Descrizione
Località Staffolo, Staffolo, Ancona, Marche
Data 29 giugno 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 7
Numero vittime uomini 7
Numero vittime uomini adulti 7
Descrizione: Il periodo che va dagli inizi di giugno all’ottobre 1944 rappresenta la fase dell’escalation della repressione nazista in Italia. Ovunque, in particolare nelle immediate retrovie del fronte di guerra, la strategia tedesca era finalizzata a terrorizzare la popolazione cui si chiedeva di sottostare alle esigenze militari e di rifornire le truppe tedesche, ma soprattutto di non dare alcun appoggio alle formazioni partigiane. La notte tra il 28 e il 29 giugno 1944 iniziò la smobilitazione della difesa tedesca sulla linea Frieda: la linea di difesa che dal fiume Ombrone, sul versante tirrenico, procedeva all’altezza del Trasimeno e, sul versante adriatico, correva lungo il Chienti. Per ben nove giorni lo sbarramento tedesco era riuscito a tenere bloccato l’esercito alleato costituito dal secondo corpo d’armata polacco, dal CIL e dalla Brigata Maiella. Le divisioni tedesche puntavano ad organizzare la difesa della città di Ancona: dal fiume Chienti la linea di difesa fu portata provvisoriamente sul Potenza (linea Elfriede) per poi sistemarla sul torrente Fiumicello e sul Musone (linea Albert I).
Nella Valle del Musone, che si estende tra le provincie di Ancona e Macerata, nell’arco di appena due giorni, alla fine del mese di giugno 1944, un unico reparto di militari tedeschi guidati da un tenente delle SS perpetrarono l’uccisione di 26 civili.
La mattina del 29 giugno '44, dal campo di concentramento di Sforzacosta (Macerata) oramai vicino alla capitolazione, partì un convoglio di militari tedeschi composto da quattro automezzi su uno dei quali furono relegati 10 prigionieri. Arrivati nella frazione di Montalvello di Apiro, i tedeschi rastrellarono sul luogo alcune persone, 6 delle quali vennero subito fucilate sul bordo della strada provinciale, mentre altre 4 furono rinchiuse in una rimessa di carri agricoli a cui appiccarono il fuoco.
Subito dopo i tedeschi mossero alla volta di Staffolo ove, il 25 giugno 1944 era stata effettuata un’azione intimidatoria con l’uccisione di Renato De Dominicis, sfollato da Ancona. Appena giunti nel piazzale principale del paese, i tedeschi chiesero al commissario prefettizio, Krüger Berti, che gli fossero messi a disposizione, per essere fucilati, sette partigiani o sette comunisti. Di fronte al rifiuto del commissario, che in cambio delle vittime richieste offrì piuttosto se stesso e la sua famiglia, le SS uccisero, ad uno ad uno, sette dei prigionieri provenienti da Sforzacosta; ripartiti per Cingoli, dove era la sede del comando tedesco, con gli ultimi tre prigionieri, ne fucilarono per certo due nelle vicinanze del cimitero di Cingoli, mentre non si ha certezza della sorta capitata al terzo prigioniero, in quanto manca l’atto di morte presso l’archivio comunale.
L'indomani, al mattino prestissimo, lo stesso gruppo di fuoco rastrellò 10 civili a Filottrano e li fucilò nei pressi del campo della fiera.
Tali vicende furono raccontate in un memoriale dall'allora commissario prefettizio di Staffolo.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: incendio di abitazione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: ritirata
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Annotazioni: Stando al database di Carlo Gentile al momento dell’eccidio della Val Musone era presente nel territorio di Staffolo, Apiro, Filottrano e limitrofi la 71° Infanterie-Division.
L'episodio si inserisce nella strage della Val Musone - cfr. Montalvello, Apiro, 29.06.1944; Cimitero, Cingoli, 29.06.1944; Campo della Fiera, Filottrano, 30.06.1944
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Grazie alle fonti dirette, in modo particolare al Memoriale di Krüger Berti, appare evidente come i singoli episodi siano riconducibili ad un’unica logica, quella di un’azione perpetrata presumibilmente da un unico reparto guidato da un tenente delle SS che aveva il compito di controllare la stretta valle del Musone proprio alla fine del giugno 1944, divenuta linea del fronte alla vigilia dell’importante battaglia di Ancona. Assicurarsi il pieno controllo del territorio attraverso azioni di terrorismo sulla popolazione, facendole passare per rappresaglie a seguito di attacchi compiuti dai partigiani, aveva il duplice scopo di impaurire i civili e di togliere il sostegno e le simpatie ai ribelli, intaccandone la loro legittimazione storica, politica e perfino morale, anche in epoche successive alla guerra. In ambito locale, significativi diven¬gono i racconti giustificatori immediata¬mente elaborati e, nel corso degli anni, la propensione a frammentare l’unica azione di guerra in autonomi e distinti episodi, favorita in ciò dalla tendenza alla rimozione e alla semplificazione.
Scheda compilata da Patrizia Rosini e Gian Luca Tesei
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2024-01-10 12:42:22
Vittime
Elenco vittime
Alesci Antonio, n. a Bisacquino (PA) il 26/11/1920, paternità Leonardo, qualifica Caduto per rappresaglia.
Farroni Francesco, n. a Cerreto d’Esi il 04/07/1915, paternità Enrico, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 24/02/1947 a Macerata. Farroni Francesco era un converso dei padri Silvestrini di Fabriano.
Galletti Nando, n. a Visso il 08/08/1924, paternità Mario, qualifica Partigiano caduto, Gap Visso (09/09/1943 – 29/03/1944), riconosciutagli il 26/03/1946 ad Ancona.
Magnani Domenico, n. a Stradella (Pavia) il 26/7/1925, paternità Mario, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 15/11/1947.
Paparoni Cleto, n. a Tolentino il 20/05/1926, paternità Salvatore, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 26/03/1946 ad Ancona.
Verducci Alceste, n. a Tolentino il 14/03/1905, paternità Nicola, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 07/05/1946 ad Ancona.
Zini Anteo, n. a Pesaro il 11/03/1924, paternità Agostino, qualifica Caduto per rappresaglia, riconosciutagli il 15/07/1947 a Pesaro.
Elenco vittime civili 6
Alesci Antonio,
Galletti Nando,
Magnani Domenico,
Paparoni Cleto,
Verducci Alceste,
Zini Anteo
Elenco vittime religiosi 1
Farroni Francesco
Responsabili o presunti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Staffolo
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Staffolo
Descrizione: due lapidi in marmo, con nomi e sintesi dell’eccidio
monumento a Staffolo, Chiesa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Staffolo, Chiesa
Descrizione: bassorilievo in bronzo con stilizzazioni dell’eccidio poste sul muro esterno della parrocchiale.
onorificenza alla persona a
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Descrizione: Galletti Nando è medaglia d’argento al valor militare, alla memoria. La sua storia è tragicamente intrecciata con quella della fidanzata Jolanda, allora sedicenne, che quando seppe della sua morte si uccise sparandosi un colpo di fucile da caccia del padr
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Ogni anno le località coinvolte commemorano l’eccidio. Nel giugno 2014 si è svolta la prima pedalata della memoria fra Apiro, Staffolo e Cingoli.