SAN MARTINO MARZABOTTO 30.09.1944
(Bologna - Emilia-Romagna)
Episodio di riferimento: MONTE SOLE, 29.09.1944-05.10.1944
Descrizione
Località San Martino, Marzabotto, Bologna, Emilia-Romagna
Data 30 settembre 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 72
Numero vittime uomini 22
Numero vittime bambini 9
Numero vittime uomini ragazzi 1
Numero vittime uomini adulti 9
Numero vittime uomini anziani 3
Numero vittime donne 50
Numero vittime donne bambine 15
Numero vittime donne ragazze 6
Numero vittime donne adulte 20
Numero vittime donne anziane 7
Numero vittime donne senza informazioni 2
Descrizione: Il 30 settembre i tedeschi arrivarono a San Martino, trovando le persone, per lo più donne e bambini, rifugiate in chiesa. Le fecero uscire, le ammassarono davanti una casa colonica vicina, poi le uccisero a colpi di mitraglia e dettero fuoco agli edifici.
Una descrizione di quanto successo, sia pure non priva di ambiguità, la dette alle autorità militari inglesi Julien Legoll, disertore alsaziano appartenente al plotone mitraglieri della 5^ compagnia, che era stato aggregato alla 1^ compagnia dell’Aufkl?rung Abteilung (battaglione esplorante, sigla: SS AA 16) della 16a Panzergrenadier Division “Reichsführer ss”.
“Egli dichiarò che tra le 3 e mezza e le 4 del mattino del 30 settembre la 1a compagnia, insieme al plotone mitraglieri della 5a che le era stato aggregato, lasciò i suoi accantonamenti a Montorio e di nuovo attraversò la strada ed il fiume, ma più sulla destra rispetto alla direzione presa il giorno prima (quando, lo ricordiamo, si era diretta verso Cadotto). Dopo due ore di marcia raggiunsero la 2a compagnia – quella che copriva il lato destro dell’area da rastrellare – che aveva trovato forti resistenze il giorno prima, e al cui sostegno loro erano stati destinati: la trovarono schierata vicino ad un piccolo gruppo di case coloniche. Verso le 8 di mattina il plotone mitraglieri cui Legoll apparteneva fu distaccato per conquistare una località chiamata San Martello (in realtà S. Martino), dove arrivarono verso le 9 di mattina: si trattava di una chiesa e di tre edifici colonici. E’ bene riportare per intero (nella traduzione fatta eseguire dal Tribunale militare di Bologna il 21 giugno 1948) quanto dichiarò Legoll. Al di là della veridicità dei particolari, si tratta infatti di una delle pochissime testimonianze oculari di un massacro visto dalla parte dei suoi esecutori:
L’Unterscharführer [sergente] spiegò il plotone, della forza di 20 uomini, attorno al villaggio ed il fuoco della armi leggere fu fatto convergere su di esso per circa 10 minuti. Fu poi dato l’ordine di cessare il fuoco e i nostri soldati entrarono negli edifici, trovandoli abbandonati, ad eccezione di una vecchia, e vuoti di armi.
Dopo che fu dato l’ordine di “cessate il fuoco” il plotone si avvicinò al villaggio a normale passo di marcia allo scoperto, dato che non vi era stata risposta al nostro fuoco. Come ci avvicinammo ad una delle case, udimmo le grida di una donna spaventata. Il sottufficiale comandante la 3^ sezione, Rottenführer [caporalmaggiore] KNAPPE, si avvicinò ad una finestra di questa casa e senza guardare dentro vi gettò una granata a mano. Quattro di noi indi entrarono nell’edificio e vi trovarono una vecchia, dell’età di 50-60 anni, morta. Senza dubbio era stata uccisa dalla granata. Io mi trovavo nel gruppo che la rinvenne. L’intero villaggio fu poi dato alle fiamme ma la Chiesa non voleva ardere.
Quando demmo queste case alle fiamme, i mobili furono ammucchiati insieme, fieno o paglia fu posta sotto e incendiata. Nel caso della Chiesa fu fatto un tentativo di bruciare le panche di legno, senza successo. Prima del tentativo di bruciare la Chiesa il comandante del plotone WOLF, diede ordine di distrugge l’Altare, ed io, essendo cattolico, mi allontanai dalla Chiesa.
Dopo di ciò al plotone fu concesso un breve riposo.
Io direi che sebbene il comandante del plotone fosse l’Unterscharführer Wolf, questa spedizione era sotto il comando dell’Oberscharführer [maresciallo] BOEHLER, della 1^ compagnia. Il nostro breve riposo fu interrotto dall’apparizione di un gruppo di circa 30-40 donne e bambini scortati da 3 militari SS, che io reputo appartenessero alla 2^ o 3^ compagnia del Recce Unit. Essi condussero il gruppo dove noi eravamo seduti e chiesero a BOEHLER che cosa si dovesse fare di loro. BOEHLER disse: “essi devono essere fucilati”. I tre SS indi se ne andarono. Le donne e i bambini furono poi allineati contro il muro della casa colonica dove era stata uccisa la vecchia. Essi fecero un tentativo di fuga ma furono ripresi. BOEHLER ordinò allo Sturmann [recte Sturmmann: caporale] PIELTNER di procedere alla loro esecuzione con la sua mitragliatrice. Udii PIELTNER mormorare una obiezione, motivo per cui BOEHLER tirò fuori il suo revolver, sotto la minaccia del quale io allora vidi PIELTNER falciare col fuoco della sua mitragliatrice le donne e i bambini. Ciò accadde fra le ore 11-12. I cadaveri furono lasciati giacenti dove erano caduti e quindi ci mettemmo in marcia per recarci al luogo del raduno, dove incontrammo la 1^ compagnia, colla quale ritornammo agli accantonamenti a Montorio.
