Descrizione
Località Sant’Agata Bolognese, Sant'Agata Bolognese, Bologna, Emilia-Romagna
Data 26 agosto 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 3
Numero vittime uomini 3
Numero vittime uomini adulti 3
Descrizione: Il 20 o 21 agosto nella casa di Giovanni Barbieri a Sant’Agata Bolognese (BO) vennero arrestati da fascisti della Bn (e secondo alcune fonti da tedeschi che erano con loro) Quinto Pietrobuoni, Giovanni Barbieri e Medardo Bettini. I tre furono portati alla Casa del fascio di Crevalcore (BO), torturati ferocemente e riportati a Sant’Agata Bolognese, dove vennero fucilati la mattina del 26 agosto 1944 nella piazza del paese contro la Torre civica, alla presenza della popolazione. La fucilazione fu eseguita da uomini della 23ª brigata nera Facchini del distaccamento di Crevalcore comandato da Walter Pincella, ma secondo le dichiarazioni di quest’ultimo l’ordine proveniva dal comando SS di Bologna.
Modalità di uccisione: fucilazione
Violenze connesse: furto e-o saccheggio
Trattamento dei cadaveri: Esposizione dei cadaveri
Tipo di massacro: punitivo
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Estremi e note penali: - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia.
- Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Scheda compilata da ROBERTA MIRA
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-04-18 07:24:02
Vittime
Elenco vittime
- Barbieri Giovanni, nato a Mirandola (MO) il 28/07/1890, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), affittuario. Suocero di Medardo Bettini. Riconosciuto partigiano nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi Bolero dal 09/09/1943 al 26/08/1944.
- Bettini Medardo, nato a Castelfranco Emilia (MO) il 22/05/1912, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), bracciante. Genero di Giovanni Barbieri. Riconosciuto partigiano nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi Bolero dal 09/09/1943 al 26/08/1944.
- Pietrobuoni Quinto, nato a Sant’Agata Bolognese (BO) il 02/04/1899, bracciante. Comunista e oppositore del fascismo, espatriò in Francia negli anni Venti e nel 1936 si arruolò nelle brigate internazionali di Spagna per contrastare Franco e difendere la Repubblica spagnola. Fu internato in Francia come ex combattente di Spagna, e nel 1941, quando venne trasferito in Italia, fu condannato al confino. Restò a Ventotene dal novembre 1941 al settembre 1942. Dopo l’8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza a Sant’Agata Bolognese, insieme ai fratelli Ottavio e Agostino (quest’ultimo fu ucciso dai fascisti al poligono di tiro di Bologna: v. Episodio di Poligono di tiro Bologna, 30 agosto 1944). Quinto Pietrobuoni è stato riconosciuto partigiano nella 63ª brigata Garibaldi Bolero dal 09/09/1943 al 26/08/1944.
Elenco vittime partigiani 3
Barbieri Giovanni
Bettini Medardo,
Pietrobuoni Quinto
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Armando Vaccari
Nome Armando
Cognome Vaccari
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Vaccari Armando nato a Crevalcore (BO) il 16/08/1902, milite della Gnr e della Bn. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Condannato. Nel 1960 reato dichiarato estinto per amnistia.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Enrico Ferrari
Nome Enrico
Cognome Ferrari
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Ferrari Enrico, nato a Anzola Emilia (BO) il 16/11/1886, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), milite della della Gnr e della Bn. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Condannato. Ottenne condoni di pena e fu scarcerato il 14/07/1951.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Gaetano Benati
Nome Gaetano
Cognome Benati
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Benati Gaetano, nato a Crevalcore (BO) il 07/02/1907, iscritto al Pfr e membro prima della Gnr e poi delle Bn; faceva parte del presidio di Sant’Agata Bolognese in servizio di guardia all’abitazione del Federale di Bologna (Pietro Torri), sfollato a Sant’Agata con la famiglia. Detenuto e imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna (Valter Pincella citò Benati fra i componenti del plotone di esecuzione). Condannato a morte. Ricorso. Nuovo giudizio e condanna a 30 anni di reclusione di cui un terzo condonati.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Gianni Pellodi
Nome Gianni
