CIVITELLA DI ROMAGNA 23.08.1944

(Forlì-Cesena - Emilia-Romagna)

Descrizione

Località Civitella di Romagna, Civitella di Romagna, Forlì-Cesena, Emilia-Romagna

Data 23 agosto 1944

Matrice strage Nazifascista

Numero vittime 6

Numero vittime uomini 6

Numero vittime uomini ragazzi 1

Numero vittime uomini adulti 2

Numero vittime uomini anziani 3

Descrizione: Il 17 agosto 1944 militi della Gnr di Galeata (FC) e della Bn di Predappio parteciparono ad un rastrellamento nella zona di Porcentico, Cusercoli, Civitella di Romagna (FC) per ordine di un ufficiale tedesco e di un ufficiale della polizia segreta italiana appartenenti alla 305ª divisione tedesca. I rastrellatori fermarono una trentina di persone che, a detta dei fascisti, avevano figli tra i partigiani. Gli arrestati vennero condotti a Civitella e rinchiusi per alcuni giorni all’interno della caserma della Gnr; furono interrogati e percossi. Il 23 agosto 1944 militi della Gnr, per ordine tedesco, prelevarono sei uomini e li condussero poco fuori dal paese lungo il rio San Filippo. Qui uccisero Giovanni Scala e i suoi due figli Antonio e Francesco gettandoli in una fossa. Poi spararono anche a Galeotti, Bertaccini e Valentini, anch’essi sepolti frettolosamente in una fossa. I tedeschi concessero la riesumazione e la sepoltura dei corpi nel cimitero solo a fine mese.

Modalità di uccisione: fucilazione

Violenze connesse: furto e-o saccheggio,incendio di abitazione

Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: - Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione.
Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei.
La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila.
Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.
- Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Luigi Nanni accusato di collaborazionismo e di vari reati tra cui aver partecipato al rastrellamento di Porcentico e aver privato della libertà Bertaccini, Valentini e i membri della famiglia Scala uccisi a Civitella di Romagna il 23/08/1944. Nanni fu accusato anche degli arresti di due renitenti fucilati a Forlì nel marzo 1944 (v. Episodio di Forlì (FC), 24/03/1944). Condannato con sentenza 24/05/1946 alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena non per collaborazionismo come chiesto dal Pm, ma per il reato di aiuto al nemico nelle operazioni militari e nocumento alle forze armate italiane (art. 51 Cpmg) perché responsabile degli arresti che portarono alla morte degli arrestati e quindi anche della morte, nonostante il fatto che a uccidere materialmente fossero altri; il reato per cui fu condannato secondo la Corte assorbiva tutti quegli che gli erano stati ascritti. Nanni presentò ricorso. La Corte di Cassazione il 24/11/1946 annullò senza rinvio la sentenza per amnistia.

Annotazioni: Le vittime ottennero la qualifica di partigiano, ma l’età avanzata di alcuni, così come la giovane età di una vittima fanno ritenere probabile nel loro caso che si tratti di civili o di persone legate ai partigiani.

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Ultimo aggiornamento dei dati: 2016-10-29 21:35:34

Vittime

Elenco vittime

- Bertaccini Giuseppe, nato a Civitella di Romagna (FC) il 31/07/1887, residente a Porcentico (FC). Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 10/01/1944 al 23/08/1944.
- Galeotti Primo nato a Mortano (FC) il 24/02/1895, residente a Porcentico (FC), colono. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 01/01/1943 al 23/08/1944.
- Scala Antonio, nato a Bagno di Romagna (FC) il 20/01/1927, residente a Porcentico (FC), colono. Figlio di Giovanni e fratello di Francesco. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 15/03/1944 al 23/08/1944.
- Scala Francesco, nato a Bagno di Romagna (FC) il 12/03/1929, residente a Porcentico (FC), colono. Figlio di Giovanni e fratello di Antonio. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 15/02/1944 al 23/08/1944.
- Scala Giovanni, nato a Bagno di Romagna (FC) il 26/08/1888, residente a Porcentico (FC), colono. Padre di Antonio e Francesco. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 01/01/1944 al 23/08/1944.
- Valentini Carlo, nato a Santa Sofia (FC) il 14/10/1882, residente a Porcentico (FC), colono. Riconosciuto partigiano nell’8ª brigata Garibaldi dal 01/01/1944 al 23/08/1944.