La reticenza di Legoll è evidente: sembra strano che i civili da uccidere fossero stati rastrellati da un’altra compagnia (e vedremo che su questo punto i pochi testimoni oculari lo smentiscono: le donne e i bambini furono stanati dalla chiesa e dalle case coloniche vicine), e risulta improbabile il tentativo del caporale Pieltner di opporsi all’ordine di uccidere, dato che si trattava dello stesso militare che, sempre secondo la deposizione di Legoll, il giorno precedente, senza alcun ordine specifico, aveva di propria iniziativa ucciso donne e anziani.
Ciò nonostante, la testimonianza è significativa per parecchi punti: l’assoluta mancanza di una qualche resistenza da parte della popolazione – paiono inconsistenti alcune narrazioni, riportate sia da Renato Giorgi che da Zanini, che attribuiscono alla presunta reazione di una coppia, il marito oltretutto armato, l’evento scatenante della strage; la sicurezza con la quale i soldati avanzavano sul terreno scoperto, certi evidentemente di non trovare nessun partigiano armato a contrastarli; l’automatismo con il quale si comportavano (si veda l’episodio della bomba lanciata nella casa dalla quale provenivano le urla di una donna spaventata). E’ evidente che si trattava di soldati collaudati, che sapevano quello che dovevano fare, e lo facevano ormai con efficienza e perizia: non dare la caccia ai partigiani, ormai del tutto assenti dall’intera zona investita dal rastrellamento, ma proseguire nello sterminio di tutti coloro che incontrassero, per lo più donne, bambini, anziani.” (da Luca Baldissara e Paolo Pezzino, Il massacro. Guerra ai civili a Monte Sole, Bologna, il Mulino, 2009, pp. 209-211).
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: incendio di abitazione
Tipo di massacro: massacro eliminazionista
--> Per saperne di più sulle tipologie
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La strage di marzabotto è ben presto assurta a simbolo della violenza nazista e del sacrificio del popolo italiano per la Resistenza. Numerose nel tempo le autorità italiane e straniere che hanno partecipato alle commemorazioni dell’eccidio o a celebrazioni: ricordiamo in particolare che il 17 aprile 2002 il Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, visitarono il sacrario di Marzabotto. Più recentemente è emersa una memoria antipartigiana, che si è manifestata in alcune pubblicazioni: Margherita Ianelli, Gli zappaterra. Una vita, Baldini e Castoldi, Milano 2002; Lucia Sabbioni, Marzabotto, diario del perdono e della rabbia, Lupo edizioni, Bologna s.d.; don Dario Zanini, Marzabotto e dintorni 1944, Ponte Nuovo, Bologna 1996.
Scheda compilata da PAOLO PEZZINO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-07-19 14:11:39
Vittime
Elenco vittime
Angelini Santuzza
Barattoli Edmea
Baravelli Illuminata
Baravelli Somiglia
Benassi Adelfa
Bertolini Clementina
Bertucci Carlo
Boscarin Candida
Brunetti Marino
Cardi Giuseppe
Commissari Maria Celsa
Farina Gastone
Ferretti Adriano
Ghidini Bruno
Gottardi Erminia
Leonesi Nella
Lorenzini Agostina
Lorenzini Anna Augusta
Lorenzini Clara
Lorenzini Luisa Maria
Lorenzini Marcella
Lorenzini Nerina
Lorenzini Rita Pia
Luccarini Albina
Luccarini Anna
Luccarini Cesare
Luccarini Luigi
Luccarini Prima
Luccarini Rita
Marchetti Ersilia
Marchioni Marta
Migliori Anna
Migliori Armando
Migliori Dante
Migliori Enrico
Migliori Franco
Migliori Lina
Migliori Marino
Migliori Vittoria
Moschetti Dario
Moschetti Vittoria
Musiani Olga
Musolesi Alfredo
Naldi Anna
Naldi Maria
Nanni Caterina
Pantaleoni Ester
Paselli Anna
Paselli Dante
Paselli Fidelia
Paselli Franco
Paselli Malvina
Petrizzi Maria
Pierantoni Dolores
Pierantoni Enea
Pizzoli Paola
Ricolini Luciano
Righi Angela
Righini Maria
Romanelli Graziella
Sabbioni Desiderio
Sabulli Adele
Sabulli Francesco
Salvador Elisabetta
Simoncini Linda
Smerigli Antonietta
Tonelli Maria
Ventura Vittorina
Venturi Letizia
Venturi Liana
Zappoli Albertina
Elenco vittime civili 72
Angelini Santuzza
Barattoli Edmea
Baravelli Illuminata
Baravelli Somiglia
Benassi Adelfa
Bertolini Clementina
Bertucci Carlo
Boscarin Candida
Brunetti Marino
Cardi Giuseppe
Commissari Maria Celsa
Farina Gastone
Ferretti Adriano
Ghidini Bruno
Gottardi Erminia
Leonesi Nella
Lorenzini Agostina
Lorenzini Anna Augusta
Lorenzini Clara
Lorenzini Luisa Maria
Lorenzini Marcella
Lorenzini Nerina
Lorenzini Rita Pia
Luccarini Albina
Luccarini Anna
Luccarini Cesare
Luccarini Luigi
Luccarini Prima
Luccarini Rita
Marchetti Ersilia
Marchioni Marta
Migliori Anna
Migliori Armando
Migliori Dante
Migliori Enrico
