Descrizione
Località Poligono di tiro, via Agucchi 98, Bologna, Bologna, Emilia-Romagna
Data 27 gennaio 1944
Matrice strage Fascista
Numero vittime 8
Numero vittime uomini 8
Numero vittime uomini adulti 6
Numero vittime uomini anziani 2
Descrizione: Nella tarda mattinata del 26 gennaio 1944 il Commissario federale straordinario del Pfr di Bologna Eugenio Facchini – dall’11 dicembre 1943 sostituto del dimissionario Aristide Sarti – viene assassinato sulle scale della Casa dello studente di via Zamboni. Raggiunto da colpi di pistola mentre si sta dirigendo verso la mensa dei Gruppi Universitari Fascisti e ferito al ventre si accascia sui gradini, mentre il vice federale Walter Boninsegni, che lo aveva accompagnato in macchina sul luogo, accorso agli spari tenta di intercettare gli assalitori riuscendo a ferirne di striscio uno alla spalla. I responsabili dell’azione gappista – Remigio Venturoli, Bruno Pasquali e, secondo alcune testimonianze, Ermanno Gallotti – riescono però a fuggire in bicicletta e a sottrarsi alla cattura. Pochi minuti dopo l’attentato sul luogo giungono il delegato del Pfr prof. Franz Pagliani, il Comandante della GNR gen. Ivan Doro, il Magnifico Rettore dell’Università prof. Goffredo Coppola, il vice commissario della Federazione fascista Pietro Torri, il questore Giovanni Tebaldi, oltre ad ufficiali e funzionari fascisti. Sono immediatamente organnizzati arresti in tutte le zone della città nell’intento di individuare gli assalitori. Dal momento che nessun elemento d’indagine risulta risutivo, in serata viene convocata una riunione straordinaria in Prefettura alla presenza del segretario nazionale del Pfr Alessandro Pavolini, appositamente sopraggiunto a Bologna a seguito della notizia dell’attentato: sono presenti all’incontro i vertici del fascismo bolognese, fra cui il Prefetto Dino Fantozzi, il questore Tebaldi, Walter Boninsegni, il gen. Gherardo Magaldi (a capo del Comando militare regionale 202), Franz Pagliani e Pietro Torri. Nel corso dell’incontro viene presa la decisione di convocare d’urgenza un Tribunale militare straordinario di guerra, presieduto dal gen. Ivan Doro e composto dal ten. col. Roberto Morelli, dal ten. col. Cosimo Tullo, dai seniori della Milizia Bacchetti Girolamo e Angelo Serrantini, dal magg. Antonio Mangione e dal cap. Giovan Battista Cosimini, responsabile della pubblica accusa. Il Tribunale straordinario – appositamente costituito per condannare a morte per rappresaglia 11 prigionieri tra i quali antifascisti, ma anche ex tesserati del Pnf considerati traditori dell’idea fascista, detenuti da tempo e dunque del tutto estranei all’attentato a Facchini – convocato nella notte giudica la posizione di 6 imputati prelevati dal carcere Imola (i fratelli Alfredo e Romeo Bartolini, Sante Contoli, il giovanissimo Antonio Ronchi, il professore di violoncello Alessandro Bianconcini e il primario dell’Ospedale civile di imola prof. Francesco D’Agostino) e di 5 imputati incarcerati invece a Bologna (l’ex console della milizia ferroviaria Silvio Bonfigli, Cesare Budini, Zosimo Marinelli, il giornalista del "Resto del Carlino" Ezio Cesarini, il mutilato di guerra e medaglia d’oro sottoptenente dell’esercito Luigi Missoni). L’attentato a Facchini era stato, infatti, preceduto da azioni analoghe attuate sul territorio regionale nei mesi precedenti: l’uccisione a Imola il 3 novembre 1943 del siniore della milizia Fernando Barani e l’assassinio il 13 novembre 1943 a Ferrara del federale Igino Ghisellini. Dopo alcune ore di Camera di Consiglio il Tribunale emette la sentenza: stralciata la posizione del minorenne Antonio Ronchi, il collegio condanna 9 imputati a morte e Sante Contoli a trent’anni di carcere. A seguito della richiesta di grazia per meriti di guerra, la corte decreta inoltre la sospensione della pena di morte e la sua tramutazione in 30 anni di detenzione anche per Luigi Missoni. Le condanne emesse vengono così motivate: «Per aver dal 25 luglio 1943 in poi, in territorio del comando militare regionale, con scritti e parole, con particolari atteggiamenti consapevoli e volontarie omissioni e con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato in conseguenza l?atmosfera del disordine e della rivolta e determinato gli autori materiali dell?omicidio a compiere il delitto allo scopo di sopprimere nella persona del Caduto il difensore della causa che si combatte per l?indipendenza e l?unità della patria». Gli 8 imputati condannati a morte per concorso morale nell’attentato al federale Facchini, prelevati dal carcere di San Giovanni in Monte il mattino del il 27 gennaio 1944 dal cap. Renato Tartarotti – rimasto ferito nel corso di un tentativo di fuga accorso durante il trasferimento – vengono scortati presso il Poligono di tiro di via Agucchi, già teatro di precedenti esecuzioni; e lì giustiziati da un plotone d'esecuzione comandato dal tenente della GNR di Imola Guerrino Bettini (che ne ha fatta esplicita richiesta al nuovo federale Pietro Torri) e composto da militi della Compagnia autonoma speciale della Polizia Ausiliaria. Notizia della fucilazione appare sul settimanale comunista clandestino di Imola «La Comune» in data 1 febbraio 1944.
