Descrizione
Località Pievequinta, Forlì, Forlì-Cesena, Emilia-Romagna
Data 26 luglio 1944
Matrice strage Nazista
Numero vittime 10
Numero vittime uomini 10
Numero vittime uomini adulti 10
Descrizione: Il 26 luglio 1944 a poca distanza da Carpinello di Forlì (FC) fu ucciso un caporalmaggiore tedesco. Per rappresaglia le SS del comando di viale Salinatore di Forlì attuarono una rappresaglia su dieci uomini arrestati in precedenza, prelevandoli dalle carceri della Rocca o dalle prigioni del SD e conducendoli a Pievequinta di Forlì (FC) dove li fucilarono.
La notizia della fucilazione fu data alla popolazione da un comunicato tedesco cui rispose un volantino dei Gruppi di difesa della donna e del Fronte della Gioventù datato 1° agosto 1944.
Modalità di uccisione: fucilazione
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ortolani Arrigo, nato a Forlì (FC) il 09/09/1897, milite della Gnr imputato per collaborazionismo e per aver concorso nell’uccisione di Antonio Zoli. Con sentenza 23/08/1945 la Corte condannò Ortolani all’ergastolo ritenendolo colpevole di tutti i capi di imputazione. Ortolani ricorse in Cassazione, la quale il 21/01/1947 annullò la sentenza e rinviò alla Corte d’Assise di Bologna per nuovo esame.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Ortolani Arrigo, conclusosi con sentenza del 09/09/1947 di assoluzione per insufficienza di prove dall’accusa di concorso in omicidio e dichiarazione di non doversi procedere per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia.
- Procedimento penale contro Maria Valenti davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per aver fornito ai fascisti e ai tedeschi informazioni su alcuni partigiani che vennero uccisi: Massimo Mengozzi (v. Episodio di Ricò di Meldola (FC), 20 febbraio 1944), Antonio Zoli, Pietro Alfezzi (ucciso all’aeroporto di Forlì dalle SS: v Episodio di Forlì, aeroporto (FC), 5-6 settembre 1944) e Ridolfi (non è chiaro se si tratti di Edgardo fucilato a Pievequinta, ma è probabile). La Corte il 01/08/1945 assolse Maria Valenti dall’accusa di collaborazionismo per insufficienza di prove nonostante alcune testimonianze a carico, riconoscendo che era di idee antifasciste, che si adoperò come infermiera e staffetta a favore dei partigiani e che nutriva sentimenti sinceri nei confronti di Mengozzi e Alfezzi. La condannò però per furto. Valenti presentò ricorso in Cassazione. La Cassazione con sentenza del 22/07/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia.
Annotazioni: - Secondo Marco Renzi ad eseguire gli arresti a Donicilio (FC), in cui furono fermati don Babini e altre vittime uccise in seguito a Pivequinta, furono uomini del IV-Polizei-Freiwilligen-Bataillon-Italien, il battaglione responsabile di molti episodi di violenza dell’estate del 1944 nella zona di Verghereto, tra cui le stragi di Tavolicci e del Passo del Carnaio (v. Episodi di Tavolicci (FC), 22 luglio 1944 e Passo del Carnaio (FC), 25 luglio 1944).
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-09-07 12:13:46
Vittime
Elenco vittime
- Babini Francesco, nato a Alfero di Verghereto (FC) il 14/11/1914, parroco di Donicilio (FC). Fu arrestato il 14/07/1944 a Donicilio (FC) da fascisti e tedeschi con l’accusa di aver ospitato militari alleati (come in effetti aveva fatto). Portato in un primo tempo a Sarsina (FC) dagli uomini che lo avevano arrestato, fu interrogato e sottoposto a pestaggi e torture; dal 16/07/1944 fu recluso nel carcere di Forlì. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 15/04/1944 al 07/08/1944. Sacerdote.
- Bartolini Riziero, nato a San Piero in Bagno (FC) il 03/04/1923, residente a Verghereto, colono. Fu arrestato il 14/07/1944 a Donicilio (FC) nell’operazione che coinvolse don Babini e dal 16/07/1944 fu recluso nel carcere di Forlì. Civile.
- Cavina Alfredo, nato a Casalfiumanese (BO) il 28/05/1903, residente a Riolo Terme (RA), muratore. Antifascista e partigiano della 36ª brigata Garibaldi, fu arrestato a luglio del 1944 e recluso nel carcere di Forlì. Con lui furono arrestate la moglie Rosina Padulli e le figlie Maddalena e Diana portate con lui a Forlì. Maddalena Cavina fu avviata alla deportazione in Germania, ma riuscì a fuggire, mentre Diana Cavina e la madre furono liberate. Arrestati a Riolo nello stesso periodo anche Biagio Molina, sua moglie Rossana Benda e la figlia Rita Molina (v. Molina Biagio) e altri uomini (Francesco Caroli, Enrico Marchi e Giulio Masini) poi deportati come manodopera. Partigiano.
- Lucchini (o Luccini) Antonio, nato a Sauris (UD) il 24/07/1904, minatore. Fu arrestato il 15/07/1944 e recluso nel carcere di Forlì dal 17/07/1944. Civile.
- Molina Biagio, nato a Tropea (VV) il 21/04/1904, residente a Bologna, industriale chimico. Fu arrestato a Riolo Terme (RA) il 13 o il 16/07/1944 nell’ambito di una serie di arresti effettuati a Riolo in cui furono fermati anche Giulio Masini, Francesco Caroli, Enrico Marchi inviati in Germania per lavoro, oltre alla moglie di Molina, Rossana Benda, e alla loro figlia Rita Molina che invece furono rilasciate. Molina fu portato a Forlì e recluso nel carcere dal 19/07/1944. Civile.
- Pallanti William di Londra (Gran Bretagna), residente a Bibbiena (AR). Civile.
- Ridolfi Edgardo nato a Campiano (RA) l’11/12/1904, residente a Forlì, industriale. È probabile che si tratti del Ridolfi che fu arrestato per delazione dopo l’arresto di Zoli che doveva portare a casa di Ridolfi delle armi per i resistenti. Civile.
- Romeo Mario, nato a Napoli il 16/05/1922, sfollato a Donicilio (FC) da Livorno, meccanico. Attivo nella Resistenza dopo il rastrellamento dell’aprile 1944 che investì l’8ª brigata Garibaldi si impegnò nella raccolta di informazioni per la Resistenza nella zona di Donicilio e aiutò militari alleati e fuggiaschi. Fu arrestato il 14/07/1944 a Donicilio (FC) nell’operazione che coinvolse don Babini e dal 16/07/1944 fu recluso nel carcere di Forlì. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 01/11/1943 al 26/07/1944.
- Zoli Antonio “Fiscin”, nato a Forlì (FC) il 15/02/1915, operaio. Attivo sin dal 1942 nella riorganizzazione del Partito comunista nel Forlivese, dopo l’armistizio del 1943 fu tra i promotori della Resistenza. Entrò nel Gruppo brigate Romagna (che divenne poi 8ª brigata) e fu commissario politico. Arrestato dalle SS nel luglio 1944 per una delazione mentre si trovava a casa della sorella a San Martino (FC) in attesa di trasferire delle armi presso la casa di tale Ridolfi (non è chiaro se si tratti di Edgardo Ridolfi ucciso a Pievequinta con Zoli, ma è probabile). Riconosciuto partigiano dall’11/11/1943 al 26/07/1944 nell’8ª brigata Garibaldi.
- Zoli Luigi, nato a Cotignola (RA) l’11/11/1914, ortolano. Fu arrestato a Forlì il 19 luglio 1944 e portato nelle carceri di Forlì da militi della Gnr. Riconosciuto partigiano nella 28ª brigata Gordini attiva nel Ravennate dal 01/03/1944 al 26/07/1944.
Elenco vittime civili 5
Bartolini Riziero
Lucchini (o Luccini) Antonio
Molina Biagio
Pallanti William
Ridolfi Edgardo
Elenco vittime partigiani 4
Cavina Alfredo
Romeo Mario,
Zoli Antonio
Zoli Luigi
Elenco vittime religiosi 1
Babini Francesco
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Arrigo Ortolani
Nome Arrigo
Cognome Ortolani
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Ortolani Arrigo, nato a Forlì (FC) il 09/09/1897, milite della Gnr imputato per collaborazionismo e per aver concorso nell’uccisione di Antonio Zoli. Con sentenza 23/08/1945 la Corte condannò Ortolani all’ergastolo ritenendolo colpevole di tutti i capi di imputazione. Ortolani ricorse in Cassazione, la quale il 21/01/1947 annullò la sentenza e rinviò alla Corte d’Assise di Bologna per nuovo esame. Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Ortolani Arrigo, conclusosi con sentenza del 09/09/1947 di assoluzione per insufficienza di prove dall’accusa di concorso in omicidio e dichiarazione di non doversi procedere per collaborazionismo perché il reato era estinto per amnistia.
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto Reparto GNR non precisato
Maria Valenti
Nome Maria
Cognome Valenti
Ruolo nella strage Delatore
Stato imputato in procedimento
Note procedimento Procedimento penale contro Maria Valenti davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per aver fornito ai fascisti e ai tedeschi informazioni su alcuni partigiani che vennero uccisi: Massimo Mengozzi (v. Episodio di Ricò di Meldola (FC), 20 febbraio 1944), Antonio Zoli, Pietro Alfezzi (ucciso all’aeroporto di Forlì dalle SS: v Episodio di Forlì, aeroporto (FC), 5-6 settembre 1944) e Ridolfi (non è chiaro se si tratti di Edgardo fucilato a Pievequinta, ma è probabile). La Corte il 01/08/1945 assolse Maria Valenti dall’accusa di collaborazionismo per insufficienza di prove nonostante alcune testimonianze a carico, riconoscendo che era di idee antifasciste, che si adoperò come infermiera e staffetta a favore dei partigiani e che nutriva sentimenti sinceri nei confronti di Mengozzi e Alfezzi. La condannò però per furto. Valenti presentò ricorso in Cassazione. La Cassazione con sentenza del 22/07/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia.
Memorie
Memorie legate a questa strage
monumento a Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale
Descrizione: sono ricordati nel sacrario dei caduti partigiani Francesco Babini e Antonio Zoli.
luogo della memoria a Forlì
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Forlì
Descrizione: una via è intitolata ad Antonio Zoli.