Descrizione
Località via della Certosa, Bologna, Bologna, Emilia-Romagna
Data 1 aprile 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 6
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 5
Numero vittime donne 1
Numero vittime donne adulte 1
Descrizione: Negli ultimi giorni del marzo 1944 grazie alla delazione di Remo Naldi - informatore al ser-vizio della Polizia Ausiliaria – sono fermati a Bologna Egon Brass, Enrico Foscardi, Attilio Diolaiti, Ferdinando Grilli e sua nipote Francesca Edera De Giovanni, tutti in precedenza sfollati presso Monterenzio e operanti in un gruppo partigiano formatosi a Savazza (in segui-to inquadrato nella 36 Brigata Garibaldi Bianconcini). Il giorno seguente è arrestato in Piaz-za Ravegnana anche Ettore Zaniboni, brigadiere dei vigili urbani di Bologna, in contatto con il gruppo.
Gli arrestati sono rinchiusi prima presso la camera di sicurezza della caserma dei CCRR di via del Fossato, dove vengono interrogati dal capitano dei CCRR Salvatore Palermo, che il 31 marzo 1944 presenta denuncia a loro carico al Tribunale militare di Bologna. In seguito sono trasferiti nelle carceri di San Giovanni in Monte, dove nella notte del 31 marzo 1944 sono prelevati dal commissario Caputo e dal comandante Renato Tartarotti – comandante della Compagnia autonoma speciale della Polizia Ausiliaria – per un presunto trasferimento presso le carceri di Castelfranco Emilia ordinato dal questore Tebaldi.
Caricati su un camion e condotti fino a via della Barca, nella prima periferia cittadina, sono scortati a piedi fino a via della Certosa. Giunti a ridosso del muro di cinta nella zona nord del cimitero sono quindi fucilati alla schiena da un plotone di esecuzione composto di agenti della Polizia Ausiliaria e della GNR. I 6 corpi, privati delle scarpe, sono quindi deposti in al-trettante bare dagli stessi agenti della Compagnia autonoma speciale della Polizia Ausiliaria e trasportati all’ingresso del cimitero, dove sono inumati la mattina successiva.
La notizia della loro esecuzione, riportata da «Il Resto del Carlino» del 2 aprile 1944, è pre-sentata quale risultato di una imponente operazione di polizia, attraverso la quale è stata catturata una pericolosa banda armata; e quale legittimo atto di rappresaglia per i continui attentati operati in città ai danni di fascisti e civili da piccoli gruppi terroristi “che agi[scono] fulmineamente disperdendosi con altrettanta rapidità” (che hanno provocato la morte di 11 persone nel corso degli ultimi due mesi).
Tra gli attentati gappisti l’ultimo in ordine di tempo risulta infatti l’uccisione avvenuta la mattina del 31 marzo 1944 in via del Ricovero (zona stazione San Vitale) di due ufficiali della GNR appartenenti alla milizia artiglieria contraerea di Riolo: il capitano Mario Mele e il tenente Giuseppe Massobrio.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: CAS Bologna
f.134/1945 - Tartarotti Renato, Gamberini Alberto, Gamberini Paolo, Molmenti Alessandro
sentenza n. 27 del 4/07/1945
L’imputato Tartarotti, comandante della Compagnia Autonoma Speciale al servizio del questore Tebaldi, è accusato di concorso nell’uccisione di 6 partigiani prelevati da San Giovanni in Monte e fucilati in via della Certosa.
L’imputato pur ammettendo di essere stato presente all’azione e di essersi occupato dell’inumazione delle salme (in-sieme al vice brg. Gino Marchi,al brg. Rigon, agli agenti Marino Marini, Sergio Mengoli e Renato Roncarelli), nega di aver partecipato al plotone di esecuzione.
La corte riconosce Tartarotti colpevole della specifica imputazione e lo condanna alla pena di morte. La fucilazione dell’imputato è eseguita il 2/10/1945 presso il Poligono di tiro di Bologna.
f.289/1945 - Marchi Gino
sentenza n. 258 del 11/12/1945
L’imputato, agente di Polizia Ausiliaria appartenente alla Compagnia Autonoma Speciale al servizio del questore Te-baldi, è accusato di concorso nell’uccisione di 6 partigiani prelevati da San Giovanni in Monte e fucilati in via della Certosa.
Marchi ammette di essersi occupato dell’inumazione delle salme, ma nega di aver partecipato al plotone di esecuzio-ne.