Elenco vittime partigiani 6

- Bertaccini Giuseppe,
- Galeotti Primo
- Scala Antonio,
- Scala Francesco,
- Scala Giovanni,
- Valentini Carlo

Responsabili o presunti responsabili

Elenco reparti responsabili


305. Infanterie Division


Appartenenza: Heer Wehrmacht

BN Predappio

Tipo di reparto: Brigata Nera

GNR di Galeata

Tipo di reparto: Guardia Nazionale Repubblicana

Elenco persone responsabili o presunte responsabili


  • Cesare Rivalta

    Nome Cesare

    Cognome Rivalta

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Rivalta Cesare, nato a Rimini il 16/11/1924. Milite Gnr. Processato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per collaborazionismo e per diversi reati connessi ad esso, fra cui le uccisioni di Civitella di Romagna del 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Dulio Bianchini

    Nome Dulio

    Cognome Bianchini

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Bianchini Duilio, nato a Rimini il 14/02/1922. Milite Gnr, detenuto a Forlì. Imputato in un processo davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì, accusato di vari reati oltre che dell’omicidio degli uomini di Porcentico a Civitella di Romagna il 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove per gli omicidi di Civitella, ma condannato per collaborazionismo e omicidio per altre uccisioni. Amnistiato per gli altri reati. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio a Corte d’Assise de L’Aquila.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

  • Giuseppe Dianini

    Nome Giuseppe

    Cognome Dianini

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Dianini Giuseppe, nato a Galeata (FC) il 26/08/1898, residente a Civitella di Romagna (FC). Milite Gnr. Processato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per collaborazionismo e per diversi reati connessi ad esso, fra cui le uccisioni di Civitella di Romagna del 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Luigi Nanni

    Nome Luigi

    Cognome Nanni

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Nanni Luigi, nato a Galeata (FC) il 07/10/1891, residente a Civitella di Romagna (FC). Fascista della Bn di Forlì, detenuto. Imputato in un processo davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì, accusato di vari reati oltre che di aver partecipato al rastrellamento di Porcentico e di aver privato della libertà gli uomini poi uccisi a Civitella di Romagna il 23/08/1944. Condannato e poi amnistiato dalla Corte di Cassazione.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Luigi Nanni accusato di collaborazionismo e di vari reati tra cui aver partecipato al rastrellamento di Porcentico e aver privato della libertà Bertaccini, Valentini e i membri della famiglia Scala uccisi a Civitella di Romagna il 23/08/1944. Nanni fu accusato anche degli arresti di due renitenti fucilati a Forlì nel marzo 1944 (v. Episodio di Forlì (FC), 24/03/1944). Condannato con sentenza 24/05/1946 alla pena di morte mediante fucilazione alla schiena non per collaborazionismo come chiesto dal Pm, ma per il reato di aiuto al nemico nelle operazioni militari e nocumento alle forze armate italiane (art. 51 Cpmg) perché responsabile degli arresti che portarono alla morte degli arrestati e quindi anche della morte, nonostante il fatto che a uccidere materialmente fossero altri; il reato per cui fu condannato secondo la Corte assorbiva tutti quegli che gli erano stati ascritti. Nanni presentò ricorso. La Corte di Cassazione il 24/11/1946 annullò senza rinvio la sentenza per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Brigata Nera

    Nome del reparto 25. Brigata nera “Arturo Capanni” di Forlì-Cesena

  • Renato Bonavita

    Nome Renato

    Cognome Bonavita

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Bonavita Renato, nato a Teodorano di Meldola (FC) il 04/12/1914, residente a Cusercoli (FC), Milite Gnr, detenuto a Forlì. Imputato in un processo davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì, accusato di vari reati oltre che dell’omicidio degli uomini di Porcentico a Civitella di Romagna il 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove per gli omicidi di Civitella, ma condannato per collaborazionismo e omicidio per altre uccisioni. Amnistiato per gli altri reati. Sentenza annullata dalla Cassazione e rinvio a Corte d’Assise de L’Aquila.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Sergio Valpianii