Modalità di uccisione: fucilazione
Tipo di massacro: rappresaglia
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Estremi e note penali: CAS Bologna f.134/1945 - Tartarotti Renato, Gamberini Alberto, Gamberini Paolo, Molmenti Alessandro sentenza n. 27 del 4/07/1945 L’imputato Tartarotti, comandante della Compagnia Autonoma Speciale al servizio del questore Tebaldi, è accusato di concorso nell’uccisione degli otto prigionieri politici risapuntamente estranei ai fatti condannati a morte e fucilati il 27 gennaio 1944 in rappresaglia all’attentato al federale Facchini. L’imputato ammette di aver prelevato i prigionieri dal carcere di San Giovanni in Monte per scortarli sul luogo dell’esecuzione, nel corso di un tentativo di fuga avvenuto durante il tragitto resta però ferito ed è accompagnato in ospedale. Benché Tartarotti non presenzi all’esecuzione la corte riconosce l’imputato colpevole del reato ascrittogli per aver dato ordine ai propri sottoposti di portare a termine l’esecuzione e lo condannato a morte. Tartarotti viene fucilato il 2/10/1945 presso il Poligono di tiro di Bologna.
f. 245/1945 - Mangione Antonio (MANCA) sentenza n. 24 del 9/02/1946 L’imputato, maggiore dell’esercito addetto all’Ufficio inchieste e affari Giudiziari presso il Comando militare regionale 202 di Bologna, è accusato di aver preso parte quale giudice relatore al Tribunale militare straordinario che nel gennaio 1944 condanna a morte 8 antifascisti per concorso morale nell’omicidio del federale Facchini. L’imputato nega di aver partecipato al collegio giudicante presieduto dal gen. Ivan Doro, ma è smentito da una copia dell’estratto della sentenza e da due testi (Cosimo Tullo e Franz Pagliani). La corte riconosce l’imputato colpevole del reato ascrittogli e in concorso della diminuente di aver agito per determinazione di ordini superiori lo condanna a 24 anni di reclusione. La Cassazione con sentenza del 20.03.1947 annulla e rinvia per nuovo giudizio alla Sez. Speciale della Corte d’Assise di Venezia.
f. 77/1946 - Magaldi Gherardo sentenza n. 214 del 16/11/1946 L’imputato, generale dell’esercito a capo del Comando militare regionale Emilia Romagna 202, è accusato di aver il 26.01.44 ordinato la convocazione di un illegale tribunale militare di guerra che condanna a morte 8 antifascisti per rappresaglia uccisione Facchini il medesimo giorno e aver partecipato in precedenza alla riunione in Prefettura presieduta dal seg. del Pfr Pavolini nella quale fu decisa la sorte degli imputati. L’imputato ammette di aver convocato il TMS essendo a conoscenza che la sorte degli imputati fosse stata già decretata, che la mancanza di arresto in fragranza di reato rendeva illegale la costituzione del TMS e che quindi si trattasse di una rappresaglia su ostaggi estranei ai fatti ammantata di parvenza di legalità. La corte riconosce l’imputato colpevole del reato ascrittogli lo condanna a 18 anni di reclusione. La Cassazione in data 5.06.1948 rigetta il ricorso e condona di un 1/3 la pena.
