Descrizione
Località Pozzo Becca, fabbrica ortofrutticola Becca, via Vittorio Veneto, Imola, Bologna, Emilia-Romagna
Data 12 aprile 1945 - 13 aprile 1945
Matrice strage Fascista
Numero vittime 16
Numero vittime uomini 16
Numero vittime uomini adulti 16
Descrizione: Prima di abbandonare Imola, nella notte del 12 aprile 1945 che precedette la liberazione della cittadina, i membri della locale Brigata nera prelevarono dal carcere della Rocca gli ultimi detenuti presenti che già nei giorni precedenti i fascisti avevano sottoposto a interrogatori, torture e pestaggi. I brigatisti neri condussero i 16 uomini (Bernardo Baldazzi, Dante Bernardi, Gaetano Bersani, Duilio Broccoli, Antonio Cassani, Guido Facchini, Cesare Gabusi, Secondo Grassi, Mario Felicori, Paolo Filippini, Ciliante Martelli, Mario Martelli, Corrado Masina, Domenico Rivalta, Giovanni Roncarati, Augusto Ronzani) alla periferia di Imola nello stabilimento ortofrutticolo Becca e, dopo averli ulteriormente torturati e seviziati, li uccisero con raffiche di mitra e lancio di bombe a mano. I fascisti gettarono i corpi all’interno del pozzo artesiano dello stabilimento, e fecero saltare la parte superiore del pozzo in modo da farla crollare sui cadaveri e occultarli. Le vittime furono ritrovate orrendamente mutilate e sfigurate il 15 aprile 1945 e riesumate sotto la sorveglianza delle autorità militari alleate entrate ad Imola il 13 aprile 1945.
Nel maggio 1945, quando i partigiani prelevarono dal carcere di Verona alcuni componenti delle Brigate nere di Imola e li portarono in città perché fossero giudicati per il loro comportamento durante il conflitto, donne e uomini imolesi assaltarono il camion che trasportava i fascisti e ne linciarono alcuni per vendetta.
Modalità di uccisione: uccisione con armi da fuoco
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,sevizie-torture
Tipo di massacro: ritirata
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Estremi e note penali: - Per gli arresti nella zona di Medicina fu sospettato di delazione Ugo Lambertini, fascista della 23ª brigata nera Facchini. Ugo Lambertini fu accusato di aver svolto la funzione di delatore anche in altri arresti avvenuti nel Bolognese (v. Episodio di Crespellano (BO), 1-2 luglio 1944) e soprattutto nel rastrellamento del dicembre 1944 che investì la zona di Anzola e San Giovanni in Persiceto (BO), si concluse con l’arresto di numerose persone, parte delle quali deportate, parte liberate e parte (gli antifascisti e partigiani considerati più pericolosi) uccise nelle fucilazioni di massa di Sabbiuno di Paderno (v. Episodi di Sabbiuno di Paderno (BO), 14 e 23 dicembre 1944). Lambertini fu processato dalla Corte di Assise straordinaria di Bologna (per il rastrellamento di Amola certamente, ma non conosciamo tutti i capi di imputazione) e il procedimento giunse a sentenza di condanna a 30 anni di reclusione il 18/06/1947, ma dopo il ricorso la sentenza fu annullata dalla Cassazione nel 1948 e gli atti furono inviati alla Corte d’Assise di Firenze per un nuovo esame.
- Procedimento contro Pirazzoli Aldo davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna per il reato di collaborazionismo in quanto informatore che avrebbe causato l’arresto di Domenico Rivalta, rinvenuto tra le vittime del pozzo Becca. L’accusa fu mossa a Pirazzoli da un componente delle Brigate nere mediante un biglietto nel quale fece anche altri nomi di fascisti delle Bn da lui ritenuti responsabili per i fatti del pozzo Becca. Pirazzoli negò di conoscere Rivalta e anche la persona che lo accusava e negò di aver fornito informazioni a fascisti e tedeschi. Non fu possibile mettere a confronto accusato e accusatore perché quest’ultimo fu prelevato da partigiani e poi ritrovato ucciso nel luglio 1945. La Corte con sentenza 07/09/1945 assolse Pirazzoli per insufficienza di prove.
- Procedimento contro De Vito Pietro e Vassura Delendo davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. Con sentenza 13/02/1948 la corte giudicò i due imputati colpevoli per la strage del pozzo Becca e li condannò a 30 anni di reclusione (notizia tratta da Dizionario, vol. I).
- Subito dopo i fatti le autorità alleate avviarono un’indagine sui fatti e il fascicolo su Pozzo Bezza fu inserito nel registro generale della procura generale militare della Repubblica; nel 1960 il procuratore generale militare archiviò provvisoriamente il fascicolo per la mancanza di notizie utili ad accertare i fatti e identificare i responsabili. Il fascicolo entro così a far parte del cosiddetto “Armadio della vergogna”.
