, Giulia
Ziano di Fiemme, 13 gennaio 1877-2 maggio 1945. Casalinga. Rimase uccisa durante l’azione di rastrellamento germanica mentre si affacciava alla finestra della sua abitazione per rendersi conto di ciò che accadeva in strada.
7) ZORZI, Margherita
Ziano di Fiemme, 3 febbraio 1867-2 maggio 1945. Casalinga, vedova con una figlia. Durante l’attacco tedesco del 2 maggio, rimase uccisa mentre chiudeva una delle finestre della sua abitazione.
Elenco vittime partigiani 6
1) FONTANA, Egidio
Rovereto, 28 ottobre 1922-Ziano di Fiemme, 3 maggio 1945. Operaio. Renitente alla leva, era stato arrestato dalla polizia germanica nel luglio 1944 e deportato in un campo di concentramento in Germania, facendo ritorno a Ziano nei momenti finali del conflitto. Durante l’occupazione tedesca del paese, fu ucciso senza motivo apparente in seguito a una raffica di mitra sparata a casaccio dai militari tedeschi. Nel dopoguerra, il padre ottenne che gli fosse riconosciuta la qualifica di patriota.
2) GIACOMUZZI, Antonio
Ziano di Fiemme, 20 dicembre 1923-3 maggio 1945. Operaio. Incappato nel rastrellamento tedesco del 3 maggio, fu inserito in un gruppo di ostaggi e tenuto prigioniero sotto minaccia di fucilazione per diverse ore: nella tarda serata, furono tutti liberati tranne Antonio che fu condotto fuori dal paese, fucilato e abbandonato in una fossa antimitragliamento. Nel dopoguerra, ottenne la qualifica di patriota.
3) SIEFF, Vito
Ziano di Fiemme, 13 ottobre 1916-4 maggio 1945. Segantino. Soldato nella 5. Sezione sussistenza della Divisione di fanteria Acqui, partecipò alle operazioni belliche sul fronte occidentale, sul fronte greco-albanese e sull’isola di Cefalonia. Sbandato dopo l’armistizio dell’8 settembre, rientrò fortunosamente a Ziano. Dal giugno 1944 al maggio 1945, partecipò all’attività resistenziale inquadrato nella Brigata autonoma Benacense. Morì in seguito alle ferite riportate nello scontro con le truppe tedesche.
4) VANZETTA, Raffaele
Ziano di Fiemme, 10 settembre 1920-2 maggio 1945. Insegnante elementare. Membro del GAP di Ziano, nell’organico della Brigata autonoma Benacense, fu ferito a morte durante la sparatoria tra patrioti e tedeschi.
5) ZORZI, Tarcisio
Ziano di Fiemme, 29 novembre 1925-2 maggio 1945. Operaio. Il giovane era rientrato a casa dopo aver prestato servizio nel Corpo di sicurezza trentino (CST). Il 2 maggio fu trascinato fuori dalla sua abitazione assieme al padre e ucciso. Il comandante del GAP di Ziano attestò la sua appartenenza alla formazione di patrioti.
6) ZORZI, Valentino
Ziano di Fiemme, 20 febbraio 1920-2 maggio 1945. Operaio, sposato. Membro del GAP di Ziano, fu ferito mortalmente durante lo scontro con i militari tedeschi.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Colonnello Busch
Nome Colonnello
Cognome Busch
Note responsabile Ufficiale dei paracadutisti di stanza a Predazzo, occupò Ziano il 3 maggio con un centinaio di uomini: alla gestione dell’ufficiale tedesco e dei suoi sottoposti, dovrebbero essere addebitate le uccisioni di Antonio Giacomuzzi, Egidio Fontana e Francesco Vanzetta.
Tipo di reparto fascista Esercito
Nome del reparto Reparto paracadutista non precisato
Tenente Georg
Nome Tenente
Cognome Georg