f. 13/1947 - Palermo Salvatore sentenza n. ? del 10/04/1947 (nel fascicolo processuale) Nel fascicolo processuale sono presenti i rapporti a firma dell’imputato relativi: al fermo di oltre 3.000 persone operati a seguito dell’uccisione del federale Facchini pur senza individuare i responsabili dell’attentato; al giudizio di Condanna emesso dal Tribunale militare straordinario di guerra il 26.01.44 con indicazione delle specifiche accuse e dell’imputazione generale.
f. 333/1945 - Tullo Cosimo (MANCA) sentenza n. 58 del 15/04/1946 L’imputato ten. col. dei CCRR, impiegato nella segreteria dell’Ispettorato regionale GNR, è accusato di aver partecipato come giudice al Trib. Mil. Strord. che condanna a morte per rappresaglia all’attentato al federale Facchini 9 antifascisti, di cui 8 fucilati il 26.01.44. La Corte lo assolve per aver commesso il fatto in esecuzione ad un ordine superiore sulla legittimità del quale non gli era consentita alcun sindacato.
f. 4/1946 - Boninsegni Walter sentenza n. 84 del 22/05/1946 L’imputato vice federale Pfr Bologna dal 22.11.43 al gen. 44 è accusato di aver partecipato alla riunione in Prefettura la sera del 26.01.44 insieme al seg. PFR Pavolini, al prefetto Fantozzi, al questore Tebaldi, al dr. Alfredo Leati, ai gen. Magaldi, Doro e altri, nella quale fu compilata una lista antifascisti da sottoporre a giudizio in rappresaglia all’uccisione federale Facchini. L’imputato nega di essere stato presente alla riunione ed è assolto dalla specifica imputazione per insufficienza di prove. La corte lo condannato a 3 anni e 6 mesi per lesioni personali (ferimento Pasquali Bruno).
f. 99/1946 - Cosimini Giovanni Battista sentenza n. 197 del 14/10/1946 L’imputato, vice federale di Bologna e cap. dell’esercito con funzioni PM presso Trib. straordinario fascista è accusato di aver ricoperto la pubblica accusa nel processo celebrato a Bologna il 27.01.44 dal TMS. L’imputate ammette i fatti contestati dichiarando di essere stato costretto ad accettare l’incarico in un procedimento già definito nei fatti, la corte dichiara non doversi procedere per estinzione del reato in seguito ad amnistia. Nel fascicolo è presente copia della convocazione da parte del Comando militare regionale del TMS di guerra, f. ta Magaldi e una pagina della sentenza del 27/01/1944.
Scheda compilata da Toni Rovatti
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Ultimo aggiornamento dei dati: 2017-05-11 22:09:31
Vittime
Elenco vittime
1- Alfredo Bartolini, n. il 23/9/1916 a Imola - antifascista/partigiano Operaio alla Cogne. Dopo il 25 luglio 1943 aderisce alla Resistenza. E’ arrestato a Bologna, sommariamente processato insieme ad altri patrioti da un tribunale speciale fascista costituito espressamente per definire la rappresaglia per l?uccisione del segretario federale Eugenio Facchini. E\' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno [Diz. II]
2- Romeo Bartolini, n. l?11/04/1901 a Imola - antifascista Operaio alla Cogne. Nel 1923 emigra in Belgio per lavoro. Avendo svolto attività antifascista, è arrestato al momento del rimpatrio nell’ottobre 1933 e rimesso in libertà un mese dopo, per essere riarrestato, diffidato e ammonito più volte nel corso degli anni Trenta. Il 16/12/1943 è arrestato a Imola a seguito di un attentato contro la caserma della GNR; e il 26/01/1944 viene sommariamente processato a Bologna, insieme ad altri patrioti, da un sedicente tribunale speciale costituitosi appositamente in risposta all?attentato contro il segretario della federazione bolognese Eugenio Facchini. [Diz. II]
