Descrizione
Località Valdiola, San Severino Marche, Macerata, Marche
Data 26 aprile 1944
Matrice strage Nazifascista
Numero vittime 4
Numero vittime uomini 4
Numero vittime uomini adulti 3
Numero vittime uomini anziani 1
Descrizione: La cosiddetta prima battaglia di Valdiola si era consumata il 24 marzo 1944. All’incirca un mese dopo, il 26 aprile 1944 fu effettuato nella zona un nuovo rastrellamento da ingenti forze nazifasciste, con impiego straordinario anche di mezzi: “la seconda battaglia di Valdiola”.
Quella mattina nella grande cucina della casa Falistocco, a Valdiola, erano presenti 12 persone: il capofamiglia Venturino Falistocco; sua moglie Ottilia Fochini Magnatta; le due figlie Ines e Albina, rispettivamente di 18 e 17 anni, entrambe otterranno la qualifica di patriota; il figlio Armando Falistocco, militare trentenne; sua moglie Antonia Raggi, che era in stato interessante, insieme ai tre figlioletti Gina di 8 anni, Bruno di 4 e Savino di 2 anni; inoltre vi era un nipote di Venturino, Franco Aringolo di 15 anni; e Giuseppe Poeta, quarantenne originario della Porcarella di Fabriano (oggi Poggio San Romualdo), che era il garzone e da tutti veniva scherzosamente chiamato “Peppe bello”. Ai componenti della famiglia si era aggiunto Marino Costantini, di 29 anni, un carbonaio di Chigiano che era venuto a Valdiola per controllare una cotta di carbone ed aveva cercato un po’ di riparo dalla pioggia battente presso i Falistocco con i quali aveva legami di parentela, in quanto suo fratello, Vincenzo, nel 1937 aveva sposato Niccolina, figlia di Venturino Falistocco.
All’improvviso una decina di soldati tedeschi delle SS insieme ad alcuni militi della Gnr spalancarono a calci la porta, entrarono nella cucina e con i mitra spianati cominciarono a cercare in ogni angolo della casa allo scopo di scoprire armi o persone. I comandanti del gruppo si sedettero a tavola e pretesero che gli venisse cucinato qualcosa dalla signora Ottilia. Nella casa dei Falistocco non trovarono niente, mentre nell’attigua casa padronale dei Gentili si dice che furono rinvenuti dei sacchi vuoti di farina, delle canne di ricambio per mitragliatore e alcune brandine militari. Ciò bastò per accusarli di aver dato ospitalità ai partigiani, un gesto che andava punito con la morte. Venturino e Armando scongiurarono e implorarono per aver salva la vita, ma nessuna preghiera bastò a fargli cambiare idea. Le donne e i bambini furono allontananti, verso il fiume Musone. Gli inermi contadini furono uccisi in pochi minuti, abbattuti a colpi di mitra. Infine, quasi per cancellare il delitto, fu dato fuoco al pagliaio davanti a cui erano stati giustiziati, poi al fienile e infine alla casa mettendoci dentro la paglia accesa per facilitare la propagazione dell’incendio. I tedeschi se ne andarono portando via con loro una scrofa e un paio di buoi.
Le donne della famiglia Falistocco, dimostrando un coraggio eccezionale, cercarono i miseri resti dei loro uomini perché non fossero tutti consumati dalle fiamme. Soltanto cinque giorni dopo le irriconoscibili vittime ebbero una degna sepoltura.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Trattamento dei cadaveri: Occultamento dei cadaveri
Tipo di massacro: rastrellamento
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Estremi e note penali: Tra i fascicoli dell’armadio della vergogna, ve ne sono tre intestati a Falistocco Venturino, Falistocco Armando e Poeta Giuseppe (nn. 1130, 1131, 1132), con la denuncia del Comando Gruppo dei carabinieri di Macerata per il reato di violenza con omicidio art. 211 c.p.m.g.; ma si trattava di atti contro ignoti, in cui mancava completamente l’indicazione degli autori del reato, e dunque inutilizzabili ai fini dell’apertura di un procedimento. Perciò il 28 novembre 1944 è stato dichiarato un definitivo non luogo a procedere.
Tribunale competente: PGM Roma.
Annotazioni: Stando alle indicazioni del database di Gentile, nei giorni in cui si verificò l’ampia operazione di rastrellamento nella provincia di Macerata, che colpì anche il Sanseverinate, erano in zona:
Bandenbekämpfungsstab von Kamptz: I./SS-Polizei-Regiment 20, II./Brandenburg 3, Battaglione “M”, Einsatzkommando Bürger.
Spie locali: nel dopoguerra circolarono nella comunità molti dubbi e sospetti in merito al fatto che a portare i nazifascisti sulle tracce dei partigiani, proprio nella casa dei Falistocco, fosse stata qualche spia fascista di San Severino, se non addirittura gli stessi padroni della colonia agricola, possibilmente infastiditi della presenza partigiana nella loro proprietà.
Scheda compilata da Chiara Donati
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2015-07-17 10:50:13
Vittime
Elenco vittime
Costantini Marino, n. 26/09/1915 a San Severino, paternità Sebastiano, carbonaio, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 16/04/1946 ad Ancona.
Falistocco Venturino, n. 24/09/1878 a San Severino, paternità Giuseppe, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 16/04/1946 ad Ancona.
Falistocco Armando, n. 07/11/1911 a San Severino, paternità Venturino, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 16/04/1946 ad Ancona.
Poeta Giuseppe, n. 29/06/1899 a Fabriano, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 16/04/1946 ad Ancona.
Elenco vittime civili 4
Costantini Marino,
Falistocco Venturino,
Falistocco Armando,
Poeta Giuseppe
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a San Severino, viale Mazzini
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: San Severino, viale Mazzini
Descrizione: I nomi delle vittime sono tra quelli del monumento ai Caduti di San Severino, in viale Mazzini, realizzato per commemorare il ventennale della resistenza nel Maceratese.
lapide a San Severino, bivio per Chigiano
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: San Severino, bivio per Chigiano
Descrizione: Nel monumento eretto al bivio di Chigiano, in una lastra di marmo sono incisi i nomi dei caduti in territorio sanseverinate durante la tragica giornata del 26 aprile 1944.
lapide a San Severino, Valdiola, luogo della strage
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: San Severino, Valdiola, luogo della strage
Descrizione: A ricordo delle vittime, su un muro del fienile ricostruito, che sorge accanto alla casa colonica, in faccia alla strada bianca che porta a Valdiola, fu posta una lapide che recita: “26 aprile 1944. Passeggero ricordati e ricorda ai tuoi figli che noi qui