CADOTTO MARZABOTTO 29.09.1944
(Bologna - Emilia-Romagna)
Episodio di riferimento: MONTE SOLE, 29.09.1944-05.10.1944
Descrizione
Località Cadotto, Marzabotto, Bologna, Emilia-Romagna
Data 29 settembre 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 48
Numero vittime uomini 17
Numero vittime bambini 4
Numero vittime uomini ragazzi 1
Numero vittime uomini adulti 9
Numero vittime uomini anziani 2
Numero vittime uomini senza informazioni 1
Numero vittime donne 27
Numero vittime donne bambine 6
Numero vittime donne ragazze 1
Numero vittime donne adulte 13
Numero vittime donne anziane 5
Numero vittime donne senza informazioni 2
Numero vittime di genere ignoto 4
Descrizione: Nella loro marcia gli uomini della 1^ compagnia del battaglione esplorante (sigla SS AA 16) della 16^ Divisione corazzata granatieri delle SS si imbattono casualmente in una casa colonia nella quale avevano passato la notte il comandante e il vicecomandante della Brigata Stella rossa. Ne seguì un conflitto a fuoco durato parecchie ore nel quale caddero 4 partigiani, fra i quali il comandante “Lupo”, e i tedeschi riportano alcune perdite (tre morti e alcuni feriti gravi).
Nella marcia di avvicinamento e nel corso della giornata gli uomini della compagnia non impegnati nel combattimento si dedicarono al massacro dei civili.
Sulla marcia della 1a compagnia disponiamo della testimonianza diretta di un soldato delle SS, un giovane studente universitario di 20 anni, alsaziano, arruolato il 23 maggio 1943 e inviato alla 16a Divisione SS solo da pochi giorni, che faceva parte del plotone mitraglieri della 5a che era stato aggregato alla 1a in occasione dell’azione contro la Stella rossa. Qualche giorno dopo disertò consegnandosi agli Alleati, ed il 1° novembre del 1944 rilasciava presso il Quartier generale francese di Roma una testimonianza nella quale descriveva quanto aveva visto di persona tra il 29 e il 30 settembre. La sua testimonianza, pur non priva di imprecisioni e reticenze, è tuttavia di notevole interesse, perché consente di individuare, anche se con qualche margine di incertezza, il percorso di uno dei plotoni della 1a compagnia, e fornisce indicazioni sulle modalità di azione dei soldati tedeschi. Julien Legoll (questo il suo nome) raccontò che si erano messi in marcia verso le 6, la stessa ora indicata da Reder nei suoi interrogatori come quella concordata per la partenza di tutte le colonne; dopo avere superato la strada ed un fiume, avevano camminato per circa un’ora su di una collina, arrivando quindi ad un gruppo di tre case coloniche. Dalla cantina di una di esse, isolata di qualche decina di metri dalle altre due, furono sparati contro di loro alcuni colpi, mentre nelle altre due case, occupate dagli uomini delle SS, non fu incontrata alcuna resistenza. In esse vi erano circa 30 persone – donne, bambini e due anziani – che furono allineate di fronte ad un muro, e mitragliate per ordine del comandante della compagnia, tenente Segebrecht: i loro corpi furono lasciati dove erano caduti, mentre alla casa veniva dato fuoco.
Nel frattempo proseguiva il combattimento con i partigiani asserragliati nella casa colonica, nel quale restò impegnata parte della compagnia, mentre il plotone di mitraglieri di fanteria, al quale apparteneva Legoll, continuò la marcia per la collina, incontrando un gruppo di tre donne, con alcuni bambini, che tentarono di scappare, ma furono inseguite ed uccise da due soldati, per ordine del comandante del plotone, il sergente Wulf: anche questi corpi furono lasciati là dove erano caduti. In seguito si imbatterono in due uomini armati, che furono uccisi a distanza, mentre le case dalle quali provenivano furono date alle fiamme.