La corte dichiara l’imputato assolto per insufficienza di prove.
f. 39/1947 - Mungo Ermanno, Roncarelli Renato, Franchini Vittorio (contumace)
sentenza n. ? del 16/07/1947
Gli imputati sono accusati di aver partecipato all’esecuzione dei patrioti avvenuta presso il cimitero della Certosa la notte del 31/03/1944.
Roncarelli, brigadiere della GNR e appartenente alla CAS PS, nega di aver preso parte all’azione, ma è riconosciuto da un testimone quale agente al seguito del capitano Tartarotti nel momento in cui esso ordinò di recuperare le 6 casse da morto per i condannati.
La corte dichiara l’imputato assolto per insufficienza di prove dalla specifica imputazione e condanna Mungo a 9 anni e 6 mesi di reclusione, Franchini a 18 anni e 8 mesi; Roncarelli a 18 anni.
f. 50/1947 - Naldi Remo
sentenza n. ? del 1947 (MANCANTE)
L’imputato, contumace, in qualità di agente di Polizia Ausiliaria doppiogiochista è accusato di aver determinato l’arresto del brigadiere dei vigili urbani Ettore Zaniboni e di altri 5 patrioti, in seguito uccisi presso il cimitero della Certosa.
Nel fascicolo processuale è presente copia di una segnalazione al Procuratore di Stato della GNR- Distaccamento dei CCRR di Bologna Alemanni, datata 31/03/1944, in merito all’uccisione di due ufficiali della GNR avvenuta la mattina stessa in città.
f. 13/1947 - Palermo Salvatore
sentenza n. ? del 10/04/1947 (nel fascicolo processuale)
L’imputato, capitano dei CCRR, è accusato di concorso all’uccisione di Zaniboni, De Giovanni, Bras, Diolaiti, Foscardi, Grilli, trucidati la notte del 1.04.44 per rappresaglia uccisione 2 ufficiali GNR.
Palermo ammette di aver interrogato e deferito al Tribunale militare per propaganda sovversiva, attività antinaziona-le, istigazione alla renitenza, detenzione di armi e favoreggiamento bande armate i 6 partigiani quali rei confessi; e di averli quindi trasferiti presso il carcere giudiziario di San Giovanni in Monte (seppur senza segnalare che restassero a disposizione del Tribunale) e di avere in seguito redatto il 2/04/1944 il comunicato che ne segnalava l’avvenuta ese-cuzione. La corte, provato che Palermo fosse consapevole della volontà del questore Tebaldi di fucilare i prigionieri, lo riconosce colpevole del reato ascrittogli e lo condanna a 5 anni e 5 mesi di reclusione.
f. 51/1947 - Revelli Claudio
sentenza n. ? del 27/11/1947 (MANCANTE, stralcio nel fascicolo processuale)
L’imputato, tenente aiutante da campo GNR al seguito del questore Tebaldi, è accusato di aver partecipato all’esecuzione dei patrioti avvenuta presso il cimitero della Cerosa la notte del 31/03/1944.
L’imputato è riconosciuto dalla corte colpevole di omicidio continuato in danno ai 6 partigiani e condannato a 30 anni di reclusione.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Edera De Giovanni è considerata la prima eroina della Resistenza bolognese vittima della repressione nazifascista.
Scheda compilata da TONI ROVATTI
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-05-05 15:02:36
Vittime
Elenco vittime
Brass Egon, n. nel 1925, partigiano
Attivo nella Brigata GL Montagna. E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
De Giovanni Francesca Edera, n. il 17/07/1923 a Monterenzio - partigiana
Mugnaia. Denunciata per aver pronunciato una frase antifascista, è arrestata a Savazza nel gennaio 1943. Dopo 15 giorni di carcere è diffidata e liberata.
Prende parte al primo gruppo partigiano formatosi a Monterenzio, in seguito confluito nella 36 Brigata Ga-ribaldi Bianconcini e nella 62 Brigata Garibaldi Camicie rosse. Alla fine del marzo 1944, insieme al compagno Egon Brass, lascia Savazza e raggiunge Bologna per prendere contatti con i dirigenti della lotta di liberazio-ne. Durante un’azione di prelevamento di armi è catturata sotto le Due torri a seguito di delazione.
E\' sepolta nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordata nel Sacrario di Piazza Nettuno e nel Monumento alle Cadute partigiane a Villa Spada.
