Descrizione
Località San Liberato, Vallato, San Ginesio, Macerata, Marche
Data 22 marzo 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 1
Numero vittime uomini 1
Numero vittime uomini adulti 1
Descrizione: La località San Liberato, poco distante da San Ginesio, non solo era addossata a una catena di montagne ricche di sentieri, gole e valloni che favorivano la lotta partigiana, ma si ergeva a guardia di un importante snodo stradale per il passaggio dei rifornimenti verso il fronte.
Intorno al 16 marzo 1944, una piccola parte del gruppo 201, disarmato e smembrato su decisone del Comando di Vestignano, prese alloggio proprio nel convento di San Liberato, di cui era stato eletto Superiore, nel gennaio 1934, padre Sigismondo Damiani. La decisione mostrò subito i suoi inconvenienti in quanto nel convento non c'erano condizioni logistiche e di sicurezza idonee per farne una vera base di appoggio. Tra l’altro i frati dimostrarono apertamente di non apprezzare quella intrusione, che veniva a turbare la loro quiete, ma anche la loro sicurezza, potendoli compromettere agli occhi dei nazifascisti.
In poco tempo, la voce che nel convento si nascondessero dei partigiani sarebbe giunta alle orecchie dei fascisti, che partirono in forze da Camerino per farvi una sortita, presumibilmente indirizzati da una spia del luogo (la memorialistica parla di un certo Francesco Sargolini, ex milite fascista). Era il 22 marzo 1944, giorno in cui si consumò l’eccidio di Montalto di Cessapalombo e la battaglia di Monastero, nel contesto dell’operazione di rastrellamento condotta dalle forze nazifasciste della provincia maceratese. Arrivati vicino al convento, in località Vallato, alcuni militi fascisti fermarono due giovani cacciatori, esigendo da loro informazioni sui ribelli. Mentre picchiavano l’amico, Forti Gerardo cercò di fuggire, per essere dopo un breve inseguimento freddato brutalmente. L’altro verrà fatto prigioniero per essere poi rilasciato.
I colpi, ben uditi nelle vicinanze, allarmarono i partigiani che fecero in tempo a scappare. In realtà si allontanarono ma non con la rapidità che la situazione avrebbe richiesto. Di certo non potevano immaginare cosa stesse succedendo a Montalto e che i nazifascisti stessero giungendo anche a San Liberato. Rimasero poi coinvolti in uno scontro con i tedeschi, nel corso del quale persero la vita due partigiani del gruppo 201, Peter Ivanovic, tagliato letteralmente in due da una raffica di mitra ed Ennio Passamonti colpito al petto. Ne ferirono gravemente un terzo, Luigi Angeli, che tuttavia sopravvisse.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: La memorialistica sostiene che i militi fossero stati indirizzati da una spia del luogo, un certo Francesco Sargolini, ex milite fascista, il quale pare facesse un pericoloso doppiogioco, tanto che il 23 marzo, all'indomani della spedizione nazifascista a S. Liberato e Monastero, si presentò al convento e parlò con Padre Sigismondo, che gli confidò di nascondere un revolver nella sua camera.
Appena tre ore dopo che Sargolini se ne era andato, si presentarono al convento alcuni partigiani che pretendevano di avere il revolver. Quella stessa sera, mentre era a Monastero, Sargolini venne prelevato dai partigiani di Piobbico, interrogato e l'indomani fucilato come spia. Temendo la propria fine, nel vano tentativo di aver salva la vita, aveva gridato che non era stato lui a chiamare i fascisti ma il P. Sigismondo.
Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-14 13:19:43
Vittime
Elenco vittime
Forti Gerardo, n. nel 1919 a San Ginesio, paternità Andrea, qualifica Partigiano comb. Caduto, btg. Nicolò (11/11/1943 – 22/03/1944), riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona.
Elenco vittime civili 1
Forti Gerardo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Francesco Sargolini
Nome Francesco
Cognome Sargolini
Ruolo nella strage Delatore
Note responsabile La memorialistica sostiene che i militi fossero stati indirizzati da una spia del luogo, un certo Francesco Sargolini, ex milite fascista, il quale pare facesse un pericoloso doppiogioco, tanto che il 23 marzo, all\'indomani della spedizione nazifascista a S. Liberato e Monastero, si presentò al convento e parlò con Padre Sigismondo, che gli confidò di nascondere un revolver nella sua camera. Appena tre ore dopo che Sargolini se ne era andato, si presentarono al convento alcuni partigiani che pretendevano di avere il revolver. Quella stessa sera, mentre era a Monastero, Sargolini venne prelevato dai partigiani di Piobbico, interrogato e l\'indomani fucilato come spia. Temendo la propria fine, nel vano tentativo di aver salva la vita, aveva gridato che non era stato lui a chiamare i fascisti ma il P. Sigismondo.
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a San Ginesio, piazzza A. Gentili
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: San Ginesio, piazzza A. Gentili
Descrizione: Il nome di Gerardo Forti, insieme ad altri caduti ginesini, è presente nella lapide posta in piazza Alberico Gentili, a San Ginesio.
onorificenza alla persona a Tolentino
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Ubicazione: Tolentino
Descrizione: Luigi Angeli ha ricevuto la medaglia di bronzo al valor militare e la cittadinanza onoraria di Tolentino.