3- Alessandro Bianconcini, n. il 7/08/1909 a Imola - antifascista/partigiano Professore di violoncello. Nel 1929 si iscrive al PCI e svolge attività antifascista clandestina tra i giovani lavoratori, divenendo in seguito segretario della Gioventù comunista imolese. Per sfuggire alle persecuzioni fasciste nel settembre 1935 emigra in Francia, dove milita nel Fronte popolare e nel Soccorso rosso internazionale. Nell?ottobre 1936 parte come volontario per combattere in Spagna nelle fila della 12 Brigata Garibaldi, dove assume il grado di sergente. In novembre è gravemente ferito nella battaglia di Pozuelo. Dopo alcuni mesi di ospedale in Spagna, nell?aprile 1937 rientra in Francia, dove collabora con il Comitato di aiuto alla Spagna. Nel gennaio 1939 è ricoverato nel sanatorio di Fontainbleau (Parigi) e, un anno dopo, dimesso. Nel febbraio, è arrestato e sconta un mese di duro carcere. Il 24/12/1941 è nuovamente arrestato dalla polizia tedesca di occupazione e rinchiuso per 7 mesi nel carcere di La Tourel (Parigi). Nel luglio 1942, tradotto in Italia, è detenuto prima nel carcere di Susa (TO), poi in quello di S. Giovanni in Monte (Bologna), dove subisce vessazioni e torture. Nel settembre successivo gli sono comminati 5 anni di confino e viene tradotto nell?isola di Ventotene (LT), dove cadde gravemente ammalato. Caduto Mussolini, viene liberato il 23/08/1943 e torna a Imola, dove prende parte alla ricostruzione della sezione del PCI e di altri organismi antifascisti. Dopo l?8 settembre è tra i primi organizzatori della Resistenza ai nazifascisti. Catturato dalle brigate nere a Imola, è incarcerato il 9/01/1944 nella Rocca sforzesca. Detenuto e torturato per 17 giorni, poche ore dopo l’attentato al federale fascista Eugenio Facchini, il 26/01/1944 viene tradotto a Bologna e sommariamente processato. E\' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno [Diz. II]
4- Silvio Bonfigli, n. il 5/03/1885 a Ferentino (FR) - indefinito Ex console della milizia ferroviaria in carcere per appropriazione indebita. Nel 1943 residente a Bologna. E’ arrestato e sommariamente processato a Bologna insieme ad altri patrioti da un tribunale speciale costituitosi espressamente per decidere la rappresaglia per l?uccisione del segretario federale fascista Eugenio Facchini. [Diz. II]
5- Cesare Budini, n. il 14/04/1898 a Serra S. Quirico (AN) - antifascista Nel 1943 residente a Bologna. Geometra. E’ arrestato e sommariamente processato insieme ad altri patrioti dal tribunale speciale costituitosi espressamente per decidere la rappresaglia per l?uccisione del segretario federale fascista Eugenio Facchini. [Diz. II]
6- Ezio Cesarini, n. il 28/08/1897 a Montebello Vicentino (VI) - indefinito Nel 1943 residente a Bologna. Giornalista. Iscritto al PSI e poi al PNF. Nel 1916 prende parte a una manifestazione socialista contro il “Giornale del Mattino”, il quotidiano interventista della massoneria bolognese. Non è arrestato, ma processato e condannato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione e schedato. Richiamato nel 1917 prende parte alla guerra mondiale, dove resta invalido. Nel 1920 segue i corsi dell?Umanitaria di Milano, la scuola che prepara i quadri del movimento socialista, cooperativo e sindacale. Dopo la strage di Palazzo d?Accursio del 21/11/1920, si rende irreperibile temendo di essere arrestato. Nel 1925 viene assunto a “il Resto del Carlino”, con l?incarico di segretario di redazione. Nel 1927 - quando diviene obbligatoria per i giornalisti l?iscrizione al PNF, pena la perdita del lavoro - prende la tessera e viene assegnato alla cronaca nera. Il 10/04/1930 è radiato dall?elenco degli schedati e dei sovversivi. Il 31/12/ 1933 è licenziato dal giornale e gli viene ritirata la tessera del PNF. Per riavere la tessera del PNF, nel 1935 parte volontario per la guerra d?Etiopia, arruolandosi in un reparto di camicie nere. E’ uno dei fondatori e dei redattori del “Giornale di Addis Abeba”. Tornato in Italia, gli è restituita la tessera ed è rintegrato nella redazione de “il Resto del Carlino”. Il 17/01/1938, in via Rizzoli, saluta Francesco Zanardi, ex sindaco di Bologna. La scena viene notata da Alfredo Leati, segretario federale del PNF bolognese, il quale telefona al direttore del giornale, Armando Mazza, per ordinargli di licenziare Cesarini. La