CREDA DI SALVARO GRIZZANA 29.09.1944
(Bologna - Emilia-Romagna)
Episodio di riferimento: MONTE SOLE, 29.09.1944-05.10.1944
Descrizione
Località Creda di Salvaro, Grizzana Morandi, Bologna, Emilia-Romagna
Data 29 settembre 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 69
Numero vittime uomini 33
Numero vittime bambini 9
Numero vittime uomini ragazzi 3
Numero vittime uomini adulti 16
Numero vittime uomini anziani 5
Numero vittime donne 36
Numero vittime donne bambine 12
Numero vittime donne ragazze 1
Numero vittime donne adulte 20
Numero vittime donne anziane 3
Descrizione: Creda di Salvaro è un gruppo di sei o sette abitazioni appartenenti alla stessa fattoria. I tedeschi arrivarono di primo mattino, rastrellarono tutti coloro che trovarono, e li portarono in un gran casamento posto a mezza costa fra la chiesa e il monte, stipandoli in un porticato dove venivano ricoverati i carri agricoli. Si trattava di un gruppo numeroso di soldati, da 50 a 150 secondo le varie testimonianze. Il gruppo dei rastrellati era di circa 80-90 persone, fra le quali 20-30 uomini. Davanti al portico fu quindi piazzato un carro agricolo, con sopra una o due mitragliatrici. L’inizio dell’eccidio fu annunziato da uno o più razzi. E’ probabile che i razzi segnalassero che gli uomini che, dopo aver rastrellato le case di Creda, avevano proseguito la marcia lasciando solo alcune sentinelle di guardia ai fermati, erano arrivati a destinazione: comunque sia, fu il segnale della strage, e le mitragliatrici poste sul carro agricolo aprirono il fuoco. I tedeschi lanciarono anche delle bombe a mano, secondo alcuni incendiarie; fra le persone rastrellate vi erano bambini e donne.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: incendio di abitazione
Tipo di massacro: massacro eliminazionista
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Estremi e note penali: Imputati tedeschi
- Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
- Walter Reder, condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Bologna in data 31 ottobre 1951. Sentenza confermata per alcuni capi di imputazione, fra i quali la strage di Monte Sole, nel marzo 1954 dal Tribunale supremo militare. Sentenza del tribunale militare di Bari del luglio 1980 che gli concede la libertà condizionale, con cinque anni di internamento nel carcere di Gaeta con lo status di prigioniero di guerra. Graziato il 23 gennaio 1985 con decreto del Presidente del Consiglio Bettino Craxi.
- Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut; assoluzione per BECKER Hermann August, FINSTER Günther, GUDE Walter Ernst, KUSTERER Wilhelm Ernst, PIEPEPENSCHNEIDER Albert, STOCKINGER Franz, TIEGEL Otto Erhart, per non aver commesso il fatto.
Il 7 maggio 2008 si è celebrato a Roma davanti alla Corte Militare d'Appello il processo di secondo grado . La Corte ha assolto per insufficienza di prove Spieler, confermato gli altri ergastoli inflitti in primo grado dichiarando estinto il reato per morte del reo per Wache, condannato all'ergastolo Kusterer, assolto in primo grado.
Paul Albers ha presentatato ricorso in Cassazione, ma è morto prima che il ricorso potesse essere discusso.
Imputati italiani.
Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Annotazioni: Le truppe che rastrellarono la zona dovrebbero appartenere a reparti della difesa antiaerea e dell’artiglieria della 16a Divisione SS (zona Grizzana–Carviano), della Compagnia d’accompagnamento comando della medesima Divisione, agli ordini del capitano Paustian, della Wehrmacht (zona Vergato) e a del battaglione dell’Est (zona del Reno). Nella maggior parte delle testimonianze si parla di SS, riconoscibili a causa delle mostrine con il simbolo delle SS stilizzato che ricordava un 44, e della testa di morto stampigliata sull’elmetto. Il ruolo dei cosiddetti “russi”, o “mongoli” deve essere perciò fortemente ridimensionato rispetto a quanto sostenuto da alcuni autori, in particolare Dario Zanini, Marzabotto e dintorni 1944, Ponte Nuovo, Bologna 1996.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La strage di marzabotto è ben presto assurta a simbolo della violenza nazista e del sacrificio del popolo italiano per la Resistenza. Numerose nel tempo le autorità italiane e straniere che hanno partecipato alle commemorazioni dell’eccidio o a celebrazioni: ricordiamo in particolare che il 17 aprile 2002 il Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, visitarono il sacrario di Marzabotto. Più recentemente è emersa una memoria antipartigiana, che si è manifestata in alcune pubblicazioni: Margherita Ianelli, Gli zappaterra. Una vita, Baldini e Castoldi, Milano 2002; Lucia Sabbioni, Marzabotto, diario del perdono e della rabbia, Lupo edizioni, Bologna s.d.; don Dario Zanini, Marzabotto e dintorni 1944, Ponte Nuovo, Bologna 1996.
