Descrizione
Località Acquafredda, Millesimo, Savona, Liguria
Data 24 agosto 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 5
Numero vittime uomini 5
Numero vittime uomini adulti 3
Numero vittime uomini anziani 2
Descrizione: Acquafredda (frazione di Millesimo) nella primavera-estate del 1944 si trova al confine tra i territori controllati dalle bande partigiane accampate presso Osiglia, considerata la “capitale dei partigiani”, e il territorio compreso tra Cairo Montenotte, Carcare e Millesimo, in cui si concentrano i presidi nazifascisti. Acquafredda è situata nel fondovalle ed è attraversata due volte dal fiume Bormida: l'una ad est, in direzione di Millesimo, e l'altra a ovest, verso Osiglia e Murialdo. Due ponti permettono i collegamenti tra le parti dell'abitato. Il ponte che collega la frazione a Millesimo è stato fatto saltare dai partigiani nell'inverno 1943-'44, causando gravi danni alla viabilità e creando non pochi disagi agli occupanti. Per rispondere efficacemente alla provocazione delle “bande”, i tedeschi minano il secondo ponte e lo sorvegliano tramite continui turni di vigilanza affidati a due soldati. Due giorni prima della strage un certo “Ferrain”, di professione fabbro, unitosi per evitare la leva ai partigiani del Distaccamento “Rebagliati” (nell'estate del '44 chiamato poi “Giacosa”, operante sotto il Comando della 2ª Brigata Garibaldi), spara con una rivoltella ad uno dei due tedeschi di guardia al ponte e lo uccide. Il soldato rimasto illeso fugge ad avvisare i compagni. La mattina del 24 agosto, intono alle 10.00, una truppa di tedeschi lascia le camionette presso il primo ponte e prosegue a piedi dirigendosi verso il luogo in cui è avvenuta la sparatoria. Si tratta di una piccola unità della 34ª Divisione. I contadini sono impegnati nelle attività dei campi. I tedeschi radunano i paesani e li interrogano per avere notizia dei movimenti dei “banditi”. Non ottenendo risposte, perquisiscono le case e le persone. Stanno per andarsene quando sono fatti oggetto di una serie di colpi provenienti da alcuni partigiani nascosti sulle alture. I tedeschi rispondono ai colpi ma i partigiani, mal armati, non avendo alla prima raggiunto l'obiettivo, fuggono nei boschi. La risposta degli occupanti non si fa attendere. Essi dividono le donne e i ragazzi dai maschi adulti, in tutto 4 uomini, e li costringono ad incamminarsi verso il fiume. Una volta che i 4 uomini si sono voltati, sparano alle loro spalle uccidendoli. Procedono quindi verso l'abitazione di Giuseppe Core, che giace a letto malato. Lo percuotono ferocemente. Quindi un tedesco lo uccide a colpi di pistola. Prima di andarsene, i tedeschi infieriscono con altri colpi di pistola sui cadaveri delle 5 vittime, incendiano case e fienili e requisiscono molti beni. Una donna, che forse riconosce alcuni dei tedeschi solitamente di guarnigione al secondo ponte, persuade la truppa ad allontanarsi.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: A fine guerra i parenti delle vittime sporgono denuncia presso il Comando della stazione dei Carabinieri di Millesimo contro “ignoti militari tedeschi delle SS” per i reati di “violenza con omicidio” e “distruzione”. Non si dà però luogo a perseguimenti giudiziari (cfr. Dichiarazione di Fiorentina Delbono e di Fiorentino Freddini del 13 e del 29 settembre 1945, rilasciata al brigadiere Carlo Lugano, Com.te della Stazione dei Carabinieri di Millesimo).
Il caso si riapre in seguito alla scoperta del cosiddetto “armadio della vergogna”. Il 2 marzo 2000 i Carabinieri di Millesimo convocano Giuseppe Freddini (nato a Cosseria l'11.09.1928), l'ultimo figlio di Francesco Freddini, una delle vittime, che è anche testimone del fatto. Costui, pur non potendo identificare gli autori, ricostruisce dettagliatamente le circostanze della strage (cfr. fasciolo indirizzato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale militare di Torino, Rif.f.n. 49/95//RNR/CG del 2.03.2000, inviato dalla Regione Carabinieri di Liguria, Stazione di Millesimo, il 27.03.2000 con protocollo n. 39/5).
