BOTTE DI PIOPPE DI SALVARO GRIZZANA 29.09-01.10.1944
(Bologna - Emilia-Romagna)
Episodio di riferimento: MONTE SOLE, 29.09.1944-05.10.1944
Descrizione
Località Botte di Pioppe di Salvaro, Grizzana Morandi, Bologna, Emilia-Romagna
Data 29 settembre 1944 - 1 ottobre 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 45
Numero vittime uomini 42
Numero vittime uomini ragazzi 1
Numero vittime uomini adulti 27
Numero vittime uomini anziani 14
Numero vittime di genere ignoto 3
Descrizione: Se nell’area considerata “calda”, quella nella quale penetrarono gli uomini di Reder, l’operazione aveva una netta impronta eliminazionista, nelle valli del Reno e in quella del Setta furono operati, nei giorni 29 e 30, rastrellamenti di soli uomini, e nel giorno 1° ottobre, quando cioè l’operazione a Monte Sole era ufficialmente conclusa, furono eliminati gli ostaggi che nelle selezioni del giorno precedente non erano stati giudicati idonei al lavoro.
Nella valle del Setta i rastrellati da parte delle SS(reparto non identificato) furono concentrati presso il rifugio di Vado. Il 30 settembre, verso le 14 fu operata una selezione fra i prigionieri da un ufficiale tedesco, coadiuvato da un italiano che fungeva da interprete: l’autocarro dove erano stati fatti salire coloro che erano stati selezionati per il lavoro coatto non percorse una lunga strada, la sua destinazione era Pioppe di Salvaro, nella valle del Reno, che rappresentava il centro di coordinamento di tutte le operazioni di rastrellamento effettuate dalle SS in quei giorni. Passando per Sasso Marconi e Marzabotto, arrivarono a Pioppe e furono rinchiusi nella chiesa adiacente allo stabilimento industriale.
Anche nella valle del Reno le SS (probabilmente reparti della contraerea e dell’artiglieria della 16^ Divisione SS, reparti della Compagnia d’accompagnamento della Divisione, coadiuvati da reparti del battaglione dell’Est e del reggimento antiaereo) rastrellarono gli uomini: 200 o 300, presi sia dai villaggi sia dalle case dei contadini. I fermati, fra i quali alcuni sacerdoti, furono rinchiusi nell’edificio dello stabilimento infustriale, la canapiera, (ormai fuori uso per un bombardamento), e precisamente in quella che veniva indicata come la «casa dei birocciai», cioè le scuderie dello stabilimento.
Da quel momento la gestione degli uomini rinchiusi passò probabilmente alla Feldgendarmerie della 16^ Divisione SS.
Rinchiusi in uno spazio ristretto, sottoposti alle angherie dei sorveglianti che si alternavano, senza cibo, se non quel poco che alcune donne riuscirono a far filtrare con il consenso delle guardie più disponibili, le ore passavano in un’angosciosa incertezza sulla propria sorte. Il 30 settembre, o il 1° ottobre, gli uomini furono divisi in tre gruppi: secondo una testimonianza, alla selezione avrebbe partecipato “Cacao”, il partigiano traditore Giuliano De Balzo, sulla cui effettiva esistenza, tuttavia, sono stati sollevati ragionevoli dubbi. Nel primo gruppo furono messi alcuni uomini, fra i quali 4 dei sei religiosi, che sarebbero stati liberati verso le 13 del 1° ottobre; nel secondo furono messi coloro che sarebbero stati inviati al lavoro, e furono rinchiusi nella chiesa, e poi avviati verso Bologna; nel terzo furono inseriti coloro che, o perché troppo anziani, o perché dichiararono qualche malanno, furono considerati inabili (fra di essi don Elia Comini e padre Martino Capelli). Questo ultimo gruppo fu lasciato nelle scuderie.
Nel pomeriggio avanzato i tedeschi entrarono e li derubarono di qualsiasi oggetto di valore, costringendoli a levarsi le scarpe. Li portarono quindi nella ‘botte’ del canapificio, un bacino dell’acqua industriale dello stabilimento, sul quale correva una passerella con ringhiera. C’erano da 20 a 30 soldati, al comando di un sergente, ed avevano piazzato sul muro opposto alla passerella due mitragliatrici. Un primo gruppo fu fatto schierare sul ciglio della botte, e mitragliato. Il secondo gruppo dovette gettare i corpi nell’acqua, e fu a sua volta mitragliato. Quindi i tedeschi finirono a colpi di pistola chi ancora non era morto, e gettarono tutti i corpi nel serbatoio dell’acqua, buttandovi delle bombe a mano.