Migliori Franco
Migliori Lina
Migliori Marino
Migliori Vittoria
Moschetti Dario
Moschetti Vittoria
Musiani Olga
Musolesi Alfredo
Naldi Anna
Naldi Maria
Nanni Caterina
Pantaleoni Ester
Paselli Anna
Paselli Dante
Paselli Fidelia
Paselli Franco
Paselli Malvina
Petrizzi Maria
Pierantoni Dolores
Pierantoni Enea
Pizzoli Paola
Ricolini Luciano
Righi Angela
Righini Maria
Romanelli Graziella
Sabbioni Desiderio
Sabulli Adele
Sabulli Francesco
Salvador Elisabetta
Simoncini Linda
Smerigli Antonietta
Tonelli Maria
Ventura Vittorina
Venturi Liana
Venturi Letizia
Zappoli Albertina
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Tipo di reparto: Waffen-SS
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Albert Ekkehard
Nome Albert
Cognome Ekkehard
Note responsabile Tenente colonnello Ekkehard Albert, aiutante tattico (IA) addetto allo Stato maggiore della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Fritz Alwin Schildbach
Nome Fritz Alwin
Cognome Schildbach
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capitano Fritz Alwin Schildbach, capitano medico del SS AA 16
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Giovanni Quadri
Nome Giovanni
Cognome Quadri
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Heinz Piltner
Nome Heinz
Cognome Piltner
Ruolo nella strage Autore
Note responsabile Caporale Heinz Piltner, plotone mitraglieri della 5^ compagnia aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Helmut Loos
Nome Helmut
Cognome Loos
Note responsabile Maggiore Helmut Loos, ufficiale di Stato maggiore della Divisione incaricato della sicurezza (IA).
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Helmut Wulf
Nome Helmut
Cognome Wulf
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Sergente Helmut Wulf, comandante del plotone mitraglieri della 5^ compagnia aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16.
Note procedimento Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Hermann Bühler
Nome Hermann
Cognome Bühler
Ruolo nella strage Autore
Note responsabile Maresciallo Hermann Bühler, 1^ compagnia del SS AA 16.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Julien Legoll
Nome Julien
Cognome Legoll
Ruolo nella strage Autore
Note responsabile Julien Legoll, soldato del plotone mitraglieri della 5^ compagnia, aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Lorenzo Mingardi
Nome Lorenzo
Cognome Mingardi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Max Paustian
Nome Max
Cognome Paustian
Note responsabile Capitano Max Paustian, comandante la 16^ SS Divisions-Begleit-Kompanie (compagnia d’accompagnamento comando della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Max Simon
Nome Max
Cognome Simon
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Generale Max Simon, comandante la 16^ Panzergrenadier Division “Reichsführer SS”
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Sconosciuto Knappe
Nome Sconosciuto
Cognome Knappe
Note responsabile Caporalmaggiore Knappe, plotone mitraglieri della 5^ compagnia aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Walter Reder
Nome Walter
Cognome Reder
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Maggiore Walter Reder, comandante del 16^ SS Panzer-Aufkl?rungs-Abteilung (battaglione esplorante, sigla: SS AA 16) della Divisione
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Sentenze dei tribunali militari riferite a episodi comprendenti o attinenti a questo
Memorie
Memorie legate a questa strage
onorificenza alla città a
Tipo di memoria: onorificenza alla città
Anno di realizzazione: 1949
Descrizione: Il 25 settembre 1949 il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi insignì Marzabotto della Medaglia d’Oro al Valore Militare
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Parco Storico di Monte Sole-Macroarea Emilia-Orientale, Via Porrettana Nord 4f, 40043, Marzabotto (con biblioteca e archivio relativo alla strage). Centro visite Il Poggiolo, del Parco Storico di Monte Sole, Via S. Martino 25, 40043, Marzabotto
cippo a Monte Sole
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Cippo in memoria della brigata partigiana Stella Rossa, sulla cima di Monte Sole
monumento a Monte Sole
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Sacrario
monumento a San Martino
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: San Martino
Descrizione: Monumento sui resti della chiesa di San Martino
monumento a San Martino
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: San Martino
Descrizione: Un monumento ed una lapide sono posti sul luogo dell’eccidio.