- Nel 1996 il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale militare di La Spezia, a cui il fascicolo sui fatti di Imola ritrovato nel cosiddetto “Armadio della vergogna” fu trasmesso per competenza, emise un decreto di archiviazione del procedimento n. 49/96 RG contro ignoti militari tedeschi e ignoti militari italiani appartenenti alle “camicie nere” per l’uccisione di 16 partigiani a Imola, a causa dell’impossibilità di effettuare indagini sul caso essendo giunti gli atti sul caso all’ufficio del giudice per le indagini preliminari dopo più di cinquant’anni dai fatti ed essendo pochi gli elementi a disposizione.
Annotazioni: - Secondo Zappi Cassani fu ucciso all’interno della Rocca di Imola e poi portato al pozzo dello stabilimento Becca.
- In alcune voci del Dizionario è scritto che ad uccidere gli uomini al pozzo Becca furono i tedeschi anziché le Bn.
Episodi collegati:
- Episodio di Castel Guelfo (BO), 6 aprile 1945.
- Episodio di Imola (BO), 7 aprile 1945.
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-02-09 22:25:48
Vittime
Elenco vittime
Baldazzi Bernardo, nato a Medicina (BO) il 30 o 31/12/1923, colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e da tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Bernardi Dante, nato a Castel San Pietro (BO) il 07/03/1926, cattolico. Arrestato nel marzo 1945 e detenuto alla Rocca di Imola dove fu torturato. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Bersani Gaetano, nato a Medicina (BO) il 21/03/1909, bracciante. Negli anni Trenta fu condannato al confino e una volta liberato fu deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato per la sua attività di propaganda comunista all’interno dell’azienda tranviaria di Bologna dove lavorava. Il Tribunale speciale lo condannò alla reclusione e al confino da cui fu scarcerato nel 1941. Dopo l’armistizio del 1943 fu attivo nella Resistenza. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 14/06/1944 al 12/04/1945.
Broccoli Duilio, nato a Castel San Pietro (BO) il 17/02/1920. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Cassani Antonio, nato a Mordano (BO) il 26/09/1909, residente a Castel Guelfo (BO). Arrestato a Castel Guelfo a inizio aprile 1945 nell’ambito di una serie di arresti compiuti dalle Brigate nere imolesi per colpire i vertici della Resistenza di Castel Guelfo e Imola; fu rinchiuso nella Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano dal 01/10/1943 al 12/04/1945 nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini.
Facchini Guido, nato a Medicina (BO) il 16/10/1895, colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Felicori Mario, nato a Castel San Pietro (BO) l’08/09/1918, ragioniere. Iscritto al Partito d’Azione, fu membro del Cln di Castel San Pietro. Fu arrestato dai fascisti nella primavera del 1945 e rinchiuso alla Rocca di Imola dove fu torturato. Riconosciuto partigiano della 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 06/04/1944 al 12/04/1945.
Filippini Paolo, nato a Medicina (BO) il 04/07/1927, bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 02/07/1944 al 12/04/1945.
Gabusi Cesare, nato a Budrio (BO) il 09/05/1907, residente a Medicina (BO), colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Grassi Secondo, nato a Castel San Pietro (BO) il 06/10/1924, colono. Arrestato e incarcerato nella Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 01/06/1944 al 12/04/1945.
Martelli Ciliante, nato a Medicina (BO) il 30/10/1925, bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Martelli Mario “Pablo”, nato a Castel San Pietro (BO) il 02/05/1920, colono. Arrestato e incarcerato alla Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Masina Corrado, nato a Bologna il 07/11/1921, impiegato come economo all’ospedale di Castel San Pietro (BO). Membro del Cln di Castel San Pietro in rappresentanza del Fronte della gioventù, sostenne il movimento partigiano fornendo medicinali e viveri alle formazioni della zona e nascondendo partigiani all’interno dell’ospedale. Fu arrestato nel marzo del 1945 e portato in un primo tempo al carcere di Bologna; fu in seguito trasferito a Imola alla Rocca dove fu interrogato e torturato. Riconosciuto partigiano della 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 01/08/1944 al 13/04/1945.
Rivalta Domenico, nato a Imola (BO) l’11/05/1910, muratore. Comunista, iscritto al Pci, arrestato nel 1931 e deferito al tribunale speciale per propaganda sovversiva e detenzione di armi; fu prosciolto in istruttoria, ma fu ammonito e sottoposto a stretta vigilanza. Nel 1943 aderì al movimento partigiano e fu animatore della Resistenza nella zona imolese, dove fu responsabile anche della stampa e della diffusione del giornale clandestino «La Comune». Arrestato dai fascisti a causa di una delazione fu rinchiuso nella Rocca di Imola, dove fu a lungo torturato. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 09/09/1943 al 12/04/1945 nel battaglione Marabini della Sap Imola.