mattina dopo lo convoca alla Casa del fascio e si fa consegnare la tessera del PNF, senza la quale non avrebbe potuto lavorare. Cesarini perde il posto e non ottiene la liquidazione. Per vivere chiede e ottiene alcuni sussidi al sindacato fascista dei giornalisti. Il 13/03/1939 Leati informa Mazza che Cesarini è stato riammesso nel PNF e di conseguenza viene riassunto. Il 26/07/1943 tiene un comizio in piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza Maggiore) per festeggiare la caduta del regime. Dopo l?8/09/1943 è uno dei pochissimi giornalisti che non si presenta al giornale per non collaborare con tedeschi e fascisti. Decide di attraversare le linee e recarsi al sud già liberato. Ma, per non lasciare la famiglia in difficoltà, prima di partire chiede al giornale che gli venga pagata la liquidazione. L?amministratore Cesare Bondioli gli dice di presentarsi per ritirarla. Quando entra al giornale viene però accolto da militi della GNR e arrestato. Il 26/01/1944, mentre si trova nelle carceri di S. Giovanni in Monte (Bologna), i partigiani giustiziano il segretario provinciale del PFR Eugenio Facchini. La sera stessa un Tribunale militare di guerra si riunisce e, in assenza degli imputati e degli avvocati difensori, processa dieci detenuti, scelti a caso tra quelli che si trovavano in carcere, tra i quali Cesarini. E\' sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna [Diz. II]
7- Francesco D’Agostino, n. il 2/02/1882 a Cassano allo Ionio (CS) - antifascista Nel 1943 residente a Imola. Primario chirurgo. Nel febbraio 1919, dopo aver prestato servizio medico presso gli ospedali militari delle zone di guerra, è trasferito a Imola ricoprendo la carica di direttore dell?ospedale militare. Congedatosi, è nominato primario chirurgo dell?ospedale civile di Imola. Il 25/07/1943 prende parte al Comitato unitario delle forze antifasciste costituitosi in Imola per coordinare le manifestazioni per la caduta del fascismo. Dopo l?8/09/1943 viene incluso nella lista dei proscritti compilata dai fascisti imolesi. Arrestato una prima volta il 13/10/1943 viene tradotto nel carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna). Le autorità tedesche l?11/11/1943 lo assolvono dalle accuse mossegli dai fascisti e lo liberano. Rientrato a Imola è di nuovo arrestato e incarcerato nella Rocca (Imola). Il 26/01/1944, prelevato insieme ai fratelli Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Biaconcini, Sante Contoli e Antonio Ronchi è tradotto nel carcere di S. Giovanni in Monte con l?accusa di complicità nell?assassinio del segretario federale Eugenio Facchini. Processato da un tribunale militare straordinario, presieduto dal gen. Doro, è accusato di tradimento, di aver fornito ai partigiani materiale sanitario dell?ospedale, accusa quest?ultima mossagli per «una delazione circostanziata proveniente dallo stesso ambiente ospedaliero». [Diz. III]
8- Zosimo Marinelli, n. il 23/04/1894 a Zocca (MO) - antifascista Arrestato dopo l?8/09/1943 per l?attività politica svolta nel breve periodo badogliano è associato alle carceri di S. Giovanni in Monte (Bologna). Il 26/01/1944 - a seguito dell?uccisione, avvenuta in quel giorno, del federale fascista di Bologna Eugenio Facchini - è scelto a caso con altri 9 detenuti e sottoposto a un sommario giudizio da un sedicente tribunale speciale di guerra, costituito appositamente. [Diz. IV]
Elenco vittime antifasciste 6
Alfredo Bartolini,
Romeo Bartolini,
Alessandro Bianconcini,
Cesare Budini,
Francesco D’Agostino,
Zosimo Marinelli
Elenco vittime indefinite 2
Silvio Bonfigli,
Ezio Cesarini
Responsabili o presunti responsabili
Elenco reparti responsabili
Elenco persone responsabili o presunte responsabili
Angelo Serrantini
Nome Angelo
Cognome Serrantini
Note responsabile seniore Angelo Serrantini, GNR - Giudice del TMS di guerra
Antonio Mangione
Nome Antonio
Cognome Mangione
Stato imputato in procedimento