Le informazioni fornite allora da Giuseppe Freddini confermano la testimonianza orale fornita a Giosiana Carrara nell'intervista rilasciatale a Millesimo del 14.04.2007.
Note sulla memoria (per maggiori informazioni vedi la sezione apposita): Giuseppe Freddini, testimone scampato alla strage e figlio allora sedicenne di Francesco, una delle vittime, ricorda che si è trattato di rappresaglia e aggiunge che “tutto è accaduto per via del tedesco ucciso. E la colpa è del partigiano \'Turen\'”, il balordo che faceva parte delle bande patigiane. Aggiunge inoltre che i partigiani “compivano malefatte anche peggiori dei tedeschi: erano mal equipaggiati e senza comando, rubavano, facevano razzie, uccidevano e hanno fatto uccidere tutti noi”. Acquafredda è dunque un caso di Memoria divisa. Mentre la memoria partigiana ricorda le vittime come martiri innocenti della barbarie nazista, la comunità imputa la responsabilità della strage agli stessi partigiani che scatenarono la rappresaglia.
Scheda compilata da CHIARA DOGLIOTTI e GIOSIANA CARRARA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-03-02 08:32:21
Vittime
Elenco vittime
Berta Carlo: nato a Osiglia (pr. SV) il 25.08.1878, contadino (anni 66);
Genta Livio: nato a Cosseria (SV) il 18.11.1913, contadino (anni 30);
Core Luigi: nato a Cosseria (SV) il 09.09.1914, contadino (anni 29);
Freddini Francesco: nato a Savona il 18.01.1913, contadino (anni 31);
Santo Giacomo Fedele: nato a Biestro (SV) il 23.04.1888, contadino (anni 56).
Elenco vittime civili 5
Berta Carlo,
Centa Livio,
Core Luigi,
Freddino Francesco,
Santo Giacomo
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Melogni di Acquafredda (sulla parete della casa presso la quale avvenne la strage)
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Melogni di Acquafredda (sulla parete della casa presso la quale avvenne la strage)
Descrizione: lapide in marmo posizionata dalla “popolazione di Acquafredda” il 10.05.1945 e dedicata al “nome luminoso dei cinque martiri”, vittime di “un gruppo di barbari teutonici”.
lapide a Melogni di Acquafredda (sulla parete della casa presso la quale avvenne la strage):
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Melogni di Acquafredda (sulla parete della casa presso la quale avvenne la strage):
Descrizione: 11 piastrelle in terracotta, posizionate nell\'aprile del 1996 ad opera delle classi 3ªA e 3ªD della Scuola media di Millesimo, su cui, tramite i disegni e le parole degli alunni, in cinque fasi si ricostruisce l\'episodio. Per un raffronto tra le due lapidi, che riportano le due diverse memorie della strage, cfr. G. Carrara, Acquafredda: un caso di memoria divisa, cit., pp. 223-227; cfr. inoltre G. Carrara, Acquafredda. Una strage nazista nella “terra di nessuno” , cit., pp.136-140.
lapide a Millesimo, Monumento ai caduti di tutte le guerre (presso i giardini pubblici)
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Millesimo, Monumento ai caduti di tutte le guerre (presso i giardini pubblici)
Descrizione: lapide in marmo con i nomi dei caduti della guerra di Liberazioni (comprensivi dei nomi delle 5 vittime).
commemorazione a
Tipo di memoria: commemorazione
Descrizione: Dall\'anno successivo alla strage, gli abitanti di Acquafredda commemorano le cinque vittime tramite una celebrazione religiosa che si tiene presso la chiesa della frazione nella domenca di agosto più prossima alla data dell\'eccidio. La pubblicazione locale “Alta Val Bormida”, a cura della Comunità Montana Valbormidese, ne riporta regolarmente la memoria.