MENAGGIO 23.12.1944

(Como - Lombardia)

Descrizione

Località Menaggio, Menaggio, Como, Lombardia

Data 23 dicembre 1944

Matrice strage Fascista

Numero vittime 1

Numero vittime uomini 1

Numero vittime uomini adulti 1

Descrizione: L’inverno del 1944-’45 segna il punto più alto della repressione fascista, il movimento partigiano si trova ad affrontare un rastrellamento dietro l’altro. Verso la metà di dicembre, vengono inviati in missione due agenti provocatori fascisti, Ferrari e Moscatelli. Si inseriscono nell’ambiente locale trovando lavoro, uno in municipio, l’altro come giostraio. Saranno loro a raccogliere le informazioni che prepareranno la vasta operazione di rastrellamento. Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, durante il coprifuoco, i militi delle Brigate nere del Centro antiribelli di Menaggio, con rinforzi provenienti da Como, operano a Dongo 45 arresti. Gli interrogatori brutali a cui vengono sottoposti rivelano il dislocamento del Comando della 52° Brigata Garibaldi. Con un’azione improvvisa, i brigatisti riescono a sorprendere il commissario politico della brigata “Enrico Caronti “Romolo”, il comandante “Sardo”, Giovanni Amelotti e la collegatrice Dina Chiappo “Lina”. I tre vengono trascinati nella sede delle Brigate Nere e qui Caronti viene lungamente torturato, infine fucilato due giorni dopo al cimitero di Menaggio. Il suo corpo viene abbandonato sulla strada. Ecco il drammatico racconto delle sevizie a cui viene sottoposto, emerse anche dalla sentenza della Corte d’assise Sezione speciale di Como a carico della 6° compagnia di Menaggio dell’XI Brigata Nera “Cesare Rodini”:
“Rinchiuso nella sede dei brigatisti neri, e nei sotterranei di Villa Sofia, requisita dal 1943 per motivi bellici, fu orrendamente torturato per ore: ricevette percosse di ogni tipo tanto che gli si fracassò la mandibola, venne lasciato nudo e bagnato all'aria di fine dicembre, subì gravissime ustioni ai genitali, venne obbligato a bere olio bollente, venne fatto sedere sopra una stufa rovente ed infine venne cosparso d'aceto. Era sfigurato e in stato di semi incoscienza quando, la notte del 23 dicembre, i suoi aguzzini lo portarono davanti al cimitero e lo fucilarono con una scarica di mitra a distanza ravvicinata, finito con un colpo di grazia alla testa ed infine abbandonato sulla strada. Prima di morire disse ai suoi carnefici: non so se sarete in grado di morire come muoio io”.

Modalità di uccisione: fucilazione

Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Tra l'11 ed il 29 novembre 1946 venne celebrato a Como il processo che sentenziò la condanna a morte dei due maggiori responsabili, il comandante Emilio Castelli ed il vice Pompeo Casati. Nel 1950 la Corte d'Assise di Viterbo commutò le due condanne in trent'anni di carcere. Poco tempo dopo, i due verranno amnistiati. Gli altri coimputati ricevettero pene variabili tra i venti ed i trent'anni di carcere che, l'anno successivo, la Corte d'Assise Speciale di Torino in parte ridusse e condonò.
Corte d’Assise, Sezione Speciale di Como presieduta dal procuratore generale Antonio Tribuzio.

Scheda compilata da ROBERTA CAIROLI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-01-26 11:05:19

Vittime

Elenco vittime

Caronti Enrico fu Innocente, nasce a Blevio, il 28 ottobre 1901. Operaio tintore presso la “Bruno Pessina” di Como, aderisce al Partito socialista e successivamente, dopo il 1921, al Partito comunista d’Italia. Entra in clandestinità dopo gli scioperi del marzo 1944, dei quali è promotore. Con il nome di battaglia “Romolo” è commissario politico della 52° Brigata Garibaldi, di cui assume anche il comando.

Elenco vittime partigiani 1

Caronti Enrico

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Emilio Castelli

  • Enrico Maraini

  • Pompeo Casati

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • commemorazione a

  • onorificenza alla persona a

  • luogo della memoria a

  • monumento a Blevio, piazza Lucini

  • lapide a Blevio, cimitero

  • cippo a Menaggio, cimitero

Bibliografia


Tribuzio, “Assassini contro martiri ed eroi” (Una pagina di storia comasca), Ed della rivista “Diritto criminale”, Milano, 1947, p. 13, pp. 17-18;
GF. Bianchi, “Perché Mussolini morì in quel modo”, in “Famiglia cristiana” del 29 aprile 1973, p. 65;
GF. Bianchi, Antifascismo e Resistenza nel Comasco – Rievocazione, Testimonianza, documenti, Comune di Como, Amministrazione Provinciale, aprile 1975;
G. Coppeno, Como dalla dittatura alla libertà, ICSML, Como, 1989, p. 350;
Vittorio Roncacci, La calma apparente del lago. Como e il Comasco tra guerra e guerra civile 1940-1945, Macchione editore, Varese, 2003;
I. Fossati Daviddi, Enrico Caronti. La forza dell’idea, 2° ed., New Press, Cermenate, 2012, [1° ed. Cesare Nani ed, Como, 1985];
Memoria resistente. Parole immagini e luoghi della Resistenza italiana ed europea in provincia di Como, a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea “Pier amato Perretta”, e del Comitato provinciale dell’ Anpi di Como, Como, 2012, p. 32.
Fonti a stampa:
Il racconto della moglie del Caronti, in “La Provincia”, 15 novembre 1946.

Sitografia


Commemorazione radiofonica trasmessa da Radiotricolore il 28 aprile 1945.

Fonti archivistiche

Fonti

Istituto di Storia Contemporanea di Como [ISCCo], fondo Angela Negretti;
ISCCo, Fondo Blevio - Caronti;
Anpi di Como, Fondo Schede partigiani caduti;
AS Como: Fondo Corte d’Assise Straordinaria. Sezioni di Como e di Lecco. Vol. II, Sentenze 1946.