Cognome Pellodi
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Pellodi Gianni, nato a Crevalcore (BO) il 17/10/1927, milite della Gnr e della Bn. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Condannato, gli furono condonati diversi anni di reclusione e fu messo in libertà il 09/09/1950.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Libero Lodi
Nome Libero
Cognome Lodi
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile - Lodi Libero, nato a Crevalcore (BO) il 01/10/1907, milite della Gnr e poi della Bn. Detenuto e imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Condannato. Nuovo giudizio dopo ricorso. Collaborazionismo estinto per amnistia
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Ugo Borghi
Nome Ugo
Cognome Borghi
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Borghi Ugo, nato a Crevalcore (BO) il 27/06/1904, milite della Gnr e della Bn. Imputato in procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna. Condannato. Ottenne condoni di pena e fu scarcerato il 13/05/1951.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Valter Pincella
Nome Valter
Cognome Pincella
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Valter Pincella, interrogato dopo l’arresto, ammise di aver ordinato l’arresto di Pietroboni, Barbieri e Bettini dopo aver trovato armi in casa di Barbieri dove si era recato su segnalazione di un ufficiale tedesco, e ammise anche di averli portati alla casa del fascio di Crevalcore dopo l’arresto e di aver comandato il plotone di esecuzione che uccise i tre uomini a Sant’Agata, ma disse che l’ordine di fucilarli era giunto dal comando SS di Bologna, dopo che era stato confermato che si trattava di un partigiano e di due favoreggiatori.
Note procedimento - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Benati Gaetano imputato per collaborazionismo e omicidio tra gli altri di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Durante il dibattimento Benati ammise di aver fatto parte del plotone di esecuzione, ma disse che fu costretto a sparare dalle minacce del suo comandante Valter Pincella; negò invece di aver torturato i prigionieri. La Corte lo ritenne comunque colpevole di collaborazionismo e di omicidio continuato aggravato e lo condannò alla pena di morte per fucilazione alla schiena con sentenza del 21/06/1945. Benati presentò ricorso in Cassazione, la quale rinviò gli atti alla Corte d’Assise di Modena. Questa con sentenza 29/01/1946 applicò le attenuanti generiche a Benati e ridusse la pena a 30 anni di reclusione per collaborazionismo e omicidio. Il 27/07/1946 la Corte d’Assise di Modena condonò un terzo di pena a Benati. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Lodi Libero, imputato per collaborazionismo e per una serie di reati tra cui l’arresto, le sevizie e l’uccisione di Barbieri, Bettini e Pietroboni. Lodi ammise alcuni dei reati che gli venivano contestati, ma non la sua partecipazione ai fatti di Sant’Agata e Crevalcore. Alcuni testimoni lo smentirono, affermando di averlo visto sul camion che conduceva i tre partigiani sulla piazza di Sant’Agata per la fucilazione. La Corte lo ritenne colpevole e lo condannò a 30 anni di reclusione con sentenza 05/10/1945. L’imputato ricorse in Cassazione la quale, con sentenza 01/04/1947, annullò la sentenza della corte di Bologna e rinviò alla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 15/07/1947 la Corte d’Assise di Modena dichiarò di non doversi procedere perché il reato era estinto per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Pellodi Gianni, Borghi Ugo, Vaccari Armando e Ferrari Enrico, imputati del reato di collaborazionismo e per la partecipazione al plotone di esecuzione di Barbieri, Bettini e Pietroboni (Vaccari e Borghi anche per aver partecipato al loro arresto). Pellodi e Ferrari ammisero di essere stati sul camion che portò i partigiani da fucilare da Crevalcore a Sant’Agata, ma non di aver fatto parte del plotone di esecuzione. Borghi e Vaccari negarono di aver partecipato al plotone di esecuzione. La Corte però ritenne provata la loro partecipazione in base alle dichiarazioni dei testimoni e con sentenza del 25/11/1946 condannò Ferrari a 30 anni di reclusione, Vaccari e Borghi a 27 anni di reclusione, Pellodi a 18 anni di reclusione, riducendo per tutti le pene di un terzo (quindi li condannò rispettivamente a 20, 18, 18 e 