Quei poveri corpi rimasero così per giorni: in molti tentarono di seppellirli, ma dovettero desistere sia per la difficoltà di tirarli fuori da quel catino, sia perché i tedeschi erano ancora in zona. Ancora parecchi giorni dopo i cadaveri erano nel bacino, e la situazione era diventata insostenibile, il livello dell’acqua era cresciuto per le piogge, i corpi ormai gonfi ammorbavano l’aria: dopo circa 20 giorni dall’eccidio un uomo aprì quindi la saracinesca della botte, e i corpi furono trascinati nelle acque del Reno, dove scomparvero per sempre.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: sevizie-torture
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: massacro eliminazionista
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Estremi e note penali: Imputati tedeschi
- Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
- Walter Reder, condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Bologna in data 31 ottobre 1951. Sentenza confermata per alcuni capi di imputazione, fra i quali la strage di Monte Sole, nel marzo 1954 dal Tribunale supremo militare. Sentenza del tribunale militare di Bari del luglio 1980 che gli concede la libertà condizionale, con cinque anni di internamento nel carcere di Gaeta con lo status di prigioniero di guerra. Graziato il 23 gennaio 1985 con decreto del Presidente del Consiglio Bettino Craxi.
- Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut; assoluzione per BECKER Hermann August, FINSTER Günther, GUDE Walter Ernst, KUSTERER Wilhelm Ernst, PIEPEPENSCHNEIDER Albert, STOCKINGER Franz, TIEGEL Otto Erhart, per non aver commesso il fatto.
Il 7 maggio 2008 si è celebrato a Roma davanti alla Corte Militare d'Appello il processo di secondo grado . La Corte ha assolto per insufficienza di prove Spieler, confermato gli altri ergastoli inflitti in primo grado dichiarando estinto il reato per morte del reo per Wache, condannato all'ergastolo Kusterer, assolto in primo grado.
Paul Albers ha presentatato ricorso in Cassazione, ma è morto prima che il ricorso potesse essere discusso.
Imputati italiani.
Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La strage di marzabotto è ben presto assurta a simbolo della violenza nazista e del sacrificio del popolo italiano per la Resistenza. Numerose nel tempo le autorità italiane e straniere che hanno partecipato alle commemorazioni dell’eccidio o a celebrazioni: ricordiamo in particolare che il 17 aprile 2002 il Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, visitarono il sacrario di Marzabotto. Più recentemente è emersa una memoria antipartigiana, che si è manifestata in alcune pubblicazioni: Margherita Ianelli, Gli zappaterra. Una vita, Baldini e Castoldi, Milano 2002; Lucia Sabbioni, Marzabotto, diario del perdono e della rabbia, Lupo edizioni, Bologna s.d.; don Dario Zanini, Marzabotto e dintorni 1944, Ponte Nuovo, Bologna 1996.
Scheda compilata da PAOLO PEZZINO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-07-19 14:10:26
Vittime
Elenco vittime
Arienti Primo di Vergato n. 04.07.1875
Baccolini Callisto di Vergato, n. 11.01.1904
Baccolini Federico di Vergato, n. 20.03.1913
Baccolini Ruffillo di Vergato, n. 22.08.1917
Barbieri Callisto di Grizzana n. 14.02.1917
Barbieri Colombo di Grizzana, n. 13.09.1912
Borgia Alfredo di Marzabotto, n. 29.10.1882
3 Ignoti di Lucca
1 Ignoto di Pisa
Capelli Nicola Luigi padre Martino di Bologna, 20.09.1912
Comini don Elia di Brescia, n. 07.05.1910
Costa Luigi di Marzabotto, n. 02.04.1886
Cumani Aldo di Grizzana, n. 08.05.1917
Dal Cero Angelo di Bologna, n. 21.03.1898
Davini Giulio di Lucca, n. 13.08.1914
Degli Esposti Cleto di Marzabotto n. 16.11.1884
Degli Esposti Ugo di Grizzana, n. 24.09.1904
Donati Gino di Grizzana, n. 04.10.1899
Fava Antonio di Vergato n. 16.01.1896
Felci Bernardo di Marzabotto n. 28.09.1879
Ferri Eliseo di Grizzana n, 15.08.1889
Gherardi Armando di Marzabotto n. 23.02.1886
Laffi Vincenzo di Marzabotto n, 19.09.1876
Monetti Primo di Marzabotto
Monti Fernando di Marzabotto n. 26.09.1907
Nannetti Adolfo di Vergato n. 14.12.1878
Nannetti Angelo di Grizzana
Nannetti GUIDO Sabatino di Vergato 10.04.1909
Nanni Franco di Grizzana n. 31.03.1928
Palma Martino di Marzabotto n. 12.11.1918
Palmieri Riccardo di Grizzana n. 13.10.1893