Diolaiti Attilio, n. il 17/09/1898 a Baricella - antifascista/partigiano
Venditore ambulante. Per la sua attività politico-sindacale nell?Unione sindacale italiana, è schedato nel 1916. Segretario della federazione anarchica italiana, durante gli anni Trenta subisce numerosi fermi. Arre-stato nel 1927, è condannato a 5 anni di confino che sconta a Lipari (ME). Viene liberato nel 1930. Nel 1936 si dedica alla propaganda in favore della Spagna repubblicana e raccoglie soldi per le Brigate Internazionali Garibaldi.
Durante il periodo badogliano viene fermato per avere promosso manifestazioni antifasciste. Collabora all?organizzazione ed alla formazione della 7 Brigata Garibaldi GAP Gianni. Sfollato a Monterenzio costitui-sce, insieme a Guerrino De Giovanni, un gruppo partigiano in seguito confluito nella 36 Brigata Garibaldia-Bianconcini. E’ arrestato a Bologna alla fine del marzo 1944.
E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
Foscardi Enrico ‘Dante’, n. il 4/6/1905 a Voghera (PV) - partigiano
Falegname. Nel 1943 residente a Bologna. Subito dopo l?8/09/1943 entra a far parte di un gruppo forma-tosi a Savazza (frazione di Monterenzio), dove è sfollato. Rientrato a Bologna milita nella 7 Brigata Garibal-di GAP Gianni. E’ arrestato a seguito di una delazione.
E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
Grilli Ferdinando, n. il 28/ 06/1882 a Monterenzio - partigiano
Colono. Milita nella 62 Brigata Garibaldi Camicie rosse. Il 27/ 03/1944 due fascisti si recarono presso la sua abitazione per catturare il figlio renitente alla chiamata alle armi della RSI. Non avendolo trovato, preleva-no il padre, lo traducono a Bologna e lo imprigionano nel carcere di San Giovanni in Monte. E’ fucilato alla Certosa di Bologna il 1 aprile 1944 insieme con la nipote Francesca Edera De Giovanni.
E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
Zaniboni Ettore, n. il 20/9/1908 a Castel S. Pietro Terme - partigiano
Vigile urbano. Nel 1943 residente a Bologna. Milita nella 62 Brigata Garibaldi Camicie rosse con funzione di comandante di compagnia.
E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
Elenco vittime partigiani 6
Egon Brass
Francesca Edera De Giovanni
Attilio Diolaiti
Enrico Foscardi
Ferdinando Grilli
Ettore Zaniboni
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Carlo Tavino
Nome Carlo
Cognome Tavino
Note responsabile cap. Carlo Tavino - PA
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto Compagnia Autonoma Speciale
Claudio Revelli
Nome Claudio
Cognome Revelli
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile ten. Claudio Revelli, GNR
Note procedimento f. 51/1947 - Revelli Claudio sentenza n. ? del 27/11/1947 (MANCANTE, stralcio nel fascicolo processuale) L’imputato, tenente aiutante da campo GNR al seguito del questore Tebaldi, è accusato di aver partecipato all’esecuzione dei patrioti avvenuta presso il cimitero della Cerosa la notte del 31/03/1944. L’imputato è riconosciuto dalla corte colpevole di omicidio continuato in danno ai 6 partigiani e condannato a 30 anni di reclusione.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Reparto GNR non precisato
Giovanni Tebaldi
Nome Giovanni
Cognome Tebaldi
Ruolo nella strage Autore
Note responsabile Giovanni Tebaldi, questore (ordine esecuzione)
Remo Naldi
Nome Remo
Cognome Naldi
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento f. 50/1947 - Naldi Remo sentenza n. ? del 1947 (MANCANTE) L’imputato, contumace, in qualità di agente di Polizia Ausiliaria doppiogiochista è accusato di aver determinato l’arresto del brigadiere dei vigili urbani Ettore Zaniboni e di altri 5 patrioti, in seguito uccisi presso il cimitero della Certosa. Nel fascicolo processuale è presente copia di una segnalazione al Procuratore di Stato della GNR- Distaccamento dei CCRR di Bologna Alemanni, datata 31/03/1944, in merito all’uccisione di due ufficiali della GNR avvenuta la mattina stessa in città.