Roncarati Giovanni “Alì Babà”, nato a Ferrara il 18/04/1922, residente a Medicina (BO), bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 01/08/1944 al 12/04/1945.
Ronzani Augusto, nato a Castel San Pietro (BO) il 16/06/1917, residente a Medicina (BO), colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e trasferito nelle carceri di Imola; sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Elenco vittime partigiani 16
Baldazzi Bernardo, nato a Medicina (BO) il 30 o 31/12/1923, colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e da tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Bernardi Dante, nato a Castel San Pietro (BO) il 07/03/1926, cattolico. Arrestato nel marzo 1945 e detenuto alla Rocca di Imola dove fu torturato. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Bersani Gaetano, nato a Medicina (BO) il 21/03/1909, bracciante. Negli anni Trenta fu condannato al confino e una volta liberato fu deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato per la sua attività di propaganda comunista all’interno dell’azienda tranviaria di Bologna dove lavorava. Il Tribunale speciale lo condannò alla reclusione e al confino da cui fu scarcerato nel 1941. Dopo l’armistizio del 1943 fu attivo nella Resistenza. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 14/06/1944 al 12/04/1945.
Broccoli Duilio, nato a Castel San Pietro (BO) il 17/02/1920. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Cassani Antonio, nato a Mordano (BO) il 26/09/1909, residente a Castel Guelfo (BO). Arrestato a Castel Guelfo a inizio aprile 1945 nell’ambito di una serie di arresti compiuti dalle Brigate nere imolesi per colpire i vertici della Resistenza di Castel Guelfo e Imola; fu rinchiuso nella Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano dal 01/10/1943 al 12/04/1945 nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini.
Facchini Guido, nato a Medicina (BO) il 16/10/1895, colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Felicori Mario, nato a Castel San Pietro (BO) l’08/09/1918, ragioniere. Iscritto al Partito d’Azione, fu membro del Cln di Castel San Pietro. Fu arrestato dai fascisti nella primavera del 1945 e rinchiuso alla Rocca di Imola dove fu torturato. Riconosciuto partigiano della 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 06/04/1944 al 12/04/1945.
Filippini Paolo, nato a Medicina (BO) il 04/07/1927, bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 02/07/1944 al 12/04/1945.
Gabusi Cesare, nato a Budrio (BO) il 09/05/1907, residente a Medicina (BO), colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Grassi Secondo, nato a Castel San Pietro (BO) il 06/10/1924, colono. Arrestato e incarcerato nella Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano nella 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 01/06/1944 al 12/04/1945.
Martelli Ciliante, nato a Medicina (BO) il 30/10/1925, bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola e sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Martelli Mario “Pablo”, nato a Castel San Pietro (BO) il 02/05/1920, colono. Arrestato e incarcerato alla Rocca di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 03/07/1944 al 12/04/1945.
Masina Corrado, nato a Bologna il 07/11/1921, impiegato come economo all’ospedale di Castel San Pietro (BO). Membro del Cln di Castel San Pietro in rappresentanza del Fronte della gioventù, sostenne il movimento partigiano fornendo medicinali e viveri alle formazioni della zona e nascondendo partigiani all’interno dell’ospedale. Fu arrestato nel marzo del 1945 e portato in un primo tempo al carcere di Bologna; fu in seguito trasferito a Imola alla Rocca dove fu interrogato e torturato. Riconosciuto partigiano della 66ª brigata Garibaldi Jacchia dal 01/08/1944 al 13/04/1945.
Rivalta Domenico, nato a Imola (BO) l’11/05/1910, muratore. Comunista, iscritto al Pci, arrestato nel 1931 e deferito al tribunale speciale per propaganda sovversiva e detenzione di armi; fu prosciolto in istruttoria, ma fu ammonito e sottoposto a stretta vigilanza. Nel 1943 aderì al movimento partigiano e fu animatore della Resistenza nella zona imolese, dove fu responsabile anche della stampa e della diffusione del giornale clandestino «La Comune». Arrestato dai fascisti a causa di una delazione fu rinchiuso nella Rocca di Imola, dove fu a lungo torturato. Riconosciuto partigiano con il grado di capitano dal 09/09/1943 al 12/04/1945 nel battaglione Marabini della Sap Imola.
Roncarati Giovanni “Alì Babà”, nato a Ferrara il 18/04/1922, residente a Medicina (BO), bracciante. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e tedeschi; fu trasferito nelle carceri di Imola. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 01/08/1944 al 12/04/1945.