Arrivati in cima alla collina, e ridiscendendo dal pendio, incontrarono una casa colonica isolata, fuori della quale erano due donne con bambini: senza ormai avere più bisogno di un ordine, un soldato piazzò la mitragliatrice per terra e uccise tutti. I cadaveri furono lasciati sull’aia, la casa incendiata.
Il plotone ritornò quindi sui suoi passi, e verso le quindici si imbatté in un anziano, una donna, una ragazza ed un ragazzo: furono uccisi di fronte ad una casa da due militari, uno dei quali era il caporale Pieltner, anche questa volta senza bisogno di alcun ordine. Arrivarono di nuovo al primo gruppo di case che avevano incontrato, dove trovarono il combattimento ancora in corso, videro tre soldati tedeschi riversi sul terreno, e fu loro riferito che altri sedici erano stati feriti. Tutta la compagnia, così ricongiunta, lasciò il campo libero ai partigiani, ritirandosi verso i propri accantonamenti, dove arrivò alle 19 circa. Nel corso della giornata, il plotone mitraglieri, secondo Legoll, aveva dato alle fiamme 15-20 abitazioni.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: incendio di abitazione
Tipo di massacro: massacro eliminazionista
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Estremi e note penali: Imputati tedeschi
- Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
- Walter Reder, condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Bologna in data 31 ottobre 1951. Sentenza confermata per alcuni capi di imputazione, fra i quali la strage di Monte Sole, nel marzo 1954 dal Tribunale supremo militare. Sentenza del tribunale militare di Bari del luglio 1980 che gli concede la libertà condizionale, con cinque anni di internamento nel carcere di Gaeta con lo status di prigioniero di guerra. Graziato il 23 gennaio 1985 con decreto del Presidente del Consiglio Bettino Craxi.
- Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut; assoluzione per BECKER Hermann August, FINSTER Günther, GUDE Walter Ernst, KUSTERER Wilhelm Ernst, PIEPEPENSCHNEIDER Albert, STOCKINGER Franz, TIEGEL Otto Erhart, per non aver commesso il fatto.
Il 7 maggio 2008 si è celebrato a Roma davanti alla Corte Militare d'Appello il processo di secondo grado . La Corte ha assolto per insufficienza di prove Spieler, confermato gli altri ergastoli inflitti in primo grado dichiarando estinto il reato per morte del reo per Wache, condannato all'ergastolo Kusterer, assolto in primo grado.
Paul Albers ha presentatato ricorso in Cassazione, ma è morto prima che il ricorso potesse essere discusso.
Imputati italiani.
Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): La strage di marzabotto è ben presto assurta a simbolo della violenza nazista e del sacrificio del popolo italiano per la Resistenza. Numerose nel tempo le autorità italiane e straniere che hanno partecipato alle commemorazioni dell’eccidio o a celebrazioni: ricordiamo in particolare che il 17 aprile 2002 il Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania, Johannes Rau, visitarono il sacrario di Marzabotto. Più recentemente è emersa una memoria antipartigiana, che si è manifestata in alcune pubblicazioni: Margherita Ianelli, Gli zappaterra. Una vita, Baldini e Castoldi, Milano 2002; Lucia Sabbioni, Marzabotto, diario del perdono e della rabbia, Lupo edizioni, Bologna s.d.; don Dario Zanini, Marzabotto e dintorni 1944, Ponte Nuovo, Bologna 1996.