Renato Tartarotti
Nome Renato
Cognome Tartarotti
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile La Compagnia autonoma speciale al comando del capitano Renato Tartarotti, la cui sede di comando era posta in una villa in via Siepelunga, è un reparto speciale alle dirette dipendenze del questore Giovanni Tebaldi non ufficialmente inquadrato fra i reparti di Pubblica Sicurezza (così come la precedente polizia federale attiva a Bologna fino al dicembre 1943). Una banda autonoma priva di esplicite dipendenze dal Ministero dell’Interno della Rsi rimasta famosa in città per la ferocia della sua condotta repressiva contro partigiani, antifascisti e supposti tali e specializzata in esecuzioni per strada e in azioni di requisizione a scopo di lucro. com. Renato Tartarotti, CAS PA (comando plotone di esecuzione)
Note procedimento f.134/1945 - Tartarotti Renato, Gamberini Alberto, Gamberini Paolo, Molmenti Alessandro sentenza n. 27 del 4/07/1945 L’imputato Tartarotti, comandante della Compagnia Autonoma Speciale al servizio del questore Tebaldi, è accusato di concorso nell’uccisione di 6 partigiani prelevati da San Giovanni in Monte e fucilati in via della Certosa. L’imputato pur ammettendo di essere stato presente all’azione e di essersi occupato dell’inumazione delle salme (in-sieme al vice brg. Gino Marchi,al brg. Rigon, agli agenti Marino Marini, Sergio Mengoli e Renato Roncarelli), nega di aver partecipato al plotone di esecuzione. La corte riconosce Tartarotti colpevole della specifica imputazione e lo condanna alla pena di morte. La fucilazione dell’imputato è eseguita il 2/10/1945 presso il Poligono di tiro di Bologna.
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto Compagnia Autonoma Speciale
Salvatore Palermo
Nome Salvatore
Cognome Palermo
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile cap. Salvatore Palermo - CCRR
Note procedimento f. 13/1947 - Palermo Salvatore sentenza n. ? del 10/04/1947 (nel fascicolo processuale) L’imputato, capitano dei CCRR, è accusato di concorso all’uccisione di Zaniboni, De Giovanni, Bras, Diolaiti, Foscardi, Grilli, trucidati la notte del 1.04.44 per rappresaglia uccisione 2 ufficiali GNR. Palermo ammette di aver interrogato e deferito al Tribunale militare per propaganda sovversiva, attività antinaziona-le, istigazione alla renitenza, detenzione di armi e favoreggiamento bande armate i 6 partigiani quali rei confessi; e di averli quindi trasferiti presso il carcere giudiziario di San Giovanni in Monte (seppur senza segnalare che restassero a disposizione del Tribunale) e di avere in seguito redatto il 2/04/1944 il comunicato che ne segnalava l’avvenuta ese-cuzione. La corte, provato che Palermo fosse consapevole della volontà del questore Tebaldi di fucilare i prigionieri, lo riconosce colpevole del reato ascrittogli e lo condanna a 5 anni e 5 mesi di reclusione.
Sconosciuto Amici
Nome Sconosciuto
Cognome Amici
Stato nominativo generico o non identificato emerso da testimonianze orali
Note responsabile mar. Amici, PA
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto Compagnia Autonoma Speciale
Sconosciuto Caputo
Nome Sconosciuto
Cognome Caputo
Stato nominativo generico o non identificato emerso da testimonianze orali
Note responsabile commissario Caputo, PA
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto Compagnia Autonoma Speciale
Sconosciuto Vinadio Tosi
Nome Sconosciuto
Cognome Vinadio Tosi
Stato nominativo generico o non identificato emerso da testimonianze orali
Note responsabile brg. Vinadio Tosi, PA
Tipo di reparto fascista Reparto speciale
Nome del reparto Compagnia Autonoma Speciale
Memorie
Memorie legate a questa strage
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Sul luogo dell’uccisione lungo il muro di cinta del cimitero (identificabile dalle tracce di sangue sul mar-ciapiedi), nei giorni successivi alla fucilazione la popolazione da vita ad un sacrario spontaneo depositan-do fiori e fotografie.
luogo della memoria a
Tipo di memoria: luogo della memoria
Descrizione: A Edera De Giovanni sono state intitolate una via e a una scuola d?infanzia di Bologna, e una via di Mon-terenzio.
luogo della memoria a Bologna
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Bologna
Descrizione: A Ettore Zaniboni è stata intitolata una strada di Bologna.
lapide a Bologna, via della Certosa
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Bologna, via della Certosa
Descrizione: Lapide ai partigiani fucilati sul muro esterno della Certosa [1948], via della Certosa
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: Sacrario dei caduti partigiani di Bologna e provincia, piazza del Nettuno
monumento a Bologna, cimitero della Certosa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, cimitero della Certosa
Descrizione: Monumento Ossario ai Caduti Partigiani, cimitero della Certosa
monumento a via di Casaglia, Giardino di Villa Spada 5
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: via di Casaglia, Giardino di Villa Spada 5
Descrizione: Monumento alle Donne della Resistenza