Pasini Giacomo di Bologna n. 05.11.1912
Piccioli Ruggero di Pisa n. 03.01.1896
Rosti Augusto di Marzabotto n. 01.11.1908
Scandellari Pasquino di Marzabotto n. 04.04.1885
Serenari Adolfo di Vergato n. 01.04.1887
Serpentini Angiolino di Grizzana n. 30.12.1904
Venturi Luigi di Marzabotto n. 15.02.1880
Venturi Martino di Marzabotto n. 11.11.1909
Venturi Virginio di Vergato n. 19.09.1885
Vignudelli Giovanni di Grizzana n. 15.02.1915
Zannini Celso di Marzabotto n. 10.07.1869
Elenco vittime civili 43
Arienti Primo
Baccolini Callisto
Baccolini Federico
Baccolini Ruffillo
Barbieri Callisto di Grizzana
Barbieri Colombo
Borgia Alfredo
3 Ignoti di Lucca
1 Ignoto di Pisa
Costa Luigi
Cumani Aldo
Dal Cero Angelo
Davini Giulio
Degli Esposti Cleto
Degli Esposti Ugo
Donati Gino
Fava Antonio
Felci Bernardo
Ferri Eliseo
Gherardi Armando
Laffi Vincenzo
Monetti Primo
Monti Fernando
Nannetti Adolfo
Nannetti Angelo
Nannetti GUIDO Sabatino
Nanni Franco
Palma Martino
Palmieri Riccardo
Pasini Giacomo
Piccioli Ruggero
Rosti Augusto
Scandellari Pasquino
Serenari Adolfo
Serpentini Angiolino
Venturi Luigi
Venturi Martino
Venturi Virginio
Vignudelli Giovann
Zannini Celso
Elenco vittime religiosi 2
Capelli Nicola Luigi padre Martino di Bologna, 20.09.1912
Comini don Elia di Brescia, n. 07.05.1910
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Albert Ekkehard
Nome Albert
Cognome Ekkehard
Note responsabile Tenente colonnello Ekkehard Albert, aiutante tattico (IA) addetto allo Stato maggiore della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Fritz Alwin Schildbach
Nome Fritz Alwin
Cognome Schildbach
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capitano Fritz Alwin Schildbach, capitano medico del SS AA 16
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Giovanni Quadri
Nome Giovanni
Cognome Quadri
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Helmut Loos
Nome Helmut
Cognome Loos
Note responsabile Maggiore Helmut Loos, ufficiale di Stato maggiore della Divisione incaricato della sicurezza (IA).
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Lorenzo Mingardi
Nome Lorenzo
Cognome Mingardi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Max Paustian
Nome Max
Cognome Paustian
Note responsabile Capitano Max Paustian, comandante la 16^ SS Divisions-Begleit-Kompanie (compagnia d’accompagnamento comando della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Max Simon
Nome Max
Cognome Simon
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Paul Albers
Nome Paul
Cognome Albers
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente Paul Albers, aiutante di battaglione del SS AA 16
Note procedimento Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Walter Reder
Nome Walter
Cognome Reder
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Maggiore Walter Reder, comandante del 16^ SS Panzer-Aufkl?rungs-Abteilung (battaglione esplorante, sigla: SS AA 16) della Divisione
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Sentenze dei tribunali militari riferite a episodi comprendenti o attinenti a questo
Memorie
Memorie legate a questa strage
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Scuola di pace di Monte Sole, con struttura operativa nel parco storico di Monte Sole
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Scuola di pace di Monte Sole, con struttura operativa nel parco storico di Monte Sole
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Parco Storico di Monte Sole-Macroarea Emilia-Orientale, Via Porrettana Nord 4f, 40043, Marzabotto (con biblioteca e archivio relativo alla strage). Centro visite Il Poggiolo, del Parco Storico di Monte Sole, Via S. Martino 25, 40043, Marzabotto
cippo a Monte Sole
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Cippo in memoria della brigata partigiana Stella Rossa, sulla cima di Monte Sole
monumento a Monte Sole
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Sacrario
monumento a
Tipo di memoria: monumento
Descrizione: A ricordo della strage
cippo a
Tipo di memoria: cippo
Descrizione: Dedicato ai sacerdoti martiri della botte di Salvaro
luogo della memoria a Botte di Pioppe di Salvaro
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Botte di Pioppe di Salvaro
Descrizione: La botte della canapiera di Pioppe di Salvaro