Scheda compilata da PAOLO PEZZINO
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-08-03 17:11:40
Vittime
Elenco vittime
Boninsegna Filomena
Buganè Elvira
Buganè Federico
Buganè Fulvia
Chinni Amedeo
Cioni Giacomo
Cioni Remo
Commissari Ermenegildo
Commissari Filomena Augusta
Commissari Giovanni
Coramelli Clelia
Cristalli Lea
Dani Agostino
Drudi Olga
Drudi Renato
Fabbri Adelma
Fabbri Luigi
Filocamo Maria
Fiori Elvira
Gamberini Antonio
Gamberini Bice
Gamberini Bruno
Gamberini Idalba
Gamberini Imelde
Gamberini Maria
Gamberini Maria Luisa
Gamberini Roberto
Gamberini Rosina
Gamberini Vilma
Ghelfi Maria
Govoni Romeo
Naldi Assunta
Nannetti Berti Bice
Nanni Elide
Nanni Gabriella
Nanni Lucia
Puccetti Emilia
Rosa Alberto
Rosa Armando
Rosa Corrado
Rosa Ferdinando
Rosa Livia
Venturi Vilelma
Verrucchi Pia
4 ignoti
Elenco vittime civili 44
Boninsegna Filomena
Buganè Elvira
Buganè Federico
Buganè Fulvia
Chinni Amedeo
Cioni Giacomo
Cioni Remo
Commissari Ermenegildo
Commissari Filomena Augusta
Commissari Giovanni
Coramelli Clelia
Cristalli Lea
Dani Agostino
Drudi Olga
Drudi Renato
Fabbri Adelma
Fabbri Luigi
Filocamo Maria
Fiori Elvira
Gamberini Antonio
Gamberini Bice
Gamberini Bruno
Gamberini Idalba
Gamberini Imelde
Gamberini Maria
Gamberini Maria Luisa
Gamberini Roberto
Gamberini Rosina
Gamberini Vilma
Ghelfi Maria
Govoni Romeo
Naldi Assunta
Nannetti Berti Bice
Nanni Elide
Nanni Gabriella
Nanni Lucia
Puccetti Emilia
Rosa Alberto
Rosa Armando
Rosa Corrado
Rosa Ferdinando
Rosa Livia
Venturi Vilelma
Verrucchi Pia
Elenco vittime indefinite 4
4 Ignoti
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Tipo di reparto: Waffen-SS
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Albert Ekkehard
Nome Albert
Cognome Ekkehard
Note responsabile Tenente colonnello Ekkehard Albert, aiutante tattico (IA) addetto allo Stato maggiore della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Fritz Alwin Schildbach
Nome Fritz Alwin
Cognome Schildbach
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Capitano Fritz Alwin Schildbach, capitano medico del SS AA 16
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Giovanni Quadri
Nome Giovanni
Cognome Quadri
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Heinz Piltner
Nome Heinz
Cognome Piltner
Note responsabile Caporale Heinz Piltner, plotone mitraglieri della 5^ compagnia aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16;
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 5/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Helmut Loos
Nome Helmut
Cognome Loos
Note responsabile Maggiore Helmut Loos, ufficiale di Stato maggiore della Divisione incaricato della sicurezza (IA).
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Helmut Wulf
Nome Helmut
Cognome Wulf
Note responsabile Sergente Helmut Wulf, comandante del plotone mitraglieri della 5^ compagnia aggregato alla 1^ compagnia
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 1. Kompanie/XXXVI Bataillon/16. Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Julien Legoll
Nome Julien
Cognome Legoll
Note responsabile Julien Legoll, soldato del plotone mitraglieri della 5^ compagnia, aggregato alla 1^ compagnia del SS AA 16.
Lorenzo Mingardi
Nome Lorenzo
Cognome Mingardi
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Un ruolo di istigazione dei tedeschi, o quanto meno di mancato intervento a favore dei rastrellati, fu attribuito al segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, Lorenzo Mingardi, e a Giovanni Quadri, fascista repubblicano.
Note procedimento Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto, condannato a morte dalla Corte straordinario d’assise di Brescia il 17 ottobre 1945; Giovanni Quadri, condannato a 30 anni. Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione e procedimento rinviato alla Sezione speciale della Corte di assise di Bergamo, che il 30 settembre 1946 condannava a 30 anni di carcere Mingardi, 10 anni e 8 mesi Quadri.