Scheda compilata da PAOLO PEZZINO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-07-19 13:59:41
Vittime
Elenco vittime
Bacci Amedea Caterina
Betti Cesira o Cesarina
Betti Laura
Brizzi Pio
Cardi Alberto
Cardi Augusto
Cardi Gina
Cardi Lucia
Cardi Maria
Cardi Maria Elena
Cardi Walter
Castellani Dina
Comastri Bianca
Comastri Marcellina
Conti Enrica
Franceschini Chiara
Frascaroli Alfredo
Gandolfi Anna
Gandolfi Celestino (detto Severino)
Gandolfi Cesarina Margherita
Gandolfi Emilio
Gandolfi Filomena
Gandolfi Giorgio
Gandolfi Giuseppe
Gandolfi Ines
Gandolfi Maria
Giuliani Elide Augusta
Giusti Agata
Lippi Adele
Lolli Dina
Lolli Elena
Lolli Elisa
Lolli Nello
Lolli Tito
Lollini Amedeo Ugo
Lollini Carlo
Macchelli Alfredo
Macchelli Dina
Macchelli Enrica Maria
Macchelli Francesco
Macchelli Gino
Macchelli Giuseppe
Macchelli Maria
Macchelli Rosina
Marchi Angelo
Marchi Frediano
Medici Mafalda
Medici Mario
Medici Massimo
Paganelli Maria
Palmieri Mario
Palmieri Nerina
Pascoletti Giorgio
Righi Ersilio
Righi Giuseppe
Rossi Anna
Rossi Edoardo
Rossi Giacomo
Sandrolini Fulvia
Tonelli Elena
Valdiserra Gaetano
Valdiserra Girolamo
Ventura Augusto
Ventura Maria Rosa
Ventura Ugo
Venturi Bruno
Zassi Carmela
Zassi Iole
Zassi Umberto
Elenco vittime civili 69
Bacci Amedea Caterina
Betti Cesira o Cesarina
Betti Laura
Brizzi Pio
Cardi Alberto
Cardi Augusto
Cardi Gina
Cardi Lucia
Cardi Maria
Cardi Maria Elena
Cardi Walter
Castellani Dina
Comastri Bianca
Comastri Marcellina
Conti Enrica
Franceschini Chiara
Frascaroli Alfredo
Gandolfi Anna
Gandolfi Celestino (detto Severino)
Gandolfi Cesarina Margherita
Gandolfi Emilio
Gandolfi Filomena
Gandolfi Giorgio
Gandolfi Giuseppe
Gandolfi Ines
Gandolfi Maria
Giuliani Elide Augusta
Giusti Agata
Lippi Adele
Lolli Dina
Lolli Elena
Lolli Elisa
Lolli Nello
Lolli Tito
Lollini Amedeo Ugo
Lollini Carlo
Macchelli Alfredo
Macchelli Dina
Macchelli Enrica Maria
Macchelli Francesco
Macchelli Gino
Macchelli Giuseppe
Macchelli Maria
Macchelli Rosina
Marchi Angelo
Marchi Frediano
Medici Mafalda
Medici Mario
Medici Massimo
Paganelli Maria
Palmieri Mario
Palmieri Nerina
Pascoletti Giorgio
Righi Ersilio
Righi Giuseppe
Rossi Anna
Rossi Edoardo
Rossi Giacomo
Sandrolini Fulvia
Tonelli Elena
Valdiserra Gaetano
Valdiserra Girolamo
Ventura Augusto
Ventura Maria Rosa
Ventura Ugo
Venturi Bruno
Zassi Carmela
Zassi Iole
Zassi Umberto
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Albert Ekkehard
Nome Albert
Cognome Ekkehard
Note responsabile Tenente colonnello Ekkehard Albert, aiutante tattico (IA) addetto allo Stato maggiore della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Fritz Alwin Schildbach
Nome Fritz Alwin
Cognome Schildbach
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capitano Fritz Alwin Schildbach, capitano medico del SS AA 16
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Giovanni Quadri
Nome Giovanni
Cognome Quadri
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Helmut Loos
Nome Helmut
Cognome Loos
Note responsabile Maggiore Helmut Loos, ufficiale di Stato maggiore della Divisione incaricato della sicurezza (IA).
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Lorenzo Mingardi
Nome Lorenzo
Cognome Mingardi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Max Paustian
Nome Max
Cognome Paustian
Note responsabile Capitano Max Paustian, comandante la 16^ SS Divisions-Begleit-Kompanie (compagnia d’accompagnamento comando della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Max Simon
Nome Max
Cognome Simon
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Generale Max Simon, comandante la 16^ Panzergrenadier Division “Reichsführer SS”;
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Paul Albers
Nome Paul
Cognome Albers
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente Paul Albers, aiutante di battaglione del SS AA 16
Note procedimento Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Walter Reder
Nome Walter
Cognome Reder
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Maggiore Walter Reder, comandante del 16^ SS Panzer-Aufkl?rungs-Abteilung (battaglione esplorante, sigla: SS AA 16) della Divisione
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Sentenze dei tribunali militari riferite a episodi comprendenti o attinenti a questo
Memorie
Memorie legate a questa strage
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Scuola di pace di Monte Sole, con struttura operativa nel parco storico di Monte Sole
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Parco Storico di Monte Sole-Macroarea Emilia-Orientale, Via Porrettana Nord 4f, 40043, Marzabotto (con biblioteca e archivio relativo alla strage). Centro visite Il Poggiolo, del Parco Storico di Monte Sole, Via S. Martino 25, 40043, Marzabotto
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Cippo in memoria della brigata partigiana Stella Rossa, sulla cima di Monte Sole
monumento a Monte Sole
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Sacrario