Ronzani Augusto, nato a Castel San Pietro (BO) il 16/06/1917, residente a Medicina (BO), colono. Arrestato il 29/03/1945 in un rastrellamento effettuato a Villa Fontana di Medicina (BO) dalle Brigate nere guidate da un delatore e trasferito nelle carceri di Imola; sottoposto a sevizie. Riconosciuto partigiano nella 5ª brigata Matteotti Bonvicini dal 10/09/1944 al 12/04/1945.
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Aldo Pirazzoli
Nome Aldo
Cognome Pirazzoli
Ruolo nella strage Collaboratore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento contro Pirazzoli Aldo davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna per il reato di collaborazionismo in quanto informatore che avrebbe causato l’arresto di Domenico Rivalta, rinvenuto tra le vittime del pozzo Becca. L’accusa fu mossa a Pirazzoli da un componente delle Brigate nere mediante un biglietto nel quale fece anche altri nomi di fascisti delle Bn da lui ritenuti responsabili per i fatti del pozzo Becca. Pirazzoli negò di conoscere Rivalta e anche la persona che lo accusava e negò di aver fornito informazioni a fascisti e tedeschi. Non fu possibile mettere a confronto accusato e accusatore perché quest’ultimo fu prelevato da partigiani e poi ritrovato ucciso nel luglio 1945. La Corte con sentenza 07/09/1945 assolse Pirazzoli per insufficienza di prove.
Delendo Vassura
Nome Delendo
Cognome Vassura
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento contro De Vito Pietro e Vassura Delendo davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. Con sentenza 13/02/1948 la corte giudicò i due imputati colpevoli per la strage del pozzo Becca e li condannò a 30 anni di reclusione (notizia tratta da Dizionario, vol. I).
Pietro De Vito
Nome Pietro
Cognome De Vito
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento contro De Vito Pietro e Vassura Delendo davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. Con sentenza 13/02/1948 la corte giudicò i due imputati colpevoli per la strage del pozzo Becca e li condannò a 30 anni di reclusione (notizia tratta da Dizionario, vol. I).
Ugo Lambertini
Nome Ugo
Cognome Lambertini
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Per gli arresti nella zona di Medicina fu sospettato di delazione Ugo Lambertini, fascista della 23ª brigata nera Facchini. Ugo Lambertini fu accusato di aver svolto la funzione di delatore anche in altri arresti avvenuti nel Bolognese (v. Episodio di Crespellano (BO), 1-2 luglio 1944) e soprattutto nel rastrellamento del dicembre 1944 che investì la zona di Anzola e San Giovanni in Persiceto (BO), si concluse con l’arresto di numerose persone, parte delle quali deportate, parte liberate e parte (gli antifascisti e partigiani considerati più pericolosi) uccise nelle fucilazioni di massa di Sabbiuno di Paderno (v. Episodi di Sabbiuno di Paderno (BO), 14 e 23 dicembre 1944). Lambertini fu processato dalla Corte di Assise straordinaria di Bologna (per il rastrellamento di Amola certamente, ma non conosciamo tutti i capi di imputazione) e il procedimento giunse a sentenza di condanna a 30 anni di reclusione il 18/06/1947, ma dopo il ricorso la sentenza fu annullata dalla Cassazione nel 1948 e gli atti furono inviati alla Corte d’Assise di Firenze per un nuovo esame.
Memorie
Memorie legate a questa strage
cippo a Bologna, via Vittorio Veneto
Tipo di memoria: cippo
Ubicazione: Bologna, via Vittorio Veneto
Descrizione: cippo con lapide per le vittime di Pozzo Becca che riporta i nomi delle vittime e l’iscrizione «La notte del 12 aprile 1945 sono stati massacrati dai fascisti».
lapide a Imola, sede dell’Anpi
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola, sede dell’Anpi
Descrizione: è conservata una lapide che riporta data di nascita e di morte di Antonio Cassani e la dicitura «caduto per la libertà»; la lapide è da ricollocare.
lapide a Imola (BO), via Digione 23
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Imola (BO), via Digione 23
Descrizione: lapide che riporta data di nascita e di morte di Domenico Rivalta e la dicitura «caduto per la libertà».
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: A Domenico Rivalta è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: una via è intitolata a Domenico Rivalta e una a Vittime di Pozzo Becca.
monumento a Bologna, cimitero della Certosa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, cimitero della Certosa
Descrizione: monumento-ossario dei caduti partigiani; vi è sepolto Corrado Masina.
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: nel sacrario dei caduti partigiani sono ricordati tutti i partigiani uccisi al pozzo Becca.
monumento a Bologna, piazzale Leonardo da Vinci
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazzale Leonardo da Vinci
Descrizione: monumento ai caduti partigiani; il nome di Rivalta compare su una delle quattro lapidi a forma di libro che circondano il monumento.