Max Paustian
Nome Max
Cognome Paustian
Note responsabile Capitano Max Paustian, comandante la 16^ SS Divisions-Begleit-Kompanie (compagnia d’accompagnamento comando della Divisione
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Max Simon
Nome Max
Cognome Simon
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Generale Max Simon, comandante la 16^ Panzergrenadier Division “Reichsführer SS”
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Paul Albers
Nome Paul
Cognome Albers
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Tenente Paul Albers, aiutante di battaglione del SS AA 16
Note procedimento Tribunale militare di la Spezia, procedimento n. 279/04 R.G.N.R., sentenza del 13 gennaio 2007: condanna all’ergastolo per ALBERS Paul, BAUMANN Josef, BICHLER Hubert, ROITHMEIER Max, SCHNEIDER Adolf, SCHNEIDER Max, SPIELER Kurt, TRÄGER Heinz Fritz (Heinrich), WACHE Georg, WULF Helmut
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Walter Reder
Nome Walter
Cognome Reder
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Maggiore Walter Reder, comandante del 16^ SS Panzer-Aufkl?rungs-Abteilung (battaglione esplorante, sigla: SS AA 16) della Divisione
Note procedimento Max Simon, generale comandante la 16^ Divisione “Reichsführer-ss”, condannato a morte da un tribunale militare britannico a Padova, in data 26 giugno 1947. Sentenza commutata in carcere.
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS“
Wilfried Segebrecht
Nome Wilfried
Cognome Segebrecht
Note responsabile Tenente Wilfried Segebrecht, comandante della 1^ compagnia del SS AA 16
Nome del reparto nazista Waffen-SS
Nome del reparto Aufklärungs-Abteilung 1/16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS“
Sentenze dei tribunali militari riferite a episodi comprendenti o attinenti a questo
Memorie
Memorie legate a questa strage
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Mario Musolesi “Lupo” è stata concessa la medaglia d’oro al valor militare.
luogo della memoria a
Tipo di memoria: luogo della memoria
Descrizione: A Mario Musolesi è stata intitolata una strada di Bologna, Monzuno e Marzabotto, e la ex sezione del PSI di Marzabotto.
monumento a Bologna, cimitero della Certosa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, cimitero della Certosa
Descrizione: Musolesi è sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: Musolesi è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno
onorificenza alla città a
Tipo di memoria: onorificenza alla città
Anno di realizzazione: 1949
Descrizione: Il 25 settembre 1949 il Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi insignì Marzabotto della Medaglia d’Oro al Valore Militare
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: Don Giovanni Fornasini, insignito di medaglia d’oro al valor militare, in realtà non faceva parte della brigata “Stella Rossa” e non era partigiano combattente. È morto il 13 ottobre 1944 mentre seppelliva i corpi delle vittime degli eccidi dei giorni precedenti. Il suo corpo fu ritrovato solo a fine guerra, il 22 aprile 1945, presso il cimitero di San Martino, con la testa staccata dal corpo. Non è mai stato chiarito definitivamente se sia stato ucciso dai tedeschi o colpito da un colpo di artiglieria. Dal 1998 è in corso il processo canonico per la sua beatificazione, che nel 2011 ha concluso la fase diocesana
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: Rino Cristiani, medaglia d’argento al valor militare alla memoria
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: Gino Gamberini, medaglia d’argento al valor militare
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Scuola di pace di Monte Sole, con struttura operativa nel parco storico di Monte Sole
luogo della memoria a Monte Sole
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Parco Storico di Monte Sole-Macroarea Emilia-Orientale, Via Porrettana Nord 4f, 40043, Marzabotto (con biblioteca e archivio relativo alla strage). Centro visite Il Poggiolo, del Parco Storico di Monte Sole, Via S. Martino 25, 40043, Marzabotto
cippo a Monte Sole
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Cippo in memoria della brigata partigiana Stella Rossa, sulla cima di Monte Sole
monumento a Monte Sole
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Monte Sole
Descrizione: Sacrario