12 anni di reclusione). Gli imputati presentarono ricorso in Cassazione, la quale rigettò il ricorso. Il 5 marzo 1948 la Corte d’Assise di Bologna condonò 9 anni a Vaccari e a Borghi, 10 a Ferrari, 6 a Pellodi. Il 01/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò 1 anno di reclusione a Pellodi. Pellodi fu messo in libertà il 09/09/1950 per aver ottenuto la libertà condizionale. Il 13/02/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Ferrari, il quale fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 14/07/1951. Il 17/03/1950 la Corte d’Assise di Bologna condonò un anno di reclusione a Vaccari e un anno di reclusione a Borghi. Borghi fu scarcerato per ottenimento della libertà condizionale il 13/05/1951. Il 23/02/1960 la Corte d’Appello di Bologna dichiarò estinto per amnistia il reato per il quale Vaccari era stato condannato. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise straordinaria di Bologna contro Campione Nicolò (nato a Adrano (CT) il 01/01/1915, residente prima ad Albano Laziale (RM) e poi a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, iscrizione al Pfr e concorso in omicidio per i tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Non furono provate la sua iscrizione al Pfr (dichiarò di averla chiesta, ma gli fu negata perché proveniente dalle zone già liberate dagli angloamericani), la sua collaborazione stretta con Pincella (dichiarò che lavorava come sarto all’interno della casa del fascio di Crevalcore) né la sua partecipazione alle torture e all’uccisione dei tre partigiani a Sant’Agata Bolognese. Condannato con sentenza del 03/12/1945 per collaborazionismo a sei anni e otto mesi di reclusione. Campione presentò ricorso in Cassazione e la Corte con sentenza 27/08/1946 dichiarò estinto il reato per amnistia. - Procedimento davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna contro Vaccari Aronne (nato a Ravarino (MO) il 14/10/1923, residente a Crevalcore (BO)), imputato per collaborazionismo, come milite delle Bn per aver partecipato all’arresto e alla fucilazione dei tre partigiani di Sant’Agata Bolognese. Vaccari era già stato condannato dalla Corte d’Assise di Modena per collaborazionismo per i fatti di Ravarino (MO) dell’agosto 1944 (v. Episodio Ravarino, 16 agosto 1944) a 30 anni di reclusione, di cui 10 condonati, con sentenza 31/07/1946. Quando fu accusato anche per i fatti di Sant’Agata fu tradotto a Bologna per un nuovo procedimento a suo carico che si aprì il 21 aprile 1947 davanti alla Corte d’Assise sezione speciale di Bologna. La Corte accettò l’istanza del difensore e rinviò il procedimento contro Aronne Vaccari perché in Cassazione era pendente il ricorso contro la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Modena. Con sentenza 23/06/1947 la Cassazione annullò la sentenza della Corte d’Assise di Modena limitatamente alla pena di confisca dei beni, rigettando il ricorso per la restante condanna, e rinviò alla Corte d’Assise di Reggio Emilia. Ad ottobre 1947 il procedimento contro Vaccari davanti alla sezione speciale della Corte d’Assise di Bologna fu nuovamente rinviato per attendere il giudizio della Corte d’Assise di Reggio Emilia. Il Pubblico ministero presso la Corte d’Assise di Bologna chiese alla Corte d’Assise di Reggio Emilia di riavere gli atti relativi ai fatti di Sant’Agata Bolognese poiché la Corte di Reggio era chiamata a giudicare solo sulla confisca dei beni e non sul collaborazionismo e la Corte di Reggio Emilia acconsentì. Si giunse quindi al procedimento del 1948. Al dibattimento Vaccari ammise di aver fatto parte delle Bn, ma dichiarò di essere stato a Crevalcore il 26 agosto 1944 e di essere estraneo ai fatti avvenuti a Sant’Agata. Alcuni testimoni lo accusarono, ma senza precisione e senza poter provare la sua presenza. La Corte lo assolse per insufficienza di prove con sentenza del 20/01/1948.
Tipo di reparto fascista Brigata Nera
Nome del reparto 23. Brigata nera “Eugenio Facchini” di Bologna
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Sant’Agata Bolognese (BO), torre civica
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Sant’Agata Bolognese (BO), torre civica
Descrizione: lapide che ricorda l’uccisione di Pietroboni, Barbieri e Bettini.
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: sacrario dei caduti partigiani; vi sono ricordati Barbieri, Bettini e Pietrobuoni.