Note responsabile magg. Antonio Mangione, Comando militare regionale 202 - Giudice relatore del TMS di guerra
Note procedimento CAS di Bologna f. 245/1945 - Mangione Antonio (MANCA) sentenza n. 24 del 9/02/1946 L’imputato, maggiore dell’esercito addetto all’Ufficio inchieste e affari Giudiziari presso il Comando militare regionale 202 di Bologna, è accusato di aver preso parte quale giudice relatore al Tribunale militare straordinario che nel gennaio 1944 condanna a morte 8 antifascisti per concorso morale nell’omicidio del federale Facchini. L’imputato nega di aver partecipato al collegio giudicante presieduto dal gen. Ivan Doro, ma è smentito da una copia dell’estratto della sentenza e da due testi (Cosimo Tullo e Franz Pagliani). La corte riconosce l’imputato colpevole del reato ascrittogli e in concorso della diminuente di aver agito per determinazione di ordini superiori lo condanna a 24 anni di reclusione. La Cassazione con sentenza del 20.03.1947 annulla e rinvia per nuovo giudizio alla Sez. Speciale della Corte d’Assise di Venezia
Tipo di reparto fascista Esercito
Nome del reparto Comando militare regionale 202
Cosimo Tullo
Nome Cosimo
Cognome Tullo
Stato imputato in procedimento
Note responsabile ten. col. Cosimo Tullo, CCRR - Giudice del TMS di guerra
Note procedimento f. 333/1945 - Tullo Cosimo (MANCA) sentenza n. 58 del 15/04/1946 L’imputato ten. col. dei CCRR, impiegato nella segreteria dell’Ispettorato regionale GNR, è accusato di aver partecipato come giudice al Trib. Mil. Strord. che condanna a morte per rappresaglia all’attentato al federale Facchini 9 antifascisti, di cui 8 fucilati il 26.01.44. La Corte lo assolve per aver commesso il fatto in esecuzione ad un ordine superiore sulla legittimità del quale non gli era consentita alcun sindacato.
Gherardo Magaldi
Nome Gherardo
Cognome Magaldi
Stato imputato in procedimento
Note responsabile gen. Gherardo Magaldi, Comando militare regionale 202 - Convoca TMS e presenzia alla riunione in Prefettura
Note procedimento CAS Bologna f. 77/1946 - Magaldi Gherardo sentenza n. 214 del 16/11/1946 L’imputato, generale dell’esercito a capo del Comando militare regionale Emilia Romagna 202, è accusato di aver il 26.01.44 ordinato la convocazione di un illegale tribunale militare di guerra che condanna a morte 8 antifascisti per rappresaglia uccisione Facchini il medesimo giorno e aver partecipato in precedenza alla riunione in Prefettura presieduta dal seg. del Pfr Pavolini nella quale fu decisa la sorte degli imputati. L’imputato ammette di aver convocato il TMS essendo a conoscenza che la sorte degli imputati fosse stata già decretata, che la mancanza di arresto in fragranza di reato rendeva illegale la costituzione del TMS e che quindi si trattasse di una rappresaglia su ostaggi estranei ai fatti ammantata di parvenza di legalità. La corte riconosce l’imputato colpevole del reato ascrittogli lo condanna a 18 anni di reclusione. La Cassazione in data 5.06.1948 rigetta il ricorso e condona di un 1/3 la pena.
Tipo di reparto fascista Esercito
Nome del reparto Comando militare regionale 202
Giovan Battista Cosimini
Nome Giovan Battista
Cognome Cosimini
Stato imputato in procedimento
Note responsabile cap. Giovan Battista Cosimini - PM TMS di guerra
Note procedimento CAS di Bologna - f. 99/1946 - Cosimini Giovanni Battista sentenza n. 197 del 14/10/1946 L’imputato, vice federale di Bologna e cap. dell’esercito con funzioni PM presso Trib. straordinario fascista è accusato di aver ricoperto la pubblica accusa nel processo celebrato a Bologna il 27.01.44 dal TMS. L’imputate ammette i fatti contestati dichiarando di essere stato costretto ad accettare l’incarico in un procedimento già definito nei fatti, la corte dichiara non doversi procedere per estinzione del reato in seguito ad amnistia. Nel fascicolo è presente copia della convocazione da parte del Comando militare regionale del TMS di guerra, f. ta Magaldi e una pagina della sentenza del 27/01/1944.
Girolamo Bacchetti
Nome Girolamo
Cognome Bacchetti
Note responsabile seniore Bacchetti Girolamo, GNR - Giudice del TMS di guerra
Guerrino Bettini
Nome Guerrino
Cognome Bettini
Ruolo nella strage Autore
Stato imputato in procedimento
Note responsabile ten. Guerrino Bettini, Reggente Pfr di Imola, GNR - Comanda plotone di esecuzione
Ivan Doro
Nome Ivan
Cognome Doro
Note responsabile gen. Ivan Doro, Comandante GNR - Presiede TMS di guerra
Tipo di reparto fascista Guardia Nazionale Repubblicana
Nome del reparto GNR di Bologna
Roberto Morelli
Nome Roberto
Cognome Morelli
Note responsabile ten. col. Roberto Morelli, Comando militare regionale 202 - Giudice del TMS di guerra
Tipo di reparto fascista Esercito
Nome del reparto Comando militare regionale 202
Walter Boninsegni
Nome Walter
Cognome Boninsegni
Stato imputato in procedimento
Note responsabile Walter Boninsegni, vice federale di Bologna - Presenzia riunione Prefettura
Note procedimento CAS di Bologna f. 4/1946 - Boninsegni Walter sentenza n. 84 del 22/05/1946 L’imputato vice federale Pfr Bologna dal 22.11.43 al gen. 44 è accusato di aver partecipato alla riunione in Prefettura la sera del 26.01.44 insieme al seg. PFR Pavolini, al prefetto Fantozzi, al questore Tebaldi, al dr. Alfredo Leati, ai gen. Magaldi, Doro e altri, nella quale fu compilata una lista antifascisti da sottoporre a giudizio in rappresaglia all’uccisione federale Facchini. L’imputato nega di essere stato presente alla riunione ed è assolto dalla specifica imputazione per insufficienza di prove. La corte lo condannato a 3 anni e 6 mesi per lesioni personali (ferimento Pasquali Bruno).
Memorie
Memorie legate a questa strage
lapide a Bologna, via Agucchi
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Bologna, via Agucchi
Descrizione: Lapide presso il Poligono di tiro di via Agucchi in ricordo dei 270 fucilati
lapide a Bologna, via Gramsci
Tipo di memoria: lapide
Ubicazione: Bologna, via Gramsci
Descrizione: Lapide a memoria di Ezio Cesarini, posta in origine nell’atrio dello stabilimento de “il Resto del Carlino” in via Gramsci. Quando il giornale si trasferì in via Mattei, la lapide fu smontata, ma non esposta nella nuova sede.
monumento a Bologna, piazza del Nettuno
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, piazza del Nettuno
Descrizione: Sacrario dei caduti partigiani di Bologna e provincia, piazza del Nettuno
monumento a Bologna, cimitero della Certosa
Tipo di memoria: monumento
Ubicazione: Bologna, cimitero della Certosa
Descrizione: Monumento Ossario ai Caduti Partigiani, cimitero della Certosa
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: Ad Alfredo e Romeo Bartolini è stata intitolata una strada di Imola.
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: Ad Alessandro Biancospini è stata intitolata una strada di Imola.
luogo della memoria a Bologna
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Bologna
Descrizione: A Ezio Cesarini è stata intitolata una strada a Bologna.
luogo della memoria a Imola
Tipo di memoria: luogo della memoria
Ubicazione: Imola
Descrizione: A Francesco D’Agostino è stata intitolata una strada ad Imola.
onorificenza alla persona a Ezio Cesarini
Tipo di memoria: onorificenza alla persona
Ubicazione: Ezio Cesarini
Descrizione: Medaglia d?argento al valor militare alla memoria di Ezio Cesarini: «Ardente patriota, attivamente ricercato dai nazifascisti, dava prezioso apporto alla causa patriottica, distinguendosi in molteplici circostanze per coraggio, entusiasmo e fattive iniziative. Scoperto ed arrestato a Bologna mentre svolgeva una pericolosa missione affidatagli dal “Centro” di Roma, e condannato a morte per vile rappresaglia, affrontava virilmente il martirio, facendo sereno olocausto della sua vita per il riscatto della Patria e della libertà». Bologna, settembre 1943 - gennaio 1944