    Nome Sergio

    Cognome Valpianii

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Valpiani Sergio (nato a Forlì il 16/03/1926. Milite Gnr. Processato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per collaborazionismo e per diversi reati connessi ad esso, fra cui le uccisioni di Civitella di Romagna del 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Stefano Benini

    Nome Stefano

    Cognome Benini

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Benini Stefano, nato a Bertinoro (FC) il 27/12/1897, residente a Civitella di Romagna (FC). Milite Gnr. Processato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per collaborazionismo e per diversi reati connessi ad esso, fra cui le uccisioni di Civitella di Romagna del 23/08/1944. Assolto per insufficienza di prove dall’accusa di omicidio.

    Note procedimento - Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

  • Tullio Della Bianca

    Nome Tullio

    Cognome Della Bianca

    Ruolo nella strage Autore

    Stato imputato in procedimento

    Note responsabile Della Bianca Tullio, nato a Rimini il 23/07/1922. Milite Gnr. Processato in contumacia dalla Corte d’Assise straordinaria di Forlì per collaborazionismo e per diversi reati connessi ad esso, fra cui le uccisioni di Civitella di Romagna del 23/08/1944. Condannato per gli omicidi di Civitella, assolto per altre accuse di omicidio per insufficienza di prove; amnistia sugli altri reati. Nel 1951 fu assolto per non aver commesso il fatto dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna in un nuovo giudizio dopo rinvio della Cassazione.

    Note procedimento Procedimento penale davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Forlì contro Stefano Benini, Tullio Della Bianca, Giuseppe Dianini, Renato Bonavita, Duilio Bianchini, Cesare Rivalta, Sergio Valpiani, Filippo Morelli (nato a Galeata (FC) il 27/09/1901, latitante), Vito Camporesi (nato a Predappio (FC) il 07/11/1907, latitante), Domenico Grassi (nato a Meldola (FC) il 25/10/1903, latitante), Bruno Perugini (nato a Meldola (FC) il 01/01/1925, latitante e risultato deceduto durante il processo), Roligo Rolli (nato a Meldola (FC) il 31/01/1924, latitante e risultato deceduto durante il processo), Guido Tassi (nato a Predappio (FC) il 02/02/1902, residente a Meldola (FC), latitante) accusati di collaborazionismo e di aver partecipato a rastrellamenti e aver eseguito fermi come militi della Gnr cui appartenevano. Tutti furono accusati di aver partecipato al rastrellamento dell’area di Predappio del 23 agosto 1944. Della Bianca fu accusato di aver guidato gli uomini che eseguirono gli arresti delle vittime e di aver comandato il plotone di esecuzione. Bonavita e Bianchini secondo la Corte parteciparono al rastrellamento di Porcentico e ai fermi delle vittime, ma non fu provata la partecipazione alla fucilazione. Con sentenza del 13/12/1946 la Corte condannò Della Bianca all’ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione riconoscendolo colpevole di collaborazionismo e degli omicidi di Civitella; Bonavita a 30 anni di reclusione e Bianchini a 30 anni di reclusione entrambi per collaborazionismo e omicidio, ma non per le uccisioni di Civitella per le quali furono assolti per insufficienza di prove. Bonavita fu condannato per l’omicidio di Teodorico Stradaioli e Domenico Severi (v. Episodio di Santa Sofia (FC), 11.9.1944) e Bianchini per gli omicidi di Tino Corzani, Fernando Convito e Adolfo Baldini (v. Episodi di Santa Sofia (FC), 13 maggio 1944 e 15 maggio 1944). La Corte condonò un terzo della pena a Bianchini e Bonavita. Benini, Dianini, Rivalta e Valpiani furono assolti dall’accusa di omicidio per i fatti di Civitella del 23/08/1944 per insufficienza di prove. Per gli altri imputati a cui erano contestati reati diversi dagli omicidi di Civitella la Corte dichiarò non doversi procedere perché i reati erano estinti per amnistia. Nel caso di Perugini e Rolli dichiarò di non doversi procedere per reati estinti per morte dei rei. La Cassazione, presso cui furono presentati i ricorsi, con sentenza 21/11/1947 dichiarò inammissibili i ricorsi di Della Bianca, Morelli, Camporesi, Grassi, Dianini e Tassi e annullò la sentenza per mancanza di motivazioni nei fatti a carico di Bianchini e Bonavita, rinviando alla Corte d’Assise de L’Aquila. Il 13/05/1950 la Corte d’Appello di Bologna condonò un anno di pena a Della Bianca. Della Bianca due mesi prima (marzo 1950) aveva presentato un nuovo ricorso in Cassazione, la quale questa volta lo ammise, annullando, con sentenza 15/11/1950, la sentenza della Corte d’Assise straordinaria di Forlì e rinviando alla Corte d’Assise d’Appello di Bologna. Quest’ultima con sentenza 12/10/1951 assolse Della Bianca dalle accuse di collaborazionismo e omicidio per non aver commesso il fatto e dagli altri reati ascrittigli per amnistia.

    Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana

    Nome del reparto Reparto GNR non precisato

Memorie

Memorie legate a questa strage

  • monumento a Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Forlì, piazza Saffi, portico di San Mercuriale

    Descrizione: Sacrario dei caduti partigiani; vi compaiono i nominativi di Giovanni, Francesco e Antonio Scala, Primo Galeotti, Bertaccini Giuseppe e Carlo Valentini.

  • lapide a Civitella di Romagna (FC), via Gramsci, mura del castello

    Tipo di memoria: lapide

    Ubicazione: Civitella di Romagna (FC), via Gramsci, mura del castello

    Descrizione: nel lapidario dei caduti per la libertà sono ricordati Giovanni, Francesco e Antonio Scala, Primo Galeotti, Bertaccini Giuseppe e Carlo Valentini.

  • cippo a Civitella di Romagna (FC), strada lungo il rio San Filippo in direzione Collina

    Tipo di memoria: cippo

    Ubicazione: Civitella di Romagna (FC), strada lungo il rio San Filippo in direzione Collina

    Descrizione: cippo nei pressi del luogo dell’uccisione.

  • monumento a Predappio (FC), parco della residenza comunale

    Tipo di memoria: monumento

    Ubicazione: Predappio (FC), parco della residenza comunale

    Descrizione: monumento al partigiano; nell’epigrafe sono ricordati Giovanni Scala e i suoi figli Francesco e Antonio, Giuseppe Bertaccini, Primo Galeotti e Carlo Valentini.

Bibliografia


- Antonio Mambelli, Diario degli avvenimenti in Forlì e Romagna dal 1939 al 1945, a cura di Dino Mengozzi, Lacaita, Manduria, Bari, Roma, vol. II, pp. 828-829.
- Vladimiro Flamigni, La “guerra ai civili” nell’Appennino forlivese, in Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Forlì-Cesena (a cura di), 1944 Stragi naziste e fasciste sull’Appennino tosco-romagnolo, Il Ponte Vecchio, Cesena, 2003, p. 78.
- Adler Raffaelli, Guerra e Liberazione. Romagna 1943-1945, vol. II, Epigrafia, Comitato regionale per le celebrazioni del 50° anniversario della Resistenza e della Liberazione Emilia-Romagna, Bologna, 1995, pp. 63, 68, 98.

Sitografia


- Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea della provincia di Forlì-Cesena, Elenco dei caduti delle formazioni partigiane:
http://www.istorecofc.it/caduti-formazioni-partigiane.asp
(ad nomen)

- Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna, Database dei partigiani dell’Emilia-Romagna:
http://www.storia-culture-civilta.unibo.it/it/biblioteca/fondi-1/partigiani
(schede relative alla provincia di Forlì; ad nomen).

Fonti archivistiche

Fonti

- AISRFC, Eccidi, b. 6, fasc. 10.
- Tribunale di Forlì, sezione penale, Sentenze della Corte d’Assise straordinaria di Forlì 1945-1947, vol. 1946-1947, sentenze n